Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

09.11.96

 

 

Amati, chi viene a me mai sarà deluso: Io, Io, Gesù, sono la luce che illumina il mondo, sono la gioia del vostro cuore, sono l’ossigeno della vostra anima. Senza di me, amici cari, nulla potete fare; chi non raccoglie con me disperde. Gli uomini di questa generazione si affannano molto per costruire, modificare, progettare; molto hanno fatto e di più ancora pensano di realizzare. Ciò che operano non ha come fine il mio servizio, ma solo il proprio servizio: si costruisce, senza di me, si modifica, senza il mio consiglio, si progetta, senza di me, si realizza! Io sono sempre il grande escluso! Amati, come potrà reggersi una società senza Dio? Vedo i cuori, scruto le menti, leggo ogni pensiero che sorge. Ne vedo spuntare in numero grandissimo nelle menti; ma essi sono volti al conseguimento dei beni materiali, alla cura degli interessi economici. Vedo ben poche menti che si rivolgono a me, ben pochi cuori che amano me, ben poche volontà che si adeguano a quella Divina. Ognuno segue una strada di comodo, non quella da me indicata! Amici cari, se gli uomini non si affrettano in questo scorcio di secolo a lavare le proprie vesti e renderle candide non accederanno, certo, al mio regno di felicità e d’Amore.

 

 

Sposa amata, tutto è pronto: ho preparato ogni cosa, nulla ho trascurato. La festa sarà splendida; mia diletta, non è opera umana, sempre imperfetta ed approssimativa, è opera Divina che è completa in ogni sua parte.

Sposa diletta, gioisci ed esulta nel mio Cuore, amoroso, e non gemere, se vedi nel mondo tanta stoltezza. Il convito è pronto e i miei angeli sono all’opera; ma i convitati non sono degni.

Ti dico, mia amata, che nessuno, che non abbia la veste candida, entrerà nella mia reggia.

Non condanno la debolezza dell’uomo, non condanno la debolezza in sé: essa è triste retaggio del peccato d’origine; condanno la grande malizia del cuore, l’astuzia degli astuti, la prepotenza degli arroganti, la superbia dei superbi. Chi cova malizia e non m’implora affinché sia liberato non entrerà al mio convito nuziale; chi agisce con astuzia nei riguardi del suo prossimo, con il palese intento d’ingannarlo, non entrerà nel mio regno. Nessun prepotente sarà accolto ed ogni superbo verrà respinto.

Amata mia sposa, questa generazione non si sforza di capire il mio linguaggio. Alcuni non si sforzano proprio, non pongono mente ad esso; altri, che pure lo ascoltano, non lo trasformano in vita: è come se non lo sentissero. C’è un processo involutivo non evolutivo, in senso spirituale. Al progresso scientifico e tecnologico corrisponde un regresso spirituale.

Sposa cara, amo immensamente ogni uomo. Come puoi constatare, ho permesso che egli si evolvesse in modo grandioso in questi ultimi tempi. Non a caso ho acuito l’intelligenza umana, ma perché fosse al mio servizio e cooperasse a preparare la terra ad accogliermi come Sovrano assoluto nel tempo stabilito. Ripeto con insistenza che il mio ritorno è vicino; ma le mie parole per molti, per moltissimi si perdono nel vento! Non si crede; quindi, non ci si prepara! L’esame, decisivo, è già alle porte; quanti l’hanno compreso?

Sposa amata, cosa posso fare per vincere la grande insipienza degli uomini di questo secolo?

Non farò più di quanto ho già fatto; lascio che ognuno mediti sulle parole che ho già detto e altre non ne aggiungerò. I miei canali resteranno ancora aperti e i miei strumenti a disposizione di chi li merita. Non temere, mia, piccola, sposa: non si perderà chi non vuole perdersi. Anche se le difficoltà aumenteranno, mai saranno insormontabili e chiunque crede in me, spera in me, ama ciò che Io, Io, Dio, amo, vedrà la grande luce che folgorerà ogni angolo della terra.

