Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

20.02.97

 

 

Miei diletti, amici, che mi amate e mi servite, vengo per darvi gioia, vengo per parlarvi del mio Amore, grande ed eterno. Questo tempo l’ho riservato a me sin dall’inizio della creazione per mostrarvi le mie meraviglie. Nel cuore già godete l’alba del nuovo giorno: esso incede e vi porterà la luce di un sole senza tramonto.

 

 

Sposa amata, attendi in letizia: vedrai le più grandi meraviglie. Quelle che sto per compiere nessuno mai le ha gustate: ho riservato ai meritevoli degli ultimi tempi i doni più belli e unici. Il mio spirito agisce, potentemente, sulla terra, avvolge e permea menti e cuori; scelgo il mio popolo nuovo e con esso riempirò la terra, divenuta deserta ed arida.

Ogni giorno l’uomo è chiamato a far parte di questa nuova, splendida, avventura con me, suo Dio. L’invito è personale, non collettivo: mi avvicino in punta di piedi ad ogni creatura prediletta e la invito a nozze, la invito a lasciare le vanità e le insulsaggini, che offre il mondo, per venire a me, fiduciosa, senza timore alcuno, per attingere alle mie sorgenti eterne l’acqua che purifica e dà vita senza fine.

Sposa mia, ho attraversato più volte il mondo per cercare anime disposte a seguirmi, fedelmente. Mi sono presentato sotto aspetti diversi per essere più facilmente riconosciuto ed accettato; tanti hanno intuito che sotto quell’aspetto umano, ancora poco conosciuto, si celava il Creatore, il Salvatore, lo Spirito d’Amore che voleva porgere il grande dono che, se accettato, avrebbe offerto la più grande ricchezza.

Piccola, mia, sposa, per accogliermi occorre non essere troppo lontani da me col cuore e con la mente; non bisogna essere persi dietro le vanità terrene e neppure sprofondati nel fango del peccato: la mente, deviata, non comprende, il cuore, saturo di sentimenti negativi, non afferra. Chi è troppo chiuso in se stesso e nel proprio io, malato, non può afferrare le realtà sublimi: è un vaso, pieno fino al collo, che più nulla può ricevere.

Sposa amata, per accogliere me l’uomo deve rinunciare a se stesso, spogliarsi dei suoi abiti logori e prendere nuove vesti, quelle che Io porgo, quelle che Io, Io, Gesù, offro. Non si può essere miei e contemporaneamente, del mondo: occorre fare una scelta, decisiva, e, poi, seguire fino in fondo quella fatta!

Amica diletta, chi opera il male entra in una corrente che in questo momento, specialmente, è violentissima e trascinante. Lo sai il perché, più volte l’ho ripetuto: il nemico ha quasi finito i giorni assegnati, sa ciò che lo aspetta ed impazza, ferocemente, per sedurre, insidiare, trascinare e straziare le mie creature predilette e attraverso esse anche le più umili.

Immagini, sposa amata, che accade quando un uomo, che sta guadando un fiume, viene trascinato da un vortice violento? Egli si dibatte, ma le forze non riescono a sostenere l’impeto: occorre solo un forte aiuto per uscirne, senza il quale è proprio impossibile farlo.

Amata, oggi gli uomini, immersi nel male, si trovano tutti in questa, terribile, situazione: le forze tenebrose sono potenti, le resistenze minime. Gli aiuti occorre coglierli, quando giungono, e non lasciarsi sfuggire la minima occasione. Io stesso porgo la mia mano, Io stesso corro in aiuto dello smarrito che langue. Ho compassione del misero e voglio salvarlo; ma egli si rifiuta di ascoltarmi, non vuole porgermi la mano e continua a dibattersi, invano, nell’onda, sempre più impetuosa.

