Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
17.11.96
Eletti, amici cari, godete le
gioie, che Io vi dono, ed esultate, perché il mio ritorno è vicino. Il mondo,
che mi ha seguito sulla croce e l’ha abbracciata con docilità e pazienza, si
salverà. Chi con me è salito sulla croce con me verrà nella gloria. Non vi sia
tristezza in voi, perché lo Sposo ha preparato ogni cosa nel dettaglio. Il mio
piano si sta dispiegando, grandioso, e per ciascuno ho preparato sorprese
meravigliose. Benedetto chi ha accolto con gioia il mio messaggio d’Amore,
beato chi l’ha trasformato in vita, perché ora godrà, non temerà gli assalti
del male, perché il nemico non si avventerà contro coloro
che mi appartengono. Il giorno è vicino, piccoli, che mi seguite; chi ha ben
attenti gli occhi può vedere, ormai, grandi segni dovunque. Chi ha orecchie ben
aperte può udire il canto che si alza da ogni angolo del Cielo e della terra:
annuncia il mio ritorno, annuncia il mio trionfo,
ormai, vicino. È restato poco per prepararsi. Chi si è lasciato prendere dalle
spire del nemico deve fare uno sforzo enorme, ora, per liberarsene: occorrono
forza e coraggio, grandissimi; non s’illuda di
riuscire a svincolarsi con facilità. Tuttavia, chi è disposto ad accettare con
docilità l’ultimo atto della purificazione, proporzionata alla colpa, potrà
ancora salvarsi.
Sposa
amata, non vedrai esultanza nei cuori dei disobbedienti, non vedrai più a lungo
la gioia sul volto dei gaudenti della terra: si spegnerà il sorriso e tacerà il
ritmo frenetico, poiché Dio, Io, Io, Dio, passerò con
la mia giustizia per le strade del mondo. Amata sposa, le ho visitate tutte, le
ho percorse tutte con la mia misericordia e gli uomini hanno visto, a lungo, il
mio volto amoroso, hanno goduto a lungo dei miei doni. Alcuni mai hanno alzato
gli occhi a me per ringraziarmi di quello che hanno ricevuto. Pochi “grazie” ho
udito dalle mie creature predilette, pochi, veramente! Ho atteso, ho perdonato,
ho continuato ad elargire la dolce manna; ma nulla è
cambiato: gli orrori più grandi li sta commettendo proprio l’uomo che più ha
avuto. Sposa amata, secondo logica, chi più possiede più dovrebbe offrire, chi
più ha ricevuto più dovrebbe porgere; ma non è così, non è proprio così: coloro che molto hanno nulla offrono, coloro che molto hanno
ricevuto sono i più avidi ed i più avari nei miei riguardi e in quelli del
prossimo. Ebbene, sposa, mia, amata, se molto ho dato, molto non darò più, se
ho elargito beni a non finire agli ingrati, non proseguirò a farlo: il grande
benessere dei ricchi si trasformerà in malessere; ad
uno ad uno, toglierò tutti i beni, fino a lasciare i ricchi privi di tutto.
Amata,
se la grande dovizia è divenuta solo ingratitudine, voglio vedere se la grande
povertà può, finalmente, far riflettere. Vedi: gli uomini si preoccupano tanto
delle cose del corpo e i maggiori problemi se li creano proprio per soddisfare
le esigenze del tiranno, che non riescono a dominare. La mia logica è assai
differente: miro all’anima; non abbandono nemmeno le esigenze del corpo delle
mie creature, ma, quando vedo tanto languore in esse, impongo sacrifici, anche
pesanti, ad alcuni con il fine di salvare l’essenza Divina che è eterna e viene così trascurata proprio in questo grande tempo che
precede il giudizio conclusivo. Procede con rigore la purificazione e ormai
ogni uomo l’ha pronta, ben proporzionata al suo operato.
Ecco l’occasione per riscattarsi del male operato: chi ha sbagliato in passato
sopporti con pazienza la sua croce espiatoria e dopo i primi tormenti, più
severi, vedrà alleviarsi le pene. Io stesso agisco sull’anima che si purifica,
Io stesso soffro con lei e le sto accanto per alleggerire il dolore. No, sposa
diletta, mai soffre, sola, la mia creatura: Io le sono vicino e la Madre Santa
è sempre con me.
