Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
11.11.96
Eletti, amici cari, curate con grande attenzione la vostra anima; non colmate di
eccessive cure il corpo, come fanno i pagani che perdono il loro tempo in cose
vane e trascurano ciò che, invece, è necessario curare. Gli uomini di questa
generazione non badano al tempo, quando devono occuparsi del proprio corpo;
risparmiano, invece, anche l’attimo, quando lo debbono
volgere a me, Dio. Amici cari, gli idoli che questa generazione si è creata, sono molti; ma tutti, figli amati, tutti saranno
abbattuti e di essi non resterà alcuna traccia. Prima che giunga la mia mano ad
abbatterli, fatelo voi e volgetevi soltanto a me, adorate solo me. Non vi è
alcuna differenza tra un idolo fatto di gesso ed un
altro: l’idolatria può volgersi anche a se stessi, quando si considera il corpo
superiore all’anima, degno del massimo interesse e quando si ritiene il ventre
tanto importante da dedicargli molto tempo prezioso, quasi che fosse un dio da
osannare. Cari amici, questa generazione non ha capito, non capisce,
stenterà a comprendere, perché ha messo al primo posto ciò che invece starebbe
bene all’ultimo. È una società materialistica quella che continua a violare le mie
Leggi; se, in breve, non muterà comportamento, non solo toglierò poco per volta,
ma toglierò tutto, immediatamente.
Sposa
mia amata, ho diminuito i beni, dei quali può disporre
questa società ricca e sviata. L’ho fatto per indurre l’uomo ad allontanarsi
dalle vanità del mondo per volgersi a me, finalmente, che sono Il grande trascurato.
Mia diletta, anche con questo ammonimento nulla ho
ottenuto: gli uomini continuano a perdersi dietro alle ombre che fuggono, le
inseguono, illudendosi di raggiungere la felicità; ma esse lasciano il posto
alla più amara delusione, al vuoto più tremendo. Dietro una grande illusione c’è
una più grande delusione; seguono, poi, l’angoscia e
la disperazione.
Sposa
amata, Io, Io, Dio, indico la strada. Il mio fascio di luce non si è ritirato,
ancora. Indico al viandante la via da percorrere; ma non lo costringo a fare
ciò che dico. Il mio, terribile, nemico a sua volta va incontro al viandante,
proponendogli vie diverse, interessi di ogni genere, idoli da adorare al posto
mio. L’astuto sa dove colpire; il primo a destare il
massimo interesse è proprio il corpo: l’appagamento dei sensi è un allettamento
che ha sempre successo. Il nemico lo sa, insiste
quindi, senza darsi mai per vinto, prova e riprova ogni volta che vede una
possibile via di successo.
Sposa
amata, il malvagio fa quasi sempre segno, perché
questa è la grande debolezza umana.
Guarda,
mia piccola, come vive gran parte degli uomini che sono intorno a te. Quanti
curano con attenzione le cose spirituali e lasciano in secondo piano quelle
materiali? Esamina tutti i casi che ti circondano e fanne le deduzioni. Vedo il
tuo volto, mesto e sconsolato: ti accorgi di quanta superficialità, di quanta
vanità sono nel mondo, alla vigilia del mio ritorno. Dopo tutte le parole che
ho detto, dopo tutti i messaggi che ho mandato, si dovrebbe supporre di vedere
un mondo volto a curare con grande attenzione la propria salute spirituale,
trascurando il resto. Non è così e si vede che sta accadendo il contrario:
l’uomo cura il corpo che è destinato a perire e trascura l’anima che dovrebbe
essere circondata da ogni attenzione.
Guarda,
osserva, sposa amata: per le strade procedono, nel
vostro paese, ancora ricco, uomini ben curati, ben nutriti, vestiti
elegantemente. Guarda col mio sguardo dentro a questa
apparente realtà, quella vera: essi, in massima parte, nascondono in sé un’anima
povera, lacera, languente che chiede cura e cibo; ma tutto le viene negato.
