Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
07.11.96
Miei cari
amici, venite a me e vi solleverò da ogni pena; venite a me e vi conforterò in
ogni dolore. Venite amati! Venite: vi fascerò col mio
Amore e non avrete più freddo, non avrete più fame, il tormento non vi toccherà
più. Siate miei! Siate miei nei pensieri; siate miei in ogni azione. Guardate
il mio Cuore aperto: in esso voglio accogliere ogni uomo; c’è posto per ogni
creatura prediletta. Vedete quanta pace c’è in me. Gustate quanta dolcezza offro
a chi in me si rifugia. Venite, miei diletti: vi offro ogni cosa, senza pagare.
Osservate gli uomini, guardate quanto sono esosi: si
fanno pagare il loro niente a caro prezzo. Io, Io, Dio, vi dono, invece, il mio
tutto, senza spesa alcuna; solo il vostro amore chiedo, solo un po’ di
gratitudine voglio. Vedo tanti che fuggono lontani da me e mi negano anche il
poco che chiedo: offrono troppo a se stessi e nulla a
me, Dio! Se li chiamo, non mi rispondono. Se li ammonisco, mi girano le spalle.
Se li voglio raggiungere con la mia tenerezza, essi fuggono ancora più rapidi.
Figli cari, come si sta comportando da insipiente il mondo: fugge, fugge da me per cadere nelle mani di chi non li ama, di chi
si prepara a tormentare per un tempo senza tempo!
Sposa amata, il
mondo mi sfugge, il mondo si prepara a consumare i più
grandi tradimenti. Il mio Cuore accoglie chi vuole entrare, non respinge
ancora, perché la porta è socchiusa; ma pochi rispondono al mio invito ed il tempo si consuma, giorno dopo giorno: attimi preziosi
che mai più torneranno, attimi preziosi, che saranno rimpianti tutta
l’eternità.
Godi, dolce sposa, godi in me: le gioie più splendide ti ho preparato; mai
avranno fine, perché in me tutto è meraviglioso ed eterno.
Vieni, diletta, vieni a fare un giro attraverso le strade del mondo: ti
mostro le grandi miserie umane, la stoltezza degli uomini che colgono l’attimo
per bruciarlo in intemperanze di ogni genere.
Guarda queste case
di lusso: qui il mondo degli stolti gode le gioie vane ed effimere. Segui
quello che accade dall’esterno. Dentro non ti conduco,
mia dolce sposa, perché il tuo sguardo non sia turbato da tanta immondezza. Ti
risparmio, diletta, gli orrori della degradazione umana.
Voglio, invece,
mostrarti la conclusione di queste vicende.
Vedi, sposa: uomini
e donne escono dall’edificio, ebbri e sazi del nulla che hanno consumato. La
mente è avvolta da fitta nebbia: vagano ancora come scimmie, stordite, che non
hanno l’uso del cervello e non hanno alcun sentimento nel cuore.
Osserva bene: mentre
stanno procedendo, va loro incontro un angelo, le cui vesti sono bianchissime.
Assieme a questa figura, eterea, ce n’è un’altra, ma con vesti nerissime. Il
primo si rivolge al secondo e dice: “La mia missione è finita; comincia la
tua”; scompare e resta solo quello vestito di nero. Attorno a lui,
immediatamente, compaiono altre figure simili, munite di pesanti catene e dai
volti che fanno orrore. I disgraziati vorrebbero fuggire, tanto è il panico che
li coglie; ma dove andare? Sono circondati, sono ormai incatenati, mentre
l’angelo dalle vesti candide non si vede già più. Gli altri, che fanno terrore,
si fanno sempre più numerosi e schiere si aggiungono a
schiere. I miseri vengono trascinati via; la terra
spalanca le sue fauci per inghiottirli e l’abisso di fuoco e di disperazione ha
le sue nuove vittime. Amata sposa, tu non vuoi guardare quello che avviene ora;
non temere, mia amata: sei con me. Gira pure il capo per non vedere lo strazio
di quei corpi, dilaniati dai demoni che si scompongono e si ricompongono in
forme mostruose, mentre orribili bestemmie si sentono gridare ovunque.
