Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

07.12.96

 

 

Eletti, amici cari, procedete con gioia, procedete con sicurezza il vostro cammino dietro di me. Non vi spaventi, miei cari, l’approssimarsi della fine, ma v’induca alla profonda riflessione. Riflettere non significa rattristarsi, riflettere non significa entrare nella più profonda mestizia; anzi, deve avvenire proprio il contrario. Riflettere a lungo su ciò che deve accadere significa prepararsi al lungo abbraccio con me, Dio, che tanto, tanto vi amo. Le cose presenti devono giungere a conclusione per lasciare il posto a quelle future di tutt’altro genere. Vedete, miei piccoli, come il mondo si sforzi di dimenticare qual è la sorte di ogni uomo. Vedete come ognuno si sforzi di evitare il pensiero della conclusione. Gli uomini di questo tempo sono degli ebbri che continuano ad inebriarsi per scordare ciò che vorrebbero dimenticare. Piccoli, amici fedeli, per voi non sia così. Se il mondo è insipiente, voi siate saggi, sapienti ed accorti: state giocando gli ultimi minuti della vostra partita e tra breve si sentirà il fischio dell’arbitro. Cosa fanno i calciatori negli ultimi momenti, che ancora sono concessi? S’impegnano a fondo, non pensano che a concludere con la vittoria, studiano ogni mossa, calcolano ogni situazione, desiderano essere trionfanti sull’avversario.

 

 

Sposa amata, state giocando gli ultimi minuti della vostra, grande, partita; ora state decidendo di un futuro che non sarà limitato nel tempo, ma eterno. Riflettete, bene, sulle mie parole. Riflettete, piccoli cari.

Pensate che ogni vostro istante di vita decide per l’eternità. Il presente è ancora nelle vostre mani e può essere mutato; il futuro sarà immutabile, perché la scelta di oggi sarà scelta definitiva.

Vedete, piccoli cari, vedi, mia diletta sposa, come passano rapidi i giorni, le ore, i minuti, ogni istante: mentre ci pensi, è già fuggito e non puoi più riutilizzarlo. Dopo questo tempo, non vi sarà un altro, supplementare; questo, sposa amata, questo concedo a questa Umanità, così distratta, così superficiale, così svagata, così gaudente, gaudente nella massima insipienza.

Voglio dare un godimento diverso ad ogni uomo. Voglio che la felicità non sia quella solo di un istante che lascia, poi, una lunga scia di amarezza; voglio donare una gioia senza fine, una felicità senza limiti. Voglio restituire all’uomo ciò che un giorno gli ho tolto, per sua colpa, per sua indegnità.

Sposa amata, l’uomo, che in questi ultimi minuti sceglie bene e persevera fino in fondo nella sua giusta scelta, vedrà l’era felice, veramente, l’era della grande felicità, della quale parlarono anche i pagani.

Quando Adamo cadde nel grave peccato che avrebbe dovuto cambiare completamente la sua sorte, Io non lo lasciai disperato, volli mettere in fondo al suo cuore il seme della speranza, volli che capisse che non tutto era perduto: sarebbe giunto un giorno, uno splendido ed unico giorno, nel quale l’uomo avrebbe riavuto tutto ciò che per il momento era perduto. Sì, sposa amata: il primo uomo capì che gli ultimi avrebbero goduto il bene da lui perso, con l’aggiunta di altro, da me guadagnato con l’incarnazione. La seconda sorte sarebbe stata ancora migliore della primissima, perché il Dio, incarnato, avrebbe con la sua presenza, con il suo sangue benedetto per sempre la terra. Adamo nel profondo del suo essere continuò a sperare e trasmise questa sua speranza ai posteri. Nessun uomo l’abbandonò mai, nessuno del passato, nessuno del presente: tutti desiderano un cambiamento, tutti. Ciascuno, a modo suo, sogna un Eden, sente nel profondo che verrà quel giorno e che l’uomo deve giungere a godere la grande felicità che ha sempre inseguito, senza poterla avere. Quel seme originario ora ha messo i suoi germogli, ma l’acqua che lo fa crescere non viene sempre dalla mia fonte purissima: l’antico nemico, il serpente, invidioso, ha agito e continua ad agire, indefessamente.

Ecco che gli uomini sono divisi in due schiere: la prima che guarda a me, attende da me, Dio, spera in me e si adagia nel mio Cuore per goderne il dolce palpito; c’è l’altra schiera che si è lasciata conquistare dal mio avversario. Questa usa la mente per inventare favole, stolte, ed inebriarsi del nulla per dimenticare la realtà. Nascono, quindi, le teorie sulla reincarnazione, sull’immortalità, ottenuta con magie di vario genere; altre sciocchezze si aggiungono a queste: inganni, tremendi, che fanno sì che gli uomini vivano come ebbri e muoiano come insensati.

Sposa cara, lo sai, più volte te l’ho detto: prima del trapasso, concedo qualche attimo per pensare e decidere; ma questa mia grazia può venire colta oppure lasciata cadere. Anche in quel momento occorre avere una determinata preparazione. Se l’uomo si è lasciato annebbiare da tante sciocchezze come può rispondere, adeguatamente?

