Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
29.09.96
Eletti,
amici cari, questo è il vostro tempo. Operate secondo il mio volere: istante
dopo istante, vi farò penetrare nel mio abisso infinito sempre più
profondamente. Conoscendo sempre meglio me, riuscirete ad amarmi sempre più,
così, come voi volete. Miei fedeli, sento la vostra preghiera che si innalza,
continua: “Gesù, aiutami ad amarti sempre più”. Voglio esaudirla, non desidero
che esaudirla, pienamente; ma perché questo avvenga occorre che la vostra
volontà si uniformi alla mia in tutto. Miei cari, solo chi opera in tal modo
può avvicinarsi alla mia conoscenza sempre più approfondita. Non chi dice:
“Signore. Signore” è mio; si possono dire tante cose con le labbra e non
sentire alcunché nel cuore! Io, Io, Dio, non ho bisogno di tante parole. Non
affaticatevi in questo senso: potete tenere chiuse le labbra e gettare via
tutti i libri di devozione, se la parola d’amore sgorga, come da polla
purissima da un cuore purificato e senza malizia. Pensate ad un bimbo che
prega, spontaneamente, e mi dice le cose più belle con poche frasi: è il suo piccolo
cuore di creatura che parla al mio di Creatore. Quanto gradisco queste
semplicissime orazioni!
Sposa amata, ti conduco sempre più nel
profondo del mio abisso: desidero che tu senta sempre più viva e palpitante la mia
presenza. Gli uomini desiderano vedere Dio con gli occhi sensibili; ma Io mi
rivelo, pienamente, agli occhi della mente e del cuore, quando sono tanto
desiderato.
Piccola mia, questo è il tempo nel quale è
tale la freddezza dei cuori che si cercano solo segni esteriori, fatti
straordinari e si guarda il Cielo col desiderio di vedere, di sentire,
sensibilmente. Questa è la debolezza umana, conseguenza sempre del grave
peccato di Adamo.
Io, Io, Dio, non devo essere cercato dagli
occhi né sentito dalle orecchie, ma solo dal cuore, dalla mente, da ogni fibra
dell’essere. Tutto deve palpitare per me e non solo in alcuni momenti o in
luoghi particolari, ma sempre, in ogni istante. Non c’è momento per pensarmi e
momento per dimenticarmi, non c’è momento per starmi vicino ed altro per
scordarsi di me: questo non sarebbe amore e chi mi pensa di tanto in tanto non
mi appartiene. Ho detto che neppure mi servono lunghe orazioni, complicate,
scritte su innumerevoli libri, per dimostrarmi quanto grande sia il sentimento
che provate per me. Vedo nelle mie Chiese anime gelide, cuori maliziosi, menti
offuscate che mai alzano il capo dal libro che hanno davanti agli occhi:
leggono, leggono, scorrono con gli occhi pagine e pagine, ma non muta il cuore
nel petto né la mente si snebbia. Perché tutto ciò? Quante volte, tu, piccola
sposa, me l’hai chiesto. La risposta è sempre stata la stessa: è il cuore che
deve parlarmi d’amore e da esso deve sgorgare la grande preghiera. Esso ha un
suo linguaggio che non abbisogna di suggerimenti, che nasce spontaneo, quando
l’amore lo ispira.
Pensa, mia sposa, a due che si amano:
quando si devono scambiare dolci frasi, certo, non ricorrono a quelle dette da
altri, pur sublimi che siano, ma se le inventa la mente, le formula il cuore,
le trasmette ad ogni fibra dell’essere. Ogni amore, puro e santo, rivolto a
qualunque creatura superiore o umile, è sempre scintilla più o meno forte del
mio Amore, l’unico che sia degno di questo grande nome. Vorrei nei miei diletti
ed in ogni uomo, che si volge a me la semplicità del bimbo, la spontaneità del
bimbo, la purezza del bimbo, la castità del bimbo, la limpidezza della sua
mente semplice ed il fuoco del suo piccolo cuore.
Perdono sempre e subito ad un cuore puro.
Da esso non può uscire acqua che non sia limpida e l’errore, che pur ci può
essere, è legato sempre all’originale debolezza che mai abbandona l’uomo e gli
può far credere santo e puro ciò che invero non lo è del tutto.
In questo caso non imputo colpa. Essa è
tale, quando esce dalla malizia del cuore, quando è preparata con arte dalla
mente offuscata. Quanti peccati, che l’uomo ritiene gravi, non sono affatto
tali e quanti, che egli ritiene inconsiderabili*, sono, ai miei occhi,
gravissimi!
Vedi, mia amata sposa, se da una roccia
pura zampilla un rivoletto d’acqua, esso non può che essere puro e fresco. Se
invece la roccia è sita in un luogo profondamente inquinato, l’acqua che sgorga
sarà sempre piena di scorie tossiche, anche se, apparentemente, potrebbe
sembrare simile all’altra.
Siate puri, uomini della terra, siate puri
nella mente, siate senza malizia del cuore; poi, agite con spontaneità e di
nulla preoccupatevi: le piccole debolezze che di tanto in tanto,
inavvertitamente, ci possono essere, Io, Io, Dio, le perdono subito e, con
dolcezza di Padre, rialzo il piccolo che è caduto, non tanto per sua colpa,
quanto per naturale fragilità delle sue gambe.
Purificatevi, uomini della terra,
purificate la mente dai pessimi pensieri. Siate come bimbi, divenite come bimbi
e vi dico che tutto ciò che farete mi sarà gradito.
