Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
12.04.97
Eletti, fedeli, che mi state nel Cuore, un nuovo
mondo sta per cominciare per voi. State nella gioia ed attendete, con la pace
dell’anima, il compimento del mio disegno di felicità per ogni uomo che mi ha
amato.
Sposa
diletta, vengo per dare pace al mondo, vengo per dare gioia al mondo. Sto
preparando ogni uomo, sto avvertendo ogni uomo perché si prepari. Questi
giorni, che concedo, sono assai importanti: ognuno di essi è unico ed
irripetibile; sono contati, sposa amata, sono contati per ciascuno. Occorre
coglierne il valore e pensare che il giorno passato non tornerà più e ciò che
si è perduto non è più possibile recuperarlo.
Vedi,
diletta, quanta gente sulle strade ogni giorno? Corre, parla, si preoccupa di
tante cose: la maggior parte di queste non richiederebbe tutta la loro
attenzione, ma potrebbe essere eliminata dal pensiero.
Un
pesante fardello è sulle spalle di questi miseri che camminano, chini, per il
tormento e la fatica. Ebbene, ti dico, Io, Io, Gesù, ti dico che ciascuno di
loro potrebbe, invece, procedere con agilità, felice e senza difficoltà. L’uomo
stesso si è fatto schiavo del suo simile. Io lo voglio libero e felice; egli si
rende schiavo ed infelice. Vedi i volti tristi che sono dovunque: le mie
creature hanno presentimenti di qualcosa che sta per accadere che le riempie di
mestizia; dovrebbero, invece, essere gioiosi ed esultanti, perché la
liberazione è vicina. Io, Io, Gesù, sono il liberatore che viene per togliere
tutti i pesi, inutili, per rendere gli uomini leggeri e senza problemi:
riconosceranno che c’è un solo Re, al quale obbedire e davanti al quale
inchinarsi; un Re che conosce tutte le esigenze umane, capace di risolvere in
un attimo i nodi più difficili. L’uomo, sposa cara, non gioisce, perché non
crede; geme, perché vuole gemere; si affatica e si tormenta, per la sua scarsa
fede.
“Maledetto
l’uomo che confida nell’uomo!” Ricordate tutti queste mie parole; ebbene, gli
uomini di questo tempo confidano su se stessi e sui simili: sono come ciechi
che si appoggiano ad altri ciechi, zoppi che chiedono sostegno ad altri zoppi.
Non vogliono alzare gli occhi e guardare il mio volto; non vogliono aprire le
labbra e pronunciare con amore e tremore il mio nome: continuano a fare da sé,
procedono da soli, senza di me. Le mie parole non sono ascoltate e, se
ascoltate, poco capite e per niente seguite. Diletta, questo, grande, tempo che
dono non viene per niente tesaurizzato, ma sprecato in vani lamenti e consumato
in vanità. Vieni, piccola mia: anche oggi ti voglio mostrare quello che accade
in una città, grandissima ed emancipata, ed in un villaggio, misero e senza
nulla. Vieni e guarda l’uomo cosa è stato capace di fare: l’intelletto ha
costruito delle strutture, grandiose. Vedi quante comodità si è preparato il
cittadino di questo mondo? Proprio nulla manca: con poca fatica può godere i
massimi vantaggi! Io, Io, Gesù, ho permesso tutto questo per dimostrare che
molto può l’intelletto, ma che il grande benessere e la tecnologia,
sviluppatissima, non sanno dare la felicità.
Passiamo,
insieme, per una strada molto trafficata e fermiamoci ad osservare la gente che
passa: ovunque trapelano ricchezza e benessere, ma i volti sono preoccupati e
stanchi; non c’è gioia in essi, ma mestizia. Vieni in questi, grandissimi,
spazi verdi e osserva anche qui come le persone restino pensose e cupe:
scrutano nel vuoto, cercando qualcosa che non riescono a trovare. In un angolo
vedi un gruppo di bambini che giocano e gridano: solo dal loro volto traspaiono
gioia e spensieratezza, l’unica nota colorita tra tanto squallore! Vedi,
piccola cara: la felicità appartiene solo ai più piccoli; gli adulti l’hanno
dimenticata o distrutta!
Vieni,
ora, in uno sperduto e poverissimo villaggio; vedi donne, umili, uomini,
vestiti miseramente: camminano per le strade, circondati da bimbi in festa; nel
loro sguardo c’è una strana luce, una grande pace, una gioia di vivere, che
prima non avevi constatato su alcun volto. Questi hanno la speranza nel cuore,
questi attendono il mondo nuovo. Ho parlato al loro cuore, dolcemente, a
ciascuno di essi; li ho visti esultare ed accogliere le mie parole con piena
fiducia.
Anche
agli altri ho parlato, sposa mia, anche agli altri ho parlato con dolcezza e
pacatezza, ma essi non hanno accolto il mio annuncio ed hanno continuato a
vivere come se niente fosse, tenendo ben chiuso il loro cuore e sigillata la
loro mente. Il risultato è palese: i primi soffrono, interiormente, senza
speranza alcuna; gli altri godono, pur nella povertà, già le pure gioie, che
solo Io, Io, Dio, so donare. Amo ogni uomo ed ho preparato per tutti un mondo
nuovo di grande felicità. Sto per porgere il mio dono; ma quanti sono quelli
che lo stanno rifiutando, per incredulità, per indifferenza, per insipienza,
volontaria!
