Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
30.10.96
Miei eletti, il vostro Dio vi è
vicino, così, come un padre è accanto ai propri figli: li consiglia, li guida
per prepararli ad un importante compito. Sono stato
sempre vicino alle mie creature nell’arco dei secoli; ma in questo periodo
storico la mia presenza è più che mai viva e sensibile. La mia tenerezza si
espande su ogni uomo; ma solo coloro che hanno posto
il loro cuore nel mio sono in grado di comprenderla e gustarla. Ogni uomo deve
affrettarsi a svegliarsi dal torpore, profondo, nel quale è caduto: col tempo
il peso del peccato è aumentato, non diminuito. La mente umana dell’uomo d’oggi
è più acuta, la capacità intellettiva ancora maggiore, l’armonia della forma è
cresciuta; sono questi doni miei che sono volti ad un
fine che è già evidente: portare l’uomo a capire più a fondo il vero senso
della vita e fargliela gustare, profondamente. L’intelletto serve ad afferrare
meglio le sfumature della realtà per viverla intensamente; l’armonia delle
forme per fargli capire che anche esteriormente desidero che l’uomo si avvicini
sempre più alla perfezione ed alla somiglianza con me.
Il destino dell’uomo è di salire sempre più in alto nei valori ed il corpo, che Io stesso ho creato, deve divenire degno
dell’anima.
Sposa
amata, mi è dolce tenerti accanto, perché la tua mente s’impegna a darmi gioia
anche nelle minime cose e il tuo cuore si umilia, continuamente, al mio cospetto,
implorando il mio perdono per quel margine d’imprecisione che c’è ancora in te.
Ciò non perché hai paura di un castigo, ma in quanto
desideri ardentemente che la tua vita sia volta in ogni istante a darmi gioia.
Piccola,
tanto cara al mio Cuore, accetto il tuo continuo dono, lo gradisco. Certo,
sposa cara, che perdono la debolezza che c’è in te! Io stesso la trasformo in
forza, non temere, e faccio sì che la piccolezza divenga potenza, perché
innalzo gli umili ed umilio i superbi.
Vedi,
sposa mia, come gli uomini giudicano sempre dall’apparenza: un essere dimesso e
col capo chino è certo un umile da esaltare; un altro che non è tale è certo un
superbo da giudicare! Solo Io, Io, Dio, devo giudicare. Io solo capisco e vedo
ciò che accade nel profondo di un essere. Sotto una parvenza dimessa e misera
ci può essere un cuore tanto superbo da meritare il castigo; sotto una parvenza
curata ed armoniosa si nasconde, talora, un dolcissimo
cuore, umile, umile e palpitante d’amore solo per me.
Piccola
cara, tu mi hai chiesto con il tuo continuo anelito di lasciare che il tuo
cuore palpiti vicino al mio. Solo questo desidero,
sposa cara. Solo questo vuole il tuo Gesù: che il sentimento dell’uomo, quello
sublime dell’amore, sia volto prima di tutto a lui, Dio, poi, al prossimo. Qual
è il Comandamento più grande? Ama Dio, ama Dio con
tutte le tue forze, con tutto il tuo intelletto, con tutto il tuo cuore,
donagli tutto di te. Egli, poi, farà fluire in te fiumi di Amore purissimo che
percorreranno ogni fibra del tuo essere. Solo allora tu potrai dare al prossimo
l’amore giusto, quello che proviene dalle sublimi altezze e non quello che
proviene solo dall’abisso del tuo nulla. Perché, sposa diletta, dico che,
anzitutto, occorre amare Dio e solo dopo il prossimo?
Proprio per questo motivo: perché il grande e vero Amore, quello puro e santo,
del quale abbisogna la creatura, solo da me proviene, solo da me, Dio, che sono
la sorgente, l’unica sorgente, purissima, alla quale
occorre attingere. Anche un pagano ama, a modo suo; anche un lontano* ama a modo suo, ma il sentimento, che pur esiste,
è come un’acqua che sgorga da una polla inquinata: mai è pura; proviene da un
essere profondamente segnato dalla colpa d’origine.
