Opera scritta
dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
21.12.96
Amici fedeli,
eletti del mio Cuore, parlo a voi con la tenerezza di un Padre e con la dolcezza
di una Madre che vuole stringere a sé tutti i figli, quelli vicini ma anche
quelli più lontani, quelli che sono stati sempre pronti ed obbedienti, ma anche
coloro che, per un poco, si sono smarriti, ma subito hanno ritrovato la propria
strada, perché una stella, luminosa, li ha accompagnati alla casa del Padre.
Miei cari, ho acceso tante piccole e grandi stelle che hanno una scia luminosa
che fa da guida agli smarriti, tanti in tutto il mondo, perché accanto a me
voglio l’intera Umanità. Ogni uomo mi è figlio; ogni uomo è stato creato da me
con immenso Amore e desidero che riposi sul mio petto, dopo tanta sofferenza, patita
lontano dalla mia casa.
Sposa amata, tu vivi,
gioiosa, in me; ti ho chiamato e mi hai risposto, prontamente. Gioisco della
tua gioia e te ne prometto dell’altra, ancora più grande, allorquando questo
mondo passerà con le sue debolezze e vanità e verrà instaurata la nuova realtà,
mai veduta, mai sperimentata, mai gustata da alcun uomo.
Ora, mia diletta,
sei felice tra tanti mesti, sei beata tra tanti angosciati; la mestizia del
fratello, l’angoscia del suo cuore diminuisce un po’ la tua letizia che non può
essere totale, in quanto continuamente turbata.
Piena e totale,
invece, sarà quando il dolore sarà scomparso e la gioia apparirà dovunque ad
invadere ogni essere; gioia, piena, per i diletti di Dio solo quando la nube
tenebrosa se ne sarà andata con tutte le sue ombre. Ebbene, sposa amata, questo
accadrà assai presto, ma prima ogni uomo deve aver ricevuto il mio annuncio.
Voglio fare di tanti
cuori un solo cuore, di tanti popoli un solo popolo, di tante razze una sola,
tutta mia, tutta volta a seguire la mia Legge santa.
Non più divisioni
sposa amata, non più discordie, mia diletta: voglio pace, armonia e giustizia,
ovunque! Io porterò questi doni; li porterò, assieme a tanti altri, alla mia
venuta gloriosa. Ogni generazione è stata avvertita di tenersi pronta, perché
il giorno del Signore verrà all’improvviso, inaspettato e fulmineo. In quell’attimo,
unico e grandioso, tutte le cose vecchie passeranno e ne sorgeranno di nuove. I
giusti delle generazioni precedenti si sono preparati, hanno atteso, pronti,
svegli, con il loro lume, acceso, in mano.
Nessuno conosce il
giorno e l’ora. A nessuno è concesso di saperlo. I segni, però, premonitori
devono far riflettere; occorre avere occhi attenti ed udito pronto perché il
grande momento non giunga, trovando molti addormentati.
Ebbene, sposa mia
cara, le mie trombe stanno suonando ovunque, annunciano che il giorno è vicino,
è imminente, è arrivato e i miei figli dormono, dormono, profondamente, nei
quattro angoli della terra! I segni sono palesi e l’Universo è pronto; solo gli
uomini sono sopiti ed in letargo!
Sposa amata, la mia
venuta sorprenderà molti, la mia venuta sarà colta da pochi; piccola cara,
quale sorpresa, quale improvvisata sarà per questa generazione, vivente!
Chiederò molto a chi
molto ha avuto, chiederò poco a chi poco ha avuto; chiederò moltissimo a chi
tanto poteva offrirmi ed invece non l’ha fatto, troppo preso dai propri
problemi, troppo occupato nel curare i propri interessi, nel realizzare i vani
progetti. Ormai la mia venuta è imminente. Lo ripeto, continuamente, a tutto il
mondo; grido dai tetti e da ogni angolo di strada. Le mie trombe sono i miei
angeli che si spostano leggeri, come libellule, in ogni parte della terra.
Il mio angelo bianco
parla, ammonendo i popoli: sono le sue ultime parole, le mie ultime parole,
sempre poco ascoltate dai grandi della terra. Il nemico ha allungato, a
dismisura, la sua tenda, ha spostato, continuamente, i paletti per abbracciare
più spazio possibile e raccogliervi dentro i ribelli che si aggiungono ai
ribelli.
Quanti sono gli
umili, i docili, gli obbedienti? In numero minimo! Quanti i ribelli, gli
arroganti, i superbi, gli operatori di male? Il loro numero non si conta più!! Ebbene,
sposa amata, quando ognuno è stato avvertito, quando ognuno è stato chiamato
alla scelta, cosa si può fare di più? Il numero di coloro che mi aspettano è
assai esiguo; il numero di coloro che mi respingono è grande. Verrò sulla terra,
inaspettato dai più; ma coloro che mi attendono hanno un cuore tutto volto a me,
le mani piene di doni da offrirmi, la mente piena di pensieri soavi.
Non desidero, certo,
trovare una folla enorme di tiepidi! Lo sai, sposa amata, l’ho ripetuto
infinite volte: la tiepidezza mi disgusta! Voglio cuori ardenti, pieni di amore
per me e per il prossimo; voglio vedere creature che, insieme, mi lodano,
uniscono il loro anelito e invocano il mio ritorno.
Quando annunciai il grande
giorno, venturo, dissi: troverò la fede sulla terra? Riflettete, continuamente,
miei amati, su queste mie parole; esaminate ciò che accade nel presente e
potrete giungere, senza fatica, a conclusione.
