Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
31.01.97
Eletti, amati, che non distogliete lo sguardo dal
mio volto, la felicità che vi ho posto nel cuore mai avrà fine. Vivete sereni:
è un dono duraturo che è destinato ad aumentare sempre più. Siate docili ed
umili, proclamate la mia parola con questi sentimenti; ogni volta che parlate
di me, Io, Io, Gesù, vi suggerisco le parole da dire. Vi conduco per mano, come
bimbi nel mio tempio Santo, per adorarmi e vivere la mia vita Divina.
Sposa
amata, ormai, da anni godi la mia presenza viva in te, la felicità si
accompagna a questo dono. Ora il sacrificio non ti sembra più tale e
l’umiliazione sofferta, per amor mio, è gioia e ogni pena scompare tra le mie
braccia amorose. Ecco cosa accade quando Io, Io, Gesù, divengo il tutto della
vostra vita: pur vivendo sulla terra, pur immersi nel tempo, già siete entrati
nell’eternità che avete scelto.
Sposa
cara, se gli uomini capissero che tutto già comincia sulla terra, durante
l’esistenza nello spazio e nel tempo! In ogni creatura umana c’è quello che serve
per iniziare la vita soprannaturale con me; non pensare amata, che servano
sforzi eccessivi, basta lasciarsi condurre, docilmente, dalla forza misteriosa
che proviene da me.
Ho
creato l’uomo per la felicità, l’ho creato perché facesse parte della mia
felicità infinita; lo sai, sposa cara, chi ama non vuole tenere solo per sé le
cose belle, vuole che ne godano anche gli altri.
Pensi
che Io, Io, Dio, potessi avere bisogno di altre creature? Nell’Universo ne ho
create di vario genere, per ultimo ne ho voluta una, fatta a mia Immagine e
Somiglianza, con l’anima, l’intelletto e il discernimento. Tutte quelle fatte
precedentemente erano e sono sottomesse alla mia volontà, senza possibilità di
scelta; ma l’ultima, quella prediletta, l’ho voluta libera nelle sue scelte: se
avesse voluto essere mia, avrebbe goduto con me la felicità per l’eternità.
Tutto
ciò che esce dalla mia mente ha un destino di gioia. Potrei mai dare vita per
il dolore, per la sofferenza, Io, Io, Dio, che sono la bontà, la felicità?
Vorrei,
sposa mia, che almeno ora, come conclusione di questa era, lunga e travagliata,
gli uomini si sforzassero di capire che i grandi mali che vi sono nel mondo non
provengono da me, Dio, ma essi stessi ne sono la causa ogni volta che decidono
di allontanarsi da me.
Questa
lunga scena che ora sta per concludersi, con le ultime pagine che Io girerò
tutte assieme, ha visto generazioni e generazioni susseguirsi: questa dovrebbe
essere la più sapiente per l’esperienza trasmessa dalle precedenti, invece si
rivela la più ribelle, la più insipiente, la più stolta e, aggiungo, anche la
più superba.
Questo è
il tempo stabilito per la fine di un mondo e l’inizio di un altro, assai
differente; non termina perché l’uomo è ribelle e merita la grande, definitiva
purificazione: si conclude perché questa è la decisione presa inizialmente. Se
il peccato fosse diminuito e gli uomini si fossero nutriti del mio cibo Santo,
ora, forti e felici, potevano entrare nell’eternità di gioia; Io, Io, Gesù,
avevo pagato i loro debiti, tutti i loro debiti, quelli di ogni generazione,
col mio estremo sacrificio; restavano solo pochi spiccioli: ognuno doveva
procurarseli per accedere al mio regno.
Ebbene,
questo è il tempo della consegna dei pochi spiccioli come biglietto d’ingresso
al mio regno, felice, che si estenderà in ogni angolo del pianeta.
Per
tutti era aperta la facoltà di procurarseli; l’uomo, creato per la felicità,
proprio ora poteva possederla a pieno; per secoli e millenni l’ha desiderata,
profondamente, ora l’avrebbe avuta; e l’avrà – certo che l’avrà – colui che si
è preparato in tempo ed adeguatamente.
Mia
piccola, non conta, in questo momento, possedere beni o posti di prestigio né
avere conoscenze altolocate che possano preparare a figli e nipoti un futuro
sereno e spensierato. Ciò che gli uomini cercano, ora non serve, domani ancora
meno; occorre, invece, avere in mano le
monetine
che necessitano: quelle chiedo, quelle esigo per dare i miei sublimi doni.
Pensa che molti si affanneranno per entrare, molti si sentono già dentro ed ai
primi posti, ai posti d’onore. Si ritengono privilegiati perché hanno letto
tante preghiere, hanno detto tante parole, hanno pronunciato spesso il mio nome
Santo. Io, Io, Gesù, dico che questo non basta affatto: costoro dovranno ancora
aspettare chissà quanto, Io stesso lo comunicherò loro, contando i demeriti che
essi hanno ritenuto meriti.
Sposa
amata, nulla si giudichi prima del tempo: il mio pensiero non è il vostro
pensiero e le decisioni che prendono nel loro cuore gli uomini non sono quelle
di Dio. Sapersi in poltrona prima del tempo, ritenersi degni dei primi posti,
significa superbia e presunzione; chiedo, invece, grande umiltà ed addito, come
esempio sublime, la mia Santissima Madre: ogni uomo guardi a lei e non si
confonderà.