Non
devono disperarsi coloro che subiscono le pene,
conseguenti l’errata concezione della vita; colgano, invece, il mio raggio
guida: nella mia luce capiranno gli errori del passato.
A
che serve, tu dirai, questo sguardo, volto a ciò che è trascorso, considerato
ormai inutile ogni rimedio? È molto importante, sposa cara, capire gli errori trascorsi
per non cadere più negli stessi, per vedere quali sono le tendenze verso le
quali si volge la propria debolezza, per accettare con umiltà le croci presenti
che sono spesso la conseguenza degli errori del passato. Gli uomini sono soliti
imputare a me i dolori e le pene, che subiscono; ripetono: “Signore, perché mi hai punito in tal modo? Perché mi hai mandato questo
castigo, tremendo?”
Molte
pene e tormenti sono proprio opera dell’uomo stesso che ha agito con
superficialità ed insipienza. Le croci che, permetto,
sono sopportabili ed adeguate alle forze; ma quelle
che gli uomini impongono agli altri sono enormi, sproporzionate e schiacciano.
Guardando
le proprie colpe passate, ogni uomo può capire la sua situazione presente ed accettarla. Ad un esame attento,
ciascuno si accorgerà che la mia mano è stata assai leggera e la mia
misericordia, nei suoi riguardi, senza limiti. Ognuno può constatare
che la pena che avrebbe dovuto subire è stata alquanto alleviata e le
sofferenze attenuate ed abbreviate.
Capiscano,
finalmente, gli uomini, pieghino il capo, pentiti, e supplichino il mio
perdono, accettino la purificazione che, per quanto
rigorosa sia, fa trasparire sempre la mia infinita bontà. È un Padre amoroso
che agisce sui figli, mai un patrigno, crudele; lo capiscano gli stolti che
osano ancora alzare il capo contro di me, attribuendomi gli errori che essi
stessi, di loro volontà, hanno commesso.
Amata
sposa, voglio perdonare, voglio ancora perdonare chi
si pente delle proprie colpe, ma con dolore vedo che molti non sono per niente
pentiti; si accostano al sacramento della riconciliazione senza neppure capire
bene quello che fanno: non c’è proponimento sincero, non c’è desiderio di
cambiare, non c’è pentimento profondo. Operano il male e non provano dolore,
per avermi tanto offeso: sono pronti a rifare, dopo un attimo, ciò di cui si
sono confessati.
Sia
ben chiaro: non avrà perdono chi non si è pentito e non avrà la pace chi non si
accosta a me con umiltà. Voglio proponimenti sinceri; voglio
lo sforzo di migliorare! Piccola cara, i cuori ardenti sono pochi; anche tra coloro che dicono di appartenermi vi sono tanti tiepidi,
tanti che agiscono più per abitudine che per amore. Ebbene, grazie speciali verranno elargite a costoro perché la loro tiepidezza possa divenire
fervore. Lo sai, piccola, tante volte l’ho ripetuto: i tiepidi non sono né
freddi né caldi, mi disgustano e non entreranno a far parte del mio regno di
gioia. Non li voglio, tuttavia, abbandonare in questo tempo di misericordia:
donerò grazie speciali. Se le sapranno cogliere, vinceranno;
se resteranno tali e quali, non entreranno nella mia gloria.
Mia
amata, apri gli occhi e guarda ciò che accade intorno. Aiuta chi si rivolge a
te. Metto sulle tue labbra le mie parole: sei il mio, amato strumento e di te
mi servirò per rinnovare la terra. Chi ha preso la tua mano, che è la mia mano,
e poi la lascia corre il più grande pericolo, perché
all’angolo, ben celato, c’è il nemico, pronto ad assalirlo. Egli si teneva
lontano, per il terrore di me; ma, quando vede la preda, senza protezione,
l’assale subito e per essa non resta speranza. Prosegui con gioia, con pace,
con amore: è la mia gioia che è in te, la mia pace, il mio infinito Amore che
ti guida.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
17.11.96
La Mamma parla agli eletti
Piccoli,
amati piccoli, guardate pure il vostro passato, non
però per farvi prendere dagli scrupoli, se esso è stato un pochino turbinoso;
sia, invece, anche questa un’occasione per lodare e benedire la grandezza di
Dio.
