Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
19.02.97
Eletti, miei, piccoli, fedeli, il giorno della
felicità si avvicina per voi. Aspettatelo con cuore esultante; sì, amici:
quello che ho promesso vi concedo, quello che desiderate avrete. Servitemi,
servitemi, docili, in questo breve tratto che resta: accettate dalle mie mani
qualunque cosa Io vi chieda.
Sposa
amata, la notte ti trova, felice, tra le mie braccia, in attesa, in trepida
attesa di ciò che avverrà. Sì, diletta: il tuo cuore sente bene, intuisce il
giusto. Senti che qualcosa di splendido deve accadere. Piccola mia, la
felicità, desiderata, sta per giungere. Tutti anelano ad essa; ma quanti
operano per conquistarla? Voglio dei collaboratori, desidero dei cooperatori!
Tutto ho
preparato, sposa, tutto ho preparato, curando anche il minimo particolare e
tutto opero per voi perché possiate godere, dopo tanti anni di tormento, di
dolore, di insidie malefiche.
Il mio
nemico, ferocissimo, è appostato ovunque; vorrebbe assalire e distruggere
tutto, non vuole la felicità umana. È assai invidioso delle mie creature
predilette e le tenta, le inganna, le seduce; ma questo sarà ancora per poco:
gli toglierò ogni potere ed il mondo verrà liberato dall’influsso malefico che
ora lo domina. Vedi accadere tanti fatti orrendi, dolce amata, che ti fanno
gemere, profondamente. Sento i tuoi sospiri e vedo, spesso, le silenziose
lacrime; ma quello che accade non accadrà. Nulla, lo sai, si compie senza il
mio permesso, ed Io, Io, Gesù, non permetterò più al tentatore di sedurre il
mio popolo.
Ogni
giusto si chiede come si potrà porre un argine a tanto male: vedo certi cuori,
colti dall’avvilimento, dalla disperazione, dallo sconforto. Sposa mia, accade
questo, perché non posano il pensiero su di me, Dio. C’è qualcosa che per me
sia impossibile? Non sono uomo fragile ed incapace; sono Dio che può ciò che
vuole, che può tutto quello che vuole!
Ho
lasciato che il mondo toccasse il fondo, ho lasciato che l’uomo procedesse con
superbia, senza mai girarsi verso di me, ho permesso che il mondo cristiano
divenisse pagano; ho permesso il peggio per portare Io, Gesù, Io stesso, il
meglio.
Verrò,
di persona, a sollevare il mondo dalle sue pene; verrò a ricostruire quello che
è stato demolito dagli stolti, insipienti, di ogni tempo. Verrò per offrire a
chi non ha, per togliere a chi, invece, ha di troppo in beni terreni e
ricchezze vane.
Chi mi
aspetta, sposa, mia, diletta? Neppure i miei più vicini mi aspettano: pensano
ad un giorno lontano, lontano, ad un momento che mai giungerà; pensano che il
mio ritorno sia una favola, bella, un sogno che non può che restare tale, una
storiella per bambini.
Leggo,
mia cara, i pensieri degli uomini, quelli dei grandi, quelli dei piccoli. I più
grandi mi temono, già, al solo posare, per un attimo, l’attenzione su di me;
nella loro continua disobbedienza procedono sicuri, facendosi coraggio da soli.
I più piccoli mi aspettano, c’è già in loro una, misteriosa, attesa; devono
tacere, perché verrebbero presi per folli. Tacciono, ma sperano; tacciono, ma
sentono nel profondo una, grande, emozione; tacciono, ma il cuore è trepidante:
credono i piccoli nelle mie promesse. Credono coloro che hanno il cuore puro e
gli occhi limpidi, credono ed obbediscono, si piegano, docili, al mio volere e
si abbandonano a me giorno dopo giorno.
Sposa,
tutti i piccoli hanno il cuore gioioso: Io, Gesù, ho posto in esso un anticipo
della felicità futura. Questi sono i dolci amici, sui quali posso sempre fare
conto. Questi mi dicono di sì, anche quando il sacrificio diviene più pesante.
