Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti
degli ultimi tempi
05.10.96
Eletti, miei fedeli amici, siate
in me ed Io vi purificherò da ogni scoria che ancora c’è nel vostro essere; in
tal modo, mondi e leggeri, sarete felici per sempre, senza subire ulteriori
processi di purificazione. Piccoli cari, la purificazione è tanto più grave e
lunga, quante più scorie si trovano in voi. Neppure voi stessi vi conoscete,
quanto Io, Io, Dio, vi conosco. Nessuno di voi, se pur col cuore interamente mi
appartiene, dica: “Non ho più bisogno di essere plasmato; sono già pronto”. Nel
momento preciso nel quale pronuncereste queste parole, sareste caduti in grande
superbia ed il mio nemico avrebbe un’ampia strada per entrare nel vostro cuore.
Supplicatemi, continuamente, con tali parole, invece: “Gesù mio, ho bisogno che
tu purifichi il mio povero essere. Degnati di farlo in ogni istante. Io mi
offro a te, umilmente, perché possa compiere in me la tua opera!” La vostra
natura, piccoli miei, è sempre assai debole; se pur le mie mani molto hanno
operato in voi e su di voi, ancora ritenete che molto ci sia da fare. Offritevi
a me, eletti, non una volta ogni tanto, ma sempre, in ogni attimo, perché la
mente è assai repentina nel formulare pensieri peccaminosi.
Sposa
amata, vivi in me, senza staccarti, neppure un attimo, dal mio essere infinito:
mentre riposi in me, opero continuamente sul tuo essere, con soavità, senza che
tu quasi te ne accorga.
Molto
posso fare sull’anima che, totalmente, mi appartiene e si umilia a me: la mia
opera è continua ed incisiva. Tu ti chiedi nel fondo della tua mente: quando
l’anima sarà pronta e perfettamente plasmata, così, da essere degna del suo
perfettissimo Creatore?
Piccola
mia, questo è un processo, lunghissimo, che dura una vita intera ed oltre col
processo, post-morte, di purificazione nel luogo adatto. Quando ripeto alla mia
piccola sposa di restare sempre in me e di non staccarsi neppure per un attimo
con la mente, col cuore, con la volontà, proprio a questo alludo. Se l’anima è
in me, vive in me, palpita in me, la mia opera su di essa è continua, dolce e
delicata, tanto che essa neppure se ne accorge; muta, gradualmente, e solo
quando, con lunga opera, la scoria, una scoria è caduta, ella se ne rende
conto. Terminata l’opera su di una parte, inizia quella sull’altra parte e così
fino all’ultimo istante di vita.
Sposa
mia amata, non ti stupire di questo né ti faccia gemere l’idea di tanta imperfezione
nella natura umana, da aver bisogno di un’opera continua di purificazione fino
al termine della vita.
Mia
diletta, ti parlo di un processo su un’anima eletta, scelta, preparata e
speciale. Esso è assai lungo e non sempre si conclude nell’arco dell’esistenza
in vita, talora, si prolunga oltre, a lungo, molto a lungo, secondo la vostra
nozione di tempo; dipende, sposa amata, dalla docilità, dall’umiltà, dalla
disposizione all’obbedienza, soprattutto dal grado di donazione a me. C’è chi
mi dona una sola parte di se stesso, anche una parte notevole del proprio
essere, ma non proprio tutto. Quella parte che, per così dire, tiene per se
stesso è come nell’ombra, non accoglie la mia luce, non riceve la mia rugiada:
in essa non circola la mia linfa. Ti porto ad esempio un corpo umano nel quale
la circolazione del sangue rende attive ed efficienti tutte le parti. Fa’ conto
che i canali, in questo caso le vene e le arterie, non giungessero ad irrorare
una piccola parte dell’organismo, questa subito perderebbe la propria
efficienza e diverrebbe cancrenosa. Per riportarla in vita occorrerebbe una
cura assai prolungata ed attenta, che solo un medico sapiente potrebbe offrire.
Ebbene, mia amata, quando l’anima non è proprio del tutto mia, la parte che
essa ha riservato, egoisticamente, per sé, cade in rovina, perché non giunge la
mia linfa che è vita.
Occorre
attuare un’opera lunga e impegnativa che convinca la creatura prediletta ad
aprirmi anche quella strada che mi permetta di raggiungere presto le parti del cuore
e della mente restate nel buio e nella morte. Quando la mia luce e la linfa
circolano, finalmente, in ogni parte dell’essere, ecco nascere la grande
primavera che rende feconda ogni zolla, per opera del mio Amore, fecondo
sempre.
Quando
ti ripeto con insistenza, mia dolce colomba, di essere mia in ogni istante
della giornata, intendo dire che ogni azione sia volta a fare la mia volontà,
ogni pensiero sia volto a fare la mia volontà, ogni anelito sia per me, ogni
palpito sia dedicato a me.
La
natura umana è stata profondamente offesa dal peccato d’origine, tanto, sposa
amata, profondamente!
La
mia opera deve essere continua per impedire il sorgere di fomiti nocivi in
creature elette e destinate ad un grande compito. Opero, incessantemente, su di
te, piccola cara; non te ne rendi, spesso, neppure conto, perché mai desidero
umiliare al punto, la mia, amata, creatura, da farle capire qual è ancora il
suo grado d’imperfezione. Non l’umilio per non farla gemere troppo, quando vedo
che ella, già di per sé, riconosce la sua povertà estrema.
