Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

14.12.96

 

 

Amici fedeli, miei amati, preparatevi in questa vita, nella vita che ora state vivendo alle sublimi gioie del Paradiso. Giorno per giorno state preparandovi e sarete ben desti, quando Io, Io, Dio, verrò, se saprete far tesoro delle mie parole. Come vedete, Io già sono in voi, Io regno nel vostro cuore, sono presente ed opero nel vostro essere. Opero anche in coloro che non mi hanno ancora conosciuto, non per loro colpa, ma anelano a me nel profondo del proprio essere, mi chiamano, mi desiderano con gemiti continui, seguono le mie Leggi che hanno scolpite nel cuore. Piccoli cari, vi ho detto che il Paradiso incomincia già in terra. Vi dico, amati, che è già iniziata la vita felice per chi ha scelto me. I piccoli fastidi, i minimi tormenti saranno ancora presenti per un po’; ma essi mai potranno cancellare la gioia che sboccia nel profondo della vostra anima. Chi ha me nel cuore sopporta con pazienza le piccole prove quotidiane, mi chiama, continuamente, e riconosce la sua debolezza.

 

 

Sposa cara, come vedi, ogni giorno presenta la sua piccola tribolazione. Amata, Io, Io, Dio, la permetto, perché essa vi tiene sempre in un rapporto di profonda umiltà nei miei confronti.

La tua mente pensa: “Sono già tutta sua, già gli appartengo, completamente; non servirebbe questo, continuo, stillicidio di dolore!” Aggiungi, però: “Se Gesù Amore vuole questo, significa che è bene per me la presenza continua di qualche tribolazione. Benedetta sia sempre la sua volontà e si annulli la mia!”

Così è, piccola sposa: mai nulla permetto che non serva. Non voi conoscete voi stessi, non voi, miei amati; Io, Io, Gesù, vi conosco a fondo e so ciò che vi è utile, quello che per voi è salutare. Se una pena non servisse, mai la permetterei, perché sapete quanto mi siete care, creature mie.

Nel vostro dolore c’è il mio dolore, nella vostra pena c’è la mia pena; ma occorre che la sofferenza sia sempre presente perché il processo di perfezione si dispieghi in tutte le sue fasi.

Sopportate, amati! Sopportate con pazienza le pene, consci e sicuri che Io, Io, Dio, conosco bene sia il tipo di sofferenza vostra sia il processo che avviene in voi sia la capacità di sopportazione di ciascuno. Non do ciò che è intollerabile; lascio che voi soffriate solo quello che è necessario per il vostro bene.

Eletti, vi ho preparato uno splendido futuro! Esso è già iniziato, piccoli cari, è già in germe in voi; potete anche capirlo da soli: esaminatevi nel profondo, studiate il vostro essere.

Sapete, miei cari, che voi, che tanto desiderate conoscere le cose del mondo, per niente conoscete lo splendido universo, che ho nascosto nel vostro io?

Voi vedete lo splendore del cosmo e siete soggetti alle sue leggi, predeterminate da me. Tutte vengono seguite, perfettamente: nessun elemento si permetterebbe mai di disobbedirmi. Ebbene, un universo ancora più meraviglioso ed articolato è proprio nel vostro essere: in ogni uomo c’è un “cosmo”, da scoprire, da studiare, da godere, da offrire.

Bene facevano i saggi pagani a ripetere che occorre conoscere bene se stessi per ottenere la chiave della felicità. Io, sposa cara, desidero regnare in ogni cuore umano ed ho predisposto tutto perché questo possa avvenire. L’uomo, però, deve rientrare in se stesso, deve cercare se stesso, dopo aver vagato, curioso, fuori dal suo essere; se così facesse, se scoprisse le meraviglie, che Io ho nascosto in lui, con facilità correrebbe tra le mie braccia. Le attrattive esterne lo affascinano al punto da dimenticare se stesso: sente solo gli istinti più bassi e non si cura di scovare nel profondo per scoprire le perle, preziosissime, che in ogni uomo Io, Io, Dio, ho nascosto. Queste restano lì, dimenticate e, a volte, per un’intera vita restano inutilizzate, mentre potrebbero dare la grande felicità, già a partire dalla vita su questa terra.

Sposa cara, ogni creatura prediletta possiede tutto ciò che serve alla propria salvezza; il sentiero è tracciato proprio dalle mie mani: basta seguirlo, basta scoprirne i segni, evidentissimi.

Piccola cara, come potrei Io, Io, Dio, creatore, pretendere dall’uomo degli sforzi impossibili? Sono Amore, sono l’Amore e come tale agisco, come tale mi presento, sempre!

Vi rendo agevole la via da percorrere; ve la rendo tanto facile quanto vi occorre per superare, senza eccessivi sforzi, ogni ostacolo che incontrate: mai c’è impedimento alla salvezza, tale da non poter essere facilmente superato. Quando tutto sembra difficilissimo, quando tutto sembra impossibile, significa che Io, Io, Dio, sono stato estromesso da quella esistenza, significa che Io sono stato, volontariamente, allontanato.

Piccola sposa, spesso ti ho detto di riflettere, bene, sulla tua esistenza passata per capire bene la mia azione, profonda, in te. Sempre ti ho tenuta stretta tra le braccia, perché tu me l’hai chiesto; in ogni difficoltà non sei ricorsa ad aiuti, che sapevi inadeguati, hai teso a me le tue mani, fiduciosa, sicura, pronta all’abbandono. Io ti ho accolta sempre con grande Amore e, quando il percorso diveniva troppo tribolato per le tue piccole forze, Io ti ho alzato tra le mie braccia e condotto al sicuro.

