Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

01.06.96

 

 

Figli, amici fedeli, non verrà meno la vostra energia nel travaglio quotidiano, non temete: i momenti di stanchezza non mancheranno; ma Io, Io, Dio, verrò a ristorarvi. I momenti di apparente solitudine, certo, ci saranno; ma Io, Io, Dio, verrò a farvi compagnia e sarete consolati. L’ombra di tristezza velerà talora la vita; ma Io, Io, Dio, la dissiperò. Il pane potrebbe scarseggiare; ma Io, Io, Dio, vi farò sentire sazi e ben nutriti con quel poco che avete. Potrebbero venire meno i beni materiali: voi non li desidererete, perché Io Mi sostituirò ad essi. Vi soddisferò in tutto, amici cari: col poco sarete felici in Me; col molto sarete felici in Me e farete lieti anche i fratelli. Chi ha porga a chi non ha; chi non ha attenda con fiducia ed Io Stesso provvederò ai suoi bisogni. Confidate in Me e nei vostri occhi vivrà per sempre la gioia.

 

 

Sposa, amata sposa, nella gioia vivissima di vivere in Me, di godere di Doni sublimi trascorri le tue giornate, servendoMi. Il piccolo tormento non mancherà, ma getta ogni tuo dolore in Me, offriMelo come sacrificio volontario ed Io lo trasformerò in merito che produce Grazia che porta salvezza.

Qualcuno Mi dice: “Signore, io non vorrei fare tanti sacrifici e vorrei che terminassero le sofferenze. Mi piacerebbe godere in pace i beni che posseggo, invece, il travaglio mai cessa: risolto un problema, se ne pone subito un altro, ancora più assillante. Quando finirà questa sequela che mi turba e rende pesante la vita? Dimmelo Signore!”

Queste le parole di molti, le preghiere che sento con maggiore frequenza. Ecco la Mia risposta:

amati, i vostri occhi devono guardare a Me, alla Mia Vita terrena. Non sono sceso sulla terra per godere, ma per soffrire, per Amore. La prima sofferenza, che Mi sono imposto, è stata quella di racchiudere l’Infinito in una carne, come la vostra, debole, fragile, soggetta al dolore ed alla morte. Il Mio Io, infinito, si è volontariamente rinchiuso in un io finito. Mi sono imprigionato per rendere, poi, liberi tutti voi.

La Mia Vita sulla terra è stata dolorosa, assai dolorosa, anche se le dolcissime Braccia di Mia Madre Mi consolavano e davano immensa gioia, assieme all’amato sposo che ebbe per Me ogni premura. Se Io, Io, Dio, vi ho tracciato questa via, significa che essa è l’unica da percorrere; altra non ce n’è! Dio è divenuto uomo come voi perché ciascuno di voi potesse salire fino al Suo Trono.

L’ascesa è sacrificio, così, come la discesa per Me. Giorno dopo giorno sopportai le fatiche del lavoro, della stoltezza umana, che vedevo presente anche allora in grande quantità, delle delusioni, immancabili, per l’incomprensione di amici e parenti. Passo dopo passo giunsi all’atto finale della Mia Vita terrena, che tutti voi conoscete bene.

Scorrete continuamente col pensiero le tappe, che Io, Io, Dio, per Amore vostro, percorsi e capirete, chiaramente, quale strada è quella che dovete percorrere anche voi. Piccola Mia, diletta sposa, se Mi fossi limitato solo alle Parole, qualcuno avrebbe potuto anche dire: “È facile parlare; ma bisogna provare sulla propria pelle le sofferenze, le pene, la debolezza della carne, i momenti di smarrimento, gli attimi di angoscia, la paura!”

Ebbene, amici cari, ho voluto provare tutto questo. Vi ho detto: seguiteMi; ciò che Io ho fatto fate, a vostra volta. Io vi precedo, Io, Dio, sono davanti a voi; voi passate sulle Mie orme benedette e mai scoraggiatevi.

