Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
09.09.96
Attendete,
miei eletti, con pace il grande giudizio e, preparatevi istante dopo istante a
sostenerlo: non è lontano, amici cari, è prossimo. Non sia questo motivo di
timore: non deve gemere chi è in me, non deve tremare chi ascolta la mia parola
e la trasforma in vita. Nessuno si tormenti o si lasci tormentare, per la sua
riconosciuta imperfezione: non chiedo all’uomo ciò che non può dare, non esigo
qualcosa che sia al di là delle proprie forze. Miei amati, vi vedo spesso
rattristati, a causa della riconosciuta debolezza. Talora, permetto che
l’occhio dell’intelletto e del cuore vi vedano peggiori di quanto in realtà
siete. Sapete, miei fedeli, sapete, miei cari, che il vostro Signore fa ogni
cosa solo per Amore: permetto la vostra tristezza per trasformarla poi in
grande allegrezza. Nessuno, che pur fosse in cima alla vetta più alta, ne deve
avere coscienza. Se questo permettessi, egli monterebbe in superbia e dall’alto
precipiterebbe nell’infimo, perché assomiglierebbe ai demoni che da angeli di
luce sono fucine di odio.
Amata sposa, vivi, gioiosa, nel mio Cuore,
bevendo a grandi sorsi le mie dolcezze, ma anche qualche stilla della grande
amarezza che provo Io, Io, Dio, per il terribile peccato del mondo.
Spesso, abbracciandomi, mi dici: “Mio
Gesù, mio adorato Signore, sei così buono con me ed io non mi sento degna di
tanta soavità, di tale degnazione. Mi sento tanto imperfetta, fragile, incapace!”
Amata sposa, il Dio che ti ha creato, il
Dio che ti ha pensato, prima di tutti i secoli, pensi che non ti conosca?
Scruto la mente ed il cuore di ciascuna delle mie creature e ogni palpito del
suo essere a me è noto. So quanto valete, piccoli miei. So tutto di ciascuno di
voi. Permetto che si accentui un pochino la coscienza della vostra fragilità
perché nessuno salga in superbia: vi voglio umili davanti a me, sempre tesi
verso il desiderio di perfezione. È questa tensione che porta alla santità.
Guai se un’anima si sentisse arrivata o quasi al traguardo, certo, il nemico,
invidioso, l’attaccherebbe, ferocemente.
Godi, amata sposa, godi di sentirti
piccola, piccola davanti alla Maestà del tuo Creatore. Tale sei e per questo il
mio Amore ti ha innalzata per farti mia, docile strumento nelle mie mani.
Sposa amata, la grande rovina degli uomini
è la superbia. In questo preciso momento storico essa scorre a fiumi,
impetuosi, per le strade del mondo: l’uomo si allontana da me, per superbia, mi
esclude dalla sua vita, per superbia, compie i più gravi peccati, per superbia,
approva le più terribili leggi, per superbia! Egli si sente l’arbitro assoluto
della propria vita e si carica di colpe e vorrebbe uscire da me, Dio, suo
Creatore e Salvatore; ma nessuno, nessun uomo è fuori: chi non è nella mia
misericordia è nella mia giustizia, ma sempre mio resta.
Quale terribile inganno è quello di
credere di poter vivere per se stessi, bastare a se stessi, essere
autosufficienti! L’uomo, sposa amata, è un nulla senza di me! Permetto che
prosegua, a volte, anche per molti anni, nella sua illusione, permetto, perché
attendo che torni in se stesso; ma viene il momento di far cadere ogni vana
immaginazione. Allora, il colpo è assai duro da sopportare e l’anima ha poco
tempo per rendersi conto del grave errore. In quel momento, ultimo, il nemico
vuole la sua vittoria finale, interviene con l’ultimo grande inganno e dice al
misero che è allo stremo delle forze: “Hai trascorso una vita senza di Lui (Dio); ora vuoi possederLo? Mai ti
ascolterà! Troppo grave è stata la tua colpa, troppo grave il tuo errore: mai
avrai perdono! Ora appartieni a me, non puoi più sfuggirmi: è troppo tardi per
cambiare.”
Così, diletta mia, si perdono le anime dei
superbi: prima, è illusione, proveniente dalla troppa sicurezza di se stessi;
poi, è terribile insidia, conclusiva, del serpente astuto.
Ogni giorno, ogni giorno una pioggia,
fitta, scende nell’abisso, una fitta pioggia di anime, di insensati che non credono
nella mia misericordia che può salvare fino all’ultimo istante di coscienza.
Aiuta i fratelli, diletta mia, aiuta i fratelli a confidare nella mia infinita
misericordia che vuole raggiungere ogni uomo! Occorre pentirsi delle proprie
colpe e decidere seriamente di mai più commetterle: Io dono la salvezza a
chiunque me la chieda con cuore sincero, riconoscendosi misero peccatore,
bisognoso di perdono.
Oggi invito i miei eletti a riconoscersi
sempre grandi peccatori davanti a me. A nessuno è concesso sapere il grado di
altezza spirituale: voglio che tutti vi sentiate all’ultimo posto, desidero che
siate umili ed insegnate agli altri a fare altrettanto. Umiliate il vostro
cuore, se volete essere veramente graditi a me. Chi si umilia molto, con
sincerità, sarà a me innalzato; chi si insuperbisce, per i doni miei o perché
si crede arrivato, verrà umiliato e dovrà soffrire.
