Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
21.02.97
Eletti, amici cari, vengo, vengo ad alleviare le
pene degli amati che cercano il mio abbraccio. Vengo ed il mondo non mi
attende! Vengo ed il mondo non è ancora pronto ad accogliermi: i grandi mi
respingono; molti piccoli non mi conoscono. Chi mi respinge sarà respinto; chi
mi accoglie sarà accolto da me. Chi non mi conosce, senza sua colpa, mi
conoscerà.
Sposa
amata, vola, leggera, sull’onda della felicità: il tuo Dio ti è vicino, il tuo
Dio si cura di te. Il mio Cuore ti accoglie per donarti pace. L’anima tua
esulta in me, oggi, in modo speciale, perché senti vicino il mio ritorno,
glorioso. Vengo nella gloria, mia sposa, per trasformare la vostra vita da
esilio in patria vera. Beato chi mi ha pensato e, quando gli sono passato
accanto, mi ha riconosciuto ed accolto: ora resta avvolto nella mia
misericordia e nulla teme!
Sposa
cara, che può temere l’uomo che mi appartiene? Io sono tutto e nulla accade,
che Io non permetta, e nulla permetto, che non serva all’anima. Viva sereno chi
in me confida, viva nella gioia, perché Io, Dio, veglio su di lui, come madre
sulla culla del suo bimbo. Vivete sereni, voi che mi attendete; un grande
giorno è sorto, un giorno, che voi offrirete interamente a me, un giorno, nel
quale vi sentirete abbracciati dal mio Amore e mi offrirete tutto il vostro.
Piccoli cari,
non tremate, se vedrete i grandi cadere, uno dopo l’altro, se vedrete i piccoli
gemere, per il vuoto di potere. Ciò che accadrà sarà la logica conseguenza di
quello che è accaduto: non può una slavina fermarsi a mezz’aria; deve
scivolare, fino a giungere in fondo. Quando tutta sarà precipitata ed ogni
valore sarà travolto, quando ovunque ci saranno gemito e riflessione, allora,
sposa amata, giungerò Io, tra la gloria dei miei angeli, e la felicità scorrerà
a fiumi sulla terra, ridestata. Fino a quel momento, sublime, dovrete un poco
pazientare, un poco sospirare, un poco versare qualche lacrima: sono queste le
ultime mosse della grande partita. Gioite giusti ed esultate: le vostre pene
sono provvisorie e fugaci. Gioite, assai, eletti che state proni davanti a me
in adorazione e nutrite il vostro corpo col mio corpo Santissimo: la vostra
ricompensa è vicina e godrete, fedeli amici, godrete, quanto mai avete goduto.
Il mondo vi strazia con la sua indifferenza, vi respinge, ostile, vi critica e
vi calunnia. Sappiate che, prima, l’ha fatto con me. Non vi ascolta, quando
porgete le mie parole, sante; neppure il mio popolo ha ascoltato me che lo
istruivo. Il mio sacrificio, immenso, ha salvato ogni uomo, ha redento
l’Umanità; non temete: neppure il vostro è vano e al momento opportuno vedrete
il risultato del vostro sudore.
Piccola
sposa, prosegui nell’offerta, prosegui nell’adorazione, attendi, fedele, che il
tuo Sposo scenda a guarire tutte le piaghe del mondo, a liberare i miseri dalle
loro catene. Attendi, pregando, instancabilmente, perché, diletta, sono proprio
le preghiere che accelerano i tempi.
Per
pochi che pregano, intensamente, e supplicano il mio perdono, Io, Io, Gesù,
concederò grazie a tanti, sveglierò i dormienti, ridesterò gli storditi, farò
ragionare i deviati e scuoterò la terra per liberarla dal suo sudiciume. Tutto
deve accadere in questo, breve, lasso di tempo. Tutto accadrà in esso. Questo
ho detto. Questo farò. Le mie grazie non scenderanno invano: così come l’acqua,
che scende, dà ristoro e vita, così, esse daranno vigore ai cuori stanchi e
nuova energia alle anime.
Desidero
molto da voi, piccoli miei: chiedo a voi ciò che non posso chiedere agli altri.
Datemi, miei fedeli, ciò che gli altri mi negano. Offritemi l’obbedienza, che
il mondo ha dimenticato; offritemi l’umiltà che vi farà grandi. Offritemi
l’amore che mi è dovuto, perché Io, Io sono Dio che vi ha plasmati, redenti e
tenuti in vita!
Siate
generosi nel porgere il vostro poco ed Io sarò generosissimo nell’offrirvi il
mio tutto.
Il
giorno, che nasce, sia sempre un dono d’amore per me. Il giorno, che passa, sia
sempre un momento d’intensa preghiera di ringraziamento, per la vita concessa,
per il respiro donato, per la gioia goduta e anche per il dolore sofferto.
Tutto diviene grazia per chi ama: ogni istante è costruttivo e fruttuoso.
Ho
detto, all’inizio, che vengo, vengo ed il mondo non mi attende: i grandi non ci
pensano proprio, essi ritengono di avermi bene sostituito; i piccoli non mi
conoscono. Chi ha parlato, veramente, di me ad essi? La società, progredita,
vive come se Io, Io, Dio, non fossi e in molti luoghi è stata tolta anche la
mia immagine che, da sempre, esisteva: si vuole cancellare il passato per
sostenere un presente di precarietà e di vuoto.