Occorre scegliere bene, finché esistono la piena consapevolezza e la grande lucidità. Mai si aspetti, sposa amata, quell’ultimo attimo, breve e fuggitivo, ma si giunga ad esso già pienamente consapevoli della scelta da fare. Essa è, in genere, la somma delle altre, già fatte.

Anche oggi una nutrita schiera di anime dovrà lasciare i remi in barca e passare sull’altra sponda: questa è la mia volontà. Per questi il tempo è scaduto e l’arbitro ha suonato la fine della partita.

Hanno deciso da sé la sorte ed ora seguono il percorso che si sono tracciati.

Ora la partita continua, ancora, per altri: essi sono “fuori gioco”. Domani sarà la volta dei seguenti e così, di seguito, finché resteranno gli ultimissimi calciatori. Ebbene, allora, allora, essi giocheranno una partita tutta nuova, senza vinti né vincitori: Io, Io, Dio, detterò la nuova legge da seguire e le nuove regole da praticare. Beati quei calciatori, perché giocheranno una partita veramente nuova, veramente divertente, profondamente emozionante!

Sposa amata, prega, incessantemente, perché in campo ne restino in gran numero; Io lo desidero ed ho creato le condizioni ideali per ottenere questo risultato. Ognuno colga l’occasione, propizia, che gli si offre. Ognuno la colga, senza perdere neppure un istante.

Sposa diletta, resta abbracciata a me e non pensare a nulla che possa rattristarti. Trova in me la tua gioia. Riversa in me le tue pene: Io, Io, Dio, le trasformerò in delizie.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

07.12.96

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Miei piccoli, miei amati, calcolate la brevità del tempo che vi resta e riflettete sulle parole di Gesù: vi ha parlato di una partita, che si sta giocando, una partita che, ormai, volge a conclusione. Bisogna studiare attentamente le mosse, proprio come fanno i giocatori che si disputano una gara assai importante: mai cessano di osservare ciò che accade, perché basta poco per essere sconfitti.

Piccoli cari, siate accorti. Piccoli miei, state attenti: le partite di pallone sono molte ed alla sconfitta di una può seguire la vittoria di un’altra; ma di vita ne avete una sola, non una seconda, non una terza, ma una sola, unica. Ogni uomo ha a sua disposizione un numero limitato di giorni, ore, minuti, istanti.

Ben pochi si rendono conto di tutto ciò; ma ora occorre che il mondo si svegli dal torpore ed apra, bene, gli occhi per vedere cosa sta accadendo e sentire ciò che si sta dicendo. Per tutti qualcosa di nuovo accadrà. Per tutti qualcosa d’inconsueto avverrà.

Quando aprite gli occhi al mattino, pensate; quando li chiudete alla sera, riflettete. Benedite il giorno che nasce, benedite il giorno che muore ed offrite ogni ora, ogni attimo a Dio che ve l’ha concesso. Offritelo, pieno del vostro ardore, delle vostre splendide azioni, dei soavi pensieri, volti certo all’Altissimo, ma anche a tutte le sue creature.

Amate, perché egli vuole l’amore. Amate, perché egli è l’Amore. Amate, perché nell’amare con cuore sincero siete più simili a lui. Riempite ogni istante di vita, che ricevete, di amore per Dio, per le sue creature predilette, per le più piccole, le più umili.

La partita sta per finire. Gesù l’ha detto con chiarezza ed Io lo ripeto con lui; ma, se avete amato, la vittoria sarà la vostra, perché il giudizio verterà sull’amore, sull’amore, dato a Dio ed al prossimo. Tutto verrà conteggiato, proprio tutto verrà tenuto in debita considerazione.

Se vi tenete lontano da un nemico, non sarete ritenuti per questo colpevoli; ma, se nel bisogno l’avete ignorato, se in cuore l’avete odiato, allora, allora dovete risponderne a Dio.

Siate vicini ad ogni misero col cuore; siate vicino ad ogni potente sempre col vostro amore. Intercedete per l’uno e per l’altro presso Dio.

Il primo è schiavo del peccato; il secondo spesso lo diviene per compiacere gli uomini, quindi, diviene schiavo dell’uno e degli altri: è due volte schiavo. Guardate con gli occhi del cuore l’avversario, che avete davanti: è un uomo come voi, ma in lui agisce il nemico di Dio che strazia e dilania il suo essere.

Supplicate perché le potenze del male siano messe in fuga, perché gli uomini riescano a liberarsi da tale lebbra che sta coinvolgendo molte parti del genere umano. Incessante salga a questo scopo la vostra preghiera a Dio: ogni uomo sia vincitore e la partita si concluda senza vinti.

Ecco, figlia cara, come vedi, il sole è declinato all’orizzonte; mai tramonti, però, nel vostro cuore: sia sempre avvolto dalla vivida luce Divina e non scendano le tenebre, le cupe tenebre che fanno smarrire!

Vi amo, piccoli miei. Si avvicina la festa che mi vede come Madre concepita senza peccato originale: sia benedetto Dio Altissimo che ha compiuto tante meraviglie in me e tante ne compirà, se voi volete, anche per ciascuno di voi!

Ti benedico, figlia, assieme a chi hai di più caro.

 

                                                                                              Maria Santissima