Opera scritta dalla Divina Sapienza
per gli eletti degli ultimi tempi
20.11.96
Eletti, amici cari, venite a me e
vi darò la pace, venite a me e vi darò la gioia, venite a me e vi riempirò di
ogni bene! Sia sereno il vostro cuore e luminosa la mente per comprendere il
profondo significato delle cose che stanno accadendo: ogni fatto, che avviene,
vuole dire qualcosa, è un messaggio, che Io mando per avvertirvi che il grande
giorno è ormai assai vicino. Le enormi sofferenze di migliaia di persone vi
parlano di corsa al profitto, di egoismo, di odi e
disprezzo della vita altrui. È vero, piccoli miei, che
questo è stato sempre nella vita della società umana; ma ora, più che in
passato, il male è divenuto un oceano che invade ogni continente. Siate
accorti; supplicate ed implorate perché i grandi mali,
che colgono certe popolazioni, non giungano fino a voi. Il male altrui deve
indurre a prevenire i propri. Non pensate che nulla possa accadere ai popoli
più evoluti; non illudetevi che le grandi tragedie siano solo destinate al
mondo sottosviluppato: ognuno corregga se stesso e si volga umilmente a me per
avere luce e consiglio. Se il mondo, evoluto e superbo, non modificherà presto
il proprio comportamento, ai ricchi accadrà ancora peggio di quanto non stia
accadendo ai miseri.
Sposa
amata, questo ultimo tratto di strada, che l’Umanità
deve percorrere, prima del mio ritorno glorioso, non sarà certo piano per
tutti; anzi, i massimi ostacoli il nemico li ha riservati proprio qui. Il suo
piano si snoda preparando odi e vendetta, assalti di ogni genere, tormenti che
non risparmieranno alcuno.
Sposa
amata, come ben sai, il nemico nulla può fare, senza che Io, Io, Dio, lo
permetta. Nessuno, che è mio, pensi a lui come ad un
soggetto autonomo che opera quello che vuole, quando
vuole.
Gli
uomini avranno sempre ciò che si sono cercati con il loro stesso comportamento.
Chi
persegue una via di male e ben l’ha compreso è inutile
che s’illuda che tutto gli vada bene, è inutile che creda di proseguire
all’infinito, senza mai saldare il conto a me che sono il giudice perfetto,
davanti al quale tutti si devono presentare! Ecco che il gran male, che è
esploso ovunque, sta sviluppando le sue conseguenze in ogni parte del mondo.
Vedete il dolore ed il tormento dei popoli più
arretrati che si dilaniano fra di loro, senza pietà, e pensate: “Certo, a noi
questo non può accadere, perché il nostro paese è industrializzato, è ricco, è
sviluppato!” Non illudetevi uomini ricchi; non pensate così, potenti, che
vivete nell’agio e fornite armi ai miseri per arricchirvi! Vi dico che, se non
modificherete il vostro comportamento, per voi ci sarà una sorte ancora
peggiore della loro! Se i poveri si dilaniano, i ricchi divengono sempre più
potenti, giocando sulle loro miserie: sposa cara, tanti, tanti paesi sono
responsabili delle grandi tribolazioni dei popoli in via di
sviluppo. In essi ci sono una grande ignoranza ed
arretratezza, volute da coloro che, diversamente, non potrebbero dominare e
sottomettere.
Il
mio sguardo penetra, profondamente, nei cuori: se gli ipocriti riescono ad ingannare gli uomini, certo, però, che non riescono con
me, Dio, che ho contato persino i loro capelli!
I
grandi mali che fanno gemere non sono opera mia: non Io, Io, Dio, colpisco così
duramente le creature più deboli; Io, invece, le sostengo, le conforto, le
guido alla salvezza. Sono gli stessi loro simili che schiacciano per emergere,
che opprimono per accumulare tesori su questa terra. Chiederò conto, al mio
ritorno, chiederò conto di tutto: il povero non sarebbe tale, se il ricco si fosse
privato di un po’ del suo per aiutarlo!
Sposa amata, ripeto da venti secoli le
stesse cose ma, come vedi, ben pochi le hanno comprese: sulla terra gli
affamati sono in gran numero: il mondo guarda e parla, ma poco opera per
alleviare questi mali, vergognosi. Sul pianeta c’è cibo per tutti: perché
ancora gran parte della popolazione langue, mentre solo una minima parte si può
nutrire, fino alla nausea?
Sposa
amata, sto avvertendo tutto il mondo, sto chiamando
ogni uomo al suo dovere: chi ancora non ha compreso comprenda e chi si è
tappato le orecchie per non udire le apra bene, acuisca anche la vista, perché
Io, Io, Dio, parlo anche attraverso questi segni. Chi ha doni a coloro che sono privi di risorse, doni con generosità a
quelli che vivono miseramente; doni, doni in silenzio, mostrando solo a me,
Dio, il suo cuore generoso.
Piccoli miei, ognuno è
chiamato in questo grande tempo a fare ogni sforzo per sollevare i miseri, non
quelli lontani, lontani: prima occorre provvedere a coloro che ciascuno ha intorno.
Non chiudete le mani al fratello che soffre, non chiudete il cuore al prossimo
che, silenziosamente, vi chiede. Figli cari, siate grandi e generosi: vi sarà
dato in proporzione a quanto anche voi avete offerto agli altri. Ebbene, in
questo, ultimo, tempo vedrete intorno a voi grandi
necessità: aumenteranno i miseri, a dismisura. Le miserie, delle quali intendo
parlare, non sono solo quelle materiali, ma di ogni
genere; ecco, miei piccoli, siete chiamati a provvedere, siete chiamati ad
agire, senza che nessuno che abbisogni, resti deluso. Vedete i grandi della
terra come vivono, ancora sicuri, nelle loro lussuose
dimore: pensano che così proseguirà all’infinito; invece, la loro poltrona già
sta tremando ed il loro potere sta per essere rovesciato.