Ho riservato le meraviglie più grandi proprio a questo tempo, perché è molto più difficile agire nel bene, quando intorno c’è un oceano di male. Vivere secondo la mia Legge in tempo di disobbedienza generale è molto meritorio. Il mio popolo deve combattere una battaglia difficile e molto aspra; ma Io sono in mezzo al mio popolo e nessuno è solo, nessuno è abbandonato. La mia presenza è viva dovunque. Chi mi cerca con cuore sincero mi trova e da quell’istante cessano i suoi problemi, perché Io, Io, Dio, glieli risolvo tutti, anche i minimi: basta avere fiducia e lasciarsi condurre da me.

Amo, sposa cara, amo incontrare l’uomo per le strade. Amo parlare, sommessamente, al suo cuore. Amo entrare, soavemente, nella sua mente e gioisco, molto, quando trovo posto nella mia amatissima creatura e posso operare, liberamente, in essa, plasmandola a mio modo.

Sposa, appena ho finito di completare quest’opera nel mondo, mi presento ad esso, mostrando i miei capolavori. Resteranno a vivere con me, felici e senza più alcuna schiavitù, i miei diletti; di nulla avranno preoccupazione, perché saranno liberi della mia libertà, felici della mia felicità, completamente soddisfatti di ciò che possiedono.

Vedi, diletta sposa, quanta inquietudine c’è dovunque e quanti problemi, apparentemente, insolubili? Il mondo si dibatte tra noia ed angoscia; mentre si affanna a risolvere un problema, se ne prospettano mille altri: c’è, infatti, una morsa sempre più stretta che attanaglia la vita umana dei paesi più sviluppati e ricchi. Il benessere, come vedi, non ha portato felicità e pace, ma angoscia e separazione. Non sarebbe stato così, se gli uomini nella ricchezza avessero invocato me, seguito il mio consiglio, cercato il mio aiuto.

La ricchezza non è una maledizione, quando viene messa al mio servizio ed usata a scopi di bene; diviene tale, quando è usata con egoismo ed avidità, diviene avarizia ed essa, lo sai, sposa amata, è un peccato che conduce alla morte. L’avaro è un peccatore che, facilmente, s’incallisce nel suo male. Non guarisce facilmente uno che oggi si trovi colpito da tale, terribile, morbo; occorre solo che si getti, senza indugio, tra le mie braccia e supplichi, senza stancarsi, il mio perdono. Solo in tal modo si prospetta possibilità di salvezza. Come l’avaro, così il lussurioso: egli è trascinato da una corrente, maledetta, che non offre tregua: occorre una grande forza di volontà, che l’uomo, debilitato, non possiede. Queste anime, sposa diletta, le ha abbrancate, decisamente, il maligno e non le lascia, se molte, proprio molte anime, belle, non intercedono per esse con suppliche e sacrifici. Sposa amata, il male è la peggiore tempesta che trascina e dilania ogni cosa. Il male viene vinto col bene; ma in questo, grande, momento storico coloro che operano il male con testardaggine sono molti e quelli che, invece, cercano il mio volto sono assai pochi. I tiepidi riempiono la terra; essi, che non fanno bene né male, da me saranno respinti, perché mi fanno disgusto!

Sposa amata, ai pochi, che cercano il mio volto e vivono giorno e notte in continua adorazione, a costoro offro doni speciali, forza speciale per aiutare anche i più miseri. Le suppliche di pochi, degni, risolleveranno, per mio volere, le sorti di altri, caduti nel fosso; ma, sia chiaro: nulla concedo a chi non vuole essere aiutato! Chi non collabora nulla avrà: anche se il mondo, il mondo intero si ponesse in preghiera per salvare un’anima, se essa non desidera la salvezza, non l’avrà.

Quanti testardi, sposa amata, si perdono ogni giorno! Quanti dicono il loro, terribile, no fino all’ultimo! Li chiamo, li interpello, li aiuto; ma per alcuni non c’è proprio niente da fare: procedono, come storditi, per una vita intera e, come tali, fanno anche l’ultimo, decisivo, passo!

