Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
29.03.97
Eletti, amici fedeli, il vostro cuore è stato vicino
a me: vi ho tenuti stretti al mio, così afflitto, così addolorato. Io tra poco
risorgerò e verrò in mezzo a voi, non dolorante, non straziato, ma glorioso e
felice. Chi ha patito con me risorgerà con me, anch’egli felice della mia
felicità e glorioso della mia gloria.
Il
Figlio dell’Uomo, sposa amata, è stato tradito da un discepolo, da uno che è
vissuto accanto a lui, che ha mangiato del suo pane: molti lontani gli hanno
creduto, quello, invece, più vicino lo ha consegnato alle guardie, per pochi
denari! I miei più cari sono fuggiti, per timore; il mio Pietro mi ha rinnegato
per ben tre volte: la paura l’aveva colto col suo, terribile, morso: mi sono
trovato solo, solo tra tanti nemici, inferociti!
Il mio
patimento morale è stato spaventoso; si guarda sempre più a quello fisico: il
mio corpo era tutto in lembi, ma il mio Cuore non era da meno. I miei cari, i
miei più cari, che avevano veduto le mie azioni, che erano vissuti al mio
fianco, non sono stati capaci di vegliare con me un’ora, non hanno pregato e
supplicato con me il Padre, si sono lasciati cogliere dal sonno che ha reso
deboli e fiacche le loro forze!
Non
hanno resistito e sono crollati. Mia sposa, senza la preghiera, continua, non
si superano le prove: senza una donazione totale a Dio, non si riesce a
superare questo, difficile, momento dell’Umanità.
Mia
piccola, vedi che intorno a te le Leggi sante vengono ignorate, vedi anche
nella tua nazione quanto gelo c’è nei cuori. Non ti tragga in inganno
l’afflusso di gente dei giorni festivi, nelle ricorrenze per assistere ai riti
della Chiesa. Io vedo i cuori e permetto anche a te, sposa cara, di scrutare
nel profondo: sono un marciume, amata, sono un grande marciume, perché la presenza
è spesso abitudine, non amore, è consuetudine, non calore! Vedo nel profondo la
presenza di odio, di rancore, astio, invidia; vedo grande avarizia, vedo
distorsione morale! Tanti stanno, a volte, vicino a me e si ha l’impressione
che i ferventi siano assai; ma le labbra mormorano parole senza senso, il cuore
tace e tradisce come quello di Giuda!
Allora
avevo un grande traditore vicino; ora ne ho molti, molti, sposa cara, che
frequentano con assiduità i miei templi. Me li vedo ogni giorno intorno; ma
sono demoni, sono divenuti simili al mio, tremendo, nemico, schiavi della sua
malizia e della sua perfidia. Non obbediscono a me, Dio: sono i più grandi
ribelli e obbediscono al serpente che li ha avvinti con le sue spire e se li
trascina verso l’abisso. Costoro, se non entrassero in Chiesa, mi farebbero più
piacere: mi arrecano solo grande dolore, terribile offesa, profondo strazio!
Sposa
cara, come posso accettare con gioia chi si avvicina al Sacramento del perdono,
senza alcun pentimento delle colpe commesse, pronto a farne anche di più
grandi, come si allontana di un passo? Come posso porgere, felice, il mio corpo
Santissimo a chi lo profana con tale disinvoltura da non farsene più neppure un
problema? Vedo intorno a me cuori pieni di sudiciume di ogni genere; guardano
con astio il fratello e, se potessero, lo sbranerebbero: lo fanno con il
pensiero, non potendolo fare con l’opera, tale è l’odio, compresso, che li ha
travolti. Quale consolazione posso prendere, mia diletta, da anime di tal
genere? Ascoltano le mie parole, ma non le intendono; non le intendono, per
superficialità e negligenza, quindi, non le trasformano in vita. Nulla
costruiscono tra il mio popolo, invece, distruggono e lacerano con il loro
comportamento, scandaloso. In questo tempo non ho visto tante anime mutare
vita; ho visto, invece, tanta ipocrisia, falsa umiltà e molto tradimento.
Dillo,
diletta sposa, dillo, senza stancarti, che non ci sarà misericordia per coloro
che covano in sé sentimenti pessimi e si accostano al mio altare, indegnamente.
La preghiera, senz’amore, non viene ascoltata; dillo, ripetilo, mia piccola!
Devi dire in tal modo: “Se t’accorgi di odiare, nel tuo profondo, un fratello,
se l’odio ti brucia nel petto per qualcuno, non entrare nel tempio santo, non
avvicinarti alla mensa imbandita, non prendere il cibo santo: esso diviene
veleno per te. Esci e rifletti, medita e cambia nel tuo intimo; solo allora,
quando il nuovo germoglio dell’amore sarà spuntato, entra, sereno, accostati al
Sacramento della riconciliazione, ben pentito, e poi prendi il cibo
Santissimo.”
