Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

06.04.97

 

 

Eletti, amici cari, oggi è il giorno della mia misericordia: supplicate per i miseri, chiedete per i bisognosi. Il mio Cuore ha spalancato le sue porte e torrenti d’Amore scendono per rinnovare il mondo. Desidero offrire molto; ma gli uomini non chiedono, non supplicano, non si umiliano! Chiedete voi, eletti, per loro.

 

 

Sposa amata, oggi voglio concedere molto al mondo. Chiedi tu, diletta, chiedi per chi non osa chiedere, supplica per chi non è più capace di farlo. Grazie, speciali, dono in questo giorno, speciale: voglio che l’Umanità si salvi. L’oceano di peccato è grande; ma la mia misericordia è molto maggiore. Ho creato per Amore, sostengo per Amore, mi sono offerto al martirio per Amore; ora, sempre per il mio, infinito, Amore, voglio perdonare questa misera Umanità, smarrita ed angosciata. Il mio Cuore ha spalancato le sue porte e, oggi, torrenti di misericordia scendono, impetuosi, per irrorare ogni angolo della terra, anche il più remoto. Il mio popolo ne godrà in maniera particolare; ma attraverso di esso, per le preghiere e le suppliche, raggiungerà la terra e la ristorerà. Chiunque oggi chieda, con cuore sincero, per sé o per gli altri otterrà ciò che desidera, secondo la mia logica. Chi chiede perdono l’otterrà e, in più, sarà diminuito il tempo di espiazione, godrà presto le mie delizie ed avrà ristoro al cuore, affaticato e stanco.

Chiedi, sposa cara, anche per le anime che già stanno purificandosi nel Purgatorio; chiedi con ardore, perché sono in numero grandissimo, soffrono tanto e non si trova chi le aiuti ad abbreviare il tempo di permanenza.

Sappi, sposa cara, che un’intera vita di grande dolore è come un solo attimo in questo luogo: le miserie sono diverse, assai, da quelle della terra e le sofferenze indicibili. Pregate, amati, per i miseri; pregate, senza dimenticarli mai: ogni giorno ci sia un angolino per loro! La mia giustizia li inchioda per un lungo tempo: esse devono pagare tutto il debito contratto, saldare fino all’ultimo centesimo; solo allora potranno godere le sublimi gioie del Paradiso.

Vedi, amata, come questo mondo sia spensierato e superficiale: gli uomini non pensano per sé, figurati quanto possano farlo per gli altri! La preghiera assume un valore differente in bocca di uno o di un altro. La stessa preghiera ottiene esiti diversi: se parte da un’anima, pura e santa, ha un valore altissimo; se parte da una tiepida, ottiene molto meno; se, poi, esce dalle labbra di una morta alla mia grazia, i risultati sono anche più miseri.

Molto ottiene, quindi, chi molto ama di amore sincero me ed il prossimo; ecco perché chiedo ai prediletti di non lasciare trascorrere, invano, un solo istante. In vita si opera; oltre la soglia di essa, si raccoglie la conseguenza del proprio operato. Nulla si può aggiungere, diletta, nulla togliere, quando si entra nella fase conclusiva. Guai, tre volte guai a coloro che sono vissuti, spensierati e con leggerezza! Guai a coloro che non hanno creduto, pur avendo l’agio di farlo! Guai a chi li doveva istruire e non l’ha fatto, mi doveva testimoniare e non l’ha fatto, doveva guidare ed ha lasciato che il gregge si disperdesse! Guai ai miei ministri, fiacchi e superficiali: se le anime si perdono, per colpa loro, ne chiederò conto e grande sarà il loro dolore, nel vedere la conseguenza della loro negligenza!

Un gregge, che non ha alcuno che lo curi e lo sorvegli, viene attaccato dal lupo che divora le pecore: ad una ad una se le prende tutte e l’ovile resta deserto e triste. Così è accaduto, spesso, nel passato; così sta avvenendo in questo grande, grande, momento storico. C’è tanto bisogno di aiuto e sorveglianza; ma l’aiuto è assai esiguo e la sorveglianza manca del tutto. C’è il lupo e non uno, ma un branco intero, ben appartato sulla montagna; in ogni angolo ne è nascosto uno che vuole solo divorare e distruggere, perché ha ben capito che al pastore piace dormire e godersi la vita, perché è troppo faticoso tenere gli occhi aperti, continuamente, ed affrontare con coraggio il branco,  inferocito. Quanti indietreggiano! Quanti si lasciano essi stessi prendere e si trasformano da assaliti in assalitori, simili al nemico che hanno davanti!

Sposa amatissima, questa è un’amara realtà di questo tempo: pochi sono coloro che fanno il proprio dovere, anche contro interesse e molti che fanno l’interesse solo, senza compiere il proprio dovere. Faccia ognuno il proprio gioco e lo faccia pure, fino in fondo; ma badi che alla fine ci sarà chi chiederà il saldo di tutto il debito, contratto con la giustizia! Ti dico, sposa, ti ripeto, mia amata, che resterà in prigione fino a quando non avrà saldato fino all’ultimo spicciolo e la detenzione sarà lunga ed assai dura: si protrarrà per uno spazio di tempo lunghissimo, inimmaginabile.

