Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
12.02.97
Eletti, giorno dopo giorno scorre la vostra vita
terrena. Vi ho donato la mia pace, la mia tenerezza, il mio Amore: procedete,
sereni, e preparatevi al futuro, tutto nuovo, tutto diverso, ricco di gioia,
scevro di dolore. Ho preparato delizie, infinite, per chi mi ha donato il cuore
nel momento per me più doloroso della storia umana, dopo quello del mio,
sublime, sacrificio.
Sposa
amata, la preghiera incessante ed intensa, l’adorazione, continua, rendono meno
acuto il mio dolore, per la perdita continua di anime che, stoltamente, sono
vissute e, stoltamente, muoiono. Ho creato, ho creato per la felicità; ma gli
uomini non cercano la gioia, che Io offro, non cercano il bene, che Io porgo:
inseguono le vanità, cercano la pace in ciò che pace non può dare, cercano
l’amore in ciò che amore non può offrire. In tale condizione di vita procedono,
giorno dopo giorno, lasciando consumare il breve tempo che resta.
Ogni
momento di vita è una stilla che cade nel grande oceano dell’infinito; si
perde, se sprecata e mai più sarà ritrovata. Ho chiesto al mondo di riflettere,
di cercarmi con cuore puro, perché tutto passa. Sto sfogliando le pagine nel
grande libro dell’esistenza umana, ancora lentamente, foglio dopo foglio, per
permettere alla mia creatura prediletta di prepararsi all’ultima parte, la fase
finale, quando il mutamento sarà immediato e non permetterà più lunghe
riflessioni.
Come
puoi constatare, sposa amata, la mia pazienza dura, ancora: l’empio continua a procedere
nel male, l’indifferente nella sua indifferenza, lo stolto nella sua stoltezza,
il peccatore, incallito, nel suo peccato. Cammina l’ebbro ed Io lo tollero, la
mia mano non lo colpisce, ma attende un ripensamento, l’attimo d’amore, la
scintilla che scaturisca, finalmente, dal cuore arido.
Diletta
sposa, questo è l’ultimo tempo di penitenza, ancora di grazia, che concedo:
ogni uomo deve battersi il petto e riflettere, vestire il suo cuore di sacco e
pentirsi, sinceramente, delle colpe. Questo è l’ultimo momento propizio, sposa;
lo sappia il mondo: se non coglie questo, altro non ne avrà. Chi vive con me in
questo tempo vivrà con me per l’eternità; chi continua nel suo rifiuto perderà
la mia amicizia per sempre!
Voglio
vedere cuori contriti, voglio vedere anime desiderose di tornare a me per
godermi, a pieno! Le anime, invece, mi sfuggono, i cuori non vogliono aprirsi
al mio Amore. La purificazione è ormai giunta all’ultimo stadio, quello più
doloroso e pesante. Le prove sono forti: bisogna che ognuno sia pronto a
sostenerle, secondo la forza. Vedo, però, vedo un’Umanità debole, fragile,
incapace di reazione. L’uomo è fiacco, sposa amata, perché non cerca il cibo
che dà forza, è fiacco, perché non si nutre di me, non cerca me, non ama me,
non anela a me; potendo vivere nella gioia, cerca l’angoscia e la disperazione,
potendo vivere nella luce sfolgorante e vivificante, preferisce le tenebre più
cupe! Sposa cara, che posso fare più di quanto già non stia facendo?
Vedi: il
mio cibo, santo, è tutti i giorni a disposizione delle mie amate creature: esse
non lo cercano, non se ne nutrono; la debolezza le coglie, ma preferiscono
morire di fame che accedere alla mia, lauta, mensa! Io, Io, Gesù, cerco le
anime per salvarle e condurle verso la grande felicità; ma esse mi sfuggono,
vogliono la libertà, dicono; cadono, così, nella più terribile schiavitù! Io,
Io, Dio, rendo liberi, Io, Io offro ogni bene, al quale anela il cuore umano;
fuori di me ci sono disperazione e tormento.
Piccola
mia, sto invitando, ancora, gli ultimi al mio banchetto nuziale; attendo che
entrino. È questione di giorni, ormai; poi, come in precedenza ho annunciato,
chiuderò la porta e sarà inutile bussare, proprio inutile; sarà inutile
chiamare: nessuno sentirà; sarà inutile supplicare: non ci saranno più pietà né
misericordia!
Da anni
parlo, da anni annuncio, da anni invito; questa generazione ha gli occhi
bendati e le orecchie tappate: non vede e non sente. Non cerca; quindi, non
trova. Questa avrebbe dovuto essere la generazione della grande gioia: le porte
del mio regno erano aperte per accogliere i viandanti, stanchi, spossati dalla
fatica della vita e ognuno sarebbe stato nutrito, ristorato, curato e guarito.
Un grande tempo è questo, ma le mie creature, pur chiamate e richiamate, non lo
vogliono capire: si lasciano irretire, come bruti senza intelletto.
