Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli ultimi tempi

 

13.02.93

 

 

Figli, vi voglio stringere tutti a Me, in un Abbraccio d’Amore che durerà per l’eternità.

 

 

Gigli amati, Io, Gesù vi amo da sempre; ho desiderato tanto il momento grandioso che si avvicina ogni giorno di più! Il dolore del mondo è sempre stato il Mio grande Dolore; le sofferenze di ogni creatura Io le ho sentite profondamente. Sappiatelo questo; riflettete su questo fatto importante! Io non godo del male che colpisce i Miei figli, ma partecipo profondamente delle loro tribolazioni. Io sono con ogni uomo che ha il cuore afflitto, con quello umiliato e disprezzato: la sua amarezza è anche la Mia.

Figli amati, Io sono da sempre, ogni tormento patito dall’uomo è stato il Mio: ho preso sulle Mie Spalle tutto il dolore dell’Universo. Sappiate che Mi sono vestito dell’abito umano: Io, Dio, Eterno e Onnipotente, Mi sono racchiuso in un povero guscio fragile proprio perché finisse un giorno il travaglio continuo, al quale era sottoposto l’uomo, parte per sua volontà, parte per le colpe dei progenitori. Volevo che tutto tornasse come al momento splendido della Creazione, quando una luce tersa e trasparente illuminava tutto il Creato e la creatura in essa immersa viveva in un’armonia meravigliosa. Quel momento, figli diletti, non era che l’esordio: tutto doveva procedere di meraviglia in meraviglia e così per l’eternità.

Creature felici in un mondo felice: questa era la Mia Volontà. Non fu così: il perfetto equilibrio si ruppe, per opera di un uomo ribelle al Mio Volere, e tutto precipitò in una situazione completamente diversa. Niente più armonia! Comparve il dolore sulla terra, il dolore che l’avrebbe tormentata per sempre, se qualcuno non avesse pagato per tutti e ripristinato l’unione del Cielo con la terra, folgorata dalla colpa terribile contro il proprio Creatore. Quale vittima mai avrebbe potuto saldare un sì gran debito? Non certo l’olocausto di animali, non certo alcun sacrificio d’uomo: non erano certo adeguati all’espiazione della colpa originale!

Pensate a questo, diletti: Io, Dio, avevo creato tutto in modo Perfetto, Io sono la Perfezione, avevo creato ogni cosa buona, tutto è buono ciò che esce dalle Mie Mani. I primi uomini non mancavano di nulla: Io ero in mezzo a loro e la Mia Presenza era di Sostegno e Gioia continua; non avrebbero mai dovuto disobbedire ad un Padre così Generoso che aveva messo a loro disposizione un Universo intero, pieno di delizie da gustare per una felicità sempre maggiore, ma lo fecero, abusando della loro libertà e trascinando nella rovina tutti coloro che sarebbero dovuto nascere dal loro seme. Da seme puro e santo sarebbe dovuto nascere un frutto d’amore, degno dei genitori; invece, dal seme peccatore nacque un frutto adeguato. Il dolore, terribile morsa che attanaglia l’uomo e lo fa gemere, non finì più: dilagò e divenne sempre più esteso. Ogni uomo l’avrebbe avuto, anche il santo, perché doveva scontare la pena originale e poi le sue*, inevitabili, data la fragilità del suo essere che aveva perso la purezza originale.

Dall’origine del Creato pensate a quanto dolore sia stato subìto dall’uomo, dal colpevole e dall’innocente; ma tutto questo non sarebbe stato sufficiente a riparare il terribile danno iniziale.

Io, Dio, sempre Misericordioso, sempre Sorgente d’Amore Infinito, volli farMi carico di tutte le colpe dell’uomo, quelle passate, presenti e future, quelle di ogni essere umano: me le addossai Io col Sacrificio della Croce. Non era più un semplice uomo Colui Che dava la Sua Vita in riscatto di quella degli altri, ma un Vero Uomo e Vero Dio: volevo che tutto tornasse come inizialmente era. Dio, Padre, aveva cacciato i figli ribelli dal Suo Regno di Delizie; Dio, Figlio, avrebbe ricongiunto ciò che era stato spezzato e un giorno l’armonia sarebbe ritornata sulla terra, devastata dall’onda malefica del peccato.

