Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
08.10.96
Eletti, miei amati, conservatevi
puri e casti per quel giorno, così vicino, ormai, a tutti voi, nel quale vedrete il mio volto, amoroso, che viene a voi per
darvi la ricompensa che spetta ai giusti che hanno perseverato fino alla fine
nella giustizia. È bello, miei amati, attendere il giorno della grande gioia:
siate come gli sposi, casti, che attendono con grande letizia il giorno delle
nozze che promette di essere splendido. Piccoli che mi
ascoltate, che mi avete ascoltato, facendo tesoro delle mie parole, riflettete
sulle mie promesse, prendete energia a questo pensiero e preparatevi ad
attraversare l’ultimo ponte col cuore palpitante di
gioia e traboccante di speranza. Guardate intorno, miei cari, guardate coloro che non credono, che non hanno voluto prestare fede
alle mie parole: si pascono di vanità, sono circondati e permeati di vuoto,
nulla attendono, perché a nulla credono, nulla producono, perché sempre delusi
e disperati, vivono un oggi senza gioia e si preparano ad un domani ancora
peggiore. Siate pronti, amici, e siate in letizia: il grande giorno verrà,
inaspettato, sul mondo e vi troverà miei.
Sposa
amata, la tua vita scorre nell’attesa gioiosa, nella speranza sicura, nella
pace del cuore; non si turba l’anima tua, vedendo tanti pericoli in agguato,
non si turba, perché ha la visione continua del mio volto, amoroso. Certo, il
nemico tenta di spaventare, di suscitare timore e preoccupazioni. La situazione
generale si presenta difficile: crollano le antiche sicurezze e crescono le
incertezze per un futuro, che gli uomini preparano assai tenebroso. Persino gli
occhi dei bimbi non sono più gioiosi: alla luce dell’innocenza si va
sostituendo, mano mano, la
tenebra della prima malizia.
Il
nemico opera dovunque con forza; ma si lasciano
colpire e suggestionare, maggiormente, coloro che confidano nell’uomo, coloro
che hanno riposto la loro piena fiducia in esso e non in me.
Vi
dico di lasciarvi condurre dall’onda soave del mio Amore: non fate alcuna
resistenza; non chiedetevi, miei piccoli, dove il vostro Signore vi condurrà.
Non chiedetelo a voi stessi e neppure a me che vi nascondo il futuro perché
possiate scoprirlo con me, tra le mie braccia amorose, man mano che esso si
dispiega. Chi più è capace di abbandonarsi più sarà felice; chi meno si lascia
andare più viene colto dallo spavento e
dall’incertezza.
Miei
amati, dipende da voi essere felici, tanto felici,
immensamente felici oppure vivere nell’ansia di un futuro, dipinto a tinte
fosche dal mio nemico che solo angoscia vuole dare, solo tormento vuole
offrire, solo disarmonia creare.
Io,
Io, Dio, sono la felicità, l’armonia perfetta, la pace che non conosce limiti.
Io, Io, Dio, voglio darvi la mia felicità, la mia armonia, la mia pace; siate
pronti ad accogliere questi doni, sublimi!
Questo
è il tempo, miei amati, questo è il tempo, non altro,
questo, che state vivendo; l’ho scelto dall’eternità per elargire, a pieno, i
miei doni. A tutti li voglio offrire, a ciascuno porgere; ma so che solo a
pochi dovrò elargirli. Molti sono quelli che ci hanno già rinunciato in
partenza, volgendo le spalle a me senza neppure ascoltare le mie parole. Altri
le hanno ascoltate ma, siccome le promesse non erano immediate e abbisognavano
di un po’ di tempo per realizzarsi, un tempo non definito con precisione, se ne
sono andati, impazienti di godere subito le vane gioie, che il nemico aveva lì,
pronte ed ingannevoli.
Vi
sono, poi, gli indecisi che cercano di cogliere il piacere immediato e neppure vorrebbero
precludersi quello futuro con me; tengono, come si suol
dire, lo sguardo volto un po’ a me, un po’ al nemico e non sanno risolversi per
l’uno né per l’altro.
Sappiano
questi, che si trovano in tale condizione, che Io, Io, Dio, non accetto nel mio
regno coloro che scendono a compromessi col male: se
anche qualche bene compiono, esso non produce salvezza. L’ho detto e l’ho
ripetuto in passato: se pure un uomo si spoglia di tutte le sue ricchezze per darle ai poveri, ma non segue i miei precetti, non tiene a
bada la lingua, non ha misericordia del prossimo, giudica e condanna, senza
misericordia, conserva rancore ed invidia nel cuore, disprezza i miei più
teneri amici, costui non avrà la salvezza. L’otterrà,
invece, colui che amministra bene, saggiamente, il suo patrimonio, porgendo con
un sorriso la sua offerta al bisognoso, il conforto al misero, la difesa
all’oppresso, la misericordia e l’amore a tutti.
Sposa
mia diletta, non si salva chi non ha carità nel suo cuore: parla, parla di
carità, ma non la pratica; parla, parla di misericordia, ma non l’offre; parla, parla di pace, ma cova in sé odio e rancore,
invidia e disprezzo. Costui, se non si emenda subito e non si lascia sottoporre
a purificazione, non otterrà da me perdono.
