Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

08.01.97

 

 

Eletti, amici cari, ecco un nuovo, grande, giorno che spunta (per voi): siate lieti, siate pieni di speranza, perché il vostro Signore viene con le braccia aperte verso di voi, viene per abbracciarvi, per farvi sentire tutto il suo Amore. Vedo i vostri cuori tremare, per l’incertezza delle cose del mondo. Tremate, perché vedete tanto gelo intorno. Tremate, perché vedete il ricco restare chiuso in se stesso, geloso dei suoi beni. Tremate, perché sentite l’onda del paganesimo lambire ogni cosa. Ebbene, ai miei piccoli, timorosi, dico: coraggio, ci sono Io, Io, Gesù!

 

 

Amata sposa, hai aperto i tuoi occhi al nuovo giorno tra le mie braccia, nella gioia di appartenermi, per mia scelta e per tuo volere. Benedetto risveglio! Benedetta vita! Benedetto presente! Benedetto futuro! Vorrei per ogni uomo una sorte simile; ho creato ogni uomo con tale fine: la felicità in me, prima sulla terra, poi, oltre la terra. Non poche creature desidero che siano felici, non un numero esiguo, ma tutte, sposa mia, tutte le creature, predilette, che la terra accoglie.

Vedo dei bimbi ridere, felici, nelle loro cullette, curati ed accuditi da genitori amorosi. Vedo il loro sguardo, felice e sereno. Ebbene, come vorrei che ogni adulto fosse un tale bimbo, sorridente e lieto, perché tanto, tanto amato!

Vorrei che ogni uomo giungesse a capire che non è solo, anche se è solo, non è abbandonato, anche se nessuno si cura di lui, non è povero, anche se dispone di poco, per nulla è dimenticato, anche se gli uomini lo ignorano. Ogni uomo, sposa cara, è come quel piccolo nella culla: ha un Padre amorosissimo e una Madre, dolcissima; la sua culla è il mondo, nel quale vive. Pensi, diletta, che sia più felice un bimbo in una culla di una reggia oppure un bimbo in una misera cuna di legno? Non c’è differenza; non c’è alcuna differenza, se essi sono amati: le braccia di una principessa non sono diverse da quelle di una povera mamma che pur stringe al cuore il suo piccino.

Non sono le cose che dànno la felicità, non è il possesso di maggior o minore ricchezza che può offrire la gioia di vivere, ma l’amore, solo l’amore: il figlio, che si sente amato, è un figlio felice e sorridente; il figlio, che non si sente, amato è infelice e triste. Il segreto della felicità è solo l’amore.

Ho detto che vorrei che ogni uomo fosse come quel bimbo e tale sarebbe e tale potrebbe essere, se giungesse, finalmente, a capire di essere oggetto di un grandissimo Amore.

Vedi, sposa cara: quanta tristezza ti circonda, quanto vuoto, quanta angoscia! Ti sembra che gli uomini siano come il bimbo, del quale sopra ti ho parlato? Assolutamente! Essi si sentono tutti orfani, abbandonati nel pericolo, soli nel deserto, circondati da belve feroci, senza alcuna difesa:

il presente è difficile, il futuro incerto e pieno di ombre, la vita sulla terra un incubo e quella oltre un angoscioso enigma!

Questa, mia diletta, è la visione che hanno gli uomini d’oggi in gran parte della terra, gli uomini tornati al paganesimo, dopo venti secoli di predicazione cristiana. Quanta differenza dalla gioia che traspare dal piccolo, accudito ed amato!

Perché gli uomini vogliono sentirsi degli orfani, soli e trascurati, se invece hanno un Padre amorosissimo che li cura tutti e una Madre, tutta tenerezza, che non altro desidera che porgere, soavemente, la sua carezza sui visi affaticati? Ecco, sposa, cosa ha potuto ottenere il, terribile, nemico di Dio da questa generazione, così indocile e ribelle: ognuno si sente solo, solo e guarda intorno per cercare un volto amico; ma si accorge che chi lo circonda ha gli stessi problemi suoi! Cercano uno nell’altro qualcosa che non possono trovare in tale modo. L’uomo, diletta mia, non deve confidare nell’uomo, non deve appoggiarsi al suo simile: due ciechi, che camminano assieme, cadono, sicuramente, in una buca, perché l’uno non può certo essere d’aiuto all’altro, trovandosi nelle sue stesse condizioni! Vedo un’Umanità di miseri che cercano appoggio, reciproco, senza volgersi a colui che solo può offrire quello che serve per la felicità sulla terra ed oltre!

