Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
23.03.97
Amici cari, si rinnova quest’anno la mia grande
settimana di dolore; i più fedeli mi stanno accanto col cuore, con la mente,
con tutta l’anima. Si rinnova per me, Gesù, l’agonia di allora! Datemi tutto il
vostro amore in questo momento, tanto doloroso; soffrite con me, eletti: le mie
pene sono massime! Ho sofferto per il mondo, per ciascuno del mondo; ma esso si
sta scordando di me ed è indifferente al mio dolore, ora, come allora.
Condividete, voi, tutto, amici: siate un tutt’uno con me, straziato! Voglio
stringervi tutti nel mio abbraccio: soffriamo insieme, vicini, vicini; ponete
il vostro cuore nel mio!
Sposa
amata, la passione di quest’anno, novantasette, è tutta speciale,
specialissima: vivila con me, fedele amica, intensamente. Voglio le mie
creature, tanto amate e tutte mie, le voglio vicine, vicine: tra l’indifferenza
generale siate voi di fuoco. Scaldatemi, amati, perché ho tanto freddo non solo
nelle membra, ma soprattutto nel cuore, perché provo in me tutto il gelo dei
cuori umani che si sono staccati dal mio! Ho tanta sete, piccoli, ma di anime:
voglio portare la mia salvezza ad esse; ma mi sfuggono, corrono lontano, non
vogliono me, che tanto le amo, ma inseguono ombre vane, fole che scompaiono.
Datemi voi da bere, offritemi tutti voi stessi, il vostro essere completo:
anima, cuore, mente, corpo! Il vostro dono, totale, mi consola, per la perdita
di tante creature che pur lo stesso destino vostro dovevano avere, ma che se lo
stanno giocando, venendo a patti col peggior nemico che coglie ogni istante per
insidiare e non si perde nemmeno un’occasione.
Guarda
il mio Corpo, sposa amata: è pieno di ferite, è coperto di dolore. Consolami e
curami col tuo amore. Si uniscano a te le anime, belle, che ti stanno unite e
che stai conducendo per mano. Le vostre preghiere, continue, attenuano il mio
dolore, la vostra adorazione è soave balsamo. Sento le dolcissime parole, che
il vostro cuore mi dice: mitigano la pena, per l’insulto, generale, che
proviene proprio da coloro che più dovrebbero starmi vicini, più dovrebbero
essermi grati, perché hanno ricevuto i doni più grandi.
Sì,
sposa cara: alludo al mio, amatissimo, popolo cristiano che quest’anno, più che
in passato, vive nell’indifferenza del cuore. I miei dovrebbero starmi vicini,
più che mai, dopo venti secoli di insegnamento e di guida; invece, di essi
pochi sono rimasti con me. Diletta: mi hanno abbandonato tutti, mi stanno
abbandonando tutti! I più vicini sono i più lontani di cuore. Intendo parlare
di molti religiosi che dovrebbero vivere, intensamente, con me questi giorni
d’immenso dolore; invece, parlano con le labbra, ma tacciono col cuore!
Sposa,
stammi vicino, posa il capo sul mio petto, lacerato; il mio Cuore palpita
d’immenso Amore, ma non è ricambiato, anzi, viene colpito in continuazione. Io,
Io, Gesù, che tanto amo, non sono riamato! Io, Io, Gesù, che brucio d’immenso
Amore, ricevo in cambio gelo e offesa!
Il mio
popolo, tanto beneficato, mi tradisce: chi dovrebbe seguire le mie Leggi, con
amore, le calpesta con disprezzo; chi dovrebbe servirmi, con devozione, mi
tradisce, subdolamente; il mio corpo, Santo, offerto in sacrificio per voi ogni
giorno sugli altari del mondo, viene tanto profanato, si prende per abitudine e
non per amore; si crede di mettersi in tal modo al sicuro, mentre si mangia e
si beve la propria condanna! Ci si nutre di Amore e si partorisce odio! Com’è
possibile questo? Non dovrebbe Amore partorire amore? Cos’è accaduto?
Sposa
fedele, ogni volta che l’anima tradisce e profana, il risultato è un
peggioramento delle sue condizioni generali: il cibo Santissimo si trasforma in
veleno e l’anima s’intossica. La creatura, che si sente già santa, perché si
accosta ogni giorno al mio altare, deve riflettere bene per capire come si
accosti, quali siano le sue condizioni interiori: se degna, sale i gradini
della perfezione e giunge ad assomigliarmi sempre più; se indegna scende,
continuamente, e corre proprio il rischio di perdizione, in quanto crescono la
superbia e la presunzione e diminuisce la virtù. È più facile che si salvi un
lontano che un vicino, indegno. Pensa, sposa cara, al fariseo ed al pubblicano:
il primo è uscito più appesantito di prima; il secondo è stato giustificato.
Amatemi,
fedeli, amatemi, intensissimamente, in questo momento così decisivo della
storia umana: è tempo di grande abbandono; è tempo di totale deviazione! I
cuori sono vuoti d’amore: vedo tanto gelo. Chi sembra fervente, spesso, agisce
per abitudine e non mi dà amore, perché amore non possiede: ha spento il fuoco
che Io avevo messo in lui nel momento della promessa (si parla dei sacerdoti), ha lasciato morire anche l’ultima
fiammella, perché attratto dalle illusioni di un mondo senza Dio. Voi, invece,
voi, cuori ardentissimi, che bruciate di grande amore per me, soffrite col
vostro Signore; soffrite, condividendo il mio dolore che non ha limiti,
consolatemi ed asciugate il mio volto, coperto di sudore e di sangue: fate come
la veronica che non ebbe paura di venirmi incontro, tanto era l’amore che le
bruciava il cuore. Se il mondo intorno è di gelo, voi siate fuoco per me:
mostrate a tutti quanto mi amate, testimoniatemi con coraggio, offritemi ciò
che gli altri mi tolgono.