Quanti
vengono intorno al mio altare e mi sono nemici! Ti dico, mia sposa diletta, che
i miei più accaniti nemici sono, spesso, proprio i più
vicini, quelli che mi lodano con le labbra davanti a tutti e mi tradiscono
invece nel profondo del cuore: davanti al mondo sono puri e santi; davanti a me
sono immondi e falsi! Costoro mi straziano il cuore e si preparano
un giudizio severissimo.
Piccoli miei, fate la mia
volontà; fatela, anche quando vi costa sangue e sudore, fatela anche quando vi
costa il disprezzo del mondo e la sua vendetta.
Quanto
può l’uomo? Oggi c’è, domani è scomparso e nessuno più si cura di lui. Siatemi
fedeli, eletti, che tanto amo, siatemi fedeli non solo
quando ciò non vi costa alcuna fatica, perché siete ben protetti dalle mura
solide di un convento oppure da amici sicuri, ma anche quando tutt’intorno ci
sono nemici ben agguerriti. Siatemi testimoni, coraggiosi, e non temete le armi
degli iniqui: se possono colpire il corpo non
danneggiano l’anima, anzi, l’abbelliscono, fino a farla divenire sfolgorante di
luce.
Piccoli miei, non vi chiedo
il martirio, ma ciascuno di voi sia sempre, nel suo cuore, pronto ad
affrontarlo per me che neppure una sola goccia del mio sangue non ho
risparmiato per salvarvi e condurvi alla felicità!
Ti
amo, sposa. Prendi anche oggi tutta la mia tenerezza e
porgila a chi ne è degno!
Vi
amo.
Gesù
Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
08.10.96
La Mamma parla agli eletti
Vivete
con serenità, figli cari, questi, grandi, giorni; vivete in letizia questi,
preziosissimi, istanti: la gioia si addice a chi ha il cuore colmo di speranza.
Voi non tremate, non gemete, non provate smarrimento, anche se i tempi sono
tempestosi, perché non c’è tempesta che non possa essere sedata da Dio, non v’è
burrasca che egli non conosca, nulla accade che da lui non sia permesso o
voluto.
Quando
pensate a questo, miei amati, quando la mente accoglie questo pensiero, ecco
che una luce sfolgorante l’attraversa, si accende il
lume dell’intelletto e comprende i diversi perché, ignorati, completamente, da
chi questa luce non possiede, perché non la cerca. Ecco che fluisce nell’anima
una grande fiducia che dà pace e ogni tribolazione si colora di una veste
diversa: non più lutto, non più grigiore, non più mestizia e senso di ineluttabilità, ma soave armonia che proviene da una
fonte misteriosa che avvince l’anima e la circonda di Divina soavità.
Sì,
figli amati: in Dio, quando l’anima è immersa nel suo abisso infinito, ogni
evento della vita assume un valore diverso. Le tribolazioni sono sempre
presenti, sono, come più volte vi ho detto, la conseguenza del peccato
originale, personale, sociale; ma, alla luce Divina, esse perdono i loro
contorni e si trasformano in offerta: sono fiori, sono gigli, rose, viole, che
l’uomo pone sull’altare dell’Altissimo per dargli lode e gloria eterna.
Ecco,
miei amati, come la vita umana può divenire un idillio, sublime, d’amore tra la
creatura e Dio nell’offerta, tra Dio e la creatura nel dono. La felicità è in questo scambio, sempre presente, se non c’è resistenza
dell’anima. Essa cerca Dio, anela a Dio e non è appagata fino a quando non lo
trova; solo allora entrano in essa la quiete e la vera letizia. Se vi vedete
sempre col viso triste e malinconico, se la vita vi sembra un grande peso, se
il futuro vi fa paura, non avete ancora raggiunto il traguardo del completo
abbandono in Dio. Se tremate per ogni evento e guardate con preoccupazione al
futuro, ancora non siete tutti di Dio.
Il
bimbo non trema, quando è tra le braccia della sua mamma: chiude gli occhietti
e succhia, felice, il caldo nutrimento, poi, sazio s’addormenta;
è felice e altro non chiede, perché possiede già tutto.
Se
siete in Dio, voi siete come quel piccolo che si riposa sull’affettuoso seno,
sicuro del cibo, circondato da ogni premura, beato e felice, senza alcuna
preoccupazione.
Dio
vi darà tutto. Avete ben compreso le mie parole; ma ve le ripeto: Dio vi darà
tutto, ma siate suoi, completamente, non solo a metà. Chi è suo nulla teme, da
lui tutto aspetta; non distoglie lo sguardo dal suo volto e aspetta il suo,
dolcissimo, sorriso che gli dà vita, energia e
felicità.
Non
temete, se il Cielo si oscura, non temete, se il sole
declina, prima del tempo, se indugia ad alzarsi, se il vento soffia, tagliente e
minaccioso: gli elementi mai agiscono contro il volere Divino, fanno,
esattamente, quello che egli permette! Tutto a lui è sottomesso. Tutto il
creato gli obbedisce, senza fiatare. L’unico ribelle, il continuo ribelle è l’uomo, è la creatura prediletta; ma ciò avverrà
ancora per poco. Vi dico: ancora per poco; Gesù si ergerà come Re assoluto ed ogni ginocchio si piegherà davanti a lui in Cielo, in
terra, sotto terra!
Adoratelo!
Adoratelo! Adoratelo!
Vi
amo. Ti amo, figlia cara ed obbediente.
Maria
Santissima