Amati, qualcuno di voi ancora si chiede tanti perché. Tra breve, nessuno più si porrà domande né me le farà: tutto sarà palese, perché il sole nascente manderà tanta e poi tanta luce da schiarire tutte le menti che vogliono luce e scaldare tutti i cuori che vogliono fuoco. Tutto, quindi, sarà conosciuto; i grandi misteri non saranno più tali e la volontà degli uomini sarà conformata alla mia.

Sposa diletta, ecco il primo, grande, giorno dell’ultima fase di storia umana. Offrimi ogni attimo con amore. Resta in me e gioisci.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

20.02.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Siate felici, figliolini miei, siate nella gioia ogni giorno. Ogni parte del giorno ripetetevi, continuamente: “Gesù mi ama, mi ama e vive in me. Anche se sono piccolo, piccolo, debole, debole, posso contare su di lui che è grande, che è il più grande e mi accoglie tra le sue braccia. Non lo vedo e non lo percepisco coi sensi esterni, ma se mi chiudo nella stanzetta del mio cuore, allora, che visione splendida ho, che voce soave sento!! Vedo il suo volto Divino, odo le sue parole: com’è bello vivere con Gesù! Nel profondo del mio io posso vivere con Gesù, parlare con Dio, così come fece Mosè, come Davide, come Salomone; faccio quello che fecero i più grandi: essi parlavano e Dio rispondeva.

Figli cari, amati, piccoli miei, Dio è lo stesso ieri e oggi, non è mutato in nulla, anzi, oggi, ancora più che nel passato, è pieno di misericordia e la vuole tutta riversare sul mondo, su questo misero mondo, che è sprofondato nel fango.

Abbiate fiducia, figli, sperate contro ogni speranza, non lasciatevi travolgere dalla corrente di pessimismo che circola. Voi siate lieti, lieti, in pace con voi stessi e con gli altri, sempre in attesa del bello che viene, che viene, figli miei amati, che sta venendo.

Pensate che ogni tristezza proviene dal tentatore: egli vuole svuotare i cuori dalla speranza, vuole che venga a mancare la fiducia in Dio, solo così può avere grande presa sulle anime. Chi si avvilisce perisce, chi si fa coraggio riesce a rialzarsi. Egli vede un medico, speciale, che gli viene incontro, non uno dei soliti che gli svuota la mente e lo conduce alla disperazione, ma uno assai dolce; viene, luminoso e splendido, incontro all’infermo: non ha il volto cupo e pensieroso, ma sorride, incoraggia, penetra sin nel profondo del cuore col suo sguardo e guarisce lo spirito che, spesso, è ancora più malato del corpo, talora risana anche le membra, ma solo per dare più vigore allo spirito.

Piccoli, oggi vi invito a fare coraggio agli afflitti, vi chiedo di non parlare in termini pessimistici, ma infondete speranza negli sfiduciati, sollevate gli infermi e parlate di Gesù, che passa vicino ad ogni uomo per risanarlo da ogni male. Parlate, dolcemente, al cuore del misero e fate rinascere in lui la speranza perduta.

Amati, quanto è dolce il momento che state vivendo: siete una barca che procede a gonfie vele in un oceano sconvolto dalla tempesta, al timone c’è un uomo speciale, dal volto di Cielo e dallo sguardo penetrante; l’imbarcazione non vacilla, procede, leggera e sicura, sembra che voli sulle onde. Vola, infatti, verso una spiaggia nuova e sconosciuta, ma, sicuramente, splendida perché, come avete ben compreso, il timoniere è Gesù in persona, Gesù, Amore e tenerezza, che guida le anime a lui affidate verso il più grande destino.

Vorrei, figli amati, vedere il grande oceano, dalle acque nere e tempestose, solcato solo da barche di questo genere, lievi e candide, sulle quali i passeggeri non tremano, ma cantano, lieti e felici, salmi ed innalzano lodi a Dio Creatore, Salvatore, Spirito d’Amore. Vorrei, ho detto, perché ne vedo passare così poche di tal genere!

Pregate con me, benedetti, pregate, ardentemente, e il Cielo farà scendere sui più miseri ancora tante e poi tante grazie.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia cara.

 

                                                                                              Maria Santissima