Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
04.11.96
Eletti, miei cari e fedeli amici,
Dio Amore viene a voi, Dio Amore è vicino a voi. Questo è il tempo, gioioso,
nel quale la Divinità è più che mai presente accanto all’uomo. Venite a me,
tutti voi che siete stanchi ed affaticati, venite a me
ed Io vi consolerò, vi solleverò dalle vostre miserie, vi offrirò i doni più
belli! Godete in me, piccoli cari. Godete, mentre si compie il tempo del
travaglio terreno. Voi mai siete soli, miei amati; voi mai sarete soli: Io, Io, Gesù, sono sempre con voi. Mi avete chiamato
nel vostro cuore; Io vi sono corso incontro, perché solo questo desideravo.
Solo questo desidero da ogni uomo: che egli sia mio
col cuore, con la mente, con ogni fibra del suo essere. Solo a me, diletti,
dovete appartenere, solo a me. Ho chiamato molti; hanno risposto in pochi! Ora
sto chiamando i restanti; ma le risposte sono ancora esigue. Chi, però, non
risponde subito, chi attende e rimanda la sua conversione
si troverà fuori, allorquando Io, Io, Dio, chiuderò la porta che è ancora
socchiusa. Vi dico che ancora per poco l’Umanità potrà trovarmi come Dio
misericordia; è vicino il giorno in cui mi chiamerà per avere spiegazioni e
m’implorerà per capire meglio ciò che accade, ma non mi troverà. Cercatemi,
uomini della terra, cercatemi, finché mi faccio ancora
trovare!
Sposa
amata, Dio Amore ti tiene tra le sue braccia: gioisci ed esulta in me, in
attesa del pieno compimento delle mie promesse. Ora hai il Paradiso nel cuore;
ma è vicino, ormai, il giorno in cui lo vedrai intorno, tutt’intorno.
Amata,
sto chiamando ancora gli ultimi per invitarli a vivere felici in un tempo senza
tempo.
Prometto
gioia e pace, armonia e delizie; ma occorrono, immediatamente, obbedienza e
docilità, fiducia totale ed abbandono.
Sposa
amata, le promesse interessano tutti, ma i sacrifici, anche minimi, pesano
assai. Chiedo ed aspetto, chiedo amore ed un poco di
sacrificio. Mia amata, non ottengo l’uno né l’altro da questa generazione, così
ribelle! Chi risponde al mio invito, anche se ha alle spalle una vita di
errori, verrà perdonato e purificato e ancora potrà
godere sia sulla terra dei viventi sia dopo, per l’eternità.
Voglio
perdonare, sposa mia, voglio perdonare ogni uomo che,
pentito, venga ai miei piedi. Colui che brama il mio
Amore lo avrà: esso è linfa vitale che trasforma e vivifica. Per rinascere a
nuova vita basta piegarsi alla mia volontà, senza più
indugiare: desidero sollevare dal fango ogni uomo che m’implori di farlo.
Amata
sposa, gli uomini stanno affogando in un oceano di peccato, perché non vogliono
dare a me la mano per uscirne: ognuno vuole fare da sé; ognuno vuole procedere da solo, come se Io non fossi. Sposa cara,
Io, Io, Dio, lascio fare: voglio vedere dove i superbi
desiderano giungere con tanta presunzione e prosopopea. Se il nemico incalza ed istiga, perché è feroce ed assai aggressivo, questa non
costituisce una giustificazione sufficiente. L’uomo gode, è vero, della
libertà, per mio volere, ma appunto perché è libero e
non schiavo può fare la scelta che lo conduce a me e lo libera dalle insidie
del maligno.
Sento dei figli che mi dicono: “Signore,
aiutami.
Signore, dammi energia”, ma nulla fanno per farsi
aiutare; non usano nemmeno in minima parte la loro volontà, si lasciano sedurre
dal male, senza opporre resistenza.
