Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
11.04.97
Eletti, fedeli, che non mi avete abbandonato, che
non fuggite lontano da me, ma vi siete rifugiati, pieni di fiducia, nel mio
Cuore, certo, vi addolorate, per quello che accade ogni giorno intorno a voi.
Il gelo del mondo vi smarrisce, l’insipienza vi disorienta e la malizia di
molti, che girano intorno ai miei altari, vi turba; ma Io vi dico: coraggio,
guardate il mio volto, amoroso, e proseguite con me; la vittoria è vicina.
Sposa diletta,
sono tante le cose che turbano il tuo cuore; non ti colga l’avvilimento, per
quello che vedi succedere nel mondo ed intorno a te, poni tutto nel mio Cuore e
supplicalo, adoralo. Non ti colga alcuno smarrimento, per l’insipienza
generale, per quella dei grandi e dei piccoli, dei vicini e dei lontani. C’è
troppo gelo nei cuori e manca lo zelo anche in coloro che a me si sono offerti:
si offre il servizio con stanchezza, senza alcun entusiasmo. I miei consacrati
permettono troppo e si adoperano troppo poco affinché le mie Leggi vengano
seguite. Molti sono coloro che concedono con facilità il mio perdono, anche se
nessun pentimento vedono; agiscono con troppa leggerezza, perché non mi amano e
non amano il fratello: lo lasciano navigare nel peccato, grave, e nulla fanno
per correggerlo e farlo emendare.
Ci si
preoccupa molto, quando molto si ama: un profondo dolore colpisce il cuore dei
miei amici, quando vedono come le mie Leggi vengano trasgredite con
disinvoltura, i Sacramenti tenuti in scarsa considerazione e, molto spesso,
profanati, per superficialità e leggerezza.
Amati,
che soffrite per me, con me, questo vostro dolore si unisce al mio che è
lacerante; siete saliti sulla Croce con me e ne subite lo strazio. Intorno
vedrete aumentare i ribelli: la mia Legge verrà sempre più messa in disparte,
ritenuta ‘cosa sorpassata’; si parlerà di ‘un progresso che non ammette più
certi freni’.
Sposa
amata, se il tuo cuore soffre, ora, soffrirà ancora di più, quando vedrai le
cose andare come tu non vuoi, procedere senza che tu né alcun altro, che ti è
simile, possa cambiare l’andamento, folle, della corsa verso il male.
Questi,
amata, sono i risultati della libertà: ognuno può fare la sua scelta ed ognuno
la fa non per me, però, spesso contro di me. Io, Io, Gesù, che dovrei essere il
centro della vita dell’uomo, sono divenuto qualcosa di marginale: se avanza un
poco di tempo, qualcuno volge il pensiero anche verso di me; se tempo non
avanza, Io sono completamente dimenticato, come se la mia presenza non
contasse.
Questa,
piccola mia, è la realtà di oggi: si opera, si lavora, si corre, si procede,
sempre, senza di me e per molti, moltissimi, sono ormai ai margini della vita,
per altri ne sono proprio uscito, quasi dimenticato del tutto. Sposa cara, dico
“quasi” perché, ogni volta che accade qualcosa di negativo nel mondo, il
pensiero corre a me che lo permetto; se avviene nella vita del singolo, Io, Io,
Dio, rientro subito nel pensiero non per essere lodato e benedetto, accolto ed
adorato, ma offeso ed incolpato di tutto il male che accade.
L’ho
detto in passato, l’ho annunciato che voi, voi, miei fedeli, miei, dolci,
amici, avreste dovuto soffrire profondamente con me, sofferente sulla Croce. Il
quadro, poi, che ti ho fatto, mia diletta, non è completo; c’è ancora una
categoria, forse la più disgustosa fra quelle che devo citare: sono coloro che
mi servono male, quelli che mi stanno sempre intorno, che pronunciano sempre il
mio nome, che lo hanno sulle labbra. Essi sostano a lungo davanti a me,
consumano gli occhi sui libri di orazioni, leggono, pensano, pensano, leggono,
s’inchinano davanti a me, come farisei. Sono i nuovi farisei, ancora peggiori
degli altri, hanno il cuore pieno di livore, d’invidia, di astio, hanno la
lingua pronta alla maldicenza, alla calunnia: posseggono tanto veleno, da far
concorrenza ai serpenti più velenosi. Vedo il loro profondo e ne provo orrore.
Anche per questi c’è la mia misericordia, specialmente, per costoro che corrono
il rischio peggiore; ma essi non la cercano, la respingono! Voglio svuotare
quel cuore, amarissimo; ma essi sono dei superbi, sicuri di se stessi; sono
ciechi e nulla vedono; sono sordi e nulla sentono, oltre se stessi! Sono muti:
parlano, parlano, ma Io, Io, Dio, nulla sento di quello che dicono!
Sposa
cara, anche questi, che tanto fanno pensare e provocano dolore e smarrimento,
sono uomini liberi: fanno secondo la loro scelta, hanno deciso di operare
secondo la loro logica, non secondo la mia, secondo un loro criterio e non
secondo il mio.
Se
parlo, questi non hanno orecchi per me, trasformano il mio dire e lo
interpretano, a loro piacimento; i segni, che mostro, non li vedono proprio, il
mio dolore non lo comprendono e quello dei fratelli non lo considerano affatto.
Amata,
il mio, terribile, nemico ha architettato questo piano, orrendo, per
disorientare e far smarrire. I miei più fedeli si chiedono: “Com’è possibile
che questo possa accadere?” Io, Io, Gesù, rispondo: è accaduto ed accadrà,
perché il serpente ha tentato, ha trovato un terreno adatto e ha seminato il
suo veleno; ora le piante di zizzania sono cresciute e se ne può rilevare
ovunque la presenza.