Sposa
amata, la mia venuta è imminente, perché gli uomini senza di me divengono
peggiori dei bruti, si divorano uno con l’altro e non solo lupi con lupi, ma
anche il gregge più docile, messo al riparo, rischia di essere assalito,
crudelmente. Se attendo, ancora, sulla terra neppure una pecorina trovo, perché
tutte vengono assalite dalla ferocia del nemico.
Non
temete, nulla temete, fedeli amici, che continuate a sperare contro ogni
speranza. Nulla temete; lasciatevi andare, fiduciosi, all’onda, soave, del mio
Amore: Io, Io, Dio, vi conduco. Ancora poco, poco, poco dureranno i vostri
sospiri; poi, solo canti armoniosi di gioia e di esultanza ci saranno per voi.
Ognuno porti avanti, sereno e fiducioso, il compito assegnato: chi poco deve
fare avrà energia per il poco; chi molto deve operare avrà energia per il
molto; chi moltissimo deve compiere avrà tutte le forze necessarie. Dono,
secondo le necessità. State sereni, amati, e di nulla preoccupatevi: tutto
procede da me e niente avviene a caso.
Devo
spostare le ultime pedine della grande scacchiera. Non avverrà questo, non può
avvenire in maniera indolore per tutti.
Siate
docili, piccoli miei: accettate, sereni, la mia volontà. Chi mi ama, veramente,
sa che occorre sempre piegare il capo, docili, anche se la prova fosse un
pochino dura: ciò che permetto è ciò che serve in questo momento. Desidero
salvare le anime e per fare questo devo usare, in molti casi, delle vie, nuove,
anche un pochino aspre e dolorose.
Stringiti
a me, sposa diletta. Riposa sul mio Cuore ed attendi con gioia il mio ritorno,
glorioso, nel mondo. Ti basti il mio Amore: quale ricchezza, maggiore di
questa?
Prosegui,
amata; Io, Io, Gesù, cammino con te.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
21.02.97
La Mamma parla agli eletti
Miei,
piccoli, amati, Gesù viene come Amore che vuole abbracciare, viene come
consolatore, viene come Padre amoroso che ha da dire tante cose ai suoi figli,
che ha da dare tante cose ai piccoli.
Ecco
come dovete attenderlo: come si aspetta il vero, grande, Amore che solo può
offrire felicità, come il consolatore che viene a guarire i piagati e dare
sollievo ad ogni sofferente, che viene ad aprire le prigioni e liberare gli
schiavi. Viene, figli amati, viene ora, come allora, sempre pieno di doni,
sempre latore di grande felicità e di pace. Figli, siate gioiosi, anche se la
situazione presente è preoccupante ed il cuore non riesce a liberarsi dal velo
della tristezza.
Piccoli,
non ascoltate le voci che risuonano intorno e neppure i lamenti vi tocchino,
profondamente, né i pronostici di sciagura. I buoni non periranno assieme ai
malvagi. Non credetelo. Il malvagio seguirà la sorte del malvagio, il buono dei
buoni: nessuna ingiustizia ci sarà. Figli, trionferà il bene, non per opera
umana: come potrebbero un uomo o mille uomini frenare, ora, la furia,
sconvolgente, del male? Solo Dio, piccoli miei, solo Dio può fare questo! Dio
lo farà, presto: vi libererà da ogni pena, da ogni sofferenza. Sorriderete,
gioiosi l’uno verso l’altro, perché non vi parrà vero di essere entrati in un
Paradiso tanto auspicato, ma mai raggiunto.
Chi
aspetta l’Eden, promesso, avrà l’Eden; ma, figli cari, coloro che non ci hanno
creduto, che hanno deriso i cuori di bimbo, anelanti a questa, nuova, realtà,
ebbene, figli, costoro non godranno: vedranno scomparire davanti a sé questa,
beata, prospettiva proprio quando, ormai, ne avranno capito la realtà. Chi non
crede non ha, chi non crede e non opera secondo la fede vedrà sfumare la
felicità, come nube che si sfalda e scompare, rapida, all’orizzonte.
È molto
arduo, lo so, credere, senza vedere, operare, senza immediata ricompensa,
sperare contro ogni speranza; ma Dio, lo sapete dall’esperienza di sempre, ha i
suoi tempi, che non sono i vostri tempi, e muta le sorti di un popolo nel
momento impensato, piombando come folgore, quando non si aspetta. Dio è Dio e
opera quando vuole, come vuole, senza chiedere il consenso all’uomo!
Aspettatevi
la dolce sorpresa, angeli miei, quella che spetta ai fedeli amici di Dio:
avrete ciò che aspettate, ma anche quello che mai vi aspettereste.
Ciascuno
di voi mi dice, col viso lacrimoso: “Mamma cara, quanta persecuzione subisco e
quanto dolore provo, nel vedermi intorno un mondo così ostile!”
Vi dico
che proprio questo momento è il più forte, il più significativo, il più
costruttivo. Procedete, procedete nella gioia, nella speranza e nella grande
operosità. Venite a me, piccolini, e state tutti intorno, come bimbi che
attendono che la mamma distribuisca loro le cose, buone, che ha preparato.
Per me,
le ha fatte Gesù: egli ha in serbo doni, nuovi, deliziosi, per voi. Fate i
bravi, piccoli miei, siate tutti docili ed obbedienti e vedrete le meraviglie
che opera il Signore in questo tempo, anche in questo tempo, come nel passato.
Vi amo, figli. Procedete e gioite.
Maria
Santissima