Piccola Mia sposa, ripetilo ai fratelli che ti ascoltano ed hanno preso la tua mano: “Il travaglio è necessario per giungere alla salvezza; ma questo, che vivete, è un tempo specialissimo. Ognuno, che mi ha dato la mano, non l’ha data a me, ma a Dio; Egli la tiene saldamente e nessuno cadrà, nessuno si perderà, nessuno soffrirà più del necessario, nessuno verrà colto da disperazione; se per un attimo avesse uno smarrimento sarà pronto a rialzarsi, perché mille mani si protenderanno verso di lui, rette tutte dall’unica che tutto può ciò che vuole.”

Mia diletta, scricciolo, che tanta gioia Mi offri, consola i sofferenti con queste parole, aiuta i tribolati con l’energia che Io porgo, sorridi a chi non è più abituato a farlo: è il Mio Sorriso che porgi, è il Mio incoraggiamento che offri. Sei un canale, ricchissimo del Mio Spirito: porta la Mia Linfa, ovunque passi; più ne offrirai, più ne avrai. Per chi la rifiuta, per chi non ne coglie la provenienza chiudi l’afflusso: la stessa, che è delizia per chi se ne sa nutrire, può divenire veleno per l’indegno!

Anche oggi, Mia sposa, voglio mostrarti una scena del mondo che ti darà gioia. Vieni con Me, stringiti al Mio Cuore ed osserva. Entriamo in una casa, dove la famiglia è numerosa. La madre accudisce i suoi figli, ma la sua mente è volta a molti interessi inutili. In essa c’è un cuore che deve ancora schiudersi al vero amore; trascorre la sua esistenza con monotonia fino al giorno in cui Io le passo vicino e getto il Mio Seme santo, lo bagno con la Mia Rugiada ed attendo. Un suo piccolo si ammala, gravemente; Io non intervengo, attendo. La madre, che mai aveva congiunto le mani per un’intera vita, si volge finalmente a Me per implorare il Mio Aiuto: il seme comincia a germogliare nel suo cuore. Io attendo, attendo; ella non si rassegna, prosegue nelle suppliche. Alla mente si affaccia tutto un passato trascorso insensatamente: Io, Io, Dio, le do Luce per capire; ora piange di pentimento e Mi dice: “È giusto il mio dolore; ho tanto fatto soffrire Te, Dio, con la mia condotta insensata! Perdonami, Altissimo!” Si getta ai Miei Piedi e rivede col suo pensiero gli errori e la superficialità dimostrata nelle scelte. Stremata, attende il Mio intervento. Io indugio, a lungo indugio; il piccolo, che ella ama teneramente, peggiora, peggiora fino ad arrivare ad un passo dal confine tra vita e morte. Che penosa attesa! Gli stolti parlano di crudeltà di Dio; altri guardano ed attendono, senza più sperare. La madre alza lo sguardo verso Colui Che per troppo tempo aveva dimenticato; Io le appaio nel cuore e sorrido. La sua anima si apre alla luce: ha compreso e benedice nel dolore, attende con fiducia. La prova è superata: l’anima è Mia.

Amata sposa, come vedi, attraverso una grande prova di dolore può venire la salvezza: se questa non ci fosse stata, sarebbero continuate l’indifferenza e l’aridità. Ognuno capisca e si tenga sempre pronto: la prova è proporzionata alla necessità. Siate sempre saldi nella fede e fiduciosi in Me; solo in questo caso compirò i più grandi miracoli ed il cuore esulterà di gioia. Perché, sposa Mia, oggi ti ho mostrato proprio questa sequenza di scene? Perché questa è un’anima aiutata dal tuo amore caritatevole: una madre è corsa, col suo tenerissimo amore, in aiuto ad un’altra nel più profondo dolore. Potenza infinita della preghiera dei Miei diletti! Il figlio guarirà ed anche in quella famiglia tornerà la gioia. Ama, piccola Mia; ama, teneramente, col cuore ogni creatura della terra. OffriMi il mondo intero nella tua supplica: Io provvederò ad offrire torrenti di Grazie che monderanno la terra e la libererò dalla morsa strettissima dell’angoscia. È sorto il nuovo, grande, giorno; resta in Me, prendi energie, gioie e tanto amore. Offrilo ai bisognosi che ne trarranno giovamento e sollievo. Posati, lieve, sulle miserie del mondo, gettando ovunque i semi del Mio tenero Amore; vola, poi, tra le Mie Braccia per ristorarti e ripartire, secondo il Mio Volere.