Abbasserò
fino a terra i superbi ed innalzerò fino al Cielo gli umili, quelli dal cuore
di bimbo che mai hanno cessato di contemplare il mio volto.
Amate il
bene, piccoli miei, e non lasciatevi ingannare dal maligno che opera,
incessantemente, per condurre alla rovina le anime. La scena umana volge alla
fine; quella che seguirà sarà completamente nuova, non per i meriti della
generazione presente, ma perché questo è il mio progetto preparato sin
dall’origine del mondo. Le mie creature predilette vedranno una realtà differente
che i loro occhi neppure potevano immaginare né la mente supporre.
Tenete,
tenete, miei piccoli, nella mano, ben stretti gli spiccioli che vi siete
procurati, non lasciate che ne cada neppure uno, servono tutti, proprio tutti.
Ecco, Io vengo, vi raduno tutti e vi conduco con me; ora mi siete vicini col
cuore, con l’anelito, con ogni palpito: tra poco l’intimità sarà ancora più
profonda.
Sposa
cara, il nuovo giorno giunge nel tuo paese, così lacerato; questa è una terra
benedetta, da me prescelta; opero con potenza: chi crederà e mi seguirà vedrà
l’alba sfolgorante di luce nuova.
Persevera
nel bene e non distogliere lo sguardo dal mio volto.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
31.01.97
La Mamma parla agli eletti
Operate,
piccoli miei, operate, incessantemente, per la causa di Dio. Non stancatevi,
non scoraggiatevi se i risultati non sono sempre quelli desiderati: ogni uomo, pur
toccato nel cuore da Dio, deve avere il tempo di capire, deve riflettere e
decidere. Questo processo richiede tempo, figli amati, un tempo che solo
l’Altissimo conosce.
Molto
avverrà nel profondo, ma resterà nascosto, fino a quando ognuno sarà chiamato a
palesare se stesso: dovrà manifestare la decisione presa. Solo allora, anche
voi vedrete il risultato della vostra opera di intercessione, il risultato,
ultimo, delle preghiere incessanti, delle offerte continue.
Vi
esorto a proseguire e supplicare per le anime ancora nelle tenebre: sono tante,
miei piccoli, sono in gran numero; queste anime se non si affrettano, se non
mettono le ali ai piedi, non faranno in tempo perché il tempo, lo sapete, è
terminato; occorre implorare con tutte le forze il perdono di Dio per i propri
peccati e quelli del mondo intero. Nessuno di voi pensi che c’è ancora da
aspettare, che quello che non fa oggi lo può fare domani: non s’illuda di
recuperare il tempo perduto.
Figli
amati, ripeto per chi non ha ben compreso: cogliete l’attimo fuggente,
mettetelo bene a frutto; ogni giorno è un dono, grandioso, che Dio vi porge:
fatevi un preciso programma di vita ed operate come se l’indomani non ci fosse;
sì, figli miei, ogni dono di questi, può essere anche l’ultimo che ricevete.
Tutto
ciò che operate ha un valore che va al di là dell’istante nel quale agite, ha
un valore eterno.
Chi
opera il bene si prepara un posto che nessuno potrà strappargli; la gioia
presente che prova nel profondo non è momentanea e fugace: è la promessa di una
letizia che proseguirà, ampliandosi, fino a quando sarà perfetta, allorquando
tutti diverranno un tutt’uno con Dio stesso, immersi per l’eternità nella sua
gloria sublime.
Vedete,
figli cari, come gli uomini agiscono insensatamente? Cercano i piaceri peccaminosi,
le gioie che non contano, le distrazioni nocive; come nel passato, così nel
presente procedono avventatamente, ma questo gioco è assai pericoloso. La
misericordia Divina li ha sostenuti, li ha attesi, ma cosa accadrà di loro
quando essa li lascerà, perché perseveranti nel male, superbi, eternamente
ribelli?
Molte
anime rischiano molto, ma procedono con testardaggine. Un giorno,
all’improvviso, esse dovranno dare una risposta a Dio, ma ancora saranno
indecisi, sviati, incapaci, impreparati.
Amati
figli, davanti a Dio mille anni sono come un giorno ed un giorno come mille
anni. Ciò che non è avvenuto in tanto tempo può accadere in un solo attimo.
Sarà
bellissima questa sorpresa per chi ha già pronta la risposta e l’offerta, ma
molto triste per chi non se l’aspettava. Pensate all’esperienza del passato:
chi immaginava che una pioggia divenisse un diluvio che avrebbe inghiottito
uomini e cose in pochissimo? Chi mai poteva credere che un fuoco sceso dal
Cielo avrebbe distrutto una città?
Ebbene,
ognuno rifletta e faccia riflettere: Dio opera quando vuole e come vuole; chi
può osare fargli qualche osservazione oppure rimprovero?
Figli,
vivete con gioia il Vangelo, siate lieti e mostrate al mondo il volto che si
addice all’uomo di Dio. Il mio Cuore vi ama tanto, sempre parlo di voi con Gesù
ed intercedo per i peccatori; unite alle mie le vostre preghiere, supplichiamo,
insieme, ché nel poco tempo che resta tutti i cuori di pietra si spalanchino
per accogliere la luce vivificante di Dio.
Figli,
proseguite, volate incontro all’Altissimo che viene!
Vi
amo. Ti amo, figlia cara.
Maria Santissima