Ebbene, sposa mia, voglio che anche ogni altro uomo, che ascolti le mie parole, si volti indietro per scrutare la mia azione nel suo passato: vedrà, capirà, esulterà di gioia, nel constatare che Io, Io, Dio, mai l’ho lasciato solo. Non Io ero lontano da lui; ma egli era lontano da me, col suo cuore!

Piccoli, in questi giorni, grandiosi e pieni di avvenimenti, cercate di comprendere la mia azione nel mondo. Agisco con grande potenza, usando verso tutti sempre la mia, grande, misericordia: Voglio per me ogni anima e non posso fare più di quanto già opero. Ognuno, che desideri salvarsi, può farlo; ma i tempi si fanno sempre più difficili. Vedo che l’astuzia del nemico sta avendo la meglio su molti e le forze sono indebolite dalla presenza di tanto male: chi attende ancora dovrà faticare tanto da non poter più tollerare la pena.

Pensate ad un masso che è rotolato fino in fondo alla collina: quanta fatica serve per riportarlo in cima? Certo, tremenda. Se invece si è fermato a metà strada, la fatica è dimezzata. Ognuno dovrà operare, secondo la situazione nella quale si trova.

Beato colui che già si trova ben saldo e sicuro sulla collina, sopra menzionata: la fatica sarà minima, la pena quasi nulla, la gioia sempre più grande, man mano che i giorni passano e l’attesa diminuisce!

Gioite, miei piccoli. Riversate in me i piccoli, vostri, crucci: Io li trasformerò in gioia!

Vi amo tutti, eletti. Vi amo e gioisco, al pensiero che il mio ritorno, ormai, è imminente e vi vedrò, come bimbi giulivi, intorno a me.

Ecco, mia sposa amata: ti porgo questa giornata d’Amore. Vivila con me, istante dopo istante.

                                                                                  Ti amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

14.12.96

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli cari, siate miei e affidatevi a me con fiducia: vi porto a Gesù perché benedica ogni attimo della vostra esistenza.

Gli uomini si appoggiano l’uno sull’altro, contano su se stessi, confidano nelle proprie forze; quando, poi, queste vengono meno, allora si disperano, perdono la fiducia e si abbandonano alle mani del nemico che sta sempre in agguato e null’altro attende che il momento della disperazione.

Per molti, miei, figli è già iniziato un grande martirio: Gesù ha tolto prima il superfluo, poi, parte minima ancora del necessario. Egli procederà, sempre per la sua infinita bontà, a togliere ancora a questa Umanità, così ingrata, a questi figli, così insipienti, che procedono, senza fermarsi, fino all’orlo dell’abisso, dove rischiano di precipitare.

Piccoli cari, si avvicina la magnifica festa del Natale. Non sia anche questa, che viene, un’occasione perduta; non sia, amati, solo un momento di evasione e di dispendio di energie e di denaro!

No! Vi supplico, miei cari: cogliete questa, splendida, occasione, coglietela e fatela cogliere anche agli altri. Siate tutti volti a compiere le opere di Dio; non fatevi incantare dalle luci colorate, non incollate il naso alle vetrine, come bimbi che desiderano cose che a nulla servono! Anelate a Dio e volgetevi solo a lui! Questo sia per voi il grande Natale del cuore: rinunciate ai doni; offrite a chi nulla possiede, date a chi non ha neppure un sorriso. Siate generosissimi con gli altri e molto parsimoniosi con voi stessi.

Forse il mio dire vi lascia perplessi e pensosi; fate così, come vi suggerisco e non temete di restare senza il regalo di Natale: Gesù stesso, vedendovi così umili e docili, vi farà un grande dono. Sarete da lui ricompensati.

Il tempo sta scadendo e segna gli ultimi rintocchi. Questo non ve lo dico per spaventarvi, tutt’altro: voglio che esultiate nel cuore. Ma desidero anche che non perdiate tempo, neppure un istante solo, in vanità: pensate al bene, che dovete compiere; segnatevi le opere di carità, che potete compiere. Nessuno dimenticate: fate come il dolce, mio, Gesù che provvede anche agli uccellini dell’aria e nessuno dimentica il piccolo bruco, nascosto nella terra.

Fate, piccoli cari, tanti doni d’amore. Aprite il cuore al fratello e la mano al misero che non trova neppure una porta aperta. Spalancategli la vostra e dite: “Vieni, fratello caro. Vieni, amato, mangia e bevi nella mia casa. Ristorati; poi, riprenderai il cammino. Io ti accompagnerò con la mia preghiera.”

Ecco, figlia cara: la follia, consumistica, è scattata, come in ogni anno di questo tempo. Quanti testardi ci sono, quanti che non hanno capito e non vogliono capire! Se il tempo, che hanno avuto in dono, non è bastato, cosa faranno in questi brevi attimi che ancora avanzano, prima del suono finale? Non ci saranno aggiunte supplementari; occorre non lasciarsi sfuggire l’istante presente: quello futuro per molti non ci sarà.

Volgetevi a Dio per intercedere per i miseri. Sia solo orazione la vostra vita, silenziosa orazione che sale all’Altissimo perché egli elargisca ancora le sue grazie.

Vi amo. Vi amo tutti, figli cari. Benedico in modo speciale la mia bambina: il fastidio scomparirà, presto.

                                                                                  Ti amo.

 

                                                                                              Maria Santissima