Ripeto,
sposa amata, ripeto che ciò avviene alla vigilia del
mio, glorioso, ritorno, avviene poco prima del momento più grandioso della
storia umana. L’uomo, che cura solo il corpo e lascia languire l’anima,
immortale, dimostra di essere un grande stolto. Io, sposa amata, Io, Dio,
spezzerò ogni vaso per appropriarmi del suo contenuto: Io l’ho riempito per
riceverne, a suo tempo, capitale ed interesse. Scendo
ora sulla terra per prendere il mio e non trovo l’interesse né il capitale, ma un
vaso vuoto che a nulla serve se non a ridurlo in cocci e gettarlo via. Sì,
sposa: con grande dolore constato che tra quelli che
vivono questo tempo, grandioso, vi sono molti vasi senza contenuti, ben dipinti
in superficie, ma assolutamente vuoti! Dov’è l’intelletto, che ho donato loro?
Dov’è il cuore, che ho posto nel loro petto? In quali condizioni si trova l’anima,
che ho racchiuso nel loro essere? Non sono difficili le risposte. L’intelletto,
che aveva come scopo la comprensione di ciò che doveva venire usato al mio servizio,
si è volto, invece, a costruire cose vane ed inutili:
non ha assolto alla sua funzione. Il cuore, che doveva palpitare per me e per
la creatura da me prediletta, è divenuto un organo che non palpita per me né
per la creatura mia prediletta, è, invece, un covo di sentimenti negativi che si involgono e si svolgono, come serpi nel loro covo. L’anima,
il soffio Divino che dà vita all’essere, è languente,
geme e soffre, perché trascurata, abbandonata, ignorata.
Sto
per giungere a vedere l’uso che ogni uomo ha fatto dei miei doni, sublimi. Li
ho posti tutti dentro un vaso di cristallo, che è in mio potere lasciare oppure
togliere in un momento oppure in un altro. Ebbene, sposa amata, ogni giorno Io,
Io, Dio, mi prendo il contenuto di molti vasi, le mie
mani raccolgono ciò che in essi si nasconde. Quanti, che dovrebbero essere
traboccanti di ricchezza, nascondono il nulla. Sono vasi vuoti, senza
contenuto: tutto è stato sperperato! Che devo fare di questo involucro, senza
nulla dentro? La risposta è ovvia.
Piccola,
amata sposa, cosa posso fare ancora per questa generazione così, insipiente,
che già non abbia fatto? Basteranno le ultime risoluzioni a farla rinsavire?
Passa l’oggi, passa il domani, senza che nulla cambi.
Un grande tedio della vita ha colto l’uomo: quanti vi rinunciano perché non
sanno che farne? Non è questa, mia diletta, una vera e propria follia generale?
Che fare, quali nuovi canali aprire, se quelli che sono a disposizione non vengono utilizzati? Come far capire ai molti stolti il
valore di ogni esistenza?
Amata
sposa, chi non si vuole immergere nel mio infinito oceano d’Amore mai
raggiungerà la vetta, sublime, alla quale è chiamato. Chi non si brucia nel mio
fuoco, inestinguibile, mai si scalderà. Chi non si disseta alla mia fonte avrà
sempre sete.
Ebbene,
il mio Amore è pronto ad abbracciare ogni uomo, non desidera altro che
chiuderlo nel suo abbraccio. Il mio fuoco vuole abbracciare ogni creatura
prediletta. La mia fonte è ricca di acque purissime e fresche. Ognuno venga a me
e godrà di tutte queste delizie.
Sposa
amata, godi, gioisci, esulta. Ognuno, che segua il tuo esempio, godrà, gioirà,
esulterà con te.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera scritta
dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
11.11.96
La Mamma parla agli eletti
Figli
carissimi, Gesù vi parla dell’importanza dell’anima: ogni uomo deve vivere,
pensando a ciò che può aiutarla nel suo cammino verso Dio. Spesso i desideri
del corpo urtano con gli interessi dell’anima.