L’uomo di questo secolo ha perso l’abitudine alla riflessione, cerca di evitare il pensiero di ogni cosa che gli possa dispiacere, cerca di soffermarsi su sogni irreali e si scorda di vivere, bene, la realtà quotidiana, guarda lontano, spinge lo sguardo oltre l’orizzonte ed inciampa nell’ostacolo che ha proprio dinanzi a sé.*

Gemono le anime, chiuse in un corpo godereccio, chiedono di essere salvate; ma la volontà si oppone: tanto avvinta alle vanità della terra, trascura la parte essenziale dell’essere umano.

Non curate troppo il vostro corpo, uomini, che vivete in questo ‘misterioso’ tempo. Dategli solo il necessario per essere efficiente; frustatelo, anzi, se si ribella e siate severi, perché il giorno è ormai vicino, in esso sarà chiesto ad ogni uomo il saldo, finale, ed a nulla servirà essere ben pasciuti nel corpo; occorrerà essere ben saldi nella fede, ricchi di beni, spirituali e leggeri, come libellule, per potersi librare, felici, nel Cielo, incontro a me che vengo, sorridente e felice, tra le nubi del Cielo a prendermi i diletti ed a lasciare gli infelici che mi hanno dimenticato o tradito. Occorre avere buone ali e da nulla essere appesantiti.

Vedo molti di voi, uomini, tanto incrostati. Liberatevi, subito, da questa peste (il peccato grave)! Liberatevi, subito: pungolate il vostro corpo e salvate la vostra anima!

Sposa amata, chiedimi molto oggi: molto concederò, attraverso la tua preghiera. Vivi, felice nel mio Cuore e godine le sublimi delizie.

                                                                                  Ti amo. Vi amo

 

                                                                                              Gesù

 

 

*pensa a realizzare i progetti futuri e lascia trascorrere infruttuoso il tempo presente

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

06.04.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli cari, supplicate per coloro che vivono con leggerezza: essi corrono il rischio di farsi sorprendere nel grave peccato, senza avere più la forza di liberarsene. Possano accostarsi, presto, alla parola santa e farne tesoro!

Oggi Gesù elargisce grazie, speciali, e molti, che già sentono la dolce brezza del suo Amore, si lasceranno avvincere; ma occorrono suppliche e preghiere, perché il male è molto e la volontà nell’uomo diviene sempre più debole. Gesù ha invitato i suoi piccoli, più fedeli, ad offrirgli tutta la vita, ogni anelito, ogni palpito, ogni pensiero.

Pensate, figli cari, a Mosè che molto ottenne da Dio con le sue suppliche per il popolo ribelle. Voi dovete imitarlo, chiedere ed offrire sacrifici ed offerte, chiedere, senza stancarvi, per chi non può più farlo e per chi non riesce ancora a farlo. Supplicate misericordia per coloro che sono in Purgatorio. Non dimenticateli: potete fare molto per loro; essi più nulla possono fare per se stessi. Supplicate misericordia per gli scoraggiati ed i disperati che, presi dall’avvilimento, non sanno alzare il capo verso Dio: non pregano, non chiedono, non sperano; il serpente li tenta ed essi cadono. Supplicate misericordia per quelli che si sentono sicuri di se stessi: già santi, quando santi non sono; già salvi, quando salvi non sono; arrivati, mentre non sono ancora partiti.

Supplicate misericordia per i malati nella prova più dura: offrano a Dio le sofferenze, soffrano con pazienza ed amore e vedranno scemare la pena e penetrare nel loro essere, accasciato, una dolcezza nuova, mai provata e tanto soave.

Pregate per i moribondi: si servano delle ultime energie per offrirle a Dio, assieme ad ogni palpito, assieme all’ultimo palpito. Dio accoglierà, benigno, la loro anima e, dopo la tribolazione, ci saranno il trionfo e la felicità.

Piccoli, siate attivi, perché il tempo fugge e non resta che il momento conclusivo. I fratelli, bisognosi, sono molti; dovete essere pronti ad aiutarli. Non tralasciate, quindi, alcun giorno, non trascurate alcun istante del giorno; qualunque cosa facciate, sia il vostro cuore unito a quello di Dio e volto ai fratelli nel bisogno.

Le preghiere, ferventi, di pochi, unite al sacrificio di Gesù, che si consuma ogni giorno sugli altari di tutta la terra, renderà più leggera la mano del Padre che dovrebbe abbattersi con massimo rigore su questa generazione, così sviata e distratta, che insegue le vanità e tralascia il suo dovere verso Dio.

Ora che giunge la bella stagione, figli cari, molti di voi sono tentati a cercare diverse distrazioni, e tralasciare un poco il dovere per cercare il piacere, anche se lecito. Per voi, amati, non sia così: vedete quanto male c’è ovunque, l’onda limacciosa sale e sale, travolge e distrugge; fatela in Gesù la vostra vacanza, fatela, stretti al suo Cuore, sempre in adorazione, sempre in supplica!

Mai venga meno il pensiero al fratello: se molti peccano, i pochi che capiscono pongano riparo; Mosè ottenne molto; voi otterrete di più!

Vi sto vicina, figli amati. State sereni: vi sto vicina in ogni istante.

Vi amo. Ti amo, figlia cara.

 

                                                                                              Maria Santissima