Sposa amata, la grande rovina del mondo è
proprio la superbia: il maligno la inculca a chiunque lo voglia seguire. Il
risultato è sotto gli occhi di tutti: si compiono i più gravi peccati, perché
non si vuole ascoltare la mia voce che parla attraverso i miei profeti, i miei
strumenti, i miei angeli della terra.
Ho operato con grande potenza: tante voci,
ispirate dal mio Spirito, parlano ogni giorno nei diversi angoli della terra,
portano i miei messaggi d’Amore, di pace, di speranza, di gioia; quanti orecchi
sono aperti per ascoltarli? Quanti occhi sono ben aperti per vedere i miei
segni, così evidenti? Solo coloro che ascoltano e mettono in pratica si
salveranno, solo quelli che vedono e meditano verranno a me per vivere alla mia
presenza. Guai ai sordi! Guai ai ciechi! Sentiranno, certo che sentiranno, al
momento opportuno, ma, certo, preferirebbero allora essere sordi; vedranno,
certo che vedranno anche loro, ma quanto sarebbe meglio essere ciechi!
Sposa amata, è giorno, ormai; sei felice
in me. Resta così, piccola, anche se devi posare i tuoi piedi sulla terra, per
mia volontà. Porgi i miei doni, scricciolo, porgi i miei doni e non gemere, se
molti non li accolgono, se altri li rifiutano: chi non accoglie non sarà
accolto e chi rifiuta sarà rifiutato!
Impari il mondo ad amarmi, subito. Non c’è
tempo per ripensamenti ed indugi: questo è il momento; si colga l’attimo
fuggitivo, si colga, senza attendere! Ho mandato i miei angeli tra gli uomini;
chi li riconoscerà e li seguirà non farà fatica a conquistare le vette più
alte!
Ti amo sposa mia. Resta in me. Lasciati
condurre dall’onda soave del mio, infinito, Amore.
Vi
amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
09.09.96
La
Mamma parla agli eletti
Piccoli miei, Gesù vi invita all’umiltà
del cuore: non stimatevi degni, non ritenetevi importanti, anche se Dio vi ha
riempiti di doni speciali: non per vostro merito li avete ricevuti, ma per sua
bontà! Mettete a frutto ciò che avete ricevuto e solo questa sia la grande
preoccupazione vostra.
Riconoscete la vostra povertà e capite che
ogni bene vi viene dall’Alto e nulla proviene da voi stessi. Col peccato
l’uomo, figli cari, precipitò in tale miseria, che da solo non si sarebbe mai
potuto sollevare, se Dio non avesse provveduto a mandare il Figlio Santissimo.
La vera grandezza dell’uomo consiste nella
profonda umiltà del suo cuore. Dio guarda con tenerezza la sua creatura che
riconosce la propria debolezza e umile ed obbediente ascolta la sua parola, la
medita giorno e notte e la trasforma in vissuto.
Piccoli cari, la lezione di Gesù è per
tutti gli uomini, ma specialmente per quelli che sono più vicini a Lui. Quanti,
quanti di questi, solo perché esercitano un ministero a suo servizio, si
ritengono già salvi, degni del più alto posto, s’inorgogliscono e cadono
nell’insidia del demonio!
Questa, figli miei, è la via che conduce
alla rovina. Il più grande si ritenga il più piccolo, al servizio di tutti ed
eserciti la carità in ogni direzione.
Non date giudizi, miei piccoli, non date
giudizi, prima del tempo, per non cadere nei più gravi errori. Non giudicate
neppure voi stessi: anche se la coscienza nulla vi rimprovera, implorate la
misericordia di Dio e ritenetevi grandi peccatori. Pregate che Dio vi dia luce
ed umiliatevi davanti a Lui col sacramento della riconciliazione.
Vi chiedo di accostarvi con frequenza per
poi nutrirvi del suo Corpo Santo ogni giorno, ogni giorno, se potete: questo è
un tempo speciale, specialissimo, e questo cibo vi è indispensabile. Gesù ve lo
porge con Amore per immergervi nel suo oceano di soavità e di potenza.
Coloro che hanno le vesti più bianche,
pronte per la festa, saranno i primi ad entrare, secondo una progressione che è
nota solo a Dio.
Io vi dico e vi ripeto, continuamente, di
tenervi pronti, sempre svegli: la chiamata, conclusiva, sarà inaspettata non
solo per i lontani che non hanno posto attenzione alle parole Divine, sarà pure
inaspettata per i più vicini. Tenete il vostro cuore nel suo, unite i vostri
palpiti ai suoi: Egli gioirà per voi e voi esulterete in Lui.
Sapete come fa il ladro? Spia prima che il
padrone di casa se ne vada, sia impegnato o distratto, indi, entra nella sua
casa e la svaligia. Ciò non accade, se c’è sempre all’erta e prontezza.
La casa è il vostro cuore; il maligno
vorrebbe poterci penetrare per portare disordine e confusione, quindi, farvi trovare
dal Re in condizioni indegne. Voi state sempre di guardia, giorno e notte.
Gesù verrà, non atteso dal mondo e gli
uomini si faranno sorprendere col cuore pieno di odi, rancori, disordini; ma
voi no: voi Gli andrete incontro per adorarLo, pieni di amore puro e santo.
Così sarà, se volete, se mi obbedite.
Vi
amo. Ti amo.
Maria
Santissima