Nulla,
sposa amata, potrebbe il maligno, se l’uomo si opponesse, decisamente, adesso;
invece, molti cadono, piccola mia, molti cadono per non rialzarsi più: hanno
lasciato la mia mano che li voleva salvare per prendere quella del mio nemico
che li trascina nel suo antro di fuoco e disperazione.
La mia
pazienza ormai è stata stancata dalla, generale e continua, disobbedienza:
ognuno ora accolga la prova che mando. Ripari, subito, questa Umanità, ripari e
si converta entro questo spazio di tempo limitato. Basta un sì, un semplice sì,
pronunciato col cuore, per iniziare una nuova vita con me. Non abbandono,
certo, la creatura che a me si rivolge, quella che riconosce le sue colpe e
supplica il mio perdono. Non posso perdonare chi non mi chiede perdono; non
posso liberare dalla schiavitù del peccato chi non fa il minimo sforzo per
alzarsi.
Al
momento da me stabilito, molto vicino, ordinerò di volare per venirmi incontro
tra le nubi del Cielo. Non volerà chi non ha ali; resterà sulla terra, scossa
dalle più forti doglie, sulla terra, impazzita per il dolore: soffrirà e patirà
con essa.
Tutto il
male, mia sposa, tutto il male deve essere vinto e la terra, piena di erbe
velenose, di piante senza frutto, deve divenire un giardino olezzante.
L’armonia regnerà, sposa cara e i miei amati godranno una realtà che mai prima
è stata goduta. Il grande corpo, malato, verrà completamente risanato, perché
saranno amputate tutte le parti cancrenose!
Esulta
in me, piccola sposa. Ti dono un altro, grande, giorno d’Amore.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
12.02.97
La Mamma parla agli eletti
Piccoli
miei, questo è tempo di grande grazia; siate felici, adorate Dio e
ringraziatelo, perché molto vi dona ed assai poco pretende. Cos’è infatti
questo piccolo tormento, se comparato alla felicità che sta per offrirvi?
Questo
tempo di penitenza sia fruttuoso per voi e per gli altri. Non pensate a procurarvi
gioie terrene, non cercate le consolazioni umane, quelle che il mondo vi offre,
a piene mani: in esse si nascondono le più grandi insidie. Cercate Dio, figli
cari, cercate solo Dio: quando egli è con voi, più nulla dovete desiderare,
perché, prima ancora di chiedere, egli vi ha porto.
Quanto è
grande quel Cuore, quanto è splendido: racchiude bontà e dolcezza infinita!
Adorate, adorate lo splendido Cuore di Gesù! Fatelo in ogni istante;
racchiudetevi in esso ed avrete ogni consolazione.
Il mondo
soffre, soffre tanto, figli cari, perché ha lasciato Gesù. Il mondo muore,
figli amati, perché, volontariamente, rinuncia alla vita. Dio è vita, è
speranza, è felicità.
Figli
amati, che mi ascoltate, non rinunciate alla vita: correte tra le braccia di
Gesù! Figli cari, non rinunciate alla speranza: chiamate Gesù, confidate in
lui. Siete così soli, siete così tristi, figli cari! Cercate la consolazione,
cercate Dio, Dio che ancora si lascia trovare e vuole salvarvi, perché vi ama,
vi ama! Immenso è il suo Amore per voi. Capitelo, figli testardi! Capitelo,
figli indifferenti!
Cercate
di costruirvi un futuro, senza Dio, ma distruggete voi stessi: non avete gioia
e non l’avrete, perché senza il sole la vita diventa insopportabile. Cercate il
sole, quello, però, che non conosce tramonto: Dio è il sole che dà senso alla
vostra vita!
Quanti
di voi conducono un’esistenza insulsa, vuota, priva di significato! Procedete
in tal modo, facendovi false illusioni. Chi è lontano da Dio in questo momento ancora
di pace e di serenità, difficilmente, lo cercherà nel momento della più grande
prova.
State
vicini, vicini a Dio. Correte a rifugiarvi nel suo, splendido, Cuore dove la
dolcezza infinita del suo Amore vi avvolgerà. Potrete sussurrargli le più
delicate parole; egli vi ascolterà: inizierete così un sublime idillio d’amore.
Voglio
vedere tutti i miei figli felici, voglio vederli sorridere, come bimbi che
aspettano di andare ad una festa. Obbedite, piccoli cari, obbedite alle mie
parole: entrerete a far parte di un popolo nuovo, dove l’ingiustizia non
regnerà più, non si parlerà di guerre, di discordie e regnerà la pace, la
grande pace, perché ogni cuore obbedirà a Dio, ogni volontà sarà conformata
alla sua.
Ancora
un piccolo sacrificio vi chiedo, un piccolissimo sacrificio; poi, Io stessa vi
annuncerò la splendida notizia del ritorno, imminente, di Gesù.
Vi
amo. Ti amo, figlia cara.
Maria
Santissima