Vedi:
l’uomo si è servito dell’intelletto e della volontà per creare tante cose,
vane, che oggi ci sono e domani scompaiono; non ha, invece, usato i miei doni
per costruire nel suo spirito una ricchezza che nessuno sconvolgimento
tellurico può distruggere. Amata, di ciò che hai visto nulla resterà. Su tanto
rumore tra non molto cadrà il silenzio; ma le splendide costruzioni, interiori,
create dal mio Amore e per mio Amore, non subiranno danno, anzi, si
accresceranno sempre più.
Guai,
sposa amata, guai a chi ha operato senza di me, escludendo me dalla sua
esistenza: avrà sprecato la sua fatica, avrà reso nullo il suo tormento; vedrà
cadere le sue illusioni e crollare tutti i sogni, perché passano le cose di
questo mondo e traccia non lasceranno. Resterà solo ciò che Io, Io, Gesù, ho
costruito. Godranno i cooperatori che si saranno sacrificati perché potesse
realizzarsi il compimento di pace.
Invito i
miei, fedeli, amici alla gioia e all’esultanza: non c’è angoscia per chi è in
me, non c’è timore, misterioso, per chi vive nel mio Cuore e mangia il mio
cibo!
Guardate
al futuro con gioia, anime belle. Guardate a me e sarete felici! Che può farvi
un uomo, che vi possono fare tutti gli uomini, insieme, della terra, riuniti
contro di voi, se Io sono dalla vostra parte? Non temete. Sperate e siate in
letizia.
Sposa
amata, ti dono la mia pace. La dono a coloro che hai preso per mano. Godete le
delizie che vi offro anche in questo giorno, nuovo.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
12.04.97
La Mamma parla agli eletti
Amati
figli, siate tutti di Dio. Adoratelo giorno e notte e offritegli tutti voi
stessi. Non temete i gravi pericoli, incombenti, non tremate per essi. Certo,
tutto sta per cambiare; Gesù ve lo ripete in ogni messaggio. Sapete: ogni
mutamento richiede un pochino di sconvolgimento
bisogna avere pazienza, soffrire un poco, finché le cose procedono
ancora con lentezza, poi, ci sarà, improvvisa, la svolta finale. Molte pagine
di storia passeranno in un attimo e vi troverete, figliolini, nel nuovo mondo,
quello che avete atteso, desiderato, tanto auspicato ed anche affrettato con le
vostre, ferventi, preghiere. Viene Gesù, assai presto, in un mondo che lo
attende per un futuro, lontanissimo: è già sulla soglia; ma l’Umanità,
distratta, non vede e non capisce. Egli incede, lentamente, ma potentemente
nella storia; ma chi ha ancora occhi per vederlo ed orecchi per sentirlo?
Guardate
i vostri giovani come procedono spensierati: non riflettono, il rumore li
stordisce, la distrazione, continua, li ghermisce; in questa dimensione
consumano il tempo, splendido, che viene loro offerto. Fugge il momento
favorevole ed essi non pensano, non se ne accorgono, non tesaurizzano, giocano,
come bimbetti, e rischiano, come adulti.
Pregate
per i vostri figli, supplicate per essi! Chi ha mente di uomo non può subire un
giudizio da infante: i talenti, concessi, devono essere, adeguatamente,
adoperati!
La luce
è già nel mondo, è vivissima; ma gli uomini continuano a preferire le tenebre,
si lacerano e non si amano. Mentre potrebbero essere felici, sono angosciati ed
ansiosi per il futuro che si prospetta difficile e cupo. Dico ai miei, cari,
figli che mi ascoltano: dipende da voi il vostro destino; come vi portate nel
momento che state vivendo, così sarà nel prossimo futuro. Coglierete ciò che
ora state seminando; vi dico, quindi: seminate bene, senza stancarvi, fate
abbondante semina; non dovrete attendere la nuova stagione per raccogliere.
Questa volta non sarà così: ci sarà un raccolto prematuro, perché questo è già
un tempo specialissimo, è un tempo senza tempo che appartiene a Dio ed alla sua
logica. Se in una famiglia molti sviano, ci sia almeno uno che supplichi e si
sacrifichi per tutti: chi adora e si offre a Dio espia i peccati ed
alleggerisce i castighi.
Piccola
figlia, nel tuo cuore stai tremando per il Vicario di mio Figlio, l’angelo
della pace. Non temere: lo proteggo col mio manto e sono con lui in ogni angolo
della terra, dove giunge. Accompagnatelo con le vostre preghiere, siate assidui
nell’orazione e mai tralasciatela: più pregate e più grazie strappate dal
Cielo, perché Gesù vi ascolta e vi esaudisce. Sempre vi ascolta, sempre vi
esaudisce, come hai detto, amata figlia, proprio come hai detto oggi ai piccoli
che, soavemente, stai conducendo tra le braccia di Gesù.
Parlate
anche voi ai più piccoli. Non lasciateli nell’ignoranza. Siano i loro cuori
tutti in quello di mio Figlio; egli sorride, ogni volta che sente una loro
preghierina perché sgorga, come polla d’acqua limpida, da sentimento puro.
Nel
vostro paese i fatti si stanno succedendo, tutti difficili e dolorosi. Pregate,
ininterrottamente: Gesù attenuerà ed abbrevierà. Vