Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

25.04.96

 

 

Eletti, amati del Mio Giardino, sono con voi, sono sempre con voi: il vostro amore Mi dà gioia. La vostra dedizione fa scaturire dal Mio Cuore fiumi di Grazie; servite Me con tutte le vostre energie, cooperate affinché venga presto sulla terra il Mio Regno e molti ne possano godere le Delizie. Soffrite con pazienza, ben sapendo che dalla vostra sofferenza escono frutti preziosi; Io, Io, Dio, li colgo per nutrire i più poveri. Grande Dono è il dolore: con esso Io opero cose meravigliose. Non pensate solo a quello fisico, talora è molto più meritevole quello morale, se sopportato virilmente. Amati, Io, Io, Dio, fatto Uomo, sopportai l’uno e l’altro, spinti ai massimi estremi. A voi mai permetterò tanto, ma qualcosa vi chiedo. Piccoli Miei, a voi già sembra enorme quello che patite, ma, invero, è molto attenuato, rispetto alle pene, che in questo momento patiscono altri Miei figli. Rifugiatevi stabilmente nel Mio Amore, chiudetevi in questa Fortezza inespugnabile e lasciatevi andare, fiduciosi: vi porto dolcemente verso il Mio Regno di Felicità.

 

 

Amata sposa, anche oggi ti parlo del dolore, di quello dei giusti, dei buoni, degli eletti.

Sei stretta al Mio Cuore e vorresti restare sempre così, senza scendere nel mondo, ma questo avverrà solo al momento da Me deciso. Ora, lasciata la dolcezza che provi accanto a Me, tuo Dio, devi bere ogni giorno il calice amarissimo, che gli uomini ti offrono. Vedo che ne sei disgustata, ma ti chiedo di proseguire: fino in fondo devi giungere, operando secondo la Mia Volontà.

Ti ho parlato più volte del Mio supplizio che non è stato solo quello del dolore fisico, ma è stato preceduto ed accompagnato da quello morale: ogni giorno dovevo bere un calice colmo di fiele, quello che anche gli uomini di allora porgevano. Sposa amata, mai Mi sono tirato indietro. Restavo in unione intima con il Padre: sapevo ogni cosa che Mi sarebbe accaduta e giunsi fino in fondo.

Per nessuno è concepibile uno strazio tale, quale Io, Dio-Uomo, ho passato. Avevo davanti ai Miei Occhi un quadro chiarissimo dell’Umanità. Vedevo, scrutavo, conoscevo, capivo, leggevo nei cuori dei traditori, degli ipocriti, degli stolti: nulla Mi si poteva nascondere.

Immagina, Mia amata, se ad un uomo fosse concesso di vedere perfettamente nell’intimo dei cuori, cosa ci troverebbe: quali contrasti, quali lotte, quanti sentimenti, inesprimibili!

Gli uomini del Mio tempo terreno dicevano una cosa e ne pensavano spesso un’altra; Io vedevo tutto di quella generazione, ribelle ed ignorante e puoi immaginare quello che provava il Mio Cuore. Ma Io sono il Redentore, ero il Redentore e dovevo portare avanti la Mia Missione, quella affidataMi dal Padre. Quante volte, Mia colomba, provai disgusto, quel profondo disgusto che provi talora nel tuo cuore, vedendo tanta falsità, ipocrisia, infamia, stoltezza ed ignoranza, fuse insieme! La tua sofferenza è solo una minima stilla della Mia di allora ed anche di ora; pur sempre sofferenza profonda è. Tu devi sopportarla con coraggi, come Io, Io, Gesù, la sopportai giorno dopo giorno, istante dopo istante. Il tempo non si ferma, ma scorre veloce. La solitudine non esiste per te: sei con Me, unita a Me, stretta al Mio Cuore.

Ti chiedo questo poco di sofferenza per poter dare, a suo tempo, tanta gioia anche ai fratelli, in cammino, che cadono continuamente e non si rialzerebbero, se qualcuno non corresse loro incontro con la preghiera, il sacrificio, il martirio. Pensi, Mia diletta che Io non veda ciò che accade, dovunque, nelle famiglie, nella società, nei posti di lavoro, in ogni angolo del mondo? Pensi che Io, Io, Dio, possa ignorare i tormenti che dilaniano i cuori, per l’insipienza sempre crescente degli stolti?

Vedo tutto, amata! Constato che lo stolto prosegue nel suo comportamento, non cambia vita e chiamato e richiamato, non risponde. Ovunque passi un soggetto negativo porta danno e lacerazione: in esso agisce la potenza del male. Il nemico opera nelle menti e nei cuori di costoro a danno dei giusti, dei retti di cuore. Ciò avviene, continuamente; Io non intervengo subito, perché il dolore è moneta preziosa con la quale si saldano i debiti.

Qualcuno Mi dice: “Signore, i peccati degli empi li scontano anche i giusti qui sulla terra: paga anche chi non ha commesso colpa!”

Dovete capire che voi siete un unico, grande corpo: se in esso una parte è malata, non soffre solo quella, ma tutto intero l’organismo. Se un piede duole, tutto il corpo soffre; quando guarisce, tutto l’organismo ne sente sollievo.

Amata sposa, il grande corpo della Mia Chiesa è gravemente malato; lo sto curando con il Mio Amore, ma proprio le cellule più deperite rifiutano la cura e usano la propria libertà per ribellarsi a Me. Il male diviene sempre più grave, come accade in qualunque organismo che, preso da grave morbo, rifiuta di curarsi. Allora, devo far intervenire le cellule più sane e robuste che sostengono il peso anche di quelle malate; ciò durerà fino al giorno nel quale verranno staccate ed eliminate le parti che ormai non hanno più speranza di guarire e resteranno solo quelle forti e vigorose. Allora, solo allora sarà benessere generale, sarà solo godimento e niente dolore. Fino ad allora, chiedo, chiedo a te, chiedo a voi, che Mi avete donato la vita, di accettare dalle Mie Mani ogni patimento che Io ritengo necessario al risanamento dell’intero organismo. Certo, la cellula debole non può resistere a lungo, ma quella vigorosa può e deve cooperare con Me.

Se cerco frutto sull’albero e lo trovo sempre sprovvisto, lo faccio tagliare, perché a nulla serve se non ad essere bruciato. Se invece ne trovo tanti e in tutte le stagioni, lo poto perché ne porti sempre di più. Voi, eletti, siete i Miei alberi più fruttuosi, cerco e trovo: mai resto deluso. Quello che chiedo ottengo. Sappiate, quindi, che vi poto, perché possiate dare sempre più frutti prelibati. Non temete, anime belle, non temete la Mia Mano: la Mia potatura è dolce, fatta in maniera esperta, non fa soffrire, ma prepara alla più splendida gioia.

Figli cari, abbandonatevi, gioiosi, alle Mie cure: con Dolcezza agisco su di voi e mai chiederò più di quanto possiate dare. OffriteMi anche oggi la vostra piena disponibilità. Lo volete fare?

La Mia sposa si stringe a Me e Mi dice: “Mio Gesù, mio Adorato, chiedi tutto quello che desideri. Solo Te, Amore, voglio servire, sempre Te, fino all’ultimo istante della mia, povera, vita.”

Sia corale a questa la risposta di tutti; in breve vedrete le cose mutare: dopo questa tribolazione, vi sarà la pace, la vera pace; dopo questa tribolazione, vedrete fiorire la giustizia, la vera giustizia; dopo questa tribolazione, ci sarà l’esultanza, la vita con Me. L’Eden ho preparato per voi, fedeli amici, un Eden più splendido del primo, perché fecondato dal sacrificio dei martiri, il primo dei quali sono stato Io Stesso. Io, Io, Gesù, ho sofferto, Mi sono immolato perché voi poteste un giorno godere le Gioie, pure, promesse e volute dal Padre. Voi avete unito la vostra passione alla Mia. Insieme a Me sarete per l’eternità, presto, perché quel giorno è ormai giunto.

Vivi in Me, sposa, vivi questo nuovo, stupendo, giorno d’Amore.

                                                                                  Ti amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

25.04.96

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Venite a Me, piccoli Miei, venite ad appoggiarvi al Mio Cuore e prendete energia: ancora per un poco dovrete camminare fra i rovi e gli sterpi. Desidero tanto vedervi completamente felici. Gesù vi ha preparato Doni splendidi; ancora poco, poco e li avrete tutti.

Egli sta percorrendo la terra come Giustizia Perfetta. Lo sai, amata figlia: l’ha ripetuto più volte.

Ogni uomo se Lo sentirà accanto o come Misericordia o come Rigore. Nessuno pensi di sfuggire. Chi dice di poter vivere senza Dio si è preparato a conoscerLo come Giudice Che richiede ciò che Gli è dovuto, fino all’ultimo spicciolo.

Piccoli Miei, nessuno può scontare le sue colpe con il castigo qui sulla terra, neppure il più severo. Chi ha offeso la Divinità deve pentirsi, profondamente, del suo errore e deve riconoscerlo con tanta umiltà; solo allora potrà venire perdonato e ritornare in Grazia di Dio. Occorre la profonda compunzione del cuore; diversamente, non si vedrà la luce ed il nemico acquisterà sempre maggiore potere sull’anima.

Qualcuno Mi dice: “Mamma, vedo degli uomini felici e lieti anche nelle difficoltà, nel tormento della vita, nel martirio quotidiano; sorridono e nei loro occhi c’è una misteriosa speranza che li illumina. Altri, invece, cercano, corrono, sono inquieti, parlano continuamente, dimostrano una profonda insoddisfazione, sono tristi. Eppure, costoro, apparentemente, hanno una vita più agiata, spensierata. Sembra così strano questo fatto!”

È facile comprendere il significato dei diversi atteggiamenti: gli uni, pur nel dolore, nel travaglio, nel tormento hanno la speranza che non tradisce, sanno con certezza che, dopo il breve tormento, ci sarà la grande gioia; gli altri, invece, sono scontenti, pur avendo soddisfatto molti loro desideri. Questa inquietudine è la conseguenza di una vita disordinata, non diretta dalla Mano di Dio. Questo divario crescerà sempre di più.

Le pene non mancheranno ai buoni né per gli empi. I primi, però, continueranno ad offrire con gioia a Dio ogni istante del loro dolore, gli altri ad inseguire una gioia sfuggevole e vuota.

Piccoli, amati figli, Dio vi vuole per Sé, vi prepara Doni per il prossimo, vostro futuro, ma ve ne porge anche ora tanti. Pensate, riflettete: quello che possedete non è opera vostra, ma offerta Sua. In un giorno solo potete contare un numero grandissimo di regali, provenienti da Dio, e saperli riconoscere è già goderli a pieno.

La Mia, piccola, figlia Mi dice: “Mamma Santissima, quanti ancora godono e non ringraziano; prendono tutto come se fosse loro dovuto e non alzano, riconoscenti, il capo per rendere grazie all’Altissimo Padre! Quanto dolore vedere continuamente anime ingrate e nulla poter fare o troppo poco per loro!”

Piccoli, avete sempre l’arma efficacissima della preghiera; usatela e non preoccupatevi di altro. Dio opera anche per mezzo vostro; ma voi nulla potete, se prima non ci è arrivata la Sua Potenza. Amate il prossimo, come vi è richiesto, amatelo, secondo il Precetto Divino: vedrete il giardino regale riempirsi di fiori, splendidi e profumati e saranno tanti e poi tanti, quanti mai avreste immaginato di vederne. Siate lieti, esultanti, pieni di speranza. Dio vi ha chiamato un giorno; voi siete accorsi, felici, tra le Sue Braccia. Vedrete: anche altri fratelli saranno ancora chiamati, per opera delle vostre preghiere continue; anch’essi accorreranno e vi sorriderete nel momento del felice incontro, quando gli eletti verranno riuniti da Gesù per godere insieme le Sue Delizie.

Pregate! Pregate! Offrite amore, santo e puro, ad ogni creatura della terra.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, diletta figlia.

 

                                                                                              Maria Santissima