Piccola,
lo so, tu parlerai, ma nessuno ti ascolterà; tu insisterai ogni volta che ti
capiterà l’occasione, ma sarai ignorata, disprezzata, odiata. Vedi, sposa
amata: ai miei più cari permetto un poco della mia tribolazione, faccio bere
qualche sorso dal mio calice. Ti dico, però: benedetto colui che sorseggia un
poco del mio fiele! Beato, perché chi beve solo il dolce non viene da me: dopo
quel dolce, c’è un veleno, amarissimo, che distrugge. Bevete, amati, fedeli amici,
bevete qualche goccia dal mio calice: questo amaro diverrà dolcezza, infinita;
gusterete la grande felicità, dopo aver sofferto poco, proprio poco.
Sposa,
mia cara, la sofferenza l’ho presa tutta sulle mie spalle, non mi sono
risparmiato proprio nulla; a voi lascio poco, il minimo, perché vi amo tanto,
infinitamente, vi amo e desidero vedervi nella gioia molto presto. Oggi, sposa
cara, è il giorno del grande silenzio e del grande digiuno. La mia mensa non è
imbandita e la mia piccola sposa dovrà un poco soffrire, per questo (non si può prendere la S.Comunione).
So quanto mi ami e quanto mi desideri, ma oggi dovrai sospirare; a sera verrò
da te, diletta, per ristorarti col mio abbraccio d’Amore. Verrò, in modo
segreto ed inconsueto, per farti tanto felice. È sorto sul mondo, che ti
circonda, un grande giorno. È cupo il Cielo, pieno di nubi, nere e minacciose;
assomiglia al cuore di molti, miei, figli che non hanno permesso al sole di
spuntare in loro.
La nuova
alba, infatti, è solo per chi mi ha accolto in sé; chi mi ha rifiutato, chi mi
continua a rifiutare non vedrà luce, non vedrà sole, ma resterà a brancolare
nel buio della sua testardaggine. Chi non vuole non ha. Chi non bussa non vedrà
aprirsi la porta. A chi non chiama non sarà data risposta. Non voglio, poi,
parlare degli ipocriti e dei traditori: costoro stanno seguendo la strada del
loro maestro e, quando costui sarà inabissato, essi seguiranno colui che li ha
ingannati e incatenati.
Sposa
amata, questi sono i miei tempi ed avviene ciò che ho predetto, quello che ho
annunciato. Ho scelto proprio questi momenti; i modi li conoscerete di volta in
volta. Chi resta stretto al mio Cuore non verrà trascinato via da alcuna forza
avversa, perché Io, Io, Gesù, sono roccia che non si sgretola, roccia saldissima.
Chi è in me non subisce danno né corruzione; ma chi ha costruito sulla sabbia
vedrà scomparire nel nulla la sua, lunga, fatica. Chi non ha raccolto con me ha
disperso e nulla gli resterà.
Sposa
cara, questo è tempo di raccolta, non di semina. Chi ha ben preparato il suo
campo e poi l’ha offerto a me perché lo benedicessi con la mia, santa, rugiada
ora ha messi rigogliose ed il suo cuore esulta; chi ha lasciato che il suo
campo venisse invaso dalle cavallette (il
peccato continuo), ora vede il disastro, che esse hanno prodotto. Costoro
devono mettere insieme tutte le loro energie ed implorare il mio aiuto con
umiltà e docilità, riconoscendo la loro insipienza. Dopo un adeguato periodo di
riparazione, anch’essi potranno godere, perché Io, Io, Gesù, sono Dio
d’infinita bontà: perdono chi si pente, perdono chi si lacera il cuore, per le
colpe commesse. Sono il Padre, buono, che accoglie il figliol prodigo e lo
riveste con l’abito più bello e gli mette l’anello al dito, dimenticando il suo
tradimento. Occorre tornare, tornare, subito, ed implorare il mio perdono! Io
attendo, ma, poi, sposa cara, si sappia, si sappia e non ci s’illuda, chiudo la
porta: ancora poco, proprio poco e chi è dentro godrà le gioie più sublimi, chi
è fuori non avrà più speranza!
Questi
giorni, grandiosi, viveteli secondo la mia volontà, stretti al mio Cuore.
Soffrirà molto solo chi non ha fatto questa scelta; ma godrà le delizie più
sublimi chi ha saputo chiudersi al mondo per aprirsi alla mia luce,
sfolgorante. Oggi, come ti ho già detto, è giorno di silenzio per la Chiesa;
parlino, però, i cuori, non restino silenziosi: voglio sentire le più dolci
parole d’amore per consolarmi del silenzio di morte che mi avvolge da più
parti.
