Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
04.03.97
Eletti, amici, sacrificatevi ora, sacrificatevi un
pochino per me: godrete, quando Io verrò nella gloria con i miei angeli e con i
miei santi. Vengo per liberare il mondo dalle catene di un terribile nemico, il
serpente. Intendo: il serpente maledetto non sedurrà più nessuno, non ingannerà
e voi e voi, fedeli amici, godrete la più sublime felicità.
Sposa
amata, vengo a dare la gioia a chi l’ha perduta. Oggi sento un grande lamento
alzarsi dalla terra, ferita: le mie creature, grandi e piccole, gemono, per il
grande dolore di vedersi manipolate ed offese. Io, Io, Gesù, interverrò presto,
sposa amata; mantieni la letizia nel cuore e non temere alcunché. La vita
dell’Universo è minacciata dalla superbia umana, ma Io non permetterò quello
che non voglio accada. L’uomo osa molto al di là della soglia del lecito, non
guarda il mio volto, addolorato, che non approva la sua azione.
Vedi,
piccola mia: tu vegli, felice, tra le mie braccia; le tue labbra mi lodano e il
cuore, il piccolo cuore ama riposare nel mio e confondere con esso i suoi
palpiti. Mentre qui accadono queste cose, stupende, e la creatura cerca quiete
accanto al suo Creatore, nel mondo accadono le cose più tremende. Nelle case,
nel segreto delle case, addirittura nell’intimità della famiglia cresce, a
dismisura, la pianta dell’odio, il nido si riempie di spine ed il focolare si
spegne sempre di più. Sulla terra, ovunque, nei paesi sviluppati ed in quelli
in via di sviluppo crescono, alte, le erbe velenose: i piccoli gemono, i cuori
puri scompaiono, le acque limpide s’intorbidiscono, l’aria si riempie di lezzo
ed il suolo di marciume. Questa è opera del nemico che conta i suoi giorni,
ormai alla fine, ma li utilizza, senza che un solo istante si perda, senza
arrecare danno.
Il
principe del male opera, sposa amata, opera, incessantemente, senza sosta,
senza riposo; ora ride, sguaiatamente, perché ha dato agli uomini una grande
arma di offesa, l’ultima, che gli concedo di dare; ma con questa egli colpirà,
colpirà ancora, fino a commettere, contro di me e contro la mia creazione, la
più grande offesa che mai sia stata fatta.
Amata,
vedo la tua tristezza e capisco il profondo dolore che provi, nel vedere quanto
osi l’uomo, quanto offenda me, quanto continui ad ignorarmi. Vedi la mia
creatura prediletta che, sotto la spinta del male, si è proclamata dio che può,
nella sua illusione, creare e distruggere, mutare e ricostruire da capo! Quanta
superbia, sposa cara, quanta insensatezza!
Sto a
guardare i progressi del male, sto a constatare i regressi nel bene e piango!
Sì, amata, sì, fedele amica che, con pochi altri, sei restata fedele al mio
Cuore: piango, come piansi su Gerusalemme ribelle, come piansi la morte di
Lazzaro, così come piansi nel Getsemani, attendendo la terribile morte e
vedendo tutto l’inferno schierato contro di me in quel giorno terribile! Piansi
amare lacrime, sposa amata, perché gli uomini nulla avevano capito e
condannavano un innocente che avrebbe pagato il prezzo di tutti gli innocenti
di tutti i tempi, assaliti e offesi, senza colpa alcuna. Piango sul mondo
ingrato, piango sul mondo gelido, piango sul mondo, continuamente, ribelle che
opera contro di me, ben consapevole di farlo, mi sfida, sapendo di sfidarmi, mi
offende, sapendo di offendermi, mi colpisce nel Cuore e vuole proseguire nella
folle corsa verso l’autodistruzione!
Ripeto,
sposa fedele, ripeto per te e per quei pochi che ancora mi ascoltano: l’uomo
non distruggerà la terra più di quanto ha fatto, perché Io, Io, Dio, fermerò la
sua mano. Abbatterò chi osi varcare le soglie invarcabili: gli operatori di
abomini saranno fulminati e sconteranno una terribile pena! Ancora un poco, mia
diletta, ancora un poco ed interverrò. Se gli stolti criticano il mio indugio,
so che tu, che tanto mi ami, benedici ogni mia decisione ed adori,
incessantemente, me per consolarmi del dolore, profondo, arrecato proprio dalle
creature che a me più devono, perché le ho colmate dei più splendidi doni.
Ho agito
con bontà e benevolenza, ma non sarà più così, mia diletta: tolgo ogni cosa a
questi miseri che si credono onnipotenti, li getterò nel fango e nessuno più si
ricorderà di loro. Proseguano pure, aizzati dal maligno, nella loro sfida! Guai
ai miei nemici, guai a coloro che osano, senza avere freni morali: tutto ciò
che operano si rivolterà contro se stessi e grandi saranno il gemito ed il
lamento, che faranno, ma nessuno si accorgerà nemmeno di loro! Sposa, chi sfida
Dio è un vinto: a me che si può togliere, che si può aggiungere? Sono l’eterno
vincitore e, tra breve, ognuno lo capirà.