DaMMi gioia. Coopera con Me per la salvezza delle anime.

                                                                                  Ti amo. Infinitamente, ti amo.

 

Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

01.06.96

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli Miei, siate grati a Dio, per i Doni meravigliosi che vi porge, il primo dei quali è la fede che in molti di voi è saldissima, per Sua Grazia. Con essa vi saranno aperte tutte le porte ed avrete accesso negli atri del Cielo. Quale bene terreno è paragonabile ad essa?

Quando al mattino aprite gli occhi e vi accorgete di saper volgere il primo pensiero all’Altissimo, gioite ed esultate: avete già tutto; è nelle vostre mani la chiave che vi apre lo scrigno della grande Felicità che è in possesso solo di Dio.

Qualcuno Mi dirà: “Madre Santa, chi non possiede questa Ricchezza grandiosa quale colpa ha, se essa viene donata da Dio, giorno per giorno, attimo dopo attimo?”

Figli cari, Dio ama ogni uomo nello stesso modo; ma i Doni li elargisce in maniera differente. Riguardo al principale, quello della fede, bisogna anzitutto chiederlo, invocarlo, desiderarlo, ardentemente, e mettersi nelle condizioni di meritarlo. Sì, figli cari, chi desidera con anelito sincero, chi è deciso a salire una china ripidissima, pur di possederla, la ottiene, certo, la ottiene in misura del suo desiderio. Quanto è dolce il Cuore di Gesù: se vede un’anima che supplica, che geme, che chiede ardentemente i beni più preziosi, si apre e lascia uscire i Suoi magnifici Doni.

Chiedete, figli tutti del mondo, chiedete al meraviglioso Dio, colmo di Bontà e Tenerezza. Non tremate. Se non risponde subito, provate e riprovate, fino a quando otterrete ciò che vi sta a cuore.

Quanti non ottengono, perché non insistono! Quanti non perseverano, perché al primo intoppo cedono, si avviliscono, si scoraggiano, lasciano che l’inedia li divori, che il peccato abbia il sopravvento!

Ogni giorno il mondo viene inondato da torrenti infiniti di Grazie che scorrono in ogni parte del pianeta e non vi è angolo che ne sia privo, perché Dio ama ogni uomo della terra; ma queste ricchezze rimangono inutilizzate, perché non ritenute tali, trascurate e lasciate in disparte, in quanto non sono riconosciute. Dio si nasconde sempre sotto un velo più o meno spesso: occorre alzare il velo per riconoscerLo. Occorre riconoscerLo per gustarne le Delizie. Occorre avere occhi ben aperti e orecchie pronte ad ascoltare la Sua Voce.

Diversi venti soffiano: bisogna sapere riconoscere in quale si rivela a voi. Certo, questo avviene quando l’anima è in attesa, quando la mente non è deviata, quando il cuore si è spalancato al Divino ed attende di accoglierlo. L’Amore passa, rapido, come lampo: chi può vedere il lampo? Solo colui che guarda continuamente il Cielo, perché esso passa, quando non si aspetta, sparisce e va dove nessuno può più ritrovarlo.

Dio passa, passa, continuamente, vicino agli uomini; ma i distratti non ne avvertono la Presenza e dicono: “Dov’è Dio? Non Lo vedo. Non Lo riconosco. Non mi parla. Non mi tiene in considerazione”; Dio in quell’istante è proprio vicino, ma l’insipiente non Lo può vedere, perché i suoi sensi spirituali sono assopiti: i beni del mondo lo distraggono troppo. Dio passa rapido; l’anima ha perso la Sua Tenerezza, per indegnità e torpore. Vi dico e vi ripeto di acuire i sensi dello spirito e coglierete le Meraviglie, nascoste, che Dio compie per ciascuno di voi. Siate grati di tanta benevolenza. Siate grati all’Amore Che si dona con larghezza a chiunque aneli a Lui con cuore sincero!

                                                                                  Vi amo. Ti amo.

 

                                                                                              Maria Santissima