Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

29.10.96

 

 

Miei cari, amici fedeli, un giorno, ormai molto vicino, apparirò su di una nube e tutto il mondo mi vedrà. Aspettate con gioia questo grandioso avvenimento. Aspettate, pronti, come servi che attendono il padrone e vogliono fargli trovare le cose in ordine. Spronate gli inetti a fare altrettanto e svegliate i dormienti, perché il giorno è assai vicino, ma l’Umanità non è preparata. Gli uomini cercano i piaceri vani, inseguono sogni inutili; vogliono ciò che a loro non è lecito avere e vivono nella lontananza da me, nella disobbedienza continua, pensando che il grande giorno mai giunga, che la promessa mai si avveri. Eppure, ad ogni messa si ripetono le stesse parole: “In attesa della tua venuta”. Gli uomini spesso parlano, ripetono, senza riflettere neppure su ciò che dicono. Amici cari, voi pensate e ripensate e mai finite di pensare; riflettete e riflettete e mai finite di riflettere. Le mie parole devono essere meditate, continuamente; solo in tal modo possono divenire vita vissuta. Ebbene, eletti, Io sto per tornare sulla terra come Sovrano, potente: questo è il tempo stabilito dal Padre per i più grandi fatti. Lo sto annunziando, continuamente, perché ognuno rifletta e si prepari; ma i tempi stringono assai e pochi sono pronti ad accogliermi.

 

 

Sposa mia amata, ecco che il mio ritorno è imminente; non ci sarà dilazione alcuna: il mio Cuore arde dal desiderio di vivere e regnare con i miei fedeli. Essi anelano a me con tutto l’ardore del loro spirito ed Io, Io, Gesù, voglio cambiare per loro la terra, voglio farla rifiorire, come uno splendido giardino, dopo un lungo inverno, gelido. Ora ancora il ghiaccio ricopre ogni angolo e un vento, gelido, soffia in ogni angolo; ma già in molti cuori è sbocciata la nuova primavera e già tanti gigli sono nati, alcuni fioriti, alcuni in boccio: ecco il grande preannuncio. Così è; ma il giardino degli spiriti dovrebbe essere molto più ampio e non limitato solo ad un angolino. La mia chiamata è stata rivolta a tutti gli uomini; ma quelli che hanno risposto sono stati assai pochi. Avrebbero dovuto, invece, rispondere tutti: a quest’ora il giardino sarebbe stato vasto come il mondo e grande tanto da accogliere l’intera Umanità.

Davanti ai miei occhi non c’è differenza di razze: ogni uomo è una mia creatura prediletta, da stringere al cuore e rendere felice. Ogni uomo, però, chiamato, deve essere libero di scegliere, perché alla grande felicità si giunge per merito, non automaticamente. È stato dato a tutti il grande annuncio ed ancora la mia voce attraversa la terra ed è sentita in ogni parte del mondo; non taccio, ma parlo, parlo confidenzialmente, con i miei amati, parlo, come un padre parla ai figli per comunicare loro una cosa assai importante che deve proprio mutare il corso della loro vita. Parlo per annunciare, ma anche per preparare ciascuno di loro ad inserirsi nella nuova realtà. Io, Io, Dio, ho riunito i miei piccoli tutti intorno a me; li ho convocati con gioia, con immensa gioia, perché ciò che sto per dire loro è qualcosa di splendido, mai accaduta prima.

Sposa diletta, quanti fratelli vedi intorno a te, davanti a me per ascoltare ciò che ho da dire?

Tu mi rispondi: “Mio adorato Gesù, ne vedo un numero esiguo. Gli altri dove sono? Mio Amore,

li vedo vagare lontano; sembrano preoccupati di raggiungere qualcosa e la direzione non è volta alla tua casa, ma altrove.”

Hai visto bene, piccola mia: così è. Il mio invito è stato porto a ciascuno attraverso i miei angeli del Cielo e della terra e nessuno è stato dimenticato: i miei fedeli hanno operato con massima precisione. Gli invitati però non sono ancora giunti da me né si preoccupano di farlo: chi gira di qua, chi gira di là, chi segue una via, chi un’altra. Ancora mando i miei fedelissimi messaggeri a sollecitare, perché il grande annuncio che devo fare è ormai imminente. Senza un attimo d’indugio, i servi, mandati, si dirigono per i vari angoli della terra per portare il mio invito e chiamare i ritardatari in fretta alla casa, dove sono attesi.