Il
corpo, certo, non va disprezzato: esso contiene l’anima, è creato così da Dio,
è amato da Dio, perché è parte della creatura che egli ha voluto, ha pensato,
ha creato. L’opera del corpo deve essere sempre in funzione della salvezza
dell’anima. L’anima nella felicità condurrà con sé, al tempo opportuno, anche
il corpo trasfigurato
e trasformato.
Amate
pure il vostro corpo, non laceratelo in penitenze inutili: Dio, figli cari, non
vi ha creato angeli senza corporeità, vi ha voluto con un corpo. Eesso è uno splendido dono Divino ed è anche un prezioso
talento da far fruttare per poi restituire a Dio come capitale più gli
interessi.
Gesù
Santissimo, però, ammonisce l’uomo d’oggi a non fare del proprio corpo un idolo
che possa sviare l’uomo e condurlo lontano da Dio. Quando al
mattino aprite i vostri occhi alla nuova luce, offrite, tutto intero, il vostro
essere a Dio e ringraziatelo per averlo fatto tale.
Qualcuno
mi dice: “Mamma cara, quando esso è armonioso, l’uomo è più propenso ad offrirlo a Dio; quando, però, è deforme, offeso, malato,
tutto cambia.” Piccoli miei, offrite il vostro essere
così, come egli l’ha voluto. Ricordate: colui che ha
più talenti di più ne deve restituire e con tutti gli interessi; chi, invece,
ne ha meno, meno ne deve restituire, ma sempre con i relativi interessi. A chi
poco ha avuto poco sarà chiesto; a chi molto ha
ricevuto in dono molto sarà chiesto indietro.
Piccoli
cari, se avete un aspetto bello e Dio vi ha dato il dono della bellezza,
godetelo, siatene lieti; ricordate, però, che vi sarà chiesto conto di ciò che ne
avete fatto. Se avete un’intelligenza viva e capite bene ciò che vi viene insegnato, benedite Dio, per questo. Usate pure a
vostro piacere l’intelligenza che possedete; ma sappiate che è un talento di
grande valore, una ricchezza, notevole, che dovete mettere a frutto per Dio. Se
sapete parlare in modo convincente e possedete saggezza e talento, benedite Dio
di tale grande dono. Usatelo a vostro piacere: siete liberi di dire, pensare
ciò che volete. Sappiate, però, che ogni parola e ogni
pensiero devono essere al servizio della causa di Dio.
Se
non possedete bellezza né tanto intelletto né parlare
ornato, non gemete, invidiando gli altri; offrite il vostro poco a Dio e beneditelo per ciò che vi ha concesso. Tacete. Adorate. Attendete.
Anche
voi siete strumenti, preziosi, dei quali Dio stesso si servirà per la gloria
del suo regno.
Chi
ha ricchezza e potenza in questo mondo, ma il cuore tutto aperto a Dio, non si
preoccupi, se egli ha detto che più facilmente un cammello passerà per la cruna
di un ago che un ricco giungerà in Paradiso; ponga tutto il suo avere al
servizio della causa Divina, adori Dio e segua il suo consiglio ogni volta che
deve far uso dei suoi beni. Vi dico, figli, che anche
quei beni contribuiranno alla sua ascesa al Cielo, nel regno della grande
felicità.
Piccoli
cari, in qualunque condizione vi troviate, ricchi o poveri, grandi o piccoli,
siete chiamati ad operare per Dio, per il suo trionfo
in ogni cuore. Amate, amate Dio e servitelo con zelo,
con ardore, con tutti voi stessi! Siate lieti dei doni ricevuti, non solo se
sono molti, ma anche se sono in numero più esiguo. Siate sempre in letizia, per
ciò che avete ricevuto, per ciò che ricevete.
Le
vostre labbra si schiudano per benedire, benedire,
lodare, adorare Dio.
Vi
amo. Ti benedico, figlia cara.
Maria Santissima