Amata
sposa, vedo la tua, grande, sofferenza; sappi, però, che è più facile acquisire
meriti in questo modo, esercitando la pazienza e la carità, che vivendo in un
mondo di santi, lì, dove tutto scorre liscio e la fatica diviene nulla. Amata,
molto ti concedo; ma anche molto chiedo da voi, che tutti vi siete donati a me.
Il male, che vedete intorno a voi, deve indurvi al bene: siete le cellule sane
di un corpo tanto malato. Per voi il lavoro è gravoso, ma anche il merito è
assai maggiore.
Ora le
onde sono assai alte e minacciose anche nel tuo paese: il mare è in grande
burrasca e rischia di travolgere ogni cosa. Non temere: affonderanno solo le
imbarcazioni, prive di timoniere, capace ed abile; le altre, quelle che hanno
me al comando non subiranno che piccole scosse. Per esse ci sarà presto
bonaccia e quel porto, che già s’intravede, sarà raggiunto senza
sconvolgimenti.
Beato
chi ha accolto me sulla sua imbarcazione! Beato chi ha avuto fiducia in me:
ora, sposa, che Io, Io, Gesù, dormo, lascio fare al mare che minaccia e
ribolle, inferocito; ma al momento opportuno mi desterò e fermerò il vento,
calmerò le onde, farò splendere il più sfolgorante raggio di sole.
Badate,
uomini, badate di avere me sulla vostra imbarcazione e non preoccupatevi di
altro che di questo! Vi dico, Io, Io, Gesù, dico che solo chi ha me, presente
sulla sua imbarcazione, giungerà a riva, serenamente: non è questo un vento che
passa, ma l’inizio della più grande bufera della storia, Si vede già il lido
vicino; ma non illudetevi, non fatevi illusioni: senza di me, mai ci
giungerete, proprio mai!
Sposa
amata, ecco: è sorto il nuovo, grande, giorno d’Amore. Vivilo con me e per me.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
11.04.97
La Mamma parla agli eletti
Camminate,
figli cari, camminate con Gesù verso la salvezza e la gioia sconfinata. Tutto è
pronto per accogliervi: ogni particolare è stato curato dal dolcissimo Maestro
che con Amore ha preparato ogni cosa. Vi conosce uno ad uno e vi chiamerà per
nome ad uno ad uno; voi correrete, felici, da lui e la vostra vita cambierà.
Perché gemete,
giusti, per il piccolo tormento quotidiano? Perché, per così poco, si smarrisce
il vostro cuore? È nulla la sofferenza, presente, in confronto alla gioia
futura. Che può un uomo contro di voi, se Dio è con voi? Guardate a lui e
sarete raggianti; esulti il cuore, perché il giorno, senza tramonto, è vicino.
Grande esultanza nella casa dei fedeli, perché il grande Signore è entrato da
essi e non ci sarà più dolore in quella casa né sventura né angoscia. Tutto sta
per cambiare: una nuova realtà verrà instaurata.
Adamo
stesso sognò questo momento, straziato, per la sua disobbedienza. Dopo di lui,
tutti aspettarono che giungesse: Dio aveva promesso, tutto doveva accadere un
giorno, sconosciuto.
Con Gesù
l’adempimento del disegno ebbe realizzazione; dopo venti secoli, avrebbe avuto
compimento. Ci sarà, poi, la conclusione, secondo i piani, sublimi,
dell’Altissimo.
Adamo ha
peccato, gravemente; Gesù ha riconciliato l’Umanità con Dio. Cielo e terra si
trasmettono continui messaggi. Esultino coloro che hanno sperato, coloro che si
sono sacrificati, esultino e tremino di emozione, perché tutto sta per
accadere: un Dio Amore scende sulla terra per fare grande festa col suo popolo,
fedele! I suoi occhi sono fiammanti, il Cuore ardentissimo; angeli e santi
esultano in Cielo ed in terra.
Dio mai
promette invano. I suoi tempi sono differenti da quelli umani, ma vengono:
bisogna saper aspettare, bisogna saper combattere, giorno per giorno, la buona
battaglia. Sperate, figli miei, sperate, senza sgomentarvi, per la durezza
delle prove e per la difficoltà dei tempi: quanto immenso sarà il premio di
fedeltà! Non è un uomo che premia, è un Dio, d’infinita generosità, che dona il
centuplo di quello che riceve!
Siate
pieni di gioia nell’attesa e amate, amate: il giudizio si baserà sull’amore,
offerto a Dio ed ai fratelli. Tenete presenti queste, mie, parole: liberate il
cuore da sentimento di astio, di antipatia; nessun uomo vi deve essere
antipatico, perché tutti, tutti, figli cari, sono simpatici a Dio. Pregate per
chi opera contro di voi e, di conseguenza, contro Gesù; dite le parole che egli
stesso pronunciò nei riguardi dei suoi nemici: “Padre Santo, perdona loro,
perché non sanno quello che fanno.”
Pregate
per i nemici della fede, pregate per gli indifferenti, i superficiali, i
tiepidi! Supplicate giorno e notte per costoro, perché il tempo decisivo è
giunto: è questo nel quale vivete, è questo nel quale state vivendo! I giorni,
prima del tramonto di quest’era, sono contati: basta anche un bimbetto piccolo,
piccolo, per enumerarli!
Sia
letizia ogni istante della vostra vita e non passi un momento solo, senza un
bell’atto d’amore, volto a Dio ed al prossimo. Io sarò con voi, fino alla fine,
attraverso questo, fedele, strumento. Gioite.
Vi
amo. Ti amo, figlia.
Maria
Santissima