Guarda ora, mia diletta, guarda che fanno i miei angeli e come reagiscono i chiamati. I primi, gioiosi e festanti, si avvicinano per ripetere l’invito, già fatto; attendono una sollecita risposta, ma trovano tanta indifferenza, tanta incredulità, tanto scetticismo. Si adducono mille scuse, infiniti pretesti: ognuno è pronto ed abile nel mostrare il suo dissenso. I miei messaggeri non si scoraggiano e vanno vicino ai miei consacrati, ai più avvantaggiati che dovrebbero avere luce per ben distinguere ed energie preziose per adempiere. Costoro, come gli altri, accampano infinite scuse, dicono che basta già ciò che conoscono ed altro non desiderano aggiungere; quindi, voltano le spalle e, solleciti, se ne vanno, senza girarsi più indietro. I miei messaggeri, mesti e sconsolati, tornano a riferire ciò che accade. L’ora importante sta per scoccare e la casa dovrebbe essere brulicante di persone; è, invece, semivuota. I posti sono pronti: per ognuno il suo. Gli occupati sono assai pochi; i vuoti non si contano.

Sposa amata, pensi che il grande annuncio tardi ancora per attendere che ogni posto abbia il suo occupante? Non accadrà così: Io, Io, Gesù, parlerò a quelli presenti e lascerò fuori tutti gli assenti.

Segua ciascuno la propria occupazione, si occupi dei suoi impegni; Io, Io, Dio, procederò, come se tutti fossero presenti. Parlerò del mio grande progetto e darò il compito ad ogni presente; per gli altri ci sarà una sorte assai differente. Conclusa la seduta, tra un ristretto gruppo di persone verranno diffuse, pubblicamente, le conclusioni.

I miei fedeli annunceranno le mie decisioni: ogni orecchio ora sarà teso ad ascoltarle. Tutto accadrà, immediatamente, a minima distanza dall’annuncio.

Vieni, sposa amata: ti conduco nel prossimo futuro per vedere le molteplici reazioni. Gli uomini odono, ascoltano, odono meglio, ascoltano più attentamente e non credono alle loro orecchie: ciò che viene annunciato è veramente grandioso, incredibile, mai accaduto! Il torpore delle membra scompare e ognuno si alza, si sgranchisce, si mette in marcia; pensa: “Voglio essere anch’io partecipe della grande eredità, voglio godere con gli altri, voglio la mia parte! Figlio sono anch’io, come quelli che ora godono tanto.

Si giunge, in enorme massa, alla casa paterna: la porta è sbarrata e le luci accese, ma nessuno che apra il cancello, nessuno che vegli alla porta; nessuna finestra pare aperta, nessuno spiraglio accessibile! Tutti si fermano intorno: guardano, aspettano, aspettano e nulla di nuovo accade.

La calca aumenta, i figli accorrono tutti per dividere la lauta eredità promessa; ma restano fuori, parlando affannosamente fra loro. Si dicono: “Proviamo a chiamare, proviamo a gridare forte; certo, qualcuno ci sentirà. Avremo, subito, aperte le porte e mangeremo, berremo, felici, assieme ai fratelli che già sono entrati prima.”

Vedi, piccola cara, le porte non si aprono: nessuno esce e nessuno entra!

Si odono grida e lamenti, parole d’ira contro il Padre che tanto rigoroso si dimostra. Nulla cambia: il silenzio è totale e la porta, chiusa, non si aprirà più. Chi è dentro resta nella sua condizione felice; chi è all’esterno sembra dimenticato dal Cielo e dalla terra!

Amata, ecco la fine di coloro che, pur avendo ben ascoltato, non hanno obbedito e, pur avendo ben capito, hanno finto insipienza totale. Io, Io, Dio, dico che quelle porte non si apriranno più per far entrare alcuno. Chi ascolterà i pianti? Chi i lamenti? Chi si curerà di loro? Io, Io, Dio, per essi sarò Dio, lontanissimo, che non vede e non sente, così come essi non hanno voluto vedere né udire al momento della chiamata! Ecco, mia diletta, ecco, miei eletti; il nuovo giorno vi chiama alla lode ed all’adorazione. Siate miei, siate miei in ogni istante ed Io, Io, Dio, sarò tutto per voi.