Pensate
a quali stupendi doni vi ha offerto, esaminate ogni
istante del passato e potrete ben notare che le gioie, provenienti da Dio, sono
state innumerevoli e i dolori, al confronto, assai modesti e di breve durata.
Perché vi parlo di doni infiniti? Vi parlo per farvi comprendere che tutto ciò
che possedete è dono Divino: pensate alla luce che, dolcemente, al mattino filtra dalla vostra finestra; pensate ai vostri
occhi che la possono vedere, godere; pensate al vostro cuore che batte nel
petto e vi fa vivere ed avere la forza di lodare Dio, di amarlo, di fremere
d’amore per lui.
Vi
ho fatto dei piccoli esempi; ma, se volessi proseguire, mai giungerei
a conclusione, tante sono le tenerezze che usa per voi l’Altissimo. Non
solo per voi, eletti: per quanti uomini della terra ne usa ogni giorno?
Piccola, amata figlia, chi ci pensa a questo? Chi riflette su questo?
Sento
gli uomini dire: “Quante pene ho, quanti problemi,
quante tribolazioni! Mai ho goduto! Ho sempre sofferto! La vita è solo dolore,
mai gioia! La vita è tribolazione soltanto, mai esultanza!”
Riflettete
sulle parole che prima vi ho detto e provate a contare i doni ricevuti; vi dico
che, per quanto sforzo facciate, non riuscite a tenerne il conto, tanto numerosi sono! Gli uomini tendono ad
esaminare, attentamente, solo il poco che dànno, mai il molto che ricevono. Vedo
figli uscire dalla Santa Messa domenicale paghi e sazi, perché sentono di avere
dato molto, assai, molto a Dio, avendogli offerto i trenta minuti di scarsa
attenzione. Sono paghi per avere fatto – come essi
dicono – il loro dovere; altro non intendono aggiungere, perché sarebbe troppo,
sarebbe esagerazione, sarebbe esaltazione!
Quanti,
figlia cara, quanti fanno tali ragionamenti! In compenso, quando pregano chiedono a Dio infinite grazie, preparano un
lunghissimo elenco ed aggiungono: “Vedi, Signore: io faccio il mio dovere ogni
domenica; anzi, qualche volta, durante la settimana mi affaccio alla Chiesa per
dire qualche preghiera. Vedi, Dio: più di così non posso, il tempo non l’ho, ho
proprio tanti impegni in casa, fuori; poi, c’è un pochino di svago, la
compagnia degli amici, le vacanze distensive, ecc. ecc.
Questi
i discorsi, che odo, frequentemente; ebbene, a costoro dico: pensate a quanti
doni ricevete ogni giorno da Dio. Pensate a quanta larghezza egli dimostra nei
vostri confronti; non lesina, certo: offre con incredibile generosità! Pensate per un attimo se egli fosse “avaro”, come molti sono nei
suoi confronti; dovrebbe dire: “Figli cari, vi ho già offerto tanto. Che
volete di più? Ora tolgo questo, tolgo l’altro, diminuisco un po’.”
Mai
fa così il Signore con voi, perché è generoso, splendido, Padre, tenero e
premuroso! Perché non volete essere anche voi simili a lui?
Date!
Date! Figli di tutto il mondo date con generosità il vostro tempo, ponete lui
al centro della vostra vita e negli spazi restanti tutto il resto. Vi dico che
egli dilaterà questi spazi e ci starà tutto; aumenterà le vostre energie e
potrete operare, senza sentire mai la stanchezza. Chi lavora per Dio ne avrà in
cambio il centuplo, il centuplo già subito, dopo, poi, la felicità infinita di
vivere sempre con lui, contemplando il suo volto, “faccia a
faccia”. Date, generosamente, a Dio che merita tutto. Lodo i piccoli,
miei, che già questo stanno facendo. Gesù sorride loro; vi dico, amati, che questo sorriso basterebbe
a ricompensarvi di qualunque sacrificio. Voi ancora non lo potete gustare, se
non nel cuore; ma non passerà molto che lo godrete e la felicità sarà immensa!
Vi
amo. Ti amo.
Maria
Santissima