Amata, stringiti a me. Non aver paura,
sposa diletta. Ti ho mostrato il mondo dei disperati, dove vanno a finire coloro che bruciano la loro esistenza, rifiutando fino
all’ultimo istante la mia misericordia. Vedi: questo, terribile, tormento mai
avrà fine!
Le schiere nere sono
in grande numero sulla terra e si stanno prendendo tutti coloro
che già appartengono al male. Se passiamo a vedere quello che accade a quest’ora
in altri angoli del mondo, noti che si ripete la stessa scena: questa notte,
dolce, amata, sposa, l’inferno ha fatto buona preda. Così sarà d’ora in poi,
fino al mio ritorno. Schiere di demoni marciano per catturare coloro che si
fanno trovare senza la mia corazza, senza il mio nome, scritto sulla fronte.
Perché oggi ho
voluto rattristare la mia piccola con queste scene di morte? Il motivo è
evidente; la mia amata si trova, felice, tra le mie braccia amorosissime
e non può tremare. Tremino, invece, tutti coloro che
continuano ad operare il male, perché la rete, sottile ed invisibile, è pronta
a catturarli, uno dopo l’altro, uno all’insaputa dell’altro.
Non ci sarà
preavviso, non ci sarà ulteriore ammonimento: chi è
radicato nel peccato proprio in quella trappola cadrà, perché le tagliole sono
dovunque e da esse non ci si può liberare.
Tremate, stolti del
mondo, tremate, stolti, grandi e piccoli, miseri e potenti, che occupate posti
modesti oppure poltrone di alto prestigio: le schiere nemiche nulla temono;
entrano dovunque, passano attraverso le mura più
robuste ed abbattono le colonne più resistenti. Hanno l’ordine di prendersi ciò
che già a loro appartiene e di lasciare tutto quello che, invece, è mio, per
scelta. Il tempo, che ho concesso, per un gran numero si è consumato e altro
non ce ne sarà.
Non voglio chiudere
questo mio messaggio, lasciando un’ombra di tristezza nel cuore di questa mia
creatura prediletta, che tanto amo. Ti mostro un’altra scena che gioia
aggiungerà all’anima tua, già tanto gioiosa.
Guarda: una mamma sta per lasciare l’esilio terreno; il viso è pallido,
la parola diviene sempre più flebile. Intorno al suo letto i figli guardano il
volto di chi tanto li ha amati e non distolgono lo sguardo da esso: vogliono
stamparselo, bene nel cuore perché, tra poco, non lo vedranno più.
Lente lacrime,
silenziose, scendono dai loro occhi: la dolce mamma sta per lasciarli; colei
che tanto li ha amati se ne va, perché è giunta la chiamata! Ella
li guarda: quanta dolcezza in questo suo, ultimo, sguardo! Guarda i figli
addolorati, ma i suoi occhi vedono ciò che gli altri non possono notare:
intorno a quel letto di morte, lievi, figure angeliche circondano un’altra,
splendida, figura. Ella è la
Mamma, la Mamma del Cielo che è venuta a prendersi quella della terra. Le
sorride, la consola con dolcezza; poi, soavemente le porge la sua mano e la
porta con sé. Canti di gioia e di esultanza intorno: una nuova creatura è entrata nel Paradiso. Sul viso è rimasto l’ultimo,
dolcissimo, sorriso offerto come dono ai figli per sostenerli nel loro dolore.
Ecco, sposa amata,
la fine di chi tanto amore ha dato! Gioisci ed esulta. Offri il tuo amore ad ogni creatura, quello, che Io ogni giorno, a fiumi,
riverso in te.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera scritta
dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
07.11.96
La Mamma parla
agli eletti
“Venite a me”, dice
Gesù. Correte da lui, vi dico anch’Io. Quale dolcezza c’è tra le sue braccia!
Chi vi può offrire tanto?
