Opera scritta dalla Divina Sapienza per
gli ultimi tempi
21.01.93
I Miei diletti
vivranno in un nuovo Eden.
(Storia della Salvezza)
Amati
del Mio Cuore, grandi cose ha preparato per voi il
Maestro Che tanto amate. Sapete: Egli è anche il Re, Colui
che ha dato esistenza a tutte le cose che vedete e a quelle che ancora
non vi è stato concesso di vedere; è un Re Buono e molto Generoso, ricco di
ogni Ricchezza. Egli aveva preparato un Eden meraviglioso per le Sue creature
dilette e le aveva messe in esso perché potessero godere tutte le gioie della
vita, perché fossero felici di gioia senza fine.
L’uomo,
tutta bellezza e purezza, tuttavia, era fornito di libertà: libero come il
proprio Creatore, ma ecco che il serpente invidioso volle tentarlo ed egli
disobbedì. Tutto perdette di ciò che aveva: la felicità, la pace, la beata
confidenza col proprio Dio.
L’Eden
non fu più per lui che ne fu cacciato per cominciare a vivere tra dolori e
tormenti di ogni genere; la natura gli divenne, da amica, nemica. Egli solo con
la compagna si trovò a combattere con ogni avversità; il cibo non gli era più porto spontaneamente, ma doveva procurarselo col
sudore della fronte.
Il
dolore fece la sua comparsa nel mondo e durò per lunghissimi anni. Il male
dilagò e invase tutta la terra fino a sommergerla: divenne come uno stagno, pieno
di insidie di ogni genere. L’uomo, sempre più
corrotto, sempre più malvagio, cercò di allontanarsi dal proprio Dio per non
vedere il Suo Volto severo che gli rimproverava le colpe continue.
Passarono
ancora tanti millenni e nulla cambiò sulla terra. Il Re Buono osservava ogni
mossa della Sua diletta creatura, leggeva in ogni piega del suo cuore: pochi i
segni di ravvedimento! Il mondo affondava nel peccato
e l’uomo si avvoltolava nel fango, lusingato dalle parole suadenti del serpente
che tendeva a ghermire la sua anima.
Il
Re Buono usò tutti i mezzi di convincimento, nulla tralasciò pur di ricondurre
i figli amati sulla strada Sua, quella della salvezza;
ma non approdò a nulla. Mandò i profeti a preannunziare le cose del futuro, a
parlare dell’Amore Infinito del proprio Signore; mandò, quindi, il Suo Figlio
Diletto perché avviasse l’Umanità ribelle verso il nuovo Eden, che Egli aveva
preparato, perché l’uomo, ravveduto, potesse ritrovare la felicità perduta, la
pace, l’amore perso, quello puro e santo voluto da Lui.
Il
Figlio, Agnello Perfetto e senza macchia alcuna, fu immolato perché ci fosse la
salvezza universale perché la terra si potesse di nuovo congiungere col Cielo. Il
Figlio amatissimo, dopo aver compiuto la propria missione, salì al Cielo
avvolto da una nuvola, sotto gli occhi smarriti dei discepoli che avrebbero
certo voluto trattenerLo con loro per sempre; ma
questo non era il Piano del Re: il Figlio Diletto, Che dal Cielo era sceso, al
Cielo doveva tornare per stare accanto al Padre, donde era venuto. Affidò ai
Suoi amati seguaci una missione grandiosa: gli uomini dovevano conoscere il
Cristo, dovevano diffondere la Sua Parola in ogni
angolo della terra. L’uomo, caduto inizialmente, doveva risalire la china e
giungere alle vette più alte della spiritualità: allora sarebbe stato di nuovo
degno di vivere nell’Eden, dal quale era stato cacciato. Stabilì a questo fine
un certo lasso di tempo entro il quale dovevano
compiersi tutti gli avvenimenti e andare avanti il meraviglioso Progetto di
redenzione universale. Così fu. Molti uomini ascoltarono la lieta Novella, ma non
prestarono sufficiente attenzione e, dopo un iniziale entusiasmo, si
allontanarono; altri ritennero troppo oneroso seguire questi insegnamenti che
chiedono all’uomo di divenire sempre più perfetto, spogliandosi delle proprie
debolezze e rinunciando alle passioni che bruciano in lui. Costoro alzarono le
spalle e continuarono ad occuparsi delle basse
esigenze del corpo, vivendo come bruti privi di intelletto; ma ecco che vi
furono anche alcuni che accolsero gioiosi le Parole Sante del proprio Dio, le
studiarono a fondo, le amarono, le ascoltarono con massimo interesse, facendone
lo scopo, l’unico scopo della loro vita. Come il dolce Messaggio d’Amore andava
dispiegandosi nel loro cuore, essi sentivano di vivere sempre più vicini al
loro Dio, sentivano la Sua Presenza ovunque; in qualunque circostanza Lo
consultavano mentalmente, guidati sempre da quella Parola Santa, nutriti dal
Suo Corpo Purissimo, vivificati da Lui Che non era
visibile agli occhi sensibili, ma a quelli della mente e del cuore. Queste
creature sentirono ogni giorno di più crescere in sé l’amore per il Dio
invisibile, impalpabile, ma presente, tanto presente
da sentirseLo vicino, come se allungando una mano si potesse
toccare. Chiesero di conoscerLo sempre meglio, sempre
di più; Egli esaudì il loro giusto desiderio. Chiesero di saperLo
amare con tutte le forze, con tutta l’anima, con tutto il loro corpo. Tutto queste belle creature offrirono a Lui: compresero di
aver trovato la perla preziosissima, che sempre avevano cercato e ora era lì, a
portata di mano, splendida, luminosa, pregiata. Grande fu la felicità nel
vedere in un colpo esaudito ogni loro desiderio: il gioiello più prezioso essi
lo avevano tra le loro mani; cosa potevano desiderare di più? Nulla, a questo
punto, aveva più importanza: non il benessere, non il piacere dei sensi, non le
sciocche gioie mondane, ma solo quello splendido gioiello, tanto cercato, tanto
desiderato e ora stretto, lì, tra le mani tremanti per la gioia e l’emozione
grandissime. Queste creature vollero dimenticare ogni cosa precedente alla
meravigliosa scoperta. Nulla più aveva importanza per loro: il loro Tutto ormai
era in loro possesso.