Pochi, sposa amata,
pochi pensano a me con amore sincero. Talora i più vicini sono i più lontani e tra
i vicini ve ne sono molti che col cuore mi hanno abbandonato: con le labbra mi
cercano; col sentimento mi respingono. Costoro li giudico come assenti. Altri mi
chiamano, ma solo perché possa allentare la morsa del loro dolore e tutelarne gli
interessi. Anche questi considererò assenti.
Ecco: i miei, più
diletti, sono in attesa paziente. Un vento gelido penetra nelle loro carni; ma
essi non si muovono dal loro posto. Cade la pioggia; ma restano lì. Il gelo li
tormenta; ma non desistono. Tuoni, lampi, tempesta ovunque; ma essi sono saldi
al loro posto. È l’amore che li inchioda; è l’anelito, profondo, che non li
smuove! Ebbene, sposa amata, per questi verrò. Essi mi aspetteranno; essi solo,
mi accoglieranno! Entreranno con me nella gloria solo i perseveranti, i più
saldi, gli irremovibili.
Ti dico, sposa, che
gli altri ad uno ad uno se ne andranno: chi al primo vento, chi alla prima
pioggia, chi al primo tuono. Pochi resteranno, pochissimi. Alzeranno il capo i miei,
dolci, amici, bagnato di pioggia; mi vedranno proprio nel momento, nel quale
mai mi avrebbero aspettato, e gioiranno tanto, da riprendere, immediatamente,
grande energia.
La fatica sarà
dimenticata in un attimo; mi verranno incontro, felici, ed Io li accoglierò in me.
Attendetemi, miei
amati, senza turbarvi per niente e per nessuno.
Ti
amo, sposa. Vi amo tutti.
Gesù
Opera scritta
dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
21.12.96
La Mamma parla
agli eletti
Piccoli cari, Gesù
vuole stringere al suo Cuore, dolcissimo, ogni uomo. Correte a lui, figli di
tutto il mondo. Vedete quel cuore, spalancato: in esso vi è un posto per
ciascuno di voi. Ogni uomo deve correre a lui ed immergersi nell’infinito oceano
del suo Amore.
Vedo i cari figli
così tristi, così soli: cercano amore, amore; ma nessuno l’offre loro! Cercano
comprensione, ma non la trovano! Cercano aiuto; ma chi porge loro la mano?
Correte, figli cari.
Questo dico e ripeto: correte, figli cari, verso la fonte d’acqua purissima e limpida;
prendetene a piene mani e dissetatevi! Gesù ve l’offre. Gesù ve ne lascia
prendere a piacere, senza pretendere pagamento. Sono tanto care le cose che
offre l’uomo all’uomo: egli mai ha finito di pagare! Dio, invece, offre tutto,
senza pretendere moneta; offre, perché il suo Cuore è generoso, è pieno di
Amore verso tutti.
Vedete: tutti
corrono di qui e di lì, ognuno ha scelto una direzione differente, pochi, però,
sono diretti verso quella giusta. C’è una luce, splendida, che la
contraddistingue; ma quanti continuano a deviare! Questo mi dà tanto dolore. I miei
piccoli pensano che le vie traverse conducano ad una grande felicità; invece,
non è così, non è proprio così: esse, invece, portano alla rovina! Dietro
quella soglia c’è il vuoto, il vuoto che attende chi la varca.
Ognuno rifletta e
ascolti le mie parole: una sola è la via che conduce alla gioia, senza fine ed
è quella che Dio sta indicando. Gli angeli suoi sono lungo la strada ed aiutano
gli smarriti a ritrovarla. Figli cari, figli di tutto il mondo, seguite la
stella luminosa, la sua scia: fate come i pastori che vennero ad adorare il mio,
piccolo, Gesù.
Altre voci li
chiamavano di qui e di lì, voci diverse, senza armonia; essi, però, seguirono
il soave canto degli angeli per giungere alla povera grotta, dove il Re dei re
si era fatto piccolo bimbo per loro Amore. I magi non si fecero ingannare. Neppure
l’astuto Erode potette convincerli: pieni di felicità e di esultanza, tornarono
ai loro paesi, senza riferirgli nulla.
Lo Spirito Divino li
aveva invasi: li accompagnava nel cammino ed ispirava le loro azioni.
Piccoli figli, figli
di tutta la terra, lasciate che lo Spirito Divino entri anche in voi, penetri,
profondamente, nelle vostre fibre; lasciate che vi trasformi in questo, grande
e splendido, Natale.
Apritevi alla luce
Divina. Questa è occasione grandiosa ed unica: vi parla una Madre, la Madre, quella
che Gesù vi ha lasciato, quando è salito al Cielo! Non importa se avete lingue
ed abitudini diverse: l’amore è unico; l’amore non separa, ma unisce. Lasciatevi
legare insieme dai vincoli d’Amore, che il mio Cuore ha preparato per voi! Tutti
uniti desidero vedervi! Uomini di pelle chiara e uomini di pelle scura, voglio
che congiungiate le vostre mani e soprattutto i cuori, voglio sentire le voci,
unite, dire la preghiera, splendida, insegnata dal mio Gesù, il Pater Noster: un’unica voce, una sola grande armonia, un solo cuore,
fatto di tanti e tanti cuori, legati insieme. Questo desidero, figli, per voi. Volete
accontentarmi? Volete fare felice la vostra Mamma del Cielo? Pensateci e
decidetevi.
Vi amo. Ti amo, figlia carissima.
Maria
Santissima