Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti
degli ultimi tempi
06.01.97
Eletti, amici cari, fidatevi di me, abbandonatevi a me,
non confidate in voi stessi: sono il vostro Dio, che immensamente vi ama, e in me
avete tutto. Il futuro con le sue incognite non vi faccia tremare perché il padrone
del vostro futuro sono Io, Io, Gesù. Nulla accade che Io non permetta e nulla permetto
che non sia utile a voi. Ciò che vi accade, riflettete bene, è solo quello che
è necessario per la vostra ascesa spirituale.
Sposa
amata, mi piace il tuo abbandono, spensierato. Ti ho chiesto di vivere in me,
come un bimbo tra le braccia sicure della madre: solo in questo, totale,
abbandono c’è la felicità piena.
L’uomo
tende a farsi assillare da infinite preoccupazioni, si crea problemi che,
talora, non esistono, neppure, si lega con forti catene e diviene uno schiavo
di se stesso, mentre Io, Io, Dio, l’ho voluto libero. Le catene, che
imprigionano la gran parte degli uomini, sono il timore per la perdita dei beni
che già possiedono e l’ansia di procurarsene sempre di nuovi affinché la vita
sia sicura e senza inciampi. Quale illusione più vana di questa!!! L’uomo crede
di essere padrone di se stesso e dei suoi beni, si sente sicuro di poter
procedere da solo, appoggiato alle ricchezze che non gli appartengono.
Cosa
accade, mia diletta sposa, quando uno vive nella casa di un altro? In un
momento qualunque di un giorno qualunque può essere cacciato fuori; mai si può
contare su quello che non è proprio.
Piccola
cara, l’uomo cosa possiede che veramente sia suo? Solo la volontà; con essa ha
facoltà di scelta, perché Io, Io, Dio, Creatore, l’ho voluto libero! Altro non
possiede; tutto quello che ha è mio: Io, Io, Dio, ne sono il padrone assoluto.
Guardati
intorno, amata, guarda gli uomini come procedono, sicuri; sfrecciano, veloci,
per le strade con le loro automobili e si muovono nella mia casa come se tutto
appartenesse a loro, come se essi stessi avessero plasmato ogni cosa che li
circonda. Alcuni di essi neppure posano il pensiero sulla possibilità che da un
momento all’altro un padrone si presenti da loro per chiedere il suo ossia
tutto, perché Io, Io, Dio, sono padrone di tutto: di uomini e di cose. In
questa terra, messa a vostra disposizione, per Amore, tutto mi appartiene.
Pensate
ad un padre che alleva nella sua casa tanti figlioli: questi vivono in essa da
padroni, si servono di quello che c’è e si muovono con disinvoltura. Ma ecco,
ecco che un giorno il padre prende una decisione particolare: vuole rinnovare
ogni cosa, vuole cambiare la struttura della casa, l’arredamento, le
suppellettili, tutto, proprio tutto. Certo, per fare ciò non è tenuto a
chiedere alcun permesso ai figli, opera secondo la sua logica ed i figli devono
adeguarsi. Occorre, quindi, che, per un poco di tempo subiscano un pochino di
disagio, rinuncino alle comodità, vedano la casa sossopra e si adattino a stare
in un angolino, in attesa della conclusione dei lavori. Cominciano i sacrifici:
chi aveva una stanza tutta per sé si trova a dover dividere la sua col fratello;
chi aveva una bella poltrona, comoda, sulla quale posare il capo, deve rinunciarvi
e a poco a poco deve sottomettersi alla nuova legge, dettata dalle diverse
circostanze. Ogni figlio accetta di malavoglia questo cambiamento e corre dal
padre per avere spiegazione. La risposta è la stessa per tutti: bisogna
cambiare la vecchia struttura, bisogna rinnovare tutto da capo a fondo; quindi,
occorrono pazienza e sottomissione. Il padre parla e spiega con dolcezza, con
calma e con autorità.
Alcuni
figli dicono: “Padre, quello che desideri sia. Noi vogliamo ciò che tu desideri.