Ecco le povere creature che sono diventate ricche, doviziose non di beni
terreni, ma di beni eterni! Ogni attimo d’amore, che mi offrono, è una goccia
che cade nell’oceano, che essi stessi hanno riempito. Esso non è sulla terra, è
in Cielo; è l’oceano dalle acque purissime, terse, dove ho posto la loro
imbarcazione. Viaggiano le mie creature, predilette e fedeli, viaggiano, a
gonfie vele, verso la felicità: i venti sono sempre propizi e c’è bonaccia; le
onde mai sono minacciose, ma, come per una misteriosa armonia solo ad esse
percettibile, danzano leggere e si muovono, soavemente.
Non
temete bufere, anime belle, che mi appartenete e mi servite: gli elementi vi
sono amici; ogni cosa obbedisce al mio comando ed Io ho dato ordine al vento di
accarezzarvi, all’acqua di lambire solo dolcemente il vostro piede, ai fiori di
sbocciare al vostro passaggio per farvi vedere la loro bellezza, agli uccellini
di cantare, soavemente, per allietarvi in ogni momento. Procedete, piccoli
miei. Procedete nella gioia. Essa è scomparsa dalla terra, perché un nemico ha
lavorato, senza sosta; non avrebbe fatto tanto, se fosse stato respinto in
tempo. Molto ha potuto, perché molto gli uomini gli hanno concesso.
Una grande
angoscia avvolge coloro che si sono offerti a lui, una terribile angoscia;
porterò Io, sposa amata, Io, Gesù, porterò ancora l’armonia, ma non posso
impedire, perché non voglio impedire a ciascuno di completare la sua scelta.
Certo, ognuno vuole vivere in un mondo di felicità e pace, da questo aspetto
non c’è differenza tra uomo e uomo; ma non basta volere: occorre operare,
operare con zelo, operare, attivamente, per conquistare il bene desiderato!
Pensa,
amata sposa, ad uno studente che si prepara per superare un importante esame,
decisivo, che cambierà il corso della sua vita: certo, egli desidera,
ardentemente, superarlo e già nel suo pensiero sogna come potrebbe essere
felice la vita futura. Costui, però, sa bene che non basta il suo desiderio, occorre
l’opera, occorre darsi da fare, occorre studiare giorno e notte, notte e giorno
per superare bene la prova. C’è il saggio che si dà da fare e non si risparmia:
studia, attentamente, studia con entusiasmo, non si concede riposo, perché
conosce l’importanza del momento; ecco: questi supererà, certamente, l’esame e
godrà la gioia che si è guadagnata.
Ora,
sposa amata, immagina, invece, uno studente pigro ed inetto. Costui conosce
bene l’importanza del passo che sta per fare, ma rimanda la preparazione: oggi
dorme, domani riposa, l’altro giorno ha bisogno di svago, l’altro ancora
riflette su come debba programmare il lavoro.
Passano
i giorni, intanto; rapidi se ne vanno ed il momento giunge. Ecco: arriva la
chiamata. Il saggio gode ed esulta, perché già se l’aspettava e si sente ben
preparato; lo stolto geme, si dispera, si agita, chiede e cerca, corre di qua e
corre di là per procurarsi i libri, ma, ormai, il tempo è poco e non è
possibile più recuperare quello perduto, vanamente.
Sposa
diletta, questo sta accadendo nel mondo cristiano: il mio popolo, amato, è il
meno preparato ad affrontare il futuro. Ho concesso doni a non finire, ho
spalancato porte ed aperto vie nuove, canali, piccoli e grandi, ho mandato a
tutti il lieto annuncio ed il mio messaggio d’Amore; ora, sposa amata, chiamerò
uno ad uno a sostenere l’importante e decisiva prova: chi la supererà vedrà
mutata in meglio la sua vita; ma chi non la supererà si vedrà respinto,
lontano, dal convito gioioso.
Mia
amata, l’uomo d’oggi deve riflettere e darsi da fare; deve tesaurizzare ogni
istante, senza che alcuno se ne perda: non vorrei che coloro che avrebbero
dovuto essere i primi diventino gli ultimi e gli ultimi godano i vantaggi dei
primi. Che grave delusione sarebbe per i privilegiati vedersi spostati in fondo
oppure, addirittura, cacciati fuori!
Provveda
ciascuno in tempo alla sua sorte: presto, ci sarà l’avviso personale! Non vi
preoccupate di pensare dove vi trovate, se potete o no essere raggiunti: Io,
Io, Gesù, so bene dove siete e verrò in qualunque luogo vi troviate. Vengo,
personalmente, amici cari, per annunciarvi il programma, che intendo seguire.