Piccoli miei, i doni, che ho
dato a ciascuno, sono talenti da usare bene: in essi c’è tutto ciò che occorre
per la salvezza. Quando i talenti sono pochi ed
insufficienti, allora Io stesso, Io, Dio, regalo ciò che l’uomo da solo non può
conquistare. L’uomo senza capacità, il misero senza difese, riceve
gratuitamente, senza fatica, perché chiedo a ciascuno solo ciò che può dare,
non certo quello che non è in grado di offrire. Ebbene, diletta sposa, la
maggior parte degli uomini viventi ha molti talenti da far fruttificare, ma non
li utilizza come dovrebbe: non serve la mia causa che è, poi, la sua stessa
causa, perché è in gioco la felicità della sua esistenza. Essi usano del bene,
che a loro ho dato, per compiere il male, per fare ciò che è male ai miei
occhi.
Vedi, amica cara,
quanta astuzia si usa nell’agire? Vedi, amata, quanta malizia ovunque, quante
volpi studiano come opprimere il misero che non ha difese?
Il povero cade e lo calpestano. Procedono in tal modo, senza
fermarsi e dicono tra sé: “Nulla mi è accaduto. Posso procedere, posso proseguire il cammino. I vantaggi sono solo miei; gli
inconvenienti tutti degli altri. Sono astuto ed
intelligente; posso arrivare ad ottenere un posto di alta responsabilità, così
aumenterà il benessere e godrò, godrò, a non finire.” Mia diletta, quanti fanno
un simile ragionamento in questi giorni! Io, Io, Dio, leggo i cuori e nulla mi
sfugge. All’uomo sono celati i pensieri dell’uomo, ma a me, Dio, è tutto
presente e nulla mi sfugge: sono dovunque, la mia
presenza riempie ogni luogo!
Rispondo
allo stolto che ha fatto un ragionamento così insensato: sei astuto ed intelligente. Operi per avere solo un benessere
immediato, mettendo sotto i piedi tanti deboli; pensi veramente che costoro
siano così indifesi, come appaiono? Essi hanno me, me, Dio, come avvocato! Li
guardo e li amo, teneramente. Le loro suppliche sono giunte al mio orecchio e
mi accingo a sollevarli dal dolore e dal tormento che tu, disgraziato
disobbediente, hai loro imposto! Dopo aver sollevato tutti i miseri, mi
rivolgerò a tutti i prepotenti, uno dopo l’altro. Nessuno mi sfuggirà. Chiederò
conto della loro sopraffazione: il male, fatto ai miseri, è male fatto a me, a
me, Dio! Arrivo, dopo aver a lungo atteso. Arrivo con
la velocità di un lampo. Vengo quando meno sono atteso. Vengo per portare
giustizia e pace lì, dove giustizia e pace non sono.
Vengo,
sposa. Vengo per quelli che soffrono; ma nessuno bada a loro. Vengo per coloro che piangono; ma nessuno terge le loro lacrime. Vengo
per i derelitti, che la società ha schiacciato sotto i piedi, pensando così di divenire più ricca e potente.
Vengo
per dare ciò che è stato tolto. Vengo per offrire a coloro
che sono restati senza nulla. Vengo, però, anche a togliere a chi ha
accumulato con l’inganno. Tolgo tutto: prima il superfluo, poi, parte del
necessario, poi, il necessario; infine, mi riprendo la
loro vita. Sono tutte cose che già mi appartengono. Solo il mio prendo; ma
tutto è mio, quindi, mi riapproprio di tutto!
Sposa
amata, adorami, come fai; adorami in questo tempo di
grande abbandono. Non temere l’impeto del male: non sarai toccata, sposa mia,
perché vivi in me e sei in una fortezza inaccessibile. Offrimi ogni istante di
questa, sublime, giornata d’Amore.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
04.11.96
La Mamma parla agli eletti
Piccoli
cari, Gesù è tanto vicino a voi ed Io sono sempre con lui. Tenete lontane le
paure e le ombre, perché l’aurora è già sorta ed il
sole splenderà per sempre per non tramontare più. Chi è
stanco ascolti bene le mie parole, chi è affaticato rifletta su quello che sto
dicendo: il dolore, sopportato con pazienza ed amore, è la chiave d’ingresso al
regno della felicità.
Voi
date così poco, figli amati, voi date così poco per
avere, poi, i doni più splendidi, le meraviglie più sublimi! Se ora sospirate,
per i piccoli tormenti quotidiani, se gemete, per qualche questione più penosa
o a causa di un problema di difficile soluzione, pensate che il sospiro ed il gemito che emettete non sono vani, non passano
inosservati: essi sono tutti contati e costituiscono il vostro patrimonio
d’amore, la dote, preziosa, con la quale vi presentate davanti al grandissimo
Signore che vi vuole con lui per regnare con lui, per creare con lui il mondo
nuovo, la terra rinnovata.
