Opera scritta dalla Divina Sapienza per
gli eletti degli ultimi tempi NATALE 1996
25.12.96
Eletti, amici,
che mi aspettate, siate pazienti, siate zelanti nel servizio e perseverate nel
bene, senza stancarvi. Verrò, amati. Verrò, non temete. Verrò ad illuminare la
notte buia, a togliere il dolore del mondo. Verrò, presto, come ho promesso.
Servitemi in letizia, giorno dopo giorno, istante dopo istante. Siate servi,
attivi, che continuano ad operare, anche se il padrone tarda un pochino.
Nessuno si metta a dormire, nessuno si lasci andare alla pigrizia, perché Io,
Io, Gesù, verrò proprio nel momento meno opportuno. Non quando credete voi
vengo, ma quando non immaginate. Vengo piano, piano, in punta di piedi, senza
fare alcun rumore. Vengo nella notte, quando le luci sono spente e non sono
aspettato.
Sposa diletta,
amata, che vivi in me, vengo. Non tarderò. Vengo, presto; ma ti ripeto che il
mio ritorno deve essere una sorpresa per tutti: per amici e per nemici.
Sai perché tardo un
po’, sposa amata? Perché l’anelito di chi mi ama sia sempre più grande e perché
chi mi odia abbia tutto il tempo necessario per riflettere, per mutare vita,
per cogliere le infinite occasioni, che offro, perché abbia la possibilità di
piegare il capo, docile ed obbediente. Indugio un poco, per Amore. Qualche sospiro
in più ci sarà per i miei, dolci, amici; qualche occasione, nuova, di
ripensamento si aggiungerà per i miei figli più poveri, per i miseri che si
rotolano nel fango e non riescono ad alzare il capo verso il Cielo.
Amami, sposa! Amami,
sempre di più! Fidati di me. Se tardo, aspettami. Se indugio, attendimi. Se mi
nascondo per qualche attimo, cercami. Voglio provare la fede dei miei fedeli e
col fuoco la voglio provare! Ognuno vinca la tiepidezza, ognuno lasci il
torpore: è tempo di veglia, continua. Quanto amo colui che mai distoglie lo
sguardo dal mio volto! Quanta gioia prendo dai miei fedelissimi che si alzano
al mattino col mio nome sulle labbra, ma soprattutto nel cuore! Sposa amata,
come ogni amante, voglio essere pensato sempre, atteso in ogni momento, voglio
per me ogni palpito, ogni anelito, ogni sospiro. Lo sai, diletta, quello che
penso dei tiepidi: li respingo; ne ho disgusto! Voglio essere amato,
ardentemente, e servito con massimo zelo: un pensiero, fuggitivo, solo nel
bisogno a che giova? Io, Io, Dio, Gesù, penso sempre alle mie creature e non di
tanto in tanto: le ho sempre presenti e provvedo a loro in ogni necessità.
Può una mamma
scordarsi del suo bimbo, delle sue necessità? Anche se una madre, snaturata, ci
fosse, questo mai potrebbe accadere per me che amo, infinitamente, le mie
creature.
Quando, sposa amata,
vedi il sole sorgere, alto, nel Cielo, pensa al mio sorriso, rivolto ad ogni
vivente. Quando vedi la luce squarciare le tenebre ed illuminare il mondo, pensa
alla mia tenerezza. Quando la pioggia scende a dar vita ad ogni creatura, pensa
alla mia provvidenza che nessuno trascura.
Nessuna creatura,
anche minima, è dimenticata: può essere piena di dolore, trascurata, sola e
triste, non per colpa mia, ma per la trascuratezza umana. Ho dato degli ordini
ben precisi, delle Leggi, stabili, da seguire in ogni istante. Gli uomini
disobbediscono, continuamente, ai miei ordini, disattendono le mie Leggi,
ignorano il loro Creatore, dimenticano il Salvatore e non si lasciano permeare
dallo Spirito d’Amore. La conseguenza è la grande confusione che regna
dovunque: il tessuto sociale si disgrega, il nemico penetra, profondamente, ed
agisce indisturbato.
Tutto era splendore,
tutto armonia nel momento sublime della creazione e l’Universo esultava di
gioia, era stillante, tutto, di rugiada Divina. Quanta felicità, quanta
esultanza in ogni angolo!!!