Solo
in me c’è l’acqua che offre la vita vera e fa sì che possa essere porta,
limpidissima, ad ogni creatura. Ti dico che solo chi è
in me sa amare veramente: più vicino è al mio Cuore, più ricco diviene di ogni
ricchezza spirituale.
Mia
piccola, vedi dovunque così poca capacità di amare: un
oceano di egoismo sta piano piano sommergendo ogni
cosa; crescono le acque sempre di più. Questo avviene in ogni parte del mondo.
Si sente ovunque parlare di amore, di amore, di amore:
questa parola è la più usata; ma l’amore non c’è nei cuori, l’amore sta
morendo, soffocato da un mare di malizia!
Sposa
cara, dove non regno Io, Io, Dio, la fiamma si affievolisce, fino a spegnersi
del tutto; quello che rimane e viene chiamato in tal
modo è solo un meschino desiderio di profitto personale.
Sposa
cara, ti ho parlato dell’uomo d’oggi, più dotato che in passato di capacità
intellettive. Oggi l’uomo arriva lì, dove in passato non riusciva a giungere;
gradualmente, ho potenziato la mente umana ed ho reso più armonioso anche il
suo aspetto. Come ben sai, ogni mio dono deve essere
utilizzato secondo un mio fine, non per altro, differente. La mente più
capiente porta ad una maggiore profondità di pensiero
e la profondità di pensiero deve giungere più facilmente a me: ogni strada
dell’intelletto giunge a me. Come mai ciò oggi non è accaduto? Perché vedo le
mie creature, così privilegiate, che si allontanano invece di avvicinarsi, mi
lasciano, invece di correre ad abbracciarmi? Dei miei doni, ancora una volta,
l’uomo non fa l’uso che ne dovrebbe fare, ascolta,
ancora, la voce, insidiosa e maliziosa, del mio nemico che lo invita a tentare
di divenire simile a me per competere con me!
“Tu
puoi divenire dio – gli sussurra per ingannarlo – vedi quante cose capisci?
Vedi quante cose puoi fare? Specchiati: anche il tuo aspetto esteriore sta
divenendo sempre più armonioso; ciò significa che stai per divenire simile a
Dio in tutto!”
Ecco,
amata sposa, l’antica insidia che ha rovinato Adamo ed Eva, ecco la terribile
insidia che porterà alla rovina tante e poi tante anime: è la superbia dei cuori,
la radice di tutti i mali!
I
miei splendidi doni, che servirebbero per volgere l’uomo al bene, fanno
l’effetto contrario.
Ognuno,
tuttavia, è libero, libero di accogliermi nel cuore
per divenire, veramente, sempre più simile a me oppure di respingermi,
divenendo sempre più dissimile!
Amata
sposa, fino al mio ritorno Io continuerò ad elargire i
miei, sublimi, doni: l’uomo conserverà l’acutezza della mente, la libertà della
scelta, l’armonia della figura. Donerò, donerò con
dovizia ai nuovi nati, anche se i genitori spesso sono indegni. Tra essi mi
sceglierò alcuni che pur gusteranno le sublimi delizie del mio Amore. I piccoli
non vivranno con i loro genitori, indegni, ma ne avranno altri: i miei santi,
per mio ordine, li prenderanno sotto le loro ali, quelle che Io stesso ho dato loro.
Esulta,
piccola sposa. Esulta ogni giorno, perché grandi progetti ho
per te e per tutti coloro che, per mio ordine, hai preso per mano. Siate
gioiosi. Vivete in pace. Preparatevi degnamente al vostro, splendido, futuro.
Ti
amo, sposa, vivi in me. Vi amo tutti. Venitemi sempre più vicini.
