Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

02.10.96

 

 

Piccoli, che mi amate, ecco un altro giorno che sorge nella vostra vita: è un dono grandioso del mio Amore. Eletti, vivetelo con me; non separatevi da me ed Io non mi separerò da voi. Sappiate, miei fedeli, che, anche se vi ho creato, se vi ho plasmato con le mie mani, non posso tirarvi a me, se voi non volete venirci. La vostra volontà resta libera ed Io non la forzo: dovete volermi perché Io venga, dovete chiamarmi perché Io risponda. Colgo ogni minimo anelito e attendo la vostra parola per dirvi la mia; ma, se essa mai viene, se il vostro cuore non m’invoca, Io non m’impongo alla mia creatura, prediletta. Nessuno pensi di operare il male ed avermi come compagno: chi persevera nel peccato, grave, mi ha cacciato dal suo cuore, è morto alla grazia e vive solo, senza di me. Quando, però, si pente e implora il mio perdono, non glielo nego, anche se massima fosse la mole dei peccati commessi. Attraverso un mio ministro dono il mio perdono e mi riconcilio con la creatura: in essa torna a circolare la linfa vitale che le darà vita.

 

 

Sposa amata, colgo il tuo anelito, continuo, sento il palpito del tuo essere che vuole me e mai si allontana dal mio volto. Al desiderio è condizionata la mia presenza: più viva è la fiamma, più mi dono alla creatura per soddisfarla e renderla felice. Ogni uomo dovrebbe bruciare di questo fuoco, perché la scintilla la metto Io stesso in ogni cuore. Quanti, invece, amata, quanti, invece, non anelano a me, hanno lasciato che la fiamma si spegnesse, senza curarsi di essa! Grave errore, sposa amata, grave errore!

Guai all’uomo che cade nel grave peccato e si rotola nel fango, senza curarsi di rialzarsi, subito, subito, con una rapida riconciliazione ed il sincero proponimento di non ricaderci più! Il peccato mortale, radicato, si trasforma in abitudine, che con grande difficoltà viene lasciata: è un morbo letale che non ha pietà e distrugge, fino alla rovina completa!

Esseri viventi, morti alla vita spirituale ed incancreniti, sono dovunque ed in gran numero, mia diletta, in numero sempre più grande! In questi ultimi giorni, così decisivi per la sorte di ogni uomo, non si dovrebbe trovare creatura morta tra i vivi, creatura morta, spiritualmente, perché il tempo non concede ripensamenti, lunghi, in quanto sta per scadere, definitivamente.

Il mio sguardo abbraccia il mondo intero, ogni angolo, anche il più remoto esso abbraccia: vedo più creature fatiscenti che in pieno vigore, specialmente, nei paesi ricchi e colmi di ogni bene! Nei paesi poveri l’ignoranza gioca un ruolo, determinante; ma il peccato è meno grave ed assai più giustificabile.

La mia ira non verrà, certo, rivolta verso chi nulla fa, perché nulla capisce, ma verso chi opera il male, in piena coscienza, e persevera in esso, senza provare alcun rimorso.

Vedo, dopo venti secoli dalla mia venuta, creature, fatte a mia Immagine e Somiglianza, che non sanno ancora distinguere la destra dalla sinistra, che vivono come se non possedessero l’intelletto ed agiscono, insensatamente, senza neppure rendersene pienamente conto. Per queste ci sarà la mia misericordia, infinita, che attenuerà, anche se non giustificherà, completamente. Ci sono accanto ad esse (a queste) esseri umani, ben consci di ciò che fanno: sono operatori d’iniquità che usano l’intelletto contro di me per combattermi e tentare di eliminarmi dalla loro vita e da quella altrui.

Sposa amata, con dolore, grande, ti dico che costoro non sono pochi, pochi, ma in numero sempre crescente. Sono coloro che si sono lasciati imprigionare dal vizio; resi schiavi del peccato, per mettere a tacere la coscienza si sono convinti che esso non è male, ma una tendenza naturale dell’uomo, alla quale egli non può sottrarsi. Si tratta per lo più di peccati d’impurità che distruggono fino alla morte. Costoro, mia amata sposa, non contenti del danno fatto su se stessi, operano in modo da estenderlo, sempre di più; alzano la voce, con prepotenza, gridando ai quattro venti che è giusto ciò che fanno e che il loro esempio deve essere seguito. Il mio nemico presta loro la voce e l’energia.

Agisco con grande potenza per indurre i miei figli, sviati, alla ragione; ma il mio nemico ha escogitato piani, ben congegnati, per far cadere gli insipienti che cadono uno dopo l’altro, perché la rete è sottile e presente ovunque. Solo la mia luce può renderla visibile; ma quanti la chiedono?

Quanti la cercano? Quanti la desiderano con tutto il cuore per tenersi lontano dal peccato grave?