Vieni, sposa amata,
vieni con me in giro per il mondo in questa notte, santissima. Guarda intorno,
guarda, diletta: ci sono squallore e superficialità, ci sono dolore e violenza,
solitudine ed abbandono. Quante lacrime si versano in questa notte santa! Vedi,
vedi, amata: nel tuo paese il tempo piange con gli uomini; anche la natura
partecipa del loro, profondo, dolore. Vieni, vieni dentro le case, guarda chi
gioisce: è il bimbo che stringe al cuore il giocattolo nuovo, è la mamma che
culla il piccolo che le sorride. Pochi sono i volti felici in questa, grande,
notte d’amore!
Sposa, dove c’è
amore c’è felicità, dove c’è purezza c’è felicità: dove ci sono Io c’è
felicità!!!
Regno Io, Io, Gesù,
nei cuori, in questa notte? Quanti stanno pensando a me in questo momento?
Quanti mi adorano nel loro cuore?
Vedi le menti umane:
sono sature di preoccupazioni, di pensieri, di progetti; ma Io, Io, che dovrei
troneggiare in esse, sono il grande escluso! Quanti Natali concederò, ancora,
come questo?
Pochi mi fanno
compagnia vicino alla mia culletta, pochi, veramente pochi!
Vedo il viso
dolcissimo della Mamma, sempre presente: ella, la Santissima, è con me e mai mi
lascia solo. Intorno a lei ci siete voi che le fate corona, come angeli, soavi,
della terra; ma dove sono gli altri? Ho chiamato a me tutti. Il messaggio,
santo, è stato per ogni cuore; questo diceva: venite, venite, miei fedeli, venite a me; la porta del mio Cuore è
spalancata anche in questo Natale, è aperta per farvi entrare tutti! Venite nel
rifugio, sicuro; venite e godete, venite e scaldatevi! Venite e prendete cibo:
ci sono vivande, deliziose, ci sono sedili, comodi e i miei angeli cantano,
soavi e deliziose, armonie. Vi attendo: voglio vedervi tutti al sicuro, prima
di consegnare il mondo al Padre; voglio che gli eletti siano tutti, uniti e
felici, nel mio Cuore. La giustizia, rigorosa, sarà per quelli che rifiutano,
ancora. Consegnerò il mondo al Padre, dopo aver preso tutti i miei.
Beato chi ha cercato
la misericordia: l’avrà e godrà! Beato chi ha implorato misericordia: l’avrà e
godrà! Beato chi si è fatto abbracciare dalla mia misericordia: esulterà e non
morrà!
Pensate, eletti, pensate
al ladrone, crocifisso al mio fianco: ha goduto della mia misericordia, per un
solo atto di, perfetta, contrizione. Pensateci, uomini del mondo e non abbiate
paura di me. In questa, grande, notte vi voglio perdonare; ma supplicatemi,
invocatemi: non posso dare a chi non chiede, non posso porgere a chi continua a
rifiutare! Salvatevi! Salvatevi, uomini della terra! Fate atti di perfetta
contrizione; fate come quel, buon, ladrone ed Io vi perdonerò tutti, vi porterò
in Paradiso con me! Chi verrà con me godrà, godrà e la morte non avrà potere su
di lui; ma chi resterà soffrirà, soffrirà e la morte lo inghiottirà, senza
risparmiarlo.
Sposa amata, veglia
e prega in questa notte santa: concedo grazie, speciali, a chi me le chiede.
Offro molto a chi molto mi offre. Offro tutto a chi tutto se stesso mi ha
donato. Prega, supplica, adora, non stancarti: ogni notte sia la notte santa
per te. La tua adorazione rende meno dolorose le mie ferite: essa è un balsamo
al grande dolore che proviene dalla, continua, disobbedienza degli uomini.
Ecco, sposa, ora il
piccolo bimbo non piange più, per la solitudine e l’abbandono, perché la Mamma
l’ha messo tra braccia, amorosissime, che lo cullano: voglio riposare, voglio
chiudere gli occhi, vicino al tuo cuore, palpitante d’amore. La Madre Santa
sorride, compiaciuta. Il bimbo Divino riposa, felice.
