Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli ultimi tempi

 

23.04.92 Ore 04.30

 

 

Gesù parla dei poveri della terra.

 

 

Quando Io creai l’Universo, misi tutto a disposizione dell’uomo: egli doveva godere dei beni da Me creati, poteva avere ogni cosa a disposizione e servirsene senza faticare. Tutto intorno era bellezza, tutto armonia, tutto era a portata di mano. Io, Creatore Infinito, avevo pensato a tutto.

Ogni uomo doveva avere un’equa parte dei Doni da Me elargiti; tutto era a disposizione di tutti e con tale abbondanza che non ci sarebbe stata mai la povertà di alcuni e la troppa ricchezza di altri. Tutto ciò che procede da Me è Giusto e Perfetto.

Ogni creatura aveva, con facilità, a disposizione il necessario per vivere e nutrirsi, oltre che le capacità intellettuali che le servivano per indagare e scoprire le Meraviglie del Creato. Io Stesso avrei condotto per mano le Mie creature per scoprire i misteri dell’Universo. Io, Eterno Scienziato, avrei rivelato il mistero che si cela in ogni parte della Mia Creazione.

Per i primi uomini, Adamo ed Eva, la vita era gioia, scoperta continua delle Bellezze da Me create e godimento pieno di Esse; ma, anche in questo caso, con il peccato originale tutto subì un enorme cambiamento. L’uomo non fu più in grado di godere nulla: ogni cosa dovette conquistarla col sudore della fronte. Tutto era perduto! Ciò che poteva avere con facilità ora doveva conquistarselo con dura fatica. La sua capacità intellettiva si era ridotta; doveva ricominciare tutto daccapo.

La sua mente piena di ricchezza intellettuale si fece ‘tabula rasa’ sulla quale Io, sempre pietoso, sempre amoroso, incidevo i primi segni che dovevano permettere all’uomo di rialzarsi gradualmente dall’abisso nel quale era caduto.

La natura da amica divenne ostile; il cibo doveva essere procurato con molta fatica. I primi uomini, caduti col peccato, passavano gran parte del loro tempo a procurarsi ciò che era loro indispensabile. Le conquiste furono molto lente, perché, ripeto, l’intelligenza umana era alquanto scarsa. Per moltissimo tempo l’uomo visse in questa immane miseria. Egli si aggirava sulla terra smarrito.

Io ne ebbi pietà e gli insegnai come districarsi da questa sua situazione di disagio.

Gradualmente e solo perché sempre guidato da Me, riuscì a comprendere l’utilità delle cose che aveva a disposizione. Il suo quoziente intellettivo, per Mia Volontà, aumentò, ed egli cominciò a godere i primi frutti della sua fatica; ma ecco che il male che era dentro di lui, anche in questo caso, stava sempre in agguato. Sì, la ricchezza non veniva più divisa equamente fra gli uomini, ma ognuno cercava di carpire all’altro ciò che possedeva. Il veleno dell’odio, dell’avarizia, dell’invidia, cominciò a fare effetto: appena uno possedeva qualcosa, ecco che il fratello invidioso voleva competere con lui e talora, se più forte, non indugiava ad impadronirsi dei beni altrui.

L’uomo peccatore violò sempre le Mie Leggi e pensa che, prima che le Tavole della Legge fossero date a Mosè, Io queste Le avevo già incise profondamente nel cuore dell’uomo! Sì, Mia piccola, devi sapere i misteri della Creazione! Io te ne anticiperò alcuni, poi, ti spiegherò ogni cosa, come fa un padre col suo bambino che vuole erudire! Sì, sappi che i dieci Comandamenti Io Li ho scritti col Mio Dito nel cuore di ogni uomo. Se le nebbie dell’errore, voluto, non offuscassero la mente degli esseri umani, essi scoprirebbero chiare le Mie Leggi e Le seguirebbero, anzi Le avrebbero seguite con poca fatica se fossero ricorsi al Mio Aiuto. Mio amore, l’uomo non sarebbe mai caduto così in basso, se fosse ricorso a Me, anche dopo il peccato originale; la Mia Infinita Misericordia l’avrebbe guidato verso la Verità e la Giustizia. Io aspettavo sempre di essere chiamato per accorrere premuroso in aiuto dei Miei figli.

Anche in questo caso, fu deleteria l’azione di satana che allontanò da Me i figli in ogni modo, instillando nella loro mente il desiderio di fare da sé, di scoprire tutto da sé, di autogiudicarsi dèi.

Così gli uomini, che Io avevo creato tutti uguali, vennero differenziandosi tra di loro: alcuni nuotano nel benessere, altri sono tanti indigenti che non hanno neppure il necessario per vivere. Alcuni sono potenti, ricchi; altri, dimenticandosi della loro dignità di figli di Dio, strisciano ai loro piedi, comportandosi come esseri senza personalità.

Ricordate, figli, che l’umiltà, che dovete avere nei riguardi del Creatore e dei fratelli, deve essere intesa nel senso giusto della parola. L’uomo che volontariamente striscia ai piedi di un altro, considerandolo quasi come un idolo, Mi fa un grande disgusto. Io, che l’ho creato, so quale patrimonio è in lui e il fatto che egli non attinga nulla della ricchezza che ha in sé Io lo ritengo pigrizia e colpevolezza. Ogni uomo deve fare una continua introspezione e naturalmente, invocando Mio Aiuto, troverà in sé tutte le energie necessarie alla sua vita. L’uomo che si sente solo è tale perché non vuole conoscere l’infinita ricchezza che ha nel suo io; pigro e distratto, cura le cose esteriori e vane e non cura sé stesso, dove veramente c’è una fonte continua di energia. Anche in questo caso, c’è l’intervento attivo di satana che non vuole che l’uomo prenda coscienza di sé per poterlo così manovrare a suo piacimento e farlo sentire un verme. Questo gioco satanico riesce bene perché l’uomo Mi ha trascurato, si è allontanato da Me, sua unica Ricchezza, sua unica Guida.

