Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

25.03.97

 

Eletti, amati, che mi state vicini col cuore pieno d’amore, restatemi fedeli, non fatevi trascinare dal furioso vento di tempesta, che Io lascio sibilare ovunque per provare la fedeltà dei fedeli e condannare l’empietà degli empi.

 

 

Sposa amata, la vigilanza mai venga meno, neppure per un istante: verrò nel momento più impensato; verrò, come fulmine in un Cielo sereno, quando nessuno se lo aspetta.

Mai abbassate la guardia, dolci amici. Se il cuore è mio, la mente vostra mi appartiene e la volontà vostra sarà sempre conforme alla mia, non dovete tremare per il vento, gelido, che sta attraversando in questo momento la terra.

Sposa amata, la brama di beni terreni ha tolto l’uso della ragione agli uomini; la concupiscenza non ha limiti. La vita, che ho donato Io, Io, Dio, come dono stupendo, viene oltraggiata e calpestata. Non c’è amore, diletta, verso il prossimo, non c’è carità nei cuori; c’è desiderio, sfrenato, di guadagno, c’è una folle corsa verso l’accaparramento dei beni. Il fratello umilia il fratello, lo offende, gli toglie la vita, senza farsene una colpa; le coscienze sono deviate e per molte la mia luce si è spenta. Vedo il comportamento e leggo i pensieri: provo tanto dolore, nel constatare come le mie creature siano cadute in fondo! Sono morto per salvarle, ho subíto una tremenda condanna per salvarle; ebbene, per molte di loro tutto è stato inutile! Esse perseverano nel male, perché l’autore della vita è stato dimenticato, la fonte di ogni bene viene ignorata. Un nemico, feroce, impazza ovunque: è uno spirito, maledetto, che ha invaso i cuori, dilania e distrugge; gli uomini non si oppongono, lo lasciano operare, indisturbato, schiavi, ormai, della sua tirannia.

La mia passione è assai dolorosa. Unisciti a me, sposa cara, e con te si uniscano tutti coloro che hai preso per mano! Non lasciatemi solo, fedeli amici, non abbandonatemi anche voi in questo, terribile, momento! Sento le parole d’amore, le poche tra tante grida, scomposte; rivivo la mia precedente passione, allorquando tutto l’inferno si era concentrato sulla terra intorno a me.

Sento intorno un vento, gelido, che mi taglia le carni, mi penetra nel cuore, sento un forte brivido che mi attraversa le membra: è il gelo di tanti cuori, il tradimento di altri, l’ipocrisia dei più vicini, l’indifferenza dei lontani! Ho dato il mio Amore ad ogni creatura e continuo ad offrirne con larghezza; ma pochi vengono ad attingere alle mie fonti: chi cerca di qua, chi si dirige di là! Le mie sorgenti hanno ancora acqua abbondante, ma non c’è più alcuno che attinga: il serpente, maledetto, ha, intorno alle sue, una fila interminabile di persone. Sposa amata, stammi vicina, perché il dolore è assai grande e la pena è immensa: perdo le mie creature, perdo le anime che mi appartengono! Esse fuggono lontano da me, spinte da un vento, violentissimo, che proviene dal profondo dell’abisso. Si lasciano trascinare, perché non hanno voluto ancorarsi a me, Dio; si sono lasciate svuotare, si sono lasciate ingannare, hanno bevuto alle fonti, maledette: ora hanno una tremenda arsura, ritornano sempre alla stessa fonte e cadono nel medesimo inganno (peccato ripetuto). Io, Io, Gesù, attendo, attendo che le anime corrano a me: voglio dissetarle con la mia linfa che dà la vita, voglio, poi, ristorarle con la mia rugiada santa. Desidero condurle nel regno della felicità eterna; invece, mi sfuggono: alla vigilia del mio ritorno, glorioso, trovo un mondo sviato, lontano, gelido, ribelle! La disobbedienza è generale: il male viene emulato e il bene sfuggito. Cos’è accaduto al mio, amato, popolo? Se chiamo, non trovo risposta. Se invocano il mio perdono, Io, Io, Gesù, lo concedo: perché fuggono lontano i miei amati? Hanno forse timore di me? Chi teme la propria madre? Chi ha paura del proprio padre? Perché, figli cari, mi sfuggite e vi turate le orecchie, quando vi chiamo? Sono una Madre, premurosa e tenera, sono un Padre, amoroso, che chiama a sé i figli per educarli, benedirli e porgere loro i più grandi doni!

Sposa amata, vengo a te, giorno dopo giorno, perché il tuo cuore esulti e non si abbandoni alla tristezza del momento. Sappi che, dopo questo breve spazio di tempo che ancora sto concedendo, ogni anima bella, che mi ha servito, fedelmente, sarà tutta mia, mia per sempre, e, tutte insieme, sarete, mie amate, riunite in un Eden d’infinita felicità, dove mai soffia il vento gelido ed i fiori non cessano di sbocciare in ogni tempo dell’anno.