Sposa cara, il magnifico giorno si avvicina per tutti i, veri, figli di Dio, giorno di gioia ed esultanza infinita. Il grande Signore ha posto anche l’ultima pietra alla sua costruzione: nulla manca più ad essa.

Devono ora essere esaminati gli invitati che hanno avuto accesso alla sala delle nozze. Solo chi avrà avuto il mio permesso potrà restare; chi è entrato in modo differente me ne renderà conto. Finita la cernita, sposa amata, finita la cernita, che vedrà cacciati fuori gli indegni, saranno chiuse, definitivamente, le porte e inizierà la vera festa dei veri figli di Dio. Ognuno guardi attentamente il suo abito, osservi bene se può essere ritenuto degno di restare oppure rischi di essere cacciato.

Sposa mia, ogni uomo si umilii davanti a me, riconosca le proprie colpe e faccia severa penitenza. Chi si ritiene il primo rischia di divenire l’ultimo.

Un grande signore invitò alla sua casa un gran numero di convitati. Ognuno si scelse il posto, che desiderava; egli vedeva tutto e taceva; osservava e taceva. Quando ebbero finito di accomodarsi, diede uno sguardo intorno: alcuni troneggiavano sulle poltrone poste davanti; altri si assiepavano sugli sgabelli messi in fondo. I primi guardavano con disprezzo gli altri, ritenendosi degni di tale dignità; gli ultimi, invece, si sorridevano, felici di essere entrati in quella magnifica sala, anche se occupavano i posti più scomodi. L’uno diceva all’altro: “Sono felice d’essere qui. Non ho osato andare più avanti, perché il signore è assai potente ed io sono un misero. Già mi sento felice di occupare questo posto”. Quelli delle prime poltrone dicevano: “Mi sono preso il posto che mi spetta. Sono anch’io un grande signore, degno di avere la posizione d’onore”.

Ecco: si fa un grande silenzio; il re potente parla: “Ognuno è stato libero di scegliersi il posto, che ha ritenuto opportuno, ed io nulla ho impedito; vedo, però, che molti hanno agito con superbia e presunzione, ritenendosi degni dei primi posti, mentre non lo sono neppure degli ultimi. Alcuni, invece, che occupano gli ultimi, li ritengo io, io, il re, degni di stare dinanzi a me. C’è nella sala un mormorio confuso: ognuno commenta le parole del signore. Ci sono stupore e meraviglia. Il discorso, però, prosegue: “Amici cari, voi avete seguito una logica umana, quella del mondo, nella scelta dei posti: i più potenti tutti in prima fila; gli altri, man mano, in fondo. Qui le cose vanno diversamente: ognuno occuperà il posto secondo la mia logica. Venite, amici cari, che vi siete messi in fondo e siete esultanti e gioiosi di occupare anche l’ultimo posto. Vi siete stretti l’uno all’altro perché ci stiano più persone possibili; i primi, invece, sono così comodi da impedire a chicchessia di avvicinarsi. Ebbene, gli ultimi desidero che vengano davanti: li voglio vicino a me per conversare, direttamente, faccia a faccia con loro”.

Sposa amata, questo accadrà tra poco: chi si sceglie, presuntuosamente i primi posti sarà spostato sugli ultimi e chi umilmente si pone all’ultimo, ritenendosi indegno, sarà davanti a me e contemplerà il mio volto. Rifletta il mondo. Rifletta ogni uomo sulla sua condizione e si prepari.

Amica fedelissima, il nuovo giorno, che sorge, ti riempia d’immensa gioia.