Molti mi
rifiutano, dopo avermi conosciuto: chiedo alle anime, belle e devote, di
consolare il mio dolore e di non staccarsi da me in questo tempo di grande
abbandono e tradimento.
Sposa
cara, ora vedi lo Sposo, lacerato e dolente, pieno di piaghe e contratto dal
dolore; tra poco lo vedrai, esultante e glorioso, e con lui sarai anche tu.
Ti
amo. Vi amo
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
29.03.97
La Mamma parla agli eletti
Figli
cari, dico agli afflitti: non lasciatevi invadere dalla tristezza; Gesù è risorto!
Coraggio, abbiate fiducia, sollevate il vostro spirito, guardate lui e sarete
raggianti! Voglio vedervi lieti, voglio vedervi sorridenti: chi ha fede
profonda non si abbatte, chi ha costruito la casa sulla roccia mai deve
tremare!
Dico ai
miseri: sollevate il volto e guardate il Cielo; la stella, che è comparsa,
parla di felicità, di cose, nuove e magnifiche, che Dio ha preparato per i
giusti. Lasciate che il vostro cuore venga inondato dalla gioia di Cristo Gesù
e guardate avanti con viva speranza: chi ha promesso non deluderà, chi ha
promesso mai delude!
Dico
agli umiliati: accettate tutto con serenità, per amore di Gesù; accettate e
siate pazienti, come tutto ha accettato egli, senza colpa alcuna e senza
lamentarsi. Non si è lamentato il dolcissimo, mio, Figlio; tra tanto dolore,
neppure pronunciava un lamento! Come pecora, muta, portata al macello, teneva
chiusa la sua bocca: egli non voleva che aumentasse il mio strazio. Ma Io
soffrivo con lui, sentivo nel corpo le sue pene, nel Cuore i suoi tormenti!
Dico
agli innocenti, torturati e privati della dignità: coraggio, amatissimi figli,
coraggio, Gesù vi vede, nulla sfugge al suo sguardo. Il vostro dolore finirà e
le vostre pene si tramuteranno in gioia. Non soffrite invano, non avete
sofferto invano; sappiate che il dolore mai è inutile: quando un’anima è
innocente trae gran frutto dalla sofferenza ed offre gran frutto al mondo
intero.
Dico ai
tribolati, a causa della giustizia umana, imperfetta e lacunosa: aspettate ed
offrite l’offesa ricevuta. Verrà, verrà, presto, il giudice Divino, verrà ed
anche voi sarete soddisfatti: egli non sbaglia, non si lascia corrompere dal
denaro. Chiamatelo, pronunciando con amore il suo nome Santissimo. Chiamatelo e
sarete esauditi nei vostri desideri.
Dico ai
piccoli, orfani e soli, che cercano amore dal mondo: piccoli, tanto amati, Io
parlo sempre a Gesù di voi. Vi conosco ad uno ad uno e conosco le pene che
patite. Alla sera unite le vostre manine e pronunciate con fiducia il nome di
Gesù: egli sarà vicino a voi, vi riempirà di tenerezza, vi farà sognare le cose
più belle ed il sorriso tornerà. Io sono sempre con lui: non siete soli, mai
siete soli, ma in buona compagnia.
Mi
rivolgo alle umili creature dell’Universo, che vengono offese e straziate da
uomini, senza pietà e senza rispetto per la creazione Divina: cambieranno anche
per voi le cose. Dio vi ha creato per gioire: quando l’Uomo risorgerà, anche
voi risorgerete a vita nuova; Cielo e terra esulteranno insieme. Non è inutile
la vostra vita, non è cosa vana: Dio ama anche voi. Piccole creature che
rallegrate la terra, neppure voi siete dimenticate; vi dico che, tra breve, una
grande gioia ci sarà per tutta la creazione e non sarete distrutte più con
grande crudeltà. Canterete di gioia, ognuna col proprio linguaggio: Dio nulla
ha creato per l’infelicità: essa è la conseguenza del peccato, solo del peccato
degli uomini, empi e ribelli! Quando essi non ci saranno più e la terra sarà
riempita di luce Divina, solo pii nasceranno, creature, benedette, che
loderanno Dio e gli renderanno la gloria dovuta; allora, anche voi, piccole
care, verrete rispettate, amate e rese felici.
La
creazione sta per risorgere a nuova vita. Attende l’Universo intero, attende la
nuova terra e nuovi Cieli per esultare in Dio! Coraggio. Figli cari, coraggio!
Vi amo
tutti, immensamente. Ti amo, figlia cara.
Maria
Santissima