Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

17.10.96

 

 

Eletti, amici, che vivete per me, sappiate affrontare con serenità i piccoli sacrifici, che vi chiedo ogni giorno. Il tempo non è più, miei amati; occorre che ogni istante della vostra vita sia vissuto, intensamente, per il bene vostro e di tutta la mia Chiesa che si accinge ora ad affrontare il grande sacrificio. Ecco, ecco, miei piccoli che per essa si avvicina il grande venerdì santo; poi, però, ci saranno la resurrezione e la gloria. Offritemi tutto: questo è il momento per me della più grande sofferenza, perché vedo i miei figli più cari penare e patire e i prediletti andarsene lontano da me, seguendo fole. Voglio che tutti voi mi siate vicino in questo tempo, decisivo, in questo grande tempo, senza più tempo. Amatemi, miei piccoli; mettete il vostro cuore nel mio tanto addolorato e straziato, per quello che sta succedendo, per ciò che deve ancora accadere. Lasciate che la mia luce illumini la vostra mente in modo tale da poter fare sempre, in ogni momento, i passi giusti. Lasciate che il mio fuoco ardente vi scaldi, così da non provare il gelo della lontananza. Amati, salverò tutti quelli che vogliono essere salvati e mi seguono, docili ed obbedienti.

 

 

Sposa mia diletta, ogni giorno, che nasce, è un grandissimo giorno. Occorre viverlo bene in ogni istante, occorre capirne l’importanza e non lasciare che neppure un istante si consumi inutilmente. Apparentemente, per gran parte del genere umano un giorno è uguale ad un altro, un istante ad un altro; invece, non è così, diletta che vivi nel mio Cuore. La vostra vista è assai limitata, il vostro orizzonte assai chiuso; vedete, sì, quello che accade proprio vicino a voi, ma Io, Io, Dio, spazio in ogni angolo della terra, vedo ogni cosa e scruto ovunque, nei luoghi più riposti, nelle lande più dimenticate.

Ciò che accade ora mai è accaduto prima: i cuori, in massa, si stanno allontanando da me e le menti sono così distratte da dimenticarsi della mia esistenza. Sposa, amata sposa, si nasce e si muore senza che il cuore sia mai volto a me! Quante piccole creature, frutto del mio grande Amore per l’uomo, non vengono neppure battezzate, quante non si accostano neppure ai Sacramenti e quante muoiono, senza invocarmi, senza cercarmi, senza supplicare la mia misericordia! Io attendo un pensiero, attendo un fremito, attendo per elargire i miei, santi, doni sia a chi nasce sia a chi se ne va; ma le piccole anime non mi vengono offerte e quelle già in partenza non si volgono a me!

Fino all’ultimo istante si offre al misero un’ingannevole distrazione per non farlo pensare.

Sposa amata, sappiano tutti che se non c’è decisa volontà di salvarsi, l’anima non entra nel mio regno. Non sono ammessi ingressi gratuiti per chi vuole accedere: occorrono fede e opere, buona disponibilità e umiltà. Solo a coloro che non hanno ancora il pieno uso delle loro facoltà intellettive è concesso il passaggio gratuito per la mia misericordia; gli altri, tutti, indistintamente, entrano muniti di adeguato lasciapassare.

Dicevo, mia sposa, che in ogni istante accadono cose grandiose, in questi tempi, più che in quelli del passato, oggi più di ieri; ma il mondo non pensa, non riflette, prosegue il cammino, senza guardarsi dentro, senza guardarsi intorno. Si accorge l’uomo del grande valore della vita solo quando la sta per perdere. Quanti vivono tanto superficialmente questi loro, ultimi, tempi: progettano come se dovessero vivere eterni e agiscono come se mai dovessero essere sottoposti ad un grande giudizio! Hanno l’intelletto, ma non sanno farne il giusto uso, hanno un cuore per amare me ed il prossimo, ma non amano l’uno né l’altro, hanno una volontà per fare il bene, ma non lo compiono. Mettono insieme giorno a giorno, senza concludere alcunché, ignari, volontariamente, del valore, grandissimo, di ogni attimo di vita.