Gesù
*lontano
= ateo
Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
30.10.96
La Mamma parla agli eletti
Gioite, figli cari;
attendete in letizia e pace il ritorno di mio Figlio. Verrà, cari piccoli, verrà per la gioia del vostro cuore. Verrà in potenza ed in gloria per innalzare gli umili. Godrete le gioie più
sublimi e verrete ampiamente ricompensati dei vostri
sacrifici.
Chi
piange non piangerà più. Chi deve subire l’umiliazione
non l’avrà più. Chi ha sospirato a lungo tirerà un respiro di sollievo, perché
un Re giusto governerà la terra, un Sovrano generoso la dominerà.
Piccoli
cari, se ora vi chiedo dei sacrifici, sappiate che essi hanno un massimo
valore: saranno semi, preziosi, che germineranno nel vostro campo e porteranno
il centuplo di prodotto.
Anche
un semplice sospiro ha il suo grande valore, anche la piccola lacrima, che
scorre sul viso, senza che alcuno se ne accorga: tutto, figli amati, tutto verrà conteggiato dal meraviglioso Sovrano che verrà a
prendere possesso del mondo che gli appartiene.
Amati
figli, l’uomo agisce da padrone in una terra che gli è stata affidata solo per
un determinato spazio di tempo, agisce come se ogni cosa gli appartenesse:
anche la vita e la morte vuole dominare, attribuisce a
se stesso ogni potere e gioca con la vita, come se ne fosse l’arbitro assoluto!
Dio viene molto offeso da questo comportamento di
assoluta superbia; ancora sta tollerando, ma non per molto.
Ogni
uomo riconosca le sue colpe. Ogni uomo implori il
perdono: anche se la colpa è massima, Dio è infinitamente buono e perdona a
chi, sinceramente, si prostra davanti a lui e si batte il petto.
Piccoli
cari, vedete come ogni giorno vi sono vicina per incoraggiarvi e darvi gioia
senza fine, ma anche perché aiutiate i fratelli a capire. Vorrei che nessuno si
perdesse, vorrei che nessuno cadesse nel baratro,
senza speranza. L’uomo, finché ha respiro, può salvarsi. Aiutate quelli che si
lasciano aiutare e pregate, supplicate per i ribelli,
testardi, che sprecano anche queste poche stille di tempo restate! Figli cari,
dite loro, fate capire – senza però spaventare nessuno – che ogni cosa sta per
cambiare, che la grande primavera è già entrata nel mondo, ha fatto il suo
ingresso nei cuori, in quelli che si sono aperti al nuovo sole, come fiori
olezzanti al caldo raggio. Dite che il sole, però, non può penetrare nel cuore
di una pietra: lì resteranno la notte ed il freddo.
Si
spalanchino le porte a Cristo che viene. Figli, viene per ogni uomo, senza
distinzione di colore, di razza, di religione. Viene per salvare. Viene per
Amore. Viene per portare la grande felicità.
Il
tempo è giunto, il tempo è questo; non bisogna
attenderne altro. Occorre solo aprire il cuore: in una casa sbarrata non può
entrare la luce, non può penetrare il calore. Quando,
però, le finestre si spalancano, la porta si apre, tutto cambia,
immediatamente: la luce illumina, il calore asciuga l’umidità e una soave
brezza dà vita a tutte le cose che parevano morte ed
intristite.
Così,
figli cari, così accade, quando la grazia entra in un’anima, proprio come
accade in una casa, piena di sole, di allegria, di felicità, dopo un periodo di
buio, di tristezza, di abbandono.
Dio
concede ancora qualche attimo; coglietelo, coglietelo, uomini, tanto amati
della terra, esultate e cacciate fuori di casa la
malinconia: dolce e soave, la grazia vuole penetrare in voi per rendervi la
vita, che il peccato ha distrutto!
Figlia
cara, capirà il mondo, finalmente? Prega e supplica,
sacrificati ed offri: chi recepirà il messaggio e lo
trasformerà in vita godrà!
Ti
amo, piccola cara, e ti lodo, per il grande zelo.
Vi
amo.
Maria
Santissima