Sappiamo bene quanto ci ami e solo il bene nostro farai con questo, totale,
mutamento. Spiegaci quello che dobbiamo fare, come comportarci e noi saremo
obbedienti.”
Ecco:
questo gruppo rappresenta gli eletti che, docili, docili, si sottomettono al
volere paterno. Segue, però, un secondo gruppo di figli: questi reclamano e a
nulla sono disposti a rinunciare. I cambiamenti non li accettano e si scagliano
contro il padre con parole, aspre; ma ciò che ottengono è solo un altro
discorso, persuasivo: nulla muta nel progetto, già fatto.
C’è poi un
terzo gruppo, molto numeroso. Questo di nulla s’interessa: vive con
superficialità, tutto è indifferente. Vivono questi figli come se il padre
neppure esistesse e, quando passa, non lo degnano neppure di uno sguardo, tanto
sono deviati. Quale comportamento dovrà usare il genitore con questi tre gruppi
differenti?
Ascolta,
piccola mia, come si comporterà con essi: al primo gruppo preparerà,
nell’attesa, un angolo della casa, confortevole, dove attendere, pur con
qualche sacrificio e privazione, il compimento dei lavori; lì essi staranno per
un poco e, appena conclusa l’opera, le stanze più belle e luminose saranno per
loro che rideranno, felici, nella nuova dimora. Il padre cercherà di convincere
i secondi ad accettare la sua volontà di buon animo, a sottomettersi, docili,
al suo volere, perché egli non intende minimamente cambiare, neppure una
virgola, di ciò che ha progettato. Dice, chiaramente, che sarà costretto a
punire i ribelli, dopo aver pazientato a lungo. Col terzo gruppo non ci sarà
proprio dialogo, ma un silenzio assai più loquace di qualunque discorso. Finita
l’opera, ecco che la nuova casa apparirà tanto splendida da incantare; allora,
i primi correranno, felici, dal padre per lodarlo, per benedirlo, per
prostrarsi, riconoscenti, ai suoi piedi. I secondi, vedendo tanto splendore,
vorranno rientrare nei loro ranghi. I terzi, poi, correranno, a loro volta, per
occupare i posti più comodi; ma il padre userà per loro un comportamento assai
deciso: “Chi si è ribellato, chi non ha accettato la mia volontà, chi non ha
avuto fiducia in me prenda il suo, misero, bagaglio e se ne vada!” Dirà: “Questa,
splendida, dimora non è per i ribelli, per gli inetti, per i viziosi, per gli
scettici, per coloro che hanno agito con malizia.” Chiamerà a sé i servitori ed
ordinerà loro di cacciare fuori gli indegni. Si chiuderanno, quindi, le porte e
comincerà dentro la nuova vita con nuove regole, adatte all’ambiente, splendido
e luminoso in ogni suo angolo.
Ecco,
sposa amata, ecco, mia diletta, cosa sta accadendo sulla terra. Ancora un
pochino di disagio ci sarà per i miei, amati, figli; ma essi devono sopportare
con pazienza, finché tutto sia concluso. Allora, allora, però, ci sarà la gioia
senza confini, la gioia, vera, la gioia, piena, con me. Tutti i ribelli e gli
inetti, che sono vissuti, senza vivere, andranno verso il destino che essi
stessi si sono scelti.
Esulta,
piccola cara, esulta nell’attesa: ti ho preparato un angolino, accogliente e
riparato; lì passerai questo, esiguo, tempo di attesa, avrai ciò che ti è
necessario e sarai felice con me, stretta, stretta al mio Cuore. Il resto verrà
dopo. Vivi, fiduciosa e serena, e facciano così anche coloro che hai preso
strettamente per mano. Nessun problema deve divenire un assillo: Io, Io, Gesù,
voglio provvedere a tutto. Anche se qualche piccolo disagio sarà presente,
facilmente, si sopporterà, perché vicino a me tutto diviene agevole e lieve.
