Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
09.10.96
Attendetemi ogni giorno, eletti.
Attendetemi in ogni istante, amici. Siate pronti ad accogliermi almeno voi,
miei piccoli. Il mondo avrà una grande sorpresa: ognuno segue la sua strada;
ognuno percorre la sua via: chi devia a destra e chi svolta a sinistra. Chi li
guida non è Dio, non è l’unico Dio, ma il nemico, mascherato, abilmente, che si
è sostituito a Dio per ingannare, per indurre al peccato. Quanti idoli crea la
sua mente astuta: li pone davanti alla mente degli
stolti; accarezza, subdolamente, il loro cuore e li induce al male in modo
tanto sottile, da farli cadere, quasi inavvertitamente! Si cerca la pace; ma non
si trovano che inquietudine e tormento. Si cerca la
luce, ma ecco spuntare dovunque tenebre, fitte.
S’insegue chi sfugge; si cerca chi mai si fa trovare! Un nemico, astuto,
ottiene molto, quando un popolo è insipiente. Un nemico, astuto, ottiene la
vittoria, facile, quando il popolo è disarmato. Una città si assale, senza
fatica, quando resta senza protezione: ecco che il nemico piomba ovunque ed ottiene facili vittorie, perché il mio popolo mi ha
girato il dorso per volgersi a lui!
Sposa
amata, ogni giorno cresce la marea di peccato che ogni giorno sommerge e
trascina verso l’abisso molte anime: diletta mia, sono ormai una pioggia fitta,
fitta, che va verso il luogo di disperazione!
Che
posso fare per questa generazione, stolta, che già non abbia fatto? Cosa posso fare che già non stia facendo? Ho parlato
infiniti linguaggi, parlo al mondo, non c’è angolo
dimenticato o trascurato, ho mandato in molti luoghi la Madre Santissima perché
la sua parola e la sua presenza risvegliassero l’amore nei cuori. Tanto ho
fatto, tanto sto facendo, ma poco è cambiato: le città
sono luoghi, dove si compiono le più grandi ingiustizie, i peggiori peccati, i
più insopportabili abomini! Queste le città del mondo, ricco ed evoluto! Il mio
nome poco si pronuncia e spesso solo in maniera irrispettosa. La mia voce si
potrebbe sentire con chiarezza, se gli uomini usassero l’udito per sentirla:
chiamo con amore, chiamo ancora con tenerezza, perché
ho compassione di questo popolo, così stordito dal grido prolungato del maligno
che vuole sovrastare la mia voce e spegnerla.
Ancora
un poco, ancora un poco, sposa mia, e si sentirà, evidente, il ghigno orrendo
del nemico che si nasconde, si cela, assume aspetti diversi, sempre nuovi, sempre
più ingannevoli e parla in tono differente, secondo se deve convincere,
persuadere o assalire chi ha già precedentemente
persuaso.
La
mia Chiesa è in grave sofferenza in questo momento; ma non preoccupatevi, per
questo, miei fedeli, non crucciatevi, miei piccoli, non turbatevi, per la
presente grande difficoltà: Io, Io, Gesù, sono il capo della Chiesa, Io, Io,
Gesù, la sostengo e la proteggo dai più grandi assalti. Soffrirà, patirà,
subirà il martirio, ma sempre, sempre, sposa amata, sempre trionferà, perché
non è un uomo che la sostiene, non è un essere fragile e misero, ma Io, Io,
Dio, la sostengo e gli inferi non prevarranno su di essa.
Piccola mia, ti sento
fremere, quando senti parlare di divisioni, separazioni, tradimenti nell’ambito
della Chiesa. Vedo che il tuo sguardo si rattrista; pensi
così: “Quanta ingratitudine verso il mio, adorato, Gesù! Egli, che tanto
ama, quanto poco è amato! Per pochi denari viene
venduto anche oggi!”
Sposa
mia cara, ciò che è stato sarà. Questo è tempo di grande potenza del male e
l’uomo si lascia trascinare e vincere, si lascia
prendere, senza opporre resistenza: il cuore è deviato, la mente confusa e la
volontà tanto fiacca, da opporsi a nulla.
Il
mio ritorno, sposa amata, cambierà ogni cosa, da un attimo all’altro. Vedi: ora
tutto procede con lentezza, le pagine della storia umana vengono
girate ancora lentamente e i fatti scorrono, senza fretta. Così è, ma così non
sarà più, tra breve, quando una mano strapperà, improvvisamente, tante pagine
insieme, tutte le pagine che restano. Avverrà tutto in
un batter di ciglio e la scena precedente non si ricorderà più!
Questo
avverrà, mia piccola, fedelissima, amica; il tuo cuore neppure il tempo avrà di
fare pochi palpiti di emozione che sussulterà di grande nuova gioia, perché
l’attesa sarà finita e la promessa compiuta. Non attendi invano, sposa diletta,
non sono inutili il tuo attendere ed il tuo soffrire:
una grande gioia sta per venire per voi che tanto l’avete attesa. Ancora un
poco, amici miei, e vedrete quante meraviglie insieme vi faccio
godere! Certo il mondo non mi attende. Certo il mondo tenta di sbarazzarsi
delle mie Leggi, ritenute “sorpassate e scomode”. Il mondo sta sotto il dominio
del mio nemico che cerca di agire in modo che gli uomini non pensino, non riflettano,
non si accorgano che i segni sono evidenti e che l’Universo è pronto ad accogliermi. Se l’uomo pensasse e non vivesse come
bruto, insipiente, si accorgerebbe che ormai la svolta è giunta; ma proprio su
questo gioca l’astuto nemico: sulla superficialità, sulla distrazione,
sull’insipienza di molti che vivono come se non vivessero,
perché si sono preclusi l’uso dell’intelletto e del cuore.
Sposa
amata, non posso attendere più a lungo, non posso
aspettare che tutti si siano preparati, per tornare sulla terra. Se così fosse,
mai tornerei; invece, voglio venire, presto: ho anime, amorose, che mi tendono
le braccia, ho cuori ardentissimi che mi desiderano! Posso farli sospirare
ancora a lungo? Non lo farò, mia diletta. Non lo farò, mia, fedele, amica.
Questa
sofferenza, che i miei piccoli patiscono, sarà l’ultima: Io vengo per
toglierla, Io vengo per sollevare fino al Cielo i miei amorosi e farli miei per
sempre; ma Io vengo anche per sprofondare fino all’abisso i satelliti del mio
nemico che se ne tornerà lì, da dove è uscito, ed i
suoi saranno tutti con lui.
Attendimi,
così come fai, mia dolce sposa, in adorazione
continua, con il cuore adagiato sul mio Cuore e la mente immersa nella mia luce
e la volontà tutta offerta a me.
Il
mondo mi sta dando le più aspre sofferenze; ma i miei piccoli, così fedeli,
così obbedienti, così zelanti, mi riempiono di gioia e mettono soave balsamo
sulle mie infinite piaghe.
Vi
amo, fedeli amici. Vengo per darvi il premio della
vostra fatica; attendetemi, senza mai scoraggiarvi.
Sposa
amatissima, resta in me, esulta in me. Preparati ad essere per sempre mia.
Ti
amo.
Gesù
Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
09.10.96
La Mamma parla agli eletti
Miei
amati figli, considerate quanto grande sia il dolore del mio Gesù, per la
disobbedienza del mondo; guarda ogni angolo della terra col suo sguardo, ma
vede ovunque le stesse cose: disordine, ribellione, superbia, arroganza, cose turpi! Questo è il popolo, che tanto ha beneficato! Questo
è il mondo, per il quale ha subito il terribile tormento, destinato, per il suo
sacrificio, a godere proprio ora gioie mai godute, meraviglie mai contemplate
tali prima d’ora! Questa la gratitudine!
Gesù
soffre, miei, amati, figli: il suo corpo, Santissimo, è tutto piagato, per i
colpi inferti dai flagelli, costituiti dai grandi peccati sociali. Vedo ancora
il mio adorato Figlio soffrire, per Amore; sempre soffrirà,
sempre patirà, fino a quando l’ultimo uomo restato non avrà volto lo sguardo a
lui per implorare perdono per le proprie colpe!
Mio
adorato, dolcissimo Figlio, Anima della mia Anima, non soffrire in tal modo,
non gemere così, Amatissimo! Se il mondo ti offende e ti tradisce, volgi lo
sguardo su queste piccole creature che tendono a te le loro mani, implorano il
perdono per l’insipienza dei peccatori e ti offrono tanto, tanto amore, quanto
può contenerne il loro cuore. Consolati, Figlio adorato, consolati
con i più piccoli: per essi, dolcezza mia, non ti sei sacrificato invano, per
essi non hai versato senza frutto l’ultima goccia del tuo sangue! Sulla Croce
li hai visti tutti intorno a te, amorosi, devoti, obbedienti, perché per te,
Dio Altissimo, non esiste passato o futuro, tutto è un eterno presente!
Ora,
nell’abbandono generale, nel tradimento generale, i loro volti ti sono ancora
davanti, adoranti, supplicanti, ti chiedono umilmente perdono per chi non sa
quello che fa, ti offrono amore per chi ha il cuore vuoto ed
arido. Gesù, Gesù, mio Gesù, perdona! Perdona! Perdona! Queste, figlia diletta,
le parole che oggi ho rivolto al Santissimo Figlio.
Ho
visto i suoi occhi posarsi su di me, pieni di dolore infinito, per l’amarezza
del Cuore, tanto offeso dagli uomini, poi volgersi pieni di tenerezza su di
voi, piccoli miei. Ecco: vi ha visti
tutti lì, uno accanto all’altro, coi cuori tutti uniti e le menti in sintonia;
ha udito le dolci parole delle vostre labbra, sgorgate dal profondo dell’anima,
parole dolcissime, parole di tenero amore e totale fiducia in lui.
Figlia,
piccola figlia, l’ho veduto più consolato. Una
meravigliosa luce l’ha avvolto e così mi ha parlato: “Madre dolcissima, tu mi
sei stata sempre accanto nel momento del più grande dolore; anche ora lo sei,
amata, e mi indichi i pochi che mi sono rimasti fedeli
e mi attendono con tanto amore. Li vedo, Mamma. Li
vedo: scruto le loro anime e le vedo, amorose, tutte volte a me. Questi piccoli
godranno le più sublimi gioie. Solo da essi ricevo consolazione. Il Padre ad essi farà le grandi rivelazioni, ad essi darà il
patrimonio dei popoli: sarà il dono di fedeltà, la corona di gloria, che Io
stesso poserò sul loro capo. Passeranno le sofferenze presenti; cesseranno per
costoro le pene. Tutti li voglio vedere accanto a me; tutti, nessuno escluso,
saranno i miei cooperatori e con me governeranno la terra con giustizia e pace.
Mamma, dì loro che li amo, che li amo tanto e che ho preparato ad essi un futuro grandioso. Occorre solo perseveranza:
ancora un poco, ancora un poco, poco, poco e tutto avverrà.”
Benedite
ed adorate Gesù in ogni momento!
Vi
amo. Ti amo.
Maria
Santissima