Sia, in questa
settimana, così grande e significativa, sia il tuo essere completamente vicino
al mio in una intimità totale. Chiedo amore assoluto a chi mi ama: sentirò,
così, meno freddo, meno sete, meno dolore, se voi tutti, fedelissimi, mi
starete vicini, vicini! Vivete con me questa passione che per molti risulterà,
completamente, inutile.
Non
gemete, non gemete per chi tutto ha ed a tutto vuole rinunciare; donate a me,
donate al mondo: il risultato del vostro sacrificio sarà per voi gioia grande e
felicità eterna, indipendentemente dai risultati ottenuti. Sacrificatevi, senza
stancarvi. Chi capirà coglierà l’occasione, ultima, che gli si presenta; chi
devierà, ancora, subisca pure la sorte che si è cercata.
Ti dono
anche questo giorno per viverlo intensamente con me, attimo dopo attimo,
stretta al mio Cuore, per la gioia mia e la salvezza di tante anime.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
23.03.97
La Mamma parla agli eletti
Stiamo
tutti vicini alla Croce, stiamo tutti sopra la Croce con Gesù: voi con me, Io
con voi, diletti figli. Gesù soffre, per l’ingratitudine del mondo. Il suo,
immenso, sacrificio ha riconciliato il mondo col Padre Santissimo: basta un
atto di pentimento, sincero, basta un sì ed ecco il perdono, ecco la remissione
della colpa! Non servono più sacrifici di capri o di agnelli: mio Figlio è il
Santissimo Agnello, immolato una volta per tutte. Egli ha salvato tutti gli
uomini, del passato, di buona volontà, quelli del presente e del futuro: il suo
sacrificio, sublime, ha abbracciato tutta l’Umanità di ogni tempo. Malgrado
questo dono, infinito, gli uomini, benedetti da Dio, hanno sviato e continuano
a sviarsi: non cercano la salvezza, ma si ribellano e disobbediscono.
Questo è
tempo di tremenda ribellione, di grande disobbedienza; Gesù soffre molto,
perché ogni giorno deve pronunciare, severe, condanne, invece vorrebbe solo
dire: “Vieni, servo fedele; vieni a me per godere le gioie più sublimi. La tua
sofferenza è finita, le tue pene sono terminate; ti accolgo per sempre con me”.
Amati figli, spesso deve giudicare con rigore, perché l’anima, sviata, non è
tornata in tempo, perché si è persa per le vie, scabrose, del peccato e lì è
rimasta inchiodata.
Piccoli,
questo è un tempo conclusivo ogni attimo
di vita è dono, preziosissimo. Operi l’uomo con accortezza, cerchi la Sapienza,
rinunci alle vanità, non si preoccupi che di essere un fedele servitore: solo
questo è indispensabile. Chi serve bene Dio serve bene anche il prossimo,
ottiene luce per i suoi passi e non vive nelle tenebre, in cui ogni agguato è
possibile, ogni insidia è presente. Alla fine della giornata ogni uomo deve
chiedersi: “Cosa ho fatto di bene? Come ho servito il mio Signore? Come i miei,
cari, fratelli?”
Queste
le preoccupazioni umane di questo tempo, non soffermatevi sul futuro,
chiedendovi: “Cosa accadrà? Vivrò agiatamente? Mi bastano i miei beni o devo
preoccuparmi di aggiungerne altri?”
Piccoli,
ascoltate, attenti, le parole della Mamma del Cielo che parla attraverso
questo, docile, strumento: non preoccupatevi di nulla di questo genere; servite
Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutta l’anima. Per amore suo,
siate pieni di carità verso il prossimo e lasciatevi inondare il cuore dal suo
Amore, immenso; poi, procedete sereni, chiudete gli occhi, come bimbo che si
appisola tra le braccia amorose e sicure della mamma, senza alcuna
preoccupazione.
Il
futuro lo prepara Gesù. Il vostro futuro è tutto programmato sin nei minimi
particolari: ci ha pensato Dio e continuerà a pensarci. Per voi ci deve essere
solo fiducioso abbandono, grande docilità e precisa obbedienza.
Ogni
giorno si realizza il piano Divino per l’anima docile: che sublime piano ha
preparato Dio per ogni uomo che si è donato completamente a lui! Figli cari,
più sarete docili, più sarete felici, più farete felice il dolcissimo Gesù che
è tanto, tanto offeso!
Oggi
avete meditato sulla crocifissione: ho visto dolci lacrime scendere dal vostro
volto. State in questa settimana vicino a Gesù che soffre; unite le vostre
sofferenze alle sue ed adoratelo, adoratelo in ogni istante: al mattino, al
pomeriggio, alla sera, alla notte! Fate della vostra vita un’adorazione
continua ed egli soffrirà di meno: il vostro amore deporrà balsamo sulle sue, infinite,
piaghe! Io sono con voi. Sentitemi accanto.
Vi
amo. Ti amo, figlia.
Maria
Santissima