Gesù
Opera scritta dalla Divina Sapienza per
gli eletti degli ultimi tempi
25.12.96
La Mamma parla agli eletti
Miei piccoli, state
tanto vicini al mio, diletto, Gesù e amatelo, amatelo con cuore ardentissimo,
non con tiepidezza, non con superficialità! Egli vi guarda con dolcezza,
aspetta la vostra parola gentile, attende il gesto che lo renda lieto. Il
piccolo è il Re dell’Universo, ancora, è venuto come fragile bimbo in una
culla! Sapete, sapete, miei piccoli: ogni anno avviene come avvenne quel primo
anno e si rinnova il miracolo, splendido, del Dio fatto Uomo, dell’Infinito che
si cala nel finito! Non è un fatto che avvenne un giorno ed ora ne resta solo
il ricordo. Gesù è lì, Gesù vi tende le piccole mani e sembrerebbe volere amore
e tenerezza, compagnia e gentilezza; ma più che volere, egli vuole dare, vuole
porgere i suoi, splendidi, doni, vuole offrire la sua tenerezza, vuole elargire
Amore, Amore, Amore! Anche quest’anno è avvenuto il fatto, grandioso; ma esso è
compreso da pochi. Vedete nella culla il fragile bimbo: le sue labbrucce sono aperte al sorriso, le mani, tese, v’invitano
all’accoglienza ed alla pace.
Piccoli miei,
sostate davanti alla culletta, che avete preparato nella vostra casa e chiedete
al Re dell’Universo ciò che tanto vi preme. Chiedete, figli, per i familiari,
per gli amici, per i miseri, per i bisognosi di ogni genere. Chiedete, amati,
chiedete grandi cose per la salvezza delle anime; supplicate, mai cessate di
farlo. Siate certi che il bimbo, Re, vi esaudirà: vuole farvi contenti.
Sappiate, però, accettare i doni, secondo la sua logica Divina, non secondo la
vostra, umana.
Vi ricordate quella,
povera, vedova della parabola? Chiedeva,
chiedeva, insistentemente, giustizia, ma il giudice indugiava; ella non si
perse d’animo e perseverò, fino a quando fu accontentata.
Siate insistenti,
figli; siate sempre decisi ad ottenere e vedrete che sorprese avrete! Siate
arditi, arditi e infaticabili: arditi nel bussare alla porta del Re dei re;
infaticabili nel suo servizio. Ho sentito, figlia, benedetta e saggia, le tue
parole, rivolte ad un’anima che ti assomiglia: pensavi alla freddezza del cuore
di alcuni che ti sono tanto cari. Ho visto un velo di malinconia sui vostri
volti. Vi dico, figlie, tanto amate: proseguite per la strada luminosa;
proseguite, senza stancarvi. Chi serve, fedelmente, merita il premio e Gesù non
tarderà ad offrirvelo, piccoli, miei, angeli, instancabili! Offrirà grazie
specialissime a chi ne ha tanto bisogno: saranno in flusso continuo. Se le
anime sapranno coglierle, avrete la gioia, che desiderate.
Sorridete, figli
miei, perché Gesù, il piccolo Gesù vi sorride: è stato felice tra le vostre
braccia, quando ve l’ho porto; ha chiuso, beato, gli occhi ed ha riposato sul
vostro cuore.
Ebbene, quando sarà
il momento, quando verrà il momento, giusto, vedrete la scena: ogni istante di
vita sarà rivissuto e gustato nella sua completezza.
Oggi, giorno d’immensa
gioia, vi dono la pace di Gesù: porgetela a tutti coloro che avete più cari.
Sapete come dovete fare? Abbracciate, teneramente, coloro che amate e dite tra
voi, nel silenzio del cuore: “Questo è l’abbraccio di Gesù. Questo è il bacio,
santo, del piccolo Gesù.”
Figli amati, chi ha
avuto questo bacio, assieme ad esso, avrà la benedizione di Dio Altissimo e
sarà bagnato dalla sua rugiada Divina.
Abbracciate e
baciate i cari che sono ancora tanto lontani dalla luce: attraverso di voi un
raggio penetrerà a squarciare le tenebre del loro cuore.
Vi
amo. Ti amo, figlia.
Maria
Santissima