Questi
figli diletti, questi saggi amministratori vendettero tutto ciò che era in loro
possesso per acquistare l’unica cosa che veramente avesse importanza vitale per
loro: la splendida perla che racchiudeva in sé tutta la ricchezza
dell’Universo. Come l’ebbero acquistata, ecco la felicità fluire sempre più
intensa nel loro cuore, la gioia subentrare al dolore, la luce fulgida alle
tenebre. Un dolce tepore cominciò a rendere sempre meno sensibile il gelo
d’intorno e tutto l’Universo, per incanto, cambiò aspetto. Come in una bella
favola, per opera di una fatina, la realtà cruda e squallida
diviene splendida e armoniosa, così ogni cosa mutò agli occhi dei beati
possessori del gioiello di bellezza incredibile e il mondo andò trasformandosi
in un paradiso di luci, di colori, di suoni meravigliosi.
Il
Re Buono sorrise, vedendo questi Suoi figli con la Sua perla stretta, stretta nelle loro mani: scese di persona nel loro mondo, li
chiamò a Sé e li baciò teneramente. Per loro, solo per loro che avevano capito
il valore della perla, preparò un nuovo Paradiso che li potesse accogliere
felici ed esultanti. Egli Stesso andò loro incontro per farli entrare ad uno ad uno e mostrare loro la nuova splendida Casa, dove
potranno vivere beati e felici assieme a Lui, che non li lascerà, ma li guiderà
festante verso mete sempre più alte, verso un grado di felicità sempre più
elevato, fino a farli divenire tanto simili a Sé Stesso da divenire un tutt’uno
con Lui, il Re, il Dio Infinito, Eterno, Onnipotente, detentore di tutte le
Ricchezze.
Piccoli,
beati fiori, venite nel Regno che ho preparato per voi. Tenete ben stretta tra
le mani la vostra preziosa perla: è il lasciapassare indispensabile per
l’accesso al Regno.
Gesù
Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli
ultimi tempi
21.01.93
La Mamma parla
ai figli amati
Amati
gigli del Giardino Reale, delizioso è il vostro
profumo, gradevole e soave alito che si spande ovunque intorno a voi. Il Re ne
è compiaciuto: il vostro fiore è vellutato e bianco, piacevole vista tra un
deserto di sterpi secchi.
Non
temete, diletti, non temete affatto, perché il vostro
Signore non vi lascerà a lungo nel deserto arido e secco, ma vi coglierà con le
Mani Sante e vi deporrà là, dove il fiore regale è degno di stare: nel Suo Giardino
pieno di Delizie, dove i ruscelli di Acqua Vivificante e Limpida scorrono
ovunque e rallegrano con il gorgoglìo armonioso i
sentieri olezzanti.
No,
non temete neppure per un attimo: ora siete cresciuti, il vostro stelo è alto,
il fiore in boccio è giunto a giusta fioritura. Siete cresciuti tra tanti rovi, ma nulla ha turbato la vostra bellezza né la
floridezza; il vostro Creatore, personalmente, vi ha curato con Immenso Amore,
dopo aver messo il seme nel terreno fertile e averlo innaffiato con la Sua Linfa
meravigliosa.
Fiori
diletti, degni di adornare il Giardino del Re, siate benedetti, siate benedetti: costituite la gioia del vostro Creatore! Egli si
compiace di voi; vi ha creato con Immenso Amore con un fine ben preciso: quello
di tornare da Lui radiosi, profumati di innocenza e
grazia, purificati dalle scorie del peccato, anelanti a diventare parte
integrante dell’unico Corpo Purissimo.
Ora,
amati, delizie del Mio Cuore Materno, tornate a Lui: il fine proposto è stato
magnificamente raggiunto. Questo stesso
obiettivo il vostro Signore voleva raggiungere per ogni uomo: ogni anima,
uscita dalla Sua Volontà Creatrice e baciata col Bacio dell’Amore Santissimo,
doveva ritornare lì donde era partita, tornare vestita dell’abito nuziale per divenire sposa diletta del proprio Dio Creatore. Perché così
pochi gigli vedono i Miei Occhi; perché tanto deserto intorno a voi? Dove sono
i semi preziosi, che il Re ha messo nella terra feconda del Suo Infinito Amore?
Sono seccati; ora vedo sterpi inutili, già pronti per essere bruciati! Ce n’è
un fascio grandissimo! Quelli dovevano costituire il nuovo Regno di Pace e
d’Amore: non sono stati degni di tanto Dono! Da quei gigli deliziosi che il Re coglierà usciranno tanti semi pregiati, santi, profumati di
candore e purezza. Egli li curerà amorevolmente e nuovi splendidi gigli
andranno ad adornare la terra nuova, piena di delizie da godere e assaporare.
Gesù, Signore
Infinito, ecco i Tuoi magnifici Doni per i diletti del Tuo Cuore!Grazie, Amore!
Grazie, adorato Dio!
Maria
Santissima