Piccola cara, solo in me c’è quello che l’uomo desidera, solo in me ciò a cui anela; fuori di me, il vuoto, il dolore, la malinconia, l’abbandono, il nulla! Io, Io, Dio, sono tutto: chi desidera attingere alla mia ricchezza venga a me e sarà ricco! Per essere mio, però, c’è una condizione, alla quale sottomettersi: l’uomo deve spogliarsi di se stesso, deve lasciare la sua logica ed immergersi nella mia, deve permettere che Io lo riplasmi, come cera, morbida, che prende la forma che l’artista vuole darle. Qualcuno penserà: “È una condizione dura e difficile, perché l’uomo vuole fare a modo suo, si sente un re, non uno schiavo.” Ebbene, per essere miei occorre donarmi la libertà e farsi servi, docili ed obbedienti. Solo all’inizio questa rinuncia costa sacrificio, poi, col passare del tempo, diviene delizia che si aggiunge a delizia.

Il bimbo non può camminare da solo, se è molto piccolo; vuole farlo, ma inciampa ovunque e si ferisce: occorre la costante presenza del genitore che lo aiuti e lo prenda anche in braccio, quando serve; ma mai gli deve permettere di procedere a modo suo, altrimenti, la rovina è sicura. Chi lascerebbe un bimbo piccolo, solo, solo per una strada, impervia e piena di buche?

Sposa cara, l’uomo, da solo, è come quel bambino che, solo, incontro alla rovina si dirige.

Io, Io, Dio, vedo con immenso dolore gli uomini allontanarsi sempre più da me, per loro volontà, non per mia. Vedo i grandi pericoli ed un nemico, feroce, appostato ovunque per tendere tranelli. Continuo ad avvertire in diversi modi; ma i figli sono testardi e disobbedienti e uno dopo l’altro cadono nel burrone: l’uno, ignorando la sorte dell’altro. Perché tanta rovina, quando la grande felicità è ad un passo? Perché l’uomo, da me creato a mia Immagine e Somiglianza, non raccoglie i miei messaggi, non ascolta la mia voce e si ribella, continuamente? Potrebbero essere tutti felici, sposa, tutti felici, partendo da ora, perché questo è il grande dono che sto elargendo in maniera speciale in questi giorni; invece, sono tutti, gran parte almeno dei viventi, angosciati, infelici, incerti, tremanti di paura, come pulcini, soli, abbandonati in un luogo deserto. Se prendessero, finalmente, coscienza questi figli della loro vera condizione, se venissero a chiudersi nel mio Cuore, amoroso, ricco di ogni conforto, già comincerebbero a godere ed il tormento li lascerebbe, il timore scomparirebbe, l’angoscia non si affaccerebbe più! Questo vorrei che accadesse; ma se tutto l’Universo si piega davanti alla mia potenza, docile e sottomesso, la mia creatura prediletta continua a ribellarsi, recalcitrando, come mulo testardo!

Più volte, sposa amata, ti ho parlato della libertà umana; ora te ne parlo con tanta amarezza, perché il mio grande dono è usato tanto male! Si usano i miei doni non per me, non per servire me, ma contro di me, per trasgredire alle Leggi, che Io, Io, Dio, ho imposto! La creatura si continua a ribellare al suo Creatore!!! Quanto durerà la mia pazienza? Quanto tempo ancora sopporterò questo comportamento?

Il tempo stabilito è concluso e il tempo, supplementare, non verrà concesso! Tutto è pronto, tutto è deciso: avviene ciò che deve avvenire; avverrà ciò che ho deciso che avvenga!!!