Figli cari, è dolce
l’invito, è pressante l’invito; ma pochi lo capiscono:
chi gira da una parte, chi si precipita da un’altra, ma le direzioni non sono
quelle giuste. Voi conoscete, voi capite: voi neppure poco, poco deviate.
Sentite come canta il
cuore vicino a lui! Vedete com’è luminosa la mente, immersa nella sua luce!
Godete figli, godete e non temete i continui uragani
che si susseguono sulla terra.
Qualcuno trema; dice
fra sé: “Una volta o l’altra toccherà anche a me la bufera travolgerà anche
me”. Chi è tutto di Dio non pensi così: quale bufera può
cogliere l’uomo che vive nella fortezza Santissima? Gioia avrete, piccoli miei, gioia, senza limiti; ora è iniziata e
proseguirà, perché nel regno di Dio non vi sono burrasche né uragani, ma solo
esplosioni di gioia immensa.
Vi dico che vedrete intorno continue ribellioni, vedrete il mondo girare le
spalle al proprio Dio. Vedrete, spesso, le spalle dei vostri amici, anche dei
vostri amici: fuggiranno dagli uomini di Dio e se ne
andranno lontani. Rimarrete soli; ma non temete: schiere di angeli saranno i
vostri compagni, miriadi di creature angeliche i vostri, nuovi, amici.
Certo, non
rimpiangerete quelli che vi hanno abbandonato e non vi girerete indietro per
guardarli: proseguirete avanti, sicuri e felicissimi di ciò che sarà vostro.
Ecco: vi accompagno
in ogni istante della vita e vi sostengo nella battaglia. Non contro uomini combattete, non contro creature umane: sono gli spiriti del
male che operano contro di voi. Non gemete alle mie parole; se voi volete,
siete già vincitori su ogni forza avversa: avete in mano il vessillo Divino e
il suo segno è sulla vostra fronte. Procedete con coraggio: nessuno di voi,
amati figli, sarà sopraffatto!
Dio è imbattibile e
voi siete suoi, chiusi in lui. Quale splendida realtà è questa vostra, nuova, realtà! Tutto è dipeso da un sì, che avete detto un giorno e
che ripetete ad ogni istante.
Pensate, miei
piccoli, al mio sì: cambiò le sorti del mondo. Il Figlio di Dio venne ad
abitare in me, si fece carne nel mio seno purissimo e tutto mutò per l’uomo!
L’abisso aveva aperto le sue fauci; ma ora chi lo desidera può salvarsi, può giungere a Dio che prima era divenuto il Dio lontano.
Chi è di Gesù è del
Padre, è nella Santissima Trinità, nella quale c’è la
felicità infinita.
Godete, giusti di
tutta la terra; godete la gioia di essere nati, creati
da Dio, pensati dalla sua mente sublime, sostenuti in vita dalla sua bontà,
perdonati dalla sua misericordia, destinati alla sua gloria! Che può desiderare
un uomo, oltre a questo che già possiede, già sulla terra, prima ancora di
accedere al Cielo?
Quando camminate per
strada, pensate a questo, cantate nel cuore le lodi a Dio, esaltate il nome
Santissimo e adoratelo in ogni istante, senza interruzione: Egli merita la
dedizione completa, la donazione totale di ogni fibra del vostro essere.
Ecco per voi un
altro giorno di letizia, poi un altro ancora, fino a quando giungerà quello che
attendete. Cosa offrire a Dio per tanta e tale
felicità?
Vi dico, cari figli,
di offrirgli i piccoli tormenti quotidiani, la pazienza di sopportarvi,
reciprocamente, gli ostacoli, che incontrate sul cammino, le persone, più
petulanti, che vi esasperano, tutte le pene, insomma, tutte le vostre piccole
tribolazioni. Esse sono il fiore, fresco e profumato, che ogni giorno deponete
ai suoi piedi.
Proseguite e siate
lieti.
Vi
amo. Vi amo. Ti amo, figlia benedetta.
Maria
Santissima