Vedi, mia amata sposa, guarda cosa sta accadendo sulla terra in questo istante, nel quale sei pienamente immersa nella mia dimensione. Vedi come un pulviscolo fitto. Guarda, mia piccola: non è polvere, non è una pioggia qualunque; sono anime, anime che si presentano proprio in questo attimo al mio giudizio. Ora la pioggia si scinde come in diverse strisce: alcune minuscole, altre molto spesse, altre meno. Queste sono le direzioni che prendono le anime, dopo il giudizio. Tu pensi che la striscia più spessa sia quella volta verso i luoghi di purificazione e salvezza, quelle più minute negli altri? Non è così, sposa diletta, non è così; la parte assai esigua è quella che si salva, quell’altra è formata di anime che, non essendo riuscite a giungere a me con la loro volontà, una luce crepuscolare le avvolge. Esse mai più potranno vedere il sole! Costoro sono stati chiamati in tempo. Con tanto Amore mi sono rivolto a loro, con immenso Amore li ho creati per, poi, condurli, felici, nel mio regno; ma essi sono vissuti senza di me, sono morti senza di me e ora vivranno per sempre senza di me!

Piccola mia, chi mi cerca con cuore ardente mi può avere, se persevera fino alla fine nel suo anelito; ma chi non mi desidera, chi si allontana da me e non desidera volgersi verso il mio volto neppure nel momento estremo non mi avrà, non mi godrà! Quanti s’illudono di potermi contemplare, felici, dopo una vita dissipata e caotica! Quanti pensano che in me ci sia solo misericordia e non giustizia! Quanti attendono, senza mai decidersi! Quanti compiono i più gravi peccati e credono di poter, tuttavia, accedere nel mio regno! Disilludi, mia amata, disilludi chiunque ti palesasse un simile pensiero. Non tacere, mia diletta, parla con chiarezza: nel mio regno di pace e gioia non entreranno né ladri né corrotti né lussuriosi né avari né ubriaconi né drogati né mormoratori né maliziosi! Costoro percorreranno la strada che si sono scelti, quella che porta lontano dal mio volto! Non s’illudano, non s’illudano, neppure se appartengono a coloro che ogni giorno vengono al mio altare a cibarsi del mio santo corpo! Il cibo santo che prendono, indegnamente, sarà la loro esplicita condanna!

Voglio a me i puri, i piccoli fedeli che mi amano e mi testimoniano, senza vergognarsi. Voglio a me tutti i servi fedeli che mi hanno servito con amore, anche quando il servizio comportava forti sacrifici. Voglio i cuori che si sono lasciati purificare da me, Dio. Voglio le anime belle che in vita sono state mie e mi hanno dato gioia col loro, puro, sentimento. Voglio i piccoli che hanno sofferto per la giustizia, che non hanno ricambiato il male ricevuto, ma hanno alzato il volto a me in attesa, talora una lunga attesa, di essere esauditi. Entrate, anime, che già mi appartenete: avete scelto me, avete patito per me, avete portato con me la pesante croce; ora entrate a far parte della mia gloria, ed il dolore sarà completamente dimenticato!

Il nuovo giorno d’Amore è sorto per la mia piccola sposa. Vivilo, stretta al mio Cuore, prega e supplica per coloro che anche domani formeranno una fitta pioggia. Supplica, amata, affinché la striscia più fitta sia quella dei salvati. Chiedi la mia misericordia per ogni anima che sta per dipartirsi dal suo corpo! Vivi nel mio Amore. Attingine quanto ne vuoi e porgilo ai fratelli assetati di esso.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

17.10.96

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli, Gesù vuole essere vicino, vicino ad ogni uomo, vuole che il suo cuore pulsi accanto al proprio. Egli è tanto vicino ad ogni anima, perché l’ama di tenerezza infinita.

Perché le creature non si volgono tutte al loro Creatore? Perché indugiano a volare verso la fonte di ogni delizia, verso la fonte di ogni felicità? C’è una grande forza oggi che le trattiene, è quella di un nemico, assai subdolo, che entra nel cuore dell’uomo e lo avvelena, s’insinua nell’angolo più riposto della mente e da lì suggerisce di compiere le opere del male.

Figli cari, occorre combattere, occorre reagire al male; oggi è dovunque, ma così ben celato da stentare a volte a riconoscerlo. Gli uomini di questo tempo si fanno irretire con estrema facilità, perché hanno rinunciato a riflettere, hanno rinunciato ad amare, hanno allontanato da sé Dio che è l’Amore.

Perché c’è così poco amore nei cuori? Perché essi languono nel vuoto e nell’angoscia? Figli, la risposta è assai semplice: perché non hanno aperto le porte a Dio che vuole regnare nella sua creatura, ma ne è ostacolato, gravemente. L’ostacolo è il peccato, l’ostacolo è l’abitudine al peccato che strazia e distrugge l’uomo e non permette a Dio di porre in esso la sua tenda.

Nessuno, che non faccia alcuno sforzo per allontanarsi dal peccato, s’illuda di divenire dimora di Dio: occorre preparare per lui una culla adatta, nel proprio cuore, un luogo, caldo e profumato di purezza. Non si ferma l’Altissimo dove ci sono malizia e lezzo. Non importa se l’anima ripete con le labbra parole d’amore: esse, senza le opere, senza le azioni, non ottengono grazie.

Chi è in peccato grave è come un putrido cadavere: nulla può operare e tutto è inutile.

Perché, figlia prediletta, oggi ti parlo in tal modo? Ti chiederai. Il motivo è che sono molti coloro che s’illudono di poter conciliare il bene con il male, di poter godere grazie Divine, pur rimanendo ancorati al grave peccato. Adducendo la giustificazione seguente: “Non è possibile per me evitare certi errori. Il Signore Altissimo mi deve capire, perché egli è misericordia infinita. Non riesco a staccarmi dalla colpa grave. Mi accosto anche ai Sacramenti. Dio mi deve accettare, così, come sono.”

Piccoli cari, sia ben chiaro questo: Dio accetta, certo, l’uomo anche con le sue debolezze, ma deve vedere in esso la volontà di regredire dal male, lo sforzo di migliorarsi. Mai ci deve essere assuefazione al male, l’abitudine a vivere una vita tenebrosa e sviata.

L’uomo in grave colpa nulla costruisce, non opera per la sua salvezza; anche se vendesse tutti i suoi beni per darli ai poveri, anche se compisse il più grande sacrificio per mostrare il suo coraggio, nulla costruirebbe, proprio nulla. Opera di più un’anima in grazia nel riposo che un’anima in peccato grave nella massima fatica!

Certo, il bene è sempre bene e predispone alla grazia; ma, senza il pentimento, l’espiazione ed il perdono di Dio, non v’è salvezza. Neppure si attenda l’ultimo istante di vita per pentirsi ed accostarsi ai Sacramenti, quando l’angoscia è profonda e la mente è turbata: nessuno è sicuro di avere il dono dell’attimo prezioso in quelle circostanze.

Fate il bene, figli, finché siete in tempo, finché avete forza e respiro. Adorate Dio e implorate in piena coscienza il suo perdono, continuamente. Astenetevi dal peccato: è un veleno che vi allontana dal fuoco Divino, se non ve ne liberate, immediatamente.

Gesù soffre, per l’indifferenza di molti, per la grande freddezza dei cuori, per dover usare le sua perfetta giustizia, invece dell’infinita misericordia. Adorate Dio, incessantemente! Dategli gioia con i vostri pensieri, con la vita, con ogni opera che compite.

                                                                                  Vi amo. Vi amo tutti. Vi amo tanto.

 

                                                                                              Maria Santissima