Offritemi, miei diletti, la vostra sofferenza; Io, Io, Gesù, vi porgo ogni giorno la mia gioia, fino a quando potrete gustare, a pieno, le infinite delizie del mio Amore. Ancora poco, anime belle, che mi servite e mi adorate, ancora poco, poco dovrete patire. Il buon grano non sosterà a lungo assieme alla, velenosa, gramigna: la separazione è imminente; in parte, è già in atto. Soffrite ancora un poco con me, poco, poco, ancora, e vi libererò da ogni sofferenza, vi toglierò ogni dolore; non subirete più alcuna schiavitù e, tutte libere, anime amate, volerete tanto alto da non ricordare più l’aspetto del mondo, che avete lasciato. Sì, piccole mie, sì, dilette creature: dimenticherete ciò che fa soffrire il cuore e ricorderete solo ciò che dà gioia! Statemi vicino in questa mia passione: vi voglio tutte intorno a me. Consolatemi, perché il tradimento è grande e l’offesa è continua: le mie piaghe non si possono più contare! Datemi il balsamo del vostro, grande, amore; il mondo anche in questo momento di grande dolore si sta dimenticando, completamente, di me.

Sposa amata, dolce e fedele amica, restami vicina, donami ciò che gli altri mi negano. Ogni istante della tua vita sia volto a me, ogni anelito mi appartenga, ogni palpito del tuo cuore sia mio.

Chi mi dimentica ora, quando tanto ho bisogno dell’amore dei miei, fedeli, amici, sarà dimenticato, quando chiamerò, uno per uno, per nome, i miei più fedeli, per entrare nel mio regno di felicità. Non sentirà pronunciare il suo nome chi si è dimenticato il mio.

Sposa amata, la luce del giorno ti accarezza, soavemente: obbedisce al mio comando. Vivi con me, stretta al mio Cuore, anche questa, grande, giornata.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

25.03.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli cari, Gesù parla di un tremendo vento di tempesta. Non abbiate paura, piccoli, nell’udire queste, sue, parole; restategli vicino e nulla avrete da temere. Chi ha scelto lui come rifugio sicuro non subirà scosse, perché egli è la roccia, saldissima, che mai tremerà.

Da tempo sto ripetendo al mondo di mettersi al riparo: gli uomini non devono vivere con leggerezza, agire con superficialità, come se nulla fosse, come se la vita fosse un gioco di poco conto che finisce con la sua fine. L’uomo è destinato all’eternità, cari figli, un’eternità di gioia o di dolore, un’eternità con Dio oppure senza di lui.

Pensate, amati, pensate, figli cari, a quale immenso valore abbia la vita umana: ogni istante è un grande dono d’Amore, che bisogna saper cogliere e far fruttificare!

Guardatevi intorno e vedete come molti uomini vivono come se nulla avessero compreso, come se giocassero una partita di nessuna importanza: sprecano il tempo, si annoiano, lasciano che i loro pensieri inseguano fole, vane. Trascorrono così, talora, una vita intera, giungendo alla conclusione, senza aver seminato nulla. Quando si accorgono che il tempo della raccolta è ormai giunto, devono constatare che sono vissuti invano; li coglie, quindi, la tristezza, la disperazione, il più profondo sconforto.

Piccoli cari, ripetetelo a coloro che ancora sono disposti ad ascoltarvi, ditelo con coraggio: bisogna prepararsi in tempo al grande passo; non si attenda, non s’indugi. Non si sa quando il Padrone ha deciso di venire a prendere il suo: nessuno conosce il suo giorno.

Questa società, edonistica, vive senza riflettere, coglie l’attimo del piacere fugace e si preclude la vera felicità, che si ottiene attraverso il sacrificio, la rinuncia ai beni, vani.

Vedete Gesù sulla Croce; il suo sacrificio sia sempre dinnanzi ai vostri occhi e nel vostro cuore. Vivete con lui questi giorni; viveteli strettamente uniti a quella Croce santissima che ha redento il mondo! Fate di ogni istante di vita, che vi è concesso, un dolce idillio d’amore con Gesù. Non abbiate paura di dirgli: “Ti amo. Ti amo, Gesù”. Proclamate, apertamente, il vostro amore per lui. Quanti sono i cristiani che si vergognano davanti agli altri di dichiarare apertamente il proprio amore a Gesù! Egli non si è vergognato di mostrarsi sulla Croce, misero tra i miseri, per Amore; siate orgogliosi di essere tutti suoi e ditelo al mondo con coraggio, ripetetelo senza timore: il bene produce bene il vostro esempio porterà altri a fare altrettanto.

Questo è il tempo della testimonianza, coraggiosa; ricordate, sempre, le parole di Gesù: “Se voi vi vergognerete di me, anch’Io, davanti al Padre, mi vergognerò di voi.”

Piccoli cari, so che voi lo fate; vedo che voi lo state dimostrando. Vi benedico, figli. Vi chiedo di perseverare, senza alcun timore. Certo, ci sarà sempre, mai mancherà chi vi chiamerà ‘fissati, folli’: anche a Gesù toccò la stessa sorte. Egli è il folle d’Amore per gli uomini; voi lo siete per Gesù!!

Esultate ed attendete la conclusione degli eventi: come benedirete, allora, la vostra ‘follia d’amore’! Unitevi a me nella supplica per le sorti del mondo: usi Dio ancora misericordia e spezzi i cuori di pietra!

                                                                                  Vi amo. Ti amo.

 

                                                                                              Maria Santissima