Riposa in me, mia piccola. Donami ogni palpito del tuo cuore, ogni respiro, ogni anelito. Resta, sicura, nella reggia, che ti ho preparato, e non temere se senti, fuori, il sibilo, terribile, del vento di tempesta: deve spazzare via tutte le foglie morte. Quando la terra sarà sgombra e pulita, uscirai a contemplarne la bellezza e lo splendore.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

08.01.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Non temete, non abbiate paura, piccoli miei. Se i monti tremassero; resti sereno il vostro cuore. Se i mari traboccassero, nulla temete, perché Dio è Padrone dei monti, Dio è il Signore del mare e Dio vi ama, vi ama, immensamente: siete i suoi, fedeli, servitori, siete i suoi angeli della terra.

Servitelo. Servitelo con amore. Adoratelo! Adoratelo, senza interruzione, perché è il Creatore, che vi ha plasmato con le sue mani, è il Salvatore che ha versato tutto il suo sangue, prezioso, per voi, è Spirito d’Amore che vi vuole abbracciare, strettamente, per mai più lasciarvi.

Vivete con letizia questi ultimi giorni. C’è tanta tristezza intorno; ma il vostro essere esulti in ogni sua fibra. C’è molto dolore intorno; ma in voi c’è gioia. C’è l’angoscia tremenda di un futuro incerto; ma per voi ci sia la grande sicurezza di un futuro superfelice con Gesù e con me.

Piccoli, vi invito alla gioia in Dio. Cantate inni, recitate salmi; non vi colgano tristezza e malinconia di alcun genere, perché Gesù ha promesso, ha promesso e non si smentisce. La vita nuova è sbocciata e sta per mostrare agli eletti i suoi fiori più belli; sì, già da quest’anno, figli cari, già dallo sbocciare del nuovo anno.

Perché il mondo geme, invece di esultare? Perché trema di paura, invece di sorridere? Geme chi non crede, geme chi non ode, geme chi non vede le stupende meraviglie di Dio. Geme solo chi non ha accolto le santissime parole, chi non le ha interpretate e non le ha vissute, geme solo chi non ha trasformato in vita i santi comandi.

Chi ha servito, chi continua a servire con fedeltà non ha che gioia in sé. Il servo, fedele, merita un premio di fedeltà: paga immediata e paga al momento del saldo. La paga immediata è la letizia del cuore; quella finale è la vita, splendida, in Dio.

Attendete il bene dal bene; attendete gioia dalla gioia, attendete pace dalla pace: Chi opera il bene vivrà un oceano di bene; chi offre gioia vivrà per sempre in essa; chi opera per la pace, chi lotta per la pace, chi porge la pace la godrà come dono, sublime, di Dio. Non pace per un giorno, non pace per un momento, ma per sempre: un’eternità di pace, un’infinita eternità… con Dio!

Ecco perché vi dico di stare nella gioia, ecco perché vi dico di viverla questa, splendida, gioia, stretti, stretti ai nostri Cuori. Le cose del mondo non vi sconvolgano, perché Gesù sta ripulendo la faccia della terra. Ogni pulizia diviene profonda, secondo il guasto che deve essere tolto: dove molto c’è occorre andare in profondità, occorre operare con energia.

Dio, figli amati, sta operando con energia, sta concludendo l’opera, già iniziata da tempo. Poi, ci saranno felicità ed esultanza, senza fine.

Piccoli miei, Gesù è davanti a voi; dovete solo seguirlo: vedete come la strada, che avete davanti, è agevole e piana? Servite Gesù con amore ed egli vi aiuterà, giorno dopo giorno, istante dopo istante a percorrere, senza gravi difficoltà, il piccolo tratto che resta.

Fuori dalla strada, luminosa, ci sono caligine e terrore; non deviate, figli miei! Non deviate, neppure poco, poco: sarete accompagnati da continua letizia e da pace sconfinata.

Piccoli, la causa principale del dolore è il peccato, quello proprio e quello altrui. Combattete il peccato e pregate! Pregate, incessantemente, per il peccatore.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figliolina cara.

 

                                                                                              Maria Santissima