Vedo alcuni che mi stanno vicino col corpo, perché frequentano le Chiese, gli oratori, i luoghi di preghiera, ma vivono immersi nel peccato, grave, l’anima è incrostata. Questi straziano il mio Cuore, perché si sentono già quasi sulle soglie della santità, mentre la loro situazione spirituale è disastrosa! Ho mandato loro incontro i miei angeli per aiutarli, ma il risultato è assai scarso, perché in essi hanno un ruolo, grandioso, la superbia e la presunzione!

Guai ai superbi che si sentono già arrivati e non sono ancora partiti! Guai a chi non si umilia davanti a me e chiede, così sottomesso, la mia luce! Ti dico, mia piccola, che proprio costoro sono quelli che corrono i massimi pericoli di rovina completa!

Ogni uomo si batta il petto con profondo dolore per le proprie debolezze, riconosca che esse sono infinite e che abbisogna sempre del mio perdono!

Benedetti siano gli umili che m’implorano giorno e notte perché abbia pietà di loro! Ti dico, sposa amata, che essi saranno innalzati fino al Cielo, mentre i superbi cadranno, uno dopo l’altro, nell’abisso più profondo!

Il tempo fugge, si consuma: sposa cara, non ti allontanare neppure per un istante dal mio Cuore: fuori la nebbia è fittissima ed il tanfo insopportabile; dentro la luce splende, fulgida, e mai si spegnerà, il profumo è soave e delizia l’anima. Resta in me, scricciolo amato. Dammi gioia col tuo canto, ininterrotto. Viva pure il mondo, a suo modo, questo ultimo tratto di strada.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

02.10.96

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli cari, sia forte l’anelito verso Dio, sia continuo, egli vuole essere chiamato, desidera essere invocato, ama, infinitamente le sue creature; ma non s’impone ad esse con la forza. Quale errore fanno coloro che perseverano nell’errore e mai volgono lo sguardo, sofferente, al loro Creatore: Dio mai ha disgusto della creatura, come, invece, lo hanno le creature stesse fra di loro! Perché accade ciò, piccoli cari? Perché Dio ama del più grande Amore, davanti al quale quello della creatura è solo una piccolissima stilla.

L’uomo vede il suo simile immerso nel fango e ne ha ribrezzo: non si limita ad odiare il peccato, con esso respinge anche il povero peccatore che spesso non ottiene alcuna misericordia ai suoi occhi.

Davanti a Dio ogni peccatore è un’anima, che egli stesso ha creato per la vita, per la vita eterna e mai respinge la propria creatura, per infetta che sia. Ella, però, deve chiamarlo, invocarlo, tendergli le mani, lacerata nel cuore, per la grave colpa commessa. La misericordia in Dio è una sorgente infinita, che scorre senza fine, ma che deve essere cercata e voluta, implorata e chiesta con insistenza. Nessun figlio si perderebbe, se capisse bene questo. Nessun figlio si sarebbe perso, se avesse invocato in qualunque momento l’aiuto Divino col cuore pentito. L’ho detto e lo ripeto: Giuda avrebbe ottenuto perdono da Gesù, se glielo avesse chiesto, se avesse confidato in lui.

Non c’è peccato che Dio non sia disposto a perdonare, se l’anima si umilia. Dico, quindi, ad ogni creatura umana che abbia orecchie per ascoltarmi: Dio perdona, se ti penti; non rimanere incatenato al tuo errore, pensando di essere respinto. Corri a riconciliarti con Dio! Fallo attraverso un sacro ministro, subito, però: non sosti il marciume nell’anima, ma presto, prima possibile, ne sia liberata!

Figli, il pericolo, che correte, voi che vi rotolate nel fango, è quello di non aver più la voglia di rialzarvi né la forza di reagire. Guai a chi sosta nella colpa grave! Guai a chi dispera del perdono, quindi, persevera nell’iniquità! Il nemico, giorno dopo giorno, ottiene grandi vittorie con costoro: li mette in una totale disperazione, poi, s’impadronisce con facilità dell’anima e se la trascina nell’abisso.

Figli cari di tutto il mondo, temete solo la disperazione che può sopravvenire in seguito al grave peccato; vincete il terribile assalto del maligno, implorando il nome Santissimo con cuore sincero e lacerato.

Ora tutto si va concludendo e le forze negative sono poderose: se presto non agirete con voi stessi, ne rimarrete prigionieri. Seguite le mie parole: è una Madre che vi chiama, è una Madre, accorata, che vi chiede di agire, subito, senza indugio, perché il tempo non c’è, si è consumato e ogni istante è un dono grandioso, ogni istante è un dono unico!

Vi amo, figli. Tanto vi amo! Ecco che vi chiamo a me per condurvi, salvi, a Gesù.

                                                                                  Ti benedico, figlia.

                                                                                 

                                                                                              Maria Santissima