Stringiti a me, amata sposa. Attendi, fiduciosa, e non tremare davanti ad alcun ostacolo. Immergiti, serena, nel mio oceano d’Amore.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

09.11.96

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli cari, Gesù è alle porte; ha già passato la soglia ed entra, entra per portare la gioia, entra per darvi la pace. La terra esulta, felice, sotto il suo morbido passo e il Cielo sussulta di gioia, vedendo la sua figura. L’Universo intero avverte la sublime dolcezza, conosce il profumo del suo Dio e lo esalta. L’uomo deve farsi trovare pronto, come convitato che si accinge a partecipare ad una grande festa; immaginate, figli miei diletti, di dovervi presentare, subito, davanti ad un grandissimo signore: cosa fareste? Certo, curereste ogni particolare del vostro corpo, vorreste essere impeccabili per fare una ottima impressione. Ebbene, fate conto che, tra breve, vi raggiunga l’invito. Siate sempre pronti, perché non vi sarà data in quell’attimo neppure una stilla in più.

Piccoli miei, il tempo di Dio è questo, il grande tempo suo, riservato per la realizzazione, piena, del suo disegno d’Amore. Vedete, miei cari, come passano i giorni, le ore, gli istanti: tutto fugge, rapidamente e sembra che non resti traccia dei vostri pensieri, delle vostre azioni, neppure vi ricordate ciò che avete fatto nel giorno che è trascorso. Eppure, miei amati, tutto è rimasto impresso in un nastro che non si cancellerà più: tutto è registrato, tutto è scritto in modo indelebile. Pensateci, prima di compiere qualsiasi azione; riflettete e non agite, senza prima capire bene ciò che fate. Quando scattate una fotografia, prima vi mettete bene in posa, guardate ogni dettaglio, quindi, procedete a scattare; qualora, invece, qualcuno, di nascosto, facesse una sorpresa, vi coglierebbe magari in un atteggiamento sconveniente che a voi dispiacerebbe molto. Guardando l’immagine, ci rimarreste assai male e direste: “Perché mi sono fatto cogliere in quella strana posa? Ora più nulla posso fare per cancellarla”.

Piccoli, capitemi: così sarà per ogni pensiero sostato nella vostra mente, per ogni azione compiuta. Come sarete orgogliosi del bene fatto; ma come sarete delusi del male operato! Risulterà tutto nella vostra “scatola nera”.

Figli cari, ecco, vi voglio mettere in guardia; sì, proprio così: oggi la Mamma vostra vuole aiutarvi a capire. Non solo davanti agli altri agite bene, non solo quando molti occhi vi scrutano; siate sempre corretti, siate sempre accorti: ovunque siate, qualunque cosa facciate, avete lo sguardo di Dio su di voi. Egli è onnipresente: dovunque andiate, vi accompagna.

Se gli uomini, finalmente, capissero questa grande verità non sarebbero così ipocriti. Si fanno grandi davanti ai loro simili, ma nel privato mettono in luce tutta la loro debolezza; non fanno alcuno sforzo per vincerla, paghi, come sono, dello sforzo fatto di apparire corretti. Figli amati, non dovete apparire solo: dovete esserlo, quando sapete che nessuno vi vede. Credete che nessuno vi veda; Dio, invece, osserva ogni cosa, senza essere osservato. Se tanti pensassero che dovranno presentarsi davanti al suo volto Santissimo, se pensassero che sono controllati da vicino, scrutati nel profondo, certo, cambierebbero vita e subito, subito si deciderebbero per Dio!

Questo, invece, non succede. L’uomo, senza nulla vedere, senza nulla sentire, deve agire come se tutto vedesse, se tutto udisse: mistero voluto da Dio, sublime mistero, che sarà svelato a tempo opportuno. Allora, però, accadrà come alla fotografia, più sopra menzionata: quella posa, che avete avuto non vista, proprio quella vi sarà davanti e nulla più potrete fare per modificarla. Nel silenzio della vostra stanza segreta meditate le mie parole e tenetele, poi, presenti per trasformarle in vita. Chi ha sbagliato non sbagli più. Dio è generoso, è splendido, è immensamente buono: egli stesso strapperà quelle immagini, che mai vorreste mostrare!

Vi amo. Vi amo. Preparatevi con cura, con letizia, con amore. Persevera, figlia amata, ed aiuta gli altri a perseverare. Ti amo.

 

                                                                                              Maria Santissima