Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

13.03.97

 

 

Eletti, un giorno nuovo sorge, un grande giorno ancora per voi. Questo è tempo di ricchezza, questo è tempo, ancora, di grande abbondanza. Fate come le formichine, che si procurano tanto cibo d’estate, quando esso è abbondante, e ne hanno una buona scorta d’inverno, quando scarseggia: verranno giorni di penuria, cari amici! Verrà la carestia; ma per voi ci sarà sempre il necessario e anche qualcosa in più.

 

 

Sposa diletta, se contassi i doni che ogni uomo, anche il più povero, riceve da me, non riusciresti a farlo, tanti sono, in modo speciale, ora che il mio piano deve giungere a compimento. Amo tanto le mie creature predilette, che porgo a loro ancora più che nel passato: ognuna deve poter giungere, felice, verso la stupenda meta.

Non importa se molti, ancora, non colgono questa, infinita, grazia; Io l’offro, perché il mio Cuore ama, ardentemente, e concede misericordia, prima di chiedere giustizia.

Certo che constato con tristezza che molti doni porti sono stati rifiutati, con superbia, e molti altri lo saranno! Pensi che questi siano sprecati, mia, amata, sposa? Non sono sprecati né lo saranno: essi sono andati ad arricchire chi già ricco era, si sono aggiunti a chi molti già ne possedeva, perché le mie grazie mai scendono invano, come la pioggia che deve bagnare le zolle e far germogliare il buon seme.

Il mio sguardo, amata sposa, abbraccia l’Umanità: vedo piccole oasi lussureggianti, come mai prima; vedo il resto divenire deserto, sempre più arido e secco. Verso la mia rugiada ovunque, ma, se il terreno ha lasciato che morisse il piccolo seme, essa non può più dare vita; ma la darà, ancora più vigorosa, ai piccoli germogli che crescono e si allungano, preparandosi a divenire stupende fronde.

Ecco, sposa, nuove grazie scenderanno anche oggi, ogni giorno ne porta con sé in quantità enorme, secondo il bisogno; ma accadrà lo stesso di ieri: pochi ne faranno tesoro, molti le lasceranno scorrere via, senza badare, senza godere, restando poveri, come prima, più ancora di prima. Anche un solo istante di permanenza nel peccato grave è danno immenso per l’anima e per l’intera Umanità. L’uomo, in condizione di peccato grave, è un cadavere, putrescente, che ha odore nauseabondo ed infetta dove passa. Io, Io, Dio, fuggo da tale anima che piomba nel vuoto: il nemico se ne appropria con le sue legioni che divengono sempre più numerose, man mano che passa il tempo. La condizione di peccato mortale non deve restare neppure per un solo e breve istante! L’anima che, accidentalmente, dovesse cadere deve rimediare, immediatamente, se conscia di ciò che ha commesso! È necessario implorare subito il mio perdono e gettarsi ai miei piedi col cuore straziato dal pentimento, per avere offeso me, Dio, che ho dato la vita e la possibilità di salvezza ad ogni uomo.

Non basta però solo questo tipo di pentimento: occorre subito accostarsi al Sacramento della riconciliazione, con umiltà e contrizione profonda e col fermo proposito di non ricadere più nella stessa colpa. Occorre questo atto di umiltà, espresso davanti ad un mio ministro. Questa è la seconda fase da seguire. La terza è la riparazione del danno, arrecato, che non si deve limitare alla piccola penitenza, proposta dal ministro del culto, ma va molto al di là: ogni anima deve da sé comprendere, alla mia luce, ciò che deve fare per rimediare al danno fatto.

Piccola mia, vedo che pochi procedono in tal modo: accumulano colpe su colpe, poi, in un attimo, senza pentimento sincero né proponimento vero, accedono all’Eucarestia e si cibano del mio corpo, indegnamente! Io, Io, Gesù, sono profondamente offeso, il mio corpo profanato e l’anima mangia e beve la sua condanna: il maligno entra e dilania, senza sosta.

Sposa amata, pensi che siano pochi quelli che subiscono al giorno d’oggi questa sorte? Pensi che sia solo qualcuno il disgraziato?

No, sposa amata: i disgraziati di questo genere sono tanti e poi tanti e vivono e vegetano nel mio popolo; si trovano a vivere a tutte le latitudini e divengono nocivi ed infettivi, come dei lebbrosi che stanno in mezzo ai sani! Chi si avvicina ad essi rabbrividisce e si contagia; occorre, quindi, stare alla larga da costoro, pur tenendoli ben presenti nelle suppliche che si porgono a me. Non parlate, diletti, con costoro, non sprecate discorsi e parole che a nulla valgono, se non a peggiorare la condizione, già pessima.

Sposa amata, questo dolore lo avrai fino alla vigilia del mio ritorno, sentirai la tristezza, profonda, nel vedere tante anime perdersi, dopo essere state troppo a lungo nel marciume del peccato. Nessuno può impedire ciò che Io, Io, Dio, permetto. Io permetto, fino all’ultimo, ad ogni uomo di essere libero, assolutamente libero di scegliere tra la vita e la morte. Non compiangere i morti sposa mia: essi sono andati, continuamente, contro la mia volontà, non spargere alcuna lacrima per essi: non meritano nemmeno la compassione, perché potevano scegliere la felicità in me, ma hanno preferito l’abisso di disperazione eterna!