Non
è uomo che può tanto, non è un simile che ha un potere assai limitato e
circoscritto; è Dio questa volta, è Dio stesso. Sono Io, Io, Dio, che mi sono
alzato per mutare le sorti del mondo!
Ancora
un poco, poco, poco i potenti saranno ancora chiamati così: chi ha preso deve
restituire, chi ha rubato deve dare indietro, fino
all’ultimo spicciolo!
Chi
ha usurpato sarà costretto a riparare. Ognuno faccia
un approfondito esame di coscienza e ripari subito, da solo, prima che giunga
Io a ricordargli il suo dovere. Chi ha preso agli altri si affretti a riparare.
Chi possiede ciò che non gli spetta non perda neppure un attimo: dono a tutti
il tempo necessario per riparare i danni provocati dal grande egoismo. I ricchi
vedranno intorno a sé miserie a non finire: non stiano a
guardare, tenendo stretti a sé i propri beni! Dono a tutti l’occasione
di riparare e mutare vita, perché sarà severo il giudizio per coloro che si
sono comportati come il ricco Epulone. Sposa cara, il tempo stringe assai: chi
deve riparare lo faccia senza indugio. Per molti Io, Io, Dio, verrò come un
ladro, senza preavviso: sorprenderò il servo ozioso ed
indolente e lo punirò, severamente.
Ecco, piccola, un’altra, grande,
giornata d’Amore, da vivere stretta al mio Cuore.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera scritta dalla Divina
Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
20.11.96
La Mamma parla agli eletti
Piccoli
cari, il mondo che geme, per le grandi sofferenze, deve
far pensare a quello che gode e si disinteressa. Non avvengono queste cose
così, senza un precedente: le colpe della miseria dei più sofferenti devono
attribuirsi ai più ricchi che hanno fatto troppo poco e si preoccupano assai
del benessere di se stessi, dei figli, dei più prossimi, ma non si accorgono
che spesso questo benessere è stato costruito a scapito dei più diseredati che
accumulano debiti enormi che non possono più pagare.
Popoli,
ricchi e stracolmi di ogni bene, non pretendete il pagamento, esoso, dei debiti
contratti dai più deboli: condonateli! Fatelo: ne avete possibilità! Fatelo: ne
avete l’occasione! Fatelo: ne avete ancora il tempo! Condonate i debiti ed poveri saranno più sollevati. Condonate i forti debiti ed i miseri potranno trovare sollievo. Condonate i debiti ed il Signore della storia, il dolcissimo Signore, ma anche
il perfetto giudice, condonerà i vostri debiti, quelli che vi stanno portando
sull’orlo del baratro.
I
miseri rischiano la morte, per fame, ma andranno incontro ad
un giudizio benevolo da parte di Dio che ha contato le loro sofferenze: neppure
una lacrima innocente va perduta, neppure un piccolo sospiro resta dimenticato.
Voi, invece, rischiate una severissima condanna, perché, potendo fare, niente
avete fatto; potendo alleviare, niente avete
alleviato; potendo molto, siete restati nell’inerzia, senza muovere un solo
dito.
Piccoli miei, le
ingiustizie, palesi, che sono sulla terra gridano vendetta al Cielo e non
rimarranno impunite né le più grandi né quelle minime.
Sia
pronta l’Umanità, sia pronta a saldare davanti a Dio.
L’uomo può essere ingannato, l’uomo si lascia corrompere, l’uomo accetta oro in
cambio di ingiusti favori; ma l’Altissimo non può
essere né ingannato né corrotto. Chi ha sbagliato si corregga, metta mano ai
suoi beni e li offra a chi ha defraudato; subito, lo faccia, prima di vedere il
volto, severissimo, di Dio che non perdonerà chi non ha perdonato,
non condonerà a chi non ha condonato, non avrà misericordia alcuna di chi ha
agito senza misericordia!
Piccoli,
tanto amati, pagate, subito, i vostri debiti; pagateli,
senza fare attendere. Pagate e vivete sereni. Quando vedete intorno a voi il
bisogno, aprite, generosi, la mano al misero, il cuore a chi soffre. Date col
sorriso; date a chi chiede, insistentemente, perché
nessuno gli ha porto nulla.
Vedete
intere popolazioni morire di inedia: per quelle, poco
potete fare, se non affidarle con la preghiera alle mie cure amorose. Fate
questo per i lontani, che in nessun modo potete raggiungere; ma operate, anche
fattivamente, per i vicini che vi tendono la mano: date ciò di cui abbisognano
e fateli sorridere, consolateli, confortateli, amateli col
Cuore di Gesù. Questi miei messaggi, che Dio concede a voi, siano colti nel
loro più profondo significato e trasformati in vita.
Ciò
che date vi sarà restituito, centuplicato, subito, ciò che offrite vi verrà offerto: nulla va perduto di quello che fate, per
Amore di Dio.
La
grande festa di Natale si avvicina: fate, come se questa fosse l’ultima grande
occasione per voi di aprire il cuore al prossimo. Siate sobri in un mondo di
spendaccioni, siate sobri in un mondo, vergognosamente, consumistico. Dividete
il vostro con i sofferenti, che conoscete; fate godere più che vi riesce il
prossimo con le gioie, pure e sante, che anche voi ricevete da Dio.
Prendete
e donate; fate buona scorta e, poi, offrite con
larghezza. Gesù sorriderà, felice, e le molte piaghe lo faranno soffrire meno!
Vi
amo. Ti benedico in modo speciale, figlia cara.
Ti
amo.
Maria
Santissima