Quando
il mio amato Francesco o la mia dilettissima Caterina dicevano: “Pietà di me,
Signore, perché sono il più grande peccatore”, pur vivendo di preghiera, di
penitenza, di sacrificio grandissimo, essi riconoscevano alla mia luce la loro
piccolezza, il loro essere nulla davanti a me, Dio. Questa umiliazione,
continua, rendeva l’anima loro sempre irrorata dalla mia linfa ed illuminata
tutta dalla mia luce, senza angolo buio o nascosto, e ciò per ogni istante
della loro vita con me.
Ecco,
sposa mia: queste due anime elette, ben purificate sulla terra, con ali potenti
sono volate sulle vette più sublimi ed ora godono la felicità eterna in un
posto di altissimo onore.
Mia
diletta, resta sempre in me in modo che Io possa agire sempre sul tuo essere,
così, come ho fatto con i fratelli santi che ti hanno preceduto; anche di te
farò un capolavoro che terrò al mio cospetto per l’eternità!
Così
facciano i cari fratelli che a te ho unito: siano miei, sia ben aperto il
cuore, tutta mia la mente, sgombra da ogni vanità, tutta conforme alla mia la
loro volontà. Diletta, il tempo non c’è più; quello che resta è tanto poco, da
non permettere a chi è troppo lontano di percorrere il tratto che resta. Dico
ai miei eletti di considerare ogni istante di vita, che concedo, come se fosse
l’ultimo in assoluto e viverlo come se non ne seguisse più altro.
Non
dico a te, sposa mia, non ripeto a te di ascoltare le mie parole, già vedo che
pendi dalle mie labbra e i tuoi occhi non si distolgono dal mio volto, tale è
l’anelito verso di me; dico, però, a tutti quelli che ancora non sono giunti a
tanto di affrettarsi a divenire simili a te in questa offerta di dedizione
totale in ogni attimo di vita.
Quanto
sarà sublime allora, mia sposa amata, l’incontro con le mie creature: non solo
godranno i sensi interiori, ma anche quelli esteriori avranno la piena visione
del mio volto! Ci vedremo, sposa amata, faccia a faccia, per la vostra più
grande felicità! Voi sarete per sempre in me ed Io mi compiacerò di voi.
Ti
amo, piccola mia. Persevera e vivi intensissimamente questo, ultimo, scorcio di
tempo.
Vi
amo tutti.
Gesù
Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
05.10.96
La Mamma parla agli eletti
Miei
piccoli, mai siate sazi di essere di Dio e dategli sempre ogni anelito del
vostro essere: in lui troverete la grande gioia che mai vi farà sentire il
vuoto, mai la monotonia, mai la delusione.
Piccoli
cari, vi saranno, certamente, degli istanti di tentazione, nei quali sarete
chiamati a decidere tra Dio e il mondo. Siate preparati, siate ben convinti,
lasciate tutto e volgetevi solo a Dio, senza indugio. Egli molto vi ha già
dato, quando avete risposto alla sua chiamata; ma altro ancora vi darà e sempre
doni magnifici, se perseverate nell’obbedienza.
Sta
per giungere per molti il tempo della, grande, prova decisiva; la purificazione
si concluderà con essa e sarà tanto più forte quanto più l’anima è malata!
Non
gemete, in anticipo: da Dio vengono solo cose buone e volte al bene. Ciascuno
di voi, sereno, in letizia, ben pronto, stia così davanti al suo Dio e attenda
con umiltà. Ad alcuni egli darà, ad altri toglierà un poco, ad altri, ancora,
proprio tutto, secondo la sua, perfetta, logica.
Non
tremate alle mie parole. Non ponetevi mille quesiti e non chiedetemi da quale
parte stiate; non vi risponderei. La mia risposta sarebbero solo un sorriso di
conforto e queste parole: figlio caro, amato piccolo mio, fidati pienamente di
Dio, abbandonati a lui con piena fiducia; può il bimbo, obbediente, temere di
essere punito dal padre giusto? Può il bimbo temere il rimprovero materno, se è
sempre stato pronto a seguire la sua parola, amorosa?
La
risposta è ovvia; mi avete, ben, tutti capita. Siate volti completamente a
compiere la santa volontà Divina; poi, chiudete gli occhi, felici, e sentitevi
tra le nostre braccia! Non ci sia nella vostra vita un attimo di vuoto:
riempitela completamente di Dio e sia ogni azione volta a dargli gioia.
Ecco,
figli, ecco: i momenti particolari sono giunti per ciascuno di voi. Io sono al
vostro fianco e vi accompagno ovunque andiate. A voi chiedo di amarvi,
profondamente, di scambiarvi l’Amore, santo e purissimo, di Gesù. Siate un
cuore solo, tutto chiuso in quello Divino e siate uniti nel fare la volontà di
Dio: Egli benedice questa vostra unione e rinnova le sue grandi promesse che
stanno per avere piena attuazione.
Il
mondo dorme e si diverte, riposa e non pensa. Ho richiamato i miei figli; ma
quanti ancora non capiscono, rimandano, indugiano, faticano assai a rompere col
peccato, fanno dei superficiali proponimenti e poi ricadono nell’abisso del
male! Cosa posso fare per costoro? Li chiamo, li richiamo, fino a quando Dio me
lo concede; ma, se essi ancora attendono, nulla potrò più fare per salvarli!
Siate
nella pace profonda del cuore e aspettate in tale disposizione gli avvenimenti
che si svolgeranno, in rapida sequela. Sono con voi e vi amo tanto.
Maria
Santissima