Voi
dite nel vostro cuore: “Questi, mio adorato Dio, sono doni magnifici, sono doni grandiosi che solo un Re può fare, un generosissimo
Re.” Ebbene, è proprio un Re che ve li
offre, il più potente Sovrano che si è piegato su ciascuno di voi. Eravate
poveri e vi sentivate abbandonati, perché il mondo non vi ha valorizzato.
Nessuno pareva si occupasse con amore di voi; talora vi coglieva la malinconia
ed anche una punta di sconforto. Ebbene, Dio vi era accanto anche allora, ma
voi non ve ne accorgevate; Dio vi sorrideva, ma la vostra tristezza non vi
faceva notare il suo sorriso. Dio scrutava i vostri passi, contava i sospiri,
asciugava le lacrime silenziose. Il mondo continuava ad
ignorarvi; Dio, invece, si piegava, amoroso, su di voi, facendovi sentire viva
la sua presenza.
Ora
siete suoi con l’anima, con la mente, con il vostro essere: l’anima esulta nel
Signore; la mente gode alla sua luce; ogni fibra che è in voi si sente
rinnovata, giovane, palpitante di vita sublime. Ora
siete uomini nuovi, pronti a vivere nel mondo di pace e gioia, preparato
proprio per voi fin dall’inizio della creazione. Dio vi ha pensato sin
d’allora. Dio vi ha amato sin da quel momento; vedeva i vostri volti prima
malinconici poi esultanti, vedeva il vostro cuore divenire sempre più simile al
suo, vedeva la vostra, splendida, ascesa sotto il suo sguardo benevolo ed ardente d’Amore infinito. L’uomo, dopo il peccato, era
caduto nel baratro più profondo, era abbruttito dalla
sua miseria. Dio lo guardava con pietà: le membra erano disarmoniose,
l’aspetto faceva compassione. Dov’era la bella, la splendida creatura, fatta a
sua Immagine e Somiglianza che egli stesso aveva creato? Dov’erano
la delicata armonia della sua figura e la grazia, sublime, delle forme? Tutto
era scomparso, apparentemente; l’aspetto deforme mostrava la traccia del
terribile peccato.
Nella
misera creatura Dio vedeva già quello che sarebbe stato: l’uomo che avrebbe
salito la china, che avrebbe lasciato dietro le spalle il
baratro del passato: sì, figli amati. Sì, figli carissimi: la deformità sarebbe
passata. Ci sarebbero volti tempo e fatica, ci sarebbe voluto un lungo
travaglio, ma la bella creatura, fatta per Amore, per la felicità, avrebbe
ripreso l’aspetto originario e sarebbe divenuta la splendida Immagine del suo splendido Creatore.
Figli
amati, questo è il tempo destinato alla sublime apoteosi dell’uomo. Non
attendetene un altro: è proprio questo, nel quale state vivendo. Il piccolo
resto, quello rimasto fedele a Dio, subirà la stupenda trasformazione, riavendo
in sé la bellezza originale, più quella aggiunta, per
ulteriore dono Divino. Esultate, figli. Gioite, perché Dio sta attuando in voi
il suo progetto. Esulta, amata figlia che già vivi sulla terra l’anticipo della
vita del Cielo, esulta e gioisci molto assieme a tutti coloro
che, per volontà Divina, hai preso per mano. Oggi il Cielo ti ha sorriso in
modo speciale: una soave rugiada è scesa dal Paradiso per bagnare gli uomini
prediletti della terra; Gesù vi ha abbracciato ad uno
ad uno ed Io con lui, in modo speciale l’amato figlio festeggiato.
Gesù
gli ha sorriso, radioso, mentre la sua mano si posava soavemente sull’amato
capo. Siate felici. Siate felici, in attesa di essere uniti, senza
più alcuna separazione.
Vi
amo tutti. Figlia amata, lodo il tuo zelo e la perseveranza. Continua ad essere il docile e prezioso strumento di Dio.
Maria
Santissima