Abbi
fiducia in me, amata. Non perdere la speranza; qualunque cosa tu veda o senta,
ripeti nel tuo cuore e nella tua mente: “C’è Gesù; quello che non vuole non
accade. quello che non permette non avviene. Ciò che permette e vuole ha come
fine, ultimo, il bene.”
Molti
tremeranno al mio ritorno, molti, che neppure lontanamente ci hanno creduto,
che hanno impedito anche agli altri di credere e prepararsi, di conseguenza; ma
voi, voi, piccoli, voi, fedeli, voi, docili ed obbedienti, godrete quanto mai
avete goduto e quanto mai avreste immaginato di godere.
Attendete
in letizia quel momento, grandioso e sublime, con la mia pace nel cuore, quella
che dono, giorno dopo giorno, malgrado il piccolo tormento quotidiano. I vostri
problemi, piccoli cari, li risolverò tutti Io, Io, Gesù, sia quelli piccoli che
quelli grandi. Lasciatevi andare, fiduciosi, all’onda soave del mio Amore che
vi conduce, dolcemente, verso la meta. Non abbiate paura: chi è con me non deve
temere. Nulla accade a caso; avviene solo ciò che ritengo opportuno lasciare
accadere.
Vi amo,
vi amo, piccoli cari; in questo momento di grande passione per me voi mi state
vicini e mi parlate, dolcemente. Siete le anime, belle, che adorano, notte e
giorno, il loro Signore, tanto offeso e dimenticato dal mondo ingrato.
Spunta
il nuovo giorno, mia amata. Offrimi ogni pensiero, ogni palpito, ogni sospiro
ed Io, Io, Gesù, ti riempirò il cuore di pace e letizia.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
04.03.97
La Mamma parla agli eletti
Piccoli
cari, non sospirate, ma allietatevi, perché il tempo del dolore sta passando
per voi, diletti, e per tutti quelli che sulla terra soffrono ed offrono. Vi
voglio incoraggiare, piccoli cari, vi voglio sostenere nelle piccole
tribolazioni, che dovete patire. Siate forti e saldi nella fede; date a Dio
tutto, le vostre gioie ed i dolori. Questo è un momento di grande travaglio per
l’Umanità intera: c’è odio tra razze, c’è odio tra popoli, tra nazioni, tra
uomini dello stesso popolo. Dio porterà l’Amore; già è vicino, tanto vicino ad
ogni uomo che ama, che ama con cuore puro e sincero. Beati i puri, beati i
casti, beati gli innocenti, beati i giusti: questo è il loro tempo, questo è il
momento di dimostrare quanto è luminoso il loro cuore, quanto limpida la mente,
quanta generosità hanno in sé.
Chi
pensa solo a se stesso non costruisce che per sé; ma chi pensa agli altri con
Amore Divino costruisce per sé e per loro ed offre grande consolazione a Dio
con la propria carità.
Nessuno
di voi, piccoli miei, si racchiuda in se stesso, dimentico dei bisogni altrui;
siate, invece, grandi nel donare, perché i bisogni sono immensi, sia quelli di
carattere spirituale sia quelli di carattere materiale. Vedrete crescere,
crescere, sempre più, le necessità. Vedrete miseri sempre più miseri, bisognosi
che vedono aumentare i propri bisogni. Quanti Gesù vi manderà incontro per
udire una parola, per ottenere l’aiuto, quanti, figli cari!
Provvedete
con gioia: siate le mani di Dio che offrono con larghezza; siate i piedi di Dio
che vanno dove chiama il bisogno; siate il Cuore, splendido, di Dio che palpita
sempre d’Amore e di misericordia. Abbiate misericordia di chi chiede
misericordia. Abbiate compassione di ogni sofferente, amico o nemico,
conosciuto o sconosciuto, degno o indegno. Dio perdona tanto, per un solo atto
di misericordia; voi, figli cari, fatene tanti, tanti verso tutti, verso ogni
bisognoso, che incontrate.
Accogliete
col sorriso il povero che chiede e si vergogna di essere tale; non umiliate
alcuno e progettate sempre il bene. Vi colga Dio, Santissimo, nel momento in
cui state operando un atto di generosità.
Piccoli,
piccoli cari, i bisogni saranno sempre più grandi e vi sentirete solo una goccia
nell’oceano; sapete, però, che con me vicino ogni goccia può trasformarsi in un
fiume e tanti fiumi che, convergendo nel mare con acque purissime e terse, lo
depurano e le piccole creature ritrovano la vita e rinnovano l’ambiente col
loro, felice, brulichio.
Non
sentitevi piccoli, amati, se siete di Dio. Non dite: “Che posso fare io, nella
mia debolezza!!”
Fate,
perché Gesù vi chiede di fare. Egli vuole operare tramite voi: la sua potenza attraversa
il vostro, fragile, essere e lo rende forte. Siete i suoi canali: portate la
linfa e risollevate le sorti del mondo. Proseguite, perché Dio è dalla vostra
parte.
Ora
venite a me, intorno a me, come bimbetti. Vedete: poso la mia mano sul vostro capo.
È una tenera carezza che mai vi farò mancare.
Vi
amo. Ti amo.
Maria
Santissima