Vieni,
piccola, vieni ad adorarmi. Venite tutti! Venite vicino alla mia, povera, culla
e portatemi i vostri doni: siano l’obbedienza e la docilità alle mie Leggi; sia
l’anelito sincero del vostro cuore; sia il fiore, profumato, del vostro amore,
quel fiore che deve avere sempre i petali vellutati, senza che alcuno
appassisca. Vedete, miei amati: vi sorrido, felice. Il mio sorriso rinnova
tutte le promesse che ho fatto.
Piccola mia,
sii felice ed attendi il compimento di questo, splendido, idillio d’amore col
tuo Signore.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
06.01.97
La Mamma parla agli eletti
Miei
piccoli, lasciatevi condurre, dolcemente, da Dio; vedrete che splendide sorprese
troverete lungo il cammino! Ogni giorno gusterete le sue delizie e vi troverete
arrivati, senza neppure esservi accorti che il tempo è passato.
Fidatevi,
completamente, del vostro sublime Signore; guardate il suo volto con gli occhi
del cuore: è pieno di luce, sfolgorante e assieme ad essa c’è un’infinita tenerezza.
Vi guida con tanto Amore: assomiglia ad una dolcissima mamma che accudisce il
suo bimbo e non lo perde d’occhio un attimo.
Piccoli,
piccoli cari, quante volte, nella tristezza, in un attimo di tristezza, voi
credete d’essere dimenticati da Dio! Bastano un piccolo ostacolo, una
difficoltà e già il cuore si turba, si smarrisce e vi sembra di essere soli al
mondo, senza aiuto alcuno, proprio abbandonati dal vostro Dio!!!
Non è
così, piccoli, tanto cari al mio Cuore: siete accuditi dalla più dolce Madre
che vede ogni cosa, e provvede a tutto. Quell’ostacolo che non rimuove serve,
certo, serve a voi; diversamente, lo toglierebbe. Le difficoltà sviluppano la
pazienza e rafforzano la volontà. Quelle, che Dio permette, hanno un fine ben
preciso: aiutare l’anima a volare verso Dio.
Qualcuno
mi dice: “Mamma cara, quando, invece, queste difficoltà vengono prese male e la
prova resta non superata, perché Gesù le permette?”
Figli
cari, Dio dà a ciascuno la possibilità di santificarsi: ogni giorno porge un
sorso dal suo calice. Sta poi alla libertà individuale accettare o ricusare. Per
questo vi dico e sostengo che occorre essere disponibili, docili, obbedienti
sempre; il processo di elevazione a Dio si dispiega, attraverso l’intera vita,
da quando il bimbo è in grado di ragionare, intorno, circa, agli otto anni,
fino al termine dell’esistenza.
Ogni
giorno porta con sé la sua prova e ogni giorno porta con sé la sua delizia:
bisogna superare la prima e capire la seconda. In questo nuovo, grandissimo,
anno sarete sottoposti a qualche prova particolare; ma avrete anche delizie su
delizie che vi daranno una grande gioia.
Passeranno,
rapidissimi, i giorni: avrete proprio l’impressione che volino. Ognuno di essi
deve portare con sé un fiore, profumato e splendido, per ornare la strada, dove
deve passare l’Altissimo Dio.
Guardate,
guardate con l’occhio dell’intelletto la via: un breve tragitto ancora, prima
della meta. Questo tratto, esiguo, è ancora disadorno e sapete perché? Attende
i vostri fiori: sono le opere buone, i sacrifici, l’adorazione, continua. Quando
anche questo tratto sarà pieno di fiori, olezzanti, allora, allora, tutto avrà
conclusione.
Gli
angeli annunceranno il ritorno, gloriosissimo, di Gesù, Re della storia, giudice
di tutta l’Umanità. Ecco, ecco, già da ora sapete quello che dovete fare. Avete
un anno molto impegnativo, figli cari, veramente intensissimo di opere da
compiere, di sacrifici da offrire, di suppliche da fare per chi ancora non si
muove. Siate attivi e utilizzate ogni attimo, che vi viene concesso. Agite,
come se questo fosse l’ultimo, sempre, come se fosse l’ultimo!
Vi amo. Ti amo, figlia.
Maria
Santissima