Dono già su questa terra di viventi grande gioia a chi fa la mia volontà, fedelmente, senza allontanarsi dal mio volto. Chi deve gioire, infinitamente, già gioisce in questo momento di attesa.

L’attesa della grande gioia è già gioia; l’attesa del grande dolore è già dolore. Tutto è cominciato: guardati intorno con il mio sguardo e capirai molte cose.

I testardi continueranno nella loro testardaggine e gli stolti proseguiranno nella loro stoltezza; ma, se vi sarà qualcuno che prega intensamente per loro, avranno grazie su grazie. Cercherò di penetrare in quei cuori per inondarli della mia luce.

Se nessuno supplicasse per loro, se nessuno si sacrificasse per loro, sarebbero, inesorabilmente, perduti. Questo è il tempo dei tempi e ogni giorno accadono cose grandiose, poco conosciute ancora da voi, perché l’empio nasconde le sue prodezze e l’astuto le sue astuzie; ma a me è tutto molto palese. Tra breve, anche a voi mostrerò le realtà nascoste, ma non solo quelle pessime: ai miei più fedeli amici manifesterò le meraviglie, che ho tenuto riservate proprio a questo, gravoso, tempo.

Quando tutto intorno sarà angoscia e tristezza, voi esulterete, per le grandi rivelazioni, che vi verranno fatte. Ognuno di voi terrà ben stretto al cuore il suo sublime dono e gioirà, per esso.

Sposa amata, accogli con gioia il giorno che sorge: con me nel cuore ogni attimo di gioia o di dolore che sia diviene esultanza sempre. Il mio servo, fedele, non perde la speranza, perché sa di avere un Padrone molto generoso che non attende a lungo per offrire la sua, lauta, ricompensa. Per le spose amate, poi, ci sono delle delizie speciali.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

13.03.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli cari, cercate Dio, cercate la ricchezza infinita, non quella del mondo che è destinata a perire. Dio si offre a voi ancora con grande generosità; offre se stesso perché voi possiate divenire sempre più simili a Dio. Piccoli, nutritevi del suo corpo, Santissimo: se l’offre ogni giorno, voi accostatevi alla sacra mensa, degnamente, e diverrete santi, come egli è Santo!

Che meraviglia vedere la mensa, imbandita per i figli e vederne tanti presenti! È un grandissimo dono d’Amore! Capitene, a fondo, il sublime significato!

Se il serpente maledetto tenta e vi fa gemere, non temete: con Gesù sarete saldi e capaci di vincerlo. Se la terra si scuote sotto i vostri piedi e vibra, non turbatevi: Gesù vi dà il coraggio e l’energia. Se il sole si oscura, minaccioso, e muta la sua luce, pregate ed attendete: c’è Gesù che vi sosterrà e voi non tremerete. Tutto farete con Gesù accanto, con Gesù nel cuore. Donatevi a lui, donate tutto a lui, cari figli; nulla tenete, proprio nulla per voi.

I beni del mondo scompariranno, i forzieri saranno spalancati e vuotati; ma nulla v’importerà di ciò. Direte, pieni di gioia: “Sono ricco, il più ricco dei ricchi: ho Gesù per me! Io sono suo ed egli è mio!!”

Preparatevi sin da ora a possedere solo lui: in lui troverete tutto; nulla rimpiangerete!

Vi amo tanto, figli cari. Vi indico la strada per la felicità, ma vedo che alcuni sono ancora attaccati ai beni, vani, vedo che pochi sono veramente calati nell’abisso infinito d’Amore!

Cercate di tenere un piede ancora nel mondo; qualcuno ripete: “Non si sa, forse. . . ma. . .”.

Ebbene, Io vi dico: fidatevi, fidatevi. Ripetete a Gesù questa frase: “Gesù, adorato Gesù, unico e solo Amore, guidami, a modo tuo. Fammi capire quello che desideri da me ed io farò tutto quello che vuoi con gioia, con entusiasmo: tu, Amore, ordini ed io obbedisco, prontamente”.

Vedrete, figli, vedrete che vi farà comprendere bene ciò che dovete fare e vi ripeterà molte volte le cose che vi è più difficile comprendere, perché egli è paziente, molto paziente e voi lenti ad afferrare ciò che vi costa sacrificio.

Ancora un poco ed il mondo sarà liberato dal pesante fardello, che si è posto sulle spalle: un Dio viene a governare la terra, un Dio, meraviglioso e perfetto, governerà come un Padre buono, come il più grande dei sovrani; si circonderà di preziosi collaboratori, tutti quelli che l’hanno voluto ed hanno cooperato perché il regno di pace si realizzasse.

Come ora ognuno ha il suo compito da assolvere, così anche allora sarà posto ogni eletto al posto che gli compete. La terra gioirà, tutti gli alberi si copriranno di fiori profumati, il Cielo risuonerà di canti soavi, le montagne danzeranno, felici, e tutte le creature umili esulteranno in ogni angolo del pianeta felice.

Vi amo, vi amo, angeli miei. Attendete il nuovo rigoglio. In letizia, servite Dio.

                                                                                  Persevera, figlia cara.

 

                                                                                              Maria Santissima