L’uomo, che si offre a Me, riesce sempre a superare ogni ostacolo della vita, facendo ricorso a chi? Non agli altri fratelli, non alle cose vane e sciocche, ma proprio a sé stesso.

Io, Dio, dico: uomo, datti completamente a Me e poi guarda in te stesso, troverai tutto ciò che mai avresti immaginato ci fosse dentro di te. Non bisogna scordare mai che nell’uomo c’è la Scintilla Divina, che è l’anima, e con essa c’è un Raggio della Infinita Potenza Divina. A questo gli uomini non pensano mai! Attingi a questa forza e non sarai mai solo, attingi a questa Ricchezza e troverai tutto ciò che ti necessita in ogni circostanza.

La parola, che sento più spesso dalla bocca dei Miei figli, è questa: “Sono povero, sono solo, sono demoralizzato!” Ciò accade perché non hai fiducia in Me né in te stesso, altrimenti non saresti in queste condizioni.

Quanti poveri di questo genere si aggirano sulla terra! Essi brancolano nel buio più assoluto, divenendo preda di satana, il quale mostra loro solo beni materiali, proponendoli come mezzo unico per raggiungere la felicità.

L’uomo debole, meschino, che ha perso la coscienza della sua altissima dignità di figlio di Dio, segue questa tentazione e si accaparra ricchezze sempre maggiori, ma è sempre scontento; allora si precipita come lupo rapace su quelle degli altri, ma anche questo non basta: distrugge ogni cosa.

Uccide suo fratello per un unico scopo: ottenere ricchezza e felicità.

Ma questi beni materiali non possono soddisfare l’uomo che ha sete solo della vera felicità, che ha sete di Me, di Dio, perché Io ho messo in lui questo anelito a congiungersi al proprio Creatore.

Se l’uomo capisse la sua grandezza, la sua ricchezza interiore, se conoscesse sé stesso, avrebbe risolto il grande enigma della sua vita. Già questo l’aveva intuito il filosofo Socrate; sì, aveva intuito la verità. Il segreto di tutto è abbandonarsi a Dio e poi attingere da sé stessi le energie necessarie per affrontare ogni situazione della vita. Se gli uomini avessero fatto così, non ci sarebbero poveri a questo mondo, perché il vero miserabile, Mia piccola, non è colui che ha carenza di beni materiali, ma quello che ha carenza di beni essenziali! La terra è piena in questo momento di miserabili di questo genere: questi sono i veri poveri, questi i disgraziati da commiserare!

Ogni uomo, che non ha coscienza della sua dignità e si è ridotto ad elemosinare i poveri ed insulsi doni di altri miserabili come lui, è colpevole. Anche se si salva, non raggiungerà mai un alto livello di santità, perché nella sua vita ha avvilito i Doni da Me concessi. Ricordate che, se Io dò dei Doni, voglio che siano messi a buon frutto. Non dò nulla senza chiederne il resoconto.

Sei intelligente? Non è certo merito tuo! Ti chiederò come hai utilizzato queste tue doti naturali:

le vostre mani devono, alla Mia Prossima Venuta, essere piene dei frutti ottenuti dai Miei Doni.

Hai una buona capacità di dirigere e governare? IO te l’ho data: come ti sei comportato? Quale utilità ha cavato il fratello da questo tuo Dono? Di tutto, Miei cari, sto per chiedervi conto; di tutto, credete!

Voglio vedere mani piene di Doni, fruttati dalle doti che Io vi ho dato. Non Mi interessano, certo, le automobili potenti, né i vestiti firmati, né il vostro corpo ben curato, ma le mani voglio vedere cariche del risultato dei vostri sacrifici, della vostra dedizione a Me e ai fratelli.

Piccola Mia, ci saranno grandi sorprese!

Davanti a Me l’Umanità cambierà volto: tutta l’ipocrisia cadrà come un palazzo di cartapesta!

Il Bene brillerà. Gli uomini giusti saranno esaltati; quelli empi saranno umiliati e cacciati via per sempre dal Mio Cospetto.

Quanti uomini apparentemente buoni, giusti, devoti, saranno cacciati fuori dal Mio Regno, perché non degni di entrare! Tu, Mio amore, appartieni già a Me; verrai vicino a Me assieme agli altri giusti della terra e insieme procederemo al Giudizio.

Grande tripudio per i figli santi che si renderanno conto, improvvisamente, dell’altissimo grado della loro dignità di figli di Dio, perché, sì, hai capito bene, assieme a Me, Gesù, giudicheranno la terra! Le erbacce saranno tutte bruciate; definitivamente scompariranno gli empi; la terra purificata tornerà a godere, in un’armonia senza fine. E tu, Mio tesoro, sì, come ti ho detto, sarai sempre vicina, vicina a Me, beata di un’infinita Felicità che Io ti conferisco con la Mia Presenza.

Ti amo!

 

                                                                                              Gesù