Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli ultimi tempi
09.03.93
Diletti del Mio Cuore, diletti, che
vivete racchiusi nel Mio Cuore, Io, Gesù, vi ho riempito di sentimenti sublimi;
abbeverati alla Mia Sorgente di Acqua Purissima, voi non siete più gli stessi
di prima: avete sviluppato in voi il Germe Divino, che Io misi in ciascuno nel
momento della creazione. Ora il piccolo seme è divenuto un albero forte e
rigoglioso; Io l’ho potato, sfrondandolo di ciò che era di impedimento
allo sviluppo ed ora vedo dinanzi a Me un capolavoro, perché le Mie Mani
operano solo Capolavori: Io sono Dio, dove agisco con la Mia Potenza modifico,
avvicinando sempre più la creatura alla perfezione che è dote solo Mia, alla
quale tuttavia tende ogni uomo di buona volontà.
Chi si nutre del Mio Pane modifica le proprie
cellule, vivificandole e santificandole. Ogni parte del piccolo essere che si è
donato a Me cambia proprio la sua essenza che, inquinata dal peccato, deve
essere liberata da tutte quelle scorie che appesantiscono l’uomo e gli
impediscono di volare come aquila per raggiungere l’unica Meta verso cui
tendere: Dio, per raggiungere Me che sono il Sole senza tramonto che non
cesserà mai di dare la Sua Luce. Tutto ciò che è uscito da Me
è Puro e Santo. Creai l’uomo così: la sua natura era incorrotta, senza malizia
la sua mente, senza concupiscenza il suo cuore, ma libera, assolutamente libera la sua volontà. Io, Dio, non creo schiavi, ma solo
esseri liberi. Tali erano Adamo ed Eva. Essi conoscevano e godevano tutte le
Delizie di essere figli di un Dio, dalla Potenza Infinita, Che aveva messo a
loro disposizione un mondo intero, tutto da scoprire, conoscere e godere. I due
progenitori erano felici di una Felicità intensissima, erano gioiosi di una
Gioia pura e perenne che partiva dall’intimo del cuore e si propagava
tutt’intorno. La gioia delle prime creature umane si rispecchiava anche nelle
più umili che godevano i benefici del Creatore, senza conoscere la sofferenza,
la fame, la sete, la morte dolorosa.
Quando ci fu il peccato, tutto si
modificò e nulla restò come era. La meravigliosa
armonia che dominava ovunque fu distrutta e tutto precipitò, comparvero il
dolore e la morte sulla terra che non li conosceva, perché Dio non crea il
male. Esso è solo una terribile conseguenza della disobbedienza alle Sue Leggi.
Anche la natura, creata così docile e
amica dell’uomo, divenne ostile e matrigna: negò i frutti, che spontaneamente
offriva al suo piccolo re. La vita, così splendida e felice, divenne un duro,
un durissimo travaglio che si doveva concludere con la
morte; la morte, l’ultimo debito che la creatura deve pagare al suo Creatore
per scontare la pena del peccato originale.
Ma
ciò che è ancora più grave: la natura umana, così armoniosa, così pura – tale
era uscita dalle Mie Mani – cominciò a tendere al male! Ogni desiderio che
nasceva nella mente, ormai inquinata, volgeva al peccato. Solo un grande sforzo
della volontà poteva dirottare verso Dio il valore dell’azione compiuta.
Era questo uno sforzo continuo, una
fatica, un sacrificio molto duro, perché la concupiscenza aveva reso il corpo
ribelle, tiranno, incline al soddisfacimento solo della carne e molto meno a
quello dello spirito. Vedete, diletti, vedete come è
iniziato il lungo processo di corruzione della natura umana, così splendida,
così meravigliosa, inizialmente. Certo che Io, nella Mia Infinita Misericordia,
non potevo abbandonare così a se stesso il frutto del Mio grande, Infinito
Amore; dovevo aiutarlo a prendere quota: da solo non ce l’avrebbe
fatta mai. Io lo avevo creato per un destino di gloria e Felicità immensa, ora
giaceva in fondo all’abisso solo, abbandonato, piangente, come un bimbo che ha
perso la sua mamma e piange disperatamente.
L’uomo si rese conto del male fatto e
capì di aver perso tutto, per la sua disobbedienza; si pentì, altroché se si pentì! Tutto aveva, tutto ora aveva
perso; era in cima alla vetta felice e beato, ora si trovava nel più profondo
dell’abisso desolato e infelice! Troppo tardi. Troppo tardi! Doveva ora
conquistarsi quel Bene che Io gratuitamente gli avevo concesso, col sudore
della fronte doveva procurarsi il cibo che la natura senza fatica gli offriva,
ma soprattutto doveva imparare a dominare i suoi istinti tiranni e amare Dio,
poi il prossimo. L’uomo non sapeva più amare; tutto il suo essere era divenuto
schiavo della concupiscenza che è egoismo, sentimento meschino che lo avrebbe portato a concepire anche il delitto, il primo,
terribile fratricidio.
Passarono secoli e millenni; l’uomo non
riusciva a comprendere la lezione che Io continuamente impartivo: Io volevo che
egli imparasse ad amare di sentimento puro e santo. Amore chiedevo, amore esigevo, prima verso di Me, Che tutto gli donavo anche
se non meritevole, poi verso gli altri, prima i propri simili e poi anche le
creature inferiori. Vedevo che ovunque dominavano nella natura umana le forze
del male che portavano l’uomo sempre più distante da Me. Il peccato originale,
diletti, aveva proprio provocato un enorme disastro nel cuore degli uomini: li
aveva svuotati del contenuto prezioso che era in essi per riempirli di malizia,
malvagità, sozzure di ogni genere. La parola amore
diveniva sempre più sbiadita e rischiava proprio di essere cancellata
completamente, se Io, Dio, Io, Creatore, Fonte sublime di Misericordia, non
avessi deciso di racchiudere il Mio Essere Infinito dentro un guscio umano.
Nacqui come un uomo qualunque: nel Seno
di una Donna, Purissima e Immacolata però, perché Io ero Dio. Pur senza peccato
originale, volli soffrire come un uomo peccatore, anzi di più, molto di più
volli: presi sopra di Me tutti i peccati degli uomini per espiare la grandiosa
colpa originale e tutte quelle che ne sarebbero seguite. Solo così la povera
natura umana, caduta nel baratro più profondo, si sarebbe potuta innalzare fino
a tornare ai livelli di partenza.
Ci voleva il Sacrificio di un Dio per
restaurare l’armonia perduta. Ora, per i Meriti Miei, voi, piccoli e dolci
figli, avete un cuore pieno di quella Ricchezza che prima era completamente perduta: IO vi ho ridato l’antico splendore con il Mio
grandissimo Sacrificio della Croce!
Gigli, amati gigli,
che tanta gioia date al Mio Cuore, voi ora sapete amare, voi avete imparato
finalmente quella lezione che Io da sempre impartisco agli uomini. Ma quanti siete? Gli alunni meritevoli sono così pochi! Dopo
venti secoli dalla Mia Venuta sulla terra, ora, al Mio Ritorno per la seconda Venuta troverò l’Umanità pronta? Troverò la fede nei cuori?
Troverò in essi la capacità di dare amore puro e santo a Me e poi al prossimo?
Solo così, solo con questi cuori Io posso creare un mondo diverso da quello,
così miserabile, nel quale le creature vivono.
Ebbene, Io, Dio, Io, Supremo Creatore di
tutto, vi dico questo: non troverò la fede; molti cuori sono aridi come
deserti, freddi come ghiaccio, inerti come pietre! Per costoro il Mio Sacrificio
è stato completamente inutile! Ma sappiate che Io sono
Dio: posso creare uomini adoranti anche dalle pietre; nulla a Me è impossibile.
Troverò pochi cuori preparati a riceverMi, proprio
pochi; ebbene, con questi, con questi gioielli preziosi Io costruirò una terra
nuova, seme santo da seme santo. Rinnoverò ogni cosa e
il mondo si piegherà al Mio Amore; ogni bimbo alzerà le manine per dire: “Dio,
Ti amo”.
Consolati, giglio Mio, candido fiore,
che vivi e cresci in Me: insieme saremo eternamente felici.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli ultimi tempi
09.03.93
La Mamma parla ai figli amati
Miei diletti, vi amo, vi stringo vicino
a Me e vi dico: pazientate ancora un poco; Gesù viene,
Gesù viene e ogni problema sarà risolto. Non temete: Egli non promette mai
invano.
Amatevi fra voi, fratelli in Cristo, amatevi e aiutatevi con generosità: Gesù non vi farà mai
mancare il necessario. Nelle Sue Mani, abbandonati come bambini, state sereni,
ve lo dico e ve lo ripeto; Egli Stesso, momento per momento, vi dirà ciò che
dovete fare, vi indicherà chiaramente il cammino da
percorrere. Non crucciatevi, non angosciatevi; siate sereni: la piccola,
fragile creatura di un tempo è divenuta un essere forte. Nulla vi deve più
intimorire: Io, la Mamma, vi tengo per mano, allevio le pene, le annullo
completamente. Questo vuole Gesù.
Egli Mi ha detto: “Mamma amatissima,
questi figli sono tutti Tuoi, sono come bimbetti che si impauriscono
al primo soffio di vento, sono i Miei dolci angeli, che Io ho preparato e
plasmato per sostenere bene il succedersi degli eventi. Mamma cara, suggerisci
loro sempre Parole Dolci; accarezzali con Tenerezza Materna. Sono forti come
torri inespugnabili, perché racchiusi nel Mio Cuore Invulnerabile, ma non lo
sanno; temono sempre come passeri impauriti. Sono ancora racchiusi nel fragile
guscio umano e non si rendono conto che quello è come
una crisalide vuota ormai: le bianche e pure farfalle sono volate vicino al
loro Creatore e nulla hanno da temere. Questa è la realtà, ma i Tuoi piccoli
non lo hanno ancora capito. Mamma, abbracciali forte forte; non temeranno più
nulla, perché sentiranno il Dolce Calore del Tuo Immenso Amore”. Questo Mi ha
detto il Dolce Gesù. Io, Felice, vi stringo a Me per farvi sentire in modo
sempre più percettibile la Mia Presenza. Così è. Così
sarà oggi, domani, sempre.
Gioite, Miei diletti, datevi gioia
continua; perseverate, lieti, nella testimonianza. Portate
alto il vessillo con il Nome meraviglioso, Nome, Santo e Benedetto:
Gesù, la Luce che mai verrà meno, la Stella che brillerà fulgida per voi e per
tutti coloro che Lo amano.
Pieni di speranza e di gioia, vivete
ogni giorno del tempo prezioso, che il Re vi concede. Non tarderà, vedrete,
diletti, che non tarderà! Chiudete gli occhi e sognateLo, pensate a Lui giorno e
notte; vivete per Lui, sicuri che un giorno vi sveglierete in una terra
profumata di effluvio Divino, purificata completamente dalla Sua Santissima
Presenza.
Gesù, nostra eterna Gioia, Ti adoriamo!
Io, la Mamma, Felice in mezzo alle Mie creature, Ti adoro, Ti adoro, Ti adoro, Dolcissimo Figlio, Re dell’Universo,
Dolcezza di ogni cuore!
Maria
Santissima