Vengo con Amore per i miei fedeli. Vengo, carico di doni, per i miei, amati,
adoratori che pongono ogni giorno balsamo sulle mie molte piaghe. Vengo per
darvi il compenso, adeguato alla vostra opera. Vengo, benedetti! Vengo, anime
belle! Vengo per voi che mi desiderate!
Ti
amo, sposa. Vi amo tutti.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
19.02.97
La Mamma parla agli eletti
Figliolini
amati, siate lieti. Servite in letizia Dio ogni giorno e non ripetetevi:
“Quando tempo manca?” Non ponetevi questo dilemma: Gesù ha detto che viene
presto e presto verrà; ha detto che viene per portarvi la grande felicità e
così sarà. Per nulla turbatevi; le cose che accadono nel mondo vi sfiorino e
non vi penetrino profondamente nel cuore. Questi sono gli ultimi giorni, già
preannunciati; il nemico continuerà ad imperversare, perché vuole distruggere
il mondo e dilaniare le creature predilette. Il mondo non lo distruggerà,
perché Dio non lo permette: la terra ha raccolto il sangue, preziosissimo, del
Redentore e non può perire.
Le
anime, però, sono libere, libere nella scelta. Le anime sono libere di volgersi
a Dio o al suo nemico: non ricevono alcuna imposizione. Non crucciatevi, per
questo, piccoli miei: ciò che Dio dona nessuno può toglierlo. Quando vi viene
concesso di parlare, parlate; quando, invece, dovete tenere il silenzio,
tenetelo ed è il più delle volte.
Servite
Dio, così, come egli vuole essere servito. Dategli lode e gloria in ogni
momento, adoratelo e non preoccupatevi di altro. I tempi ed i modi non sta a
voi conoscerli: solo l’Altissimo sa quanto l’oro deve stare al fuoco per
purificarsi. Non dite, quindi: “È tardi. È presto. Occorre di più. Serve di
meno.” Piegate, sempre, il capo con umiltà davanti al volere Supremo e
lasciatevi condurre dal suo Amore. Non giudicate alcuno, nel senso di non
condannare alcuno; pregate e supplicate per le anime in pericolo e, poi,
lasciate che Dio scelga i momenti adatti.
Ho detto
di non condannare alcuno: usate misericordia e vi sarà usata misericordia;
agite con carità sempre e mai pensate che essa sia in esubero. Se vi dico di
non giudicare l’uomo, è una ragione di più per non giudicare Dio e la sua
azione. Mai osate farlo, piccolini cari! Mai osate, anche se non capite, anche
quando non comprendete affatto! Dite così: “Mio, adorato, Gesù, non capisco
la tua logica So, però, che tu, Amore, tu, somma bontà, hai sempre ragione. Io
mi piego alla tua volontà e ti benedico.”
Così
comportatevi, sempre. Non vi sfuggano dalle labbra parole di sfiducia e neppure
un pensiero sia di ribellione. Date solo gioia a Gesù, che viene attaccato da
tanti nemici, da tutti quelli che si sono lasciati confondere dal fumo del
nemico.
Questi,
grandi, giorni di penitenza usateli per adorare in modo speciale Dio, tanto
offeso, con la vostra mente, col cuore, con tutta l’anima. Egli vi sorride e la
sua mano si poserà più lieve su questa Umanità, così sconvolta e deviata.
Lasciatevi
condurre come pecore docili, dal Buon Pastore che vi ama tanto, conosce i
vostri bisogni, sa quali sono le vostre necessità e vi provvede. Alle creature
più deboli farà brucare l’erba più tenera; risanerà le malate che decidono di
obbedire alle sue Leggi: darà gioia a tutte, senza trascurare alcuna.
Figliolini
amati, ascoltate con attenzione le letture di questi giorni; meditatele a lungo
e trasformatele in vita vissuta. Non tema chi sta vicino a Dio e lo serve notte
e giorno; non solo non tema, ma esulti, perché il tempo della nuova primavera è
giunto: è questo!
Esultate,
piccoli. Esultate di gioia.
Vi
amo. Ti amo.
Maria
Santissima