Purificate il vostro cuore da ogni
malizia, sgombratelo dai sentimenti negativi; quindi, amatemi, come sapete,
adoratemi, come siete in grado di fare: il tratto che manca al grande traguardo
lo percorrerete in volo, come aquile, veloci, che possono raggiungere, senza
fatica, le più alte vette. Qualcuno mi dice: “Mio Signore, in un mondo del
genere non è, certo, facile purificarsi nella mente e nel cuore per essere come
tu desideri. È cosa assai ardua”.
Io, Io, Dio, così rispondo: certo, tu, da
solo, mai ci riusciresti, come bimbo che volesse arrampicarsi sulla più alta
montagna, senz’aiuto; ma ci sono Io, Io, Dio, accanto a te, Io che veglio sul
tuo cammino, Io che ascolto anche il palpito del tuo cuore. Chiamami ed Io
risponderò. Chiedi il mio aiuto ed Io, subito, te l’offrirò.
Sposa amata, gli uomini umili, che si
rivolgono con fiducia a me, giungeranno a toccare le vette più sublimi con il
mio aiuto; ma i superbi, dico i superbi, non si alzeranno di un centimetro dal
suolo e resteranno sprofondati nel proprio fango.
Guai a chi ritiene di poter fare a meno
del mio aiuto! Guai a chi si rivolge agli idoli, ingannevoli, che sono oggi
dovunque! Molti di essi sono sottili costruzioni che inducono facilmente
all’errore anche i miei fedeli; ma chi tiene lo sguardo sempre fisso in me non
verrà ingannato!
Sposa amata, il grande giorno si affaccia
già all’orizzonte; lo capiscano subito tutti gli uomini della terra e si
tengano pronti. Non dorma il mondo, ma si dia da fare a preparare bene ogni
cosa, perché il Padrone è sulla soglia e vuole trovare tutto in ordine.
Ecco, amata, Io vengo. Attendimi con
amore. Attendetemi, eletti. Non mi sentirete bussare: l’uscio si spalancherà,
da sé, alla mia presenza.
Ti amo, sposa. Esulta.
Vi amo.
Gesù
*inconsiderabili = tali da non tenere in considerazione
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
29.09.96
La
Mamma parla agli eletti
Parlate, figli cari, parlate a Dio con semplicità
e non cercate sui libri, sempre, le cose da dire. Egli attende da voi una
frase, quella semplice, semplice, quella che dicono i bimbi, quando tendono le
manine verso la loro mamma.
Quella che il mio piccolo Gesù mi diceva,
portandomi con tanta delicatezza un umile fiore, colto al bordo della stradina:
“Mamma, ti voglio tanto bene” e poi con le sue labbrucce profumate si
appoggiava lievemente al mio viso. Egli ama questa semplicità, perché solo chi
sa essere così spontaneo possiede un sentimento profondo.
Non affaticate la mente a pensare e
ripensare a ciò che dovete dire a Dio. Non fate come gli scribi ed i farisei
che studiavano attentamente ogni mossa, pesavano accuratamente ogni parola – né
una in più né una in meno – per non apparire goffi agli occhi umani. Sia
l’anelito del cuore a guidarvi in ogni istante della vostra donazione a Dio.
Non curatevi del mondo, non mostratevi al mondo in profonda orazione in modo da
sentir dire: “Quanto è pio quest’uomo!”
La vostra devozione sia profonda, profondissima
non tanto per gloria umana, ma per donare gioia a Dio che tutto è, tutto merita
ed al quale tutto volete dare.
Dalle parole udite non deducete che nessun
libro d’orazione deve essere usato, ma che la parola più gradita è quella che
voi stessi avete enucleato dalla vostra mente amorosa e dal vostro cuore
infuocato.
Le più splendide preghiere sono certo
quelle che pronunciate nel profondo del vostro io. Quando vi trovate a tu per
tu col vostro Creatore, col vostro Salvatore, con lo Spirito d’Amore, siete con
la SS.ma Trinità. Pensatelo e godetevi questa, sublime, gioia!
Vedete, figli cari: la grande felicità non
è solo in Cielo, quando il corpo si è staccato dall’anima; essa comincia già
sulla terra. Pensate al momento splendido della S. Eucarestia: esso è già un
grande assaggio di Paradiso e più frequente è, più le delizie che Dio porge
sono numerose.
Immergetevi in Dio, piccolini. Non farete
che uno sforzo iniziale, quello di chiudere fuori da voi il mondo ed entrare
nella reggia Divina, dove Dio stesso, con tenerezza, vi farà percorrere le vie
più interne, fino a raggiungere, al momento opportuno, il santuario
dell’Altissimo, dove potrete contemplare Dio, faccia a faccia!
Lasciatevi guidare! Vi dico che colui che
riuscirà a perseverare contemplerà ancora sulla terra dei viventi le meraviglie
dei Cieli. Dio vuole congiungere Cielo e terra perché gli uomini possano godere
le pure gioie che fino ad ora sono state fuori dalla loro portata.
Non dite: “Un giorno verrà, nel quale
gusterò la tenerezza Divina”. Pensateci subito! Dio non vuole farvi attendere
solo quel giorno per darvi la felicità; vuole offrirvela subito, subito.
Sgombrate la mente, aprite bene il cuore e donate in ogni istante a Dio la
vostra volontà: sentirete fluire nel profondo un fiume di gioia e il dolore
sarà solo una stilla che si perderà presto, sommersa dalla grande felicità
proveniente da Dio.
Oggi gli angeli sono in festa: si
festeggiano gli Arcangeli Michele, Raffaele, e Gabriele; per darvi gioia sono
scesi sulla terra per prepararla alla nuova, grande, unica, festa che si
approssima sempre più. Esultate con loro, figli cari. Unitevi al loro canto di
gloria e lode a Dio Altissimo.
Vi amo tutti.
Maria
Santissima