Il dolore sarebbe durato per molto, ma non per sempre; avrebbe, sì, tormentato l’Umanità, ma un giorno, stabilito da Dio, il tempo si sarebbe fermato, il tempo del dolore avrebbe dovuto concludere la sua corsa. Si sarebbe tornati indietro, indietro, a quella originaria, splendida armonia che poteva essere sì ripristinata per i Meriti stessi di Dio Che non aveva mai voluto lasciare l’uomo in completa balìa della sua debolezza, anche se traditore e immeritevole, ma l’aveva condotto per mano come un bimbo capriccioso e ribelle per giungere alla comprensione della vera essenza della vita.

Tutta l’esistenza umana ha un solo anelito: Dio; ogni attimo, ogni momento prezioso di vita deve volgere alla conquista del Regno di Dio. L’uomo, uscito dalle Sue Mani che l’hanno plasmato, a Lui doveva tornare, purificato, santificato, reso degno di entrare nella nuova terra benedetta e nel nuovo Cielo preparati dal Creatore.

Tutti gli uomini erano destinati ad essere cittadini del Regno Universale, tutti invitati e condotti per mano amorevolmente dal Padre; questo fine, sublime e ineffabile, non sarebbe stato un Dono completamente gratuito, ma una conquista, una lunga e faticosa conquista: solo col dolore, con tanto dolore e fatica l’uomo sarebbe potuto giungere alla meta sublime.

Quale sarebbe stata la chiave per aprire il nuovo Regno, fatto solo di Pace, Giustizia, Felicità infinita? L’amore! Dio per dare tutto ciò che aveva promesso voleva solo amore: chi avrebbe amato, seguendo le Sue Leggi eterne, per i Meriti conquistati da Colui Che aveva amato al disopra di tutti, perché Vero Uomo e Vero Dio, sarebbe stato ritenuto degno di una vita degna dei veri figli di Dio.

Ora, diletti, sono giunti i grandiosi tempi preannunciati: la terra verrà trasformata da esilio di dolore, tormento e angoscia in giardino di armonia, di gioia, di felicità. Ciò avverrà per opera non di uomo, ma di Dio Che pur si servirà della collaborazione di figli prediletti, a Lui donati interamente e plasmati e come rigenerati dalla Sua Linfa Divina. Per Opera del Mio Sacrificio che si ripete in ogni attimo in ogni angolo del mondo l’armonia originale sarà ripristinata, presto. Non tutti gli invitati a Nozze hanno l’abito adatto: molti se ne sono già andati e vagano di qua e di là, sperduti per le lande del mondo; altri sono gli eterni indecisi, non hanno ancora indossato la veste nuziale: costoro rischiano di rimanere fuori dalle stanze del grande Banchetto; altri, infine, sono pronti, belli e luminosi, con l’aspetto felice di chi aspetta lo Sposo per andarGli incontro e bearsi della Sua Vista e con il cuore che batte forte, forte, per la grande emozione, perché intravedono da lontano già il magnifico corteo che fa da corona al Re Che viene a Nozze. Costoro fremono nel loro cuore: ogni attimo che trascorre sembra un’eternità; vorrebbero che già fosse arrivato e faticano a contenere la propria ansia. Ebbene, Io, Gesù, Io, lo Sposo tanto atteso e anelato, dico a costoro: se voi tanto Mi desiderate e vivete solo per quell’ineffabile momento dell’Incontro d’Amore, anch’Io desidero la stessa cosa. Vengo da voi, angeli Miei, pieno di esultanza: vi voglio abbracciare ad uno ad uno; voglio consolarvi con la Mia Dolcezza, per la lunga attesa. Assieme, figli, assieme ci siederemo a tavola e grande sarà la gioia di voi tutti! Le porte saranno chiuse e nessuno di quelli, indegni, che tanto vi hanno tormentato entrerà! Solo Gioia ho preparato per voi, gigli profumati e puri, solo gaudio senza fine per i Miei piccoli eroi d’amore che hanno perseverato, pazienti, fino alla fine.

Gigli, amati fiori del Mio Giardino, Mi accingo a cogliervi per portarvi sempre con Me; ancora un poco, molto poco e starete per sempre nel Mio Giardino di Delizie che si apre per voi, amati del Mio Cuore. Piccoli, dolci cuori che palpitate di amore per Me, rallentate il vostro battito: Io, vedete, sto venendo per farvi completamente felici, dopo tanto dolore!

Vi amo. Vi amo di Amore Infinito.

 

                                                                                              Gesù

 

*sue = pene legate ai propri peccati

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli ultimi tempi

 

13.02.93

 

 

La Mamma parla a figli amati

 

 

Miei piccoli, fiori puri, nati dal Mio Cuore Immacolato, gioite di letizia senza fine, perché i tempi bui stanno per finire, il secolo forte del potere di satana lascerà il posto alla Luce: non più dolore e angoscia, non più sospiri e lacrime, diletti, che tanto amo, ma un nuovo Sole verrà a riscaldare la terra! I Suoi Caldi Raggi penetreranno nel profondo dei cuori, la Luce splendida illuminerà ogni sentiero che si ricoprirà di fiori deliziosi, di gigli candidi che spunteranno in ogni dove. La terra sorriderà, gioiosa, nella nuova veste primaverile di una stagione però tutta nuova, mai sorta prima.

Sarà la stagione dell’amore, quello puro e santo che trionferà ovunque: nessun essere umano gli rimarrà estraneo, ma tutti gli eletti ne assaporeranno la dolce letizia.

Come ogni germoglio si nutre della linfa benefica che lo fa sviluppare e crescere e sbocciare così ogni essere umano vivrà una vita nuova in Dio, con Dio, per Dio: il Suo Altissimo Nome risuonerà su ogni bocca; le Sue Leggi trionferanno su tutta la terra.

Ecco venuto il grande trionfo dei figli di Dio, dei figli della Luce che avanzeranno, giulivi e felici, tra canti di gioia ed inni d’amore, mentre quelli delle tenebre indietreggeranno sempre più, sempre più, fino a scomparire completamente nell’abisso di tenebre e disperazione che li riassorbirà tutti, purificando la terra che deve accogliere nel suo grembo accogliente il Creatore, Gesù Cristo, Dio, Che torna fra gli uomini come Dio e come Uomo per ripristinare l’armonia perduta e fare vivere nella gioia i figli della gioia, le dolci creature, che Egli creò un giorno per un destino sublime di felicità e d’armonia.

A lungo è durata la tempesta di dolore e d’angoscia; per secoli e millenni la terra ha sofferto le pene terribili del parto, si è contorta dal dolore; ma non doveva essere questa una pena dalla durata infinita. Così come la partoriente, anche la terra darà il suo meraviglioso frutto d’amore. Questo è pronto e splendido. La fatica è stata lunga: un oceano di lacrime ha inondato il Creato, ma ora è finita: sì, l’era del dolore è finita, angeli Miei. Con quanta Gioia Io, la Mamma, continuo ad annunziarvelo! L’alba luminosa avverte che la giornata sarà splendida e apportatrice di Meraviglie nuove.

Gioisco con voi, fiori amati; gioisco, Giglio tra i gigli! Vi abbraccio tutti e vi racchiudo felici nel Mio Manto d’Amore senza limiti.

Amiamo Gesù! adoriamo Gesù! Annunziamo Gesù che torna, che torna, che torna, diletti, per inondare l’Universo, l’intero Universo del Suo Infinito Amore!

 

Gesù, Figlio Santo, Santo, Santo, noi Ti adoriamo ora e per sempre.

 

                                                                                              Maria Santissima