Ti amo, piccola e fedelissima sposa. Ti amo, immensamente. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

29.10.96

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli miei, amati del mio Cuore, un grande annuncio attraversa la terra, un magnifico annuncio la percorre; ma l’uomo non ascolta, non freme, non gioisce, non si emoziona. L’uomo soffre, piange, geme, è sconsolato, è senza speranza; potrebbe cominciare a gustare la grande felicità, ma non lo fa.

Piccoli miei, Gesù annuncia continuamente i grandi fatti perché ognuno si prepari e perché il mondo goda, subito, ancora prima che ogni cosa accada. Invero, il mondo non sente il grande annuncio, non gode e non si prepara; nel momento della felicità non la potrà carpire, perché non ci ha creduto.

Figli cari, figli amati, chi non crede ai messaggi, chi non vive i messaggi non sarà accettato e, quando ogni promessa diverrà realtà, vedrà gli altri godere, ma per lui quella gioia non ci sarà.

Vi amo, figli cari, vi amo, intensamente; ma nulla posso per chi non vuole, nulla posso per chi già da ora rinuncia, volontariamente, ancora prima, quando il momento è favorevole e la scelta assai facile. Gesù ha preparato una sorpresa unica; ma occorre credere, credere, avere fede in lui e perseverare nella fede, fino all’ultimo! Certo, vi saranno, nel frattempo, fatti che scoraggeranno molti e ogni giorno di attesa sembrerà assai lungo; ma così non sarà: nel tempo promesso avverrà ciò che deve avvenire perché il mondo goda e non più soffra. Vi ho sempre parlato di gioia, di tenere lieto il vostro cuore, di lasciare che fluisca in esso il dono, benedetto, del Cielo.

Esaminate il vostro profondo: se anche il tormento quotidiano non manca, se vedete intorno, ben schierati, i nemici, nonostante tutto questo, il cuore è sereno, la mente è sgombra da cattivi pensieri, arde in voi una fiamma che vi scalda e dà luce.

Siate fermi in questi vostri sentimenti; qualunque cosa accada, dite in voi: “C’è Gesù! C’è Gesù! Egli risolverà ogni cosa per il bene. Egli mi ama, immensamente!”

Sia, quindi, gioia la vostra vita, gioia in Dio; sempre tale deve restare, perché già la primavera è sorta coi suoi profumi e la sua armonia soave nel vostro essere.

I disperati non sono di Dio. I disperati non appartengono a Dio. Chi è suo è lieto, è felice, è in pace, è sicuro, perché non confida in un uomo, ma nell’Essere Supremo, colmo di bontà e dolcezza.

Figli cari, ditelo a tutti, ditelo, apertamente, che Gesù viene per dare la grande felicità che nel mondo è scomparsa, per donare la pace che s’è perduta. Vuole vedere visi raggianti: non solo del Cielo deve essere l’esultanza, ma anche della terra, perché i tempi bui sono quasi terminati.

Una lunga notte ha avvolto il mondo, ma già l’alba annuncia il nuovo giorno che sarà senza tramonto. Un nuovo sole, figli cari, sostituirà l’altro. Il Figlio dell’uomo è venuto un giorno per annunciare questa splendida realtà che ora deve compiersi, proprio ora, piccoli cari, mentre ancora il respiro è in voi.

Chi crede, chi si converte e segue Gesù passo dopo passo, con costanza e coraggio, attraverso strade, colline, monti, alla fine del percorso spiccherà con lui il volo e benedirà ogni stilla di sudore versata lungo il percorso.

Figli cari ed amati, sorridete e cantate, perché Gesù torna per voi sulla terra, per i fedeli torna, per gli amici che non l’hanno lasciato solo. Egli mai dimentica le sue promesse; anzi, ciò, che già sapete, ciò, che già aspettate, è molto meno, assai meno di quello che deve accadere: saranno solo meraviglie, splendide ed inimmaginabili.

Cielo e terra si sono congiunti insieme. Ancora non potete capire, cari piccoli; ma, tra poco, le mie parole vi saranno chiare. Attendete. Sperate. Amate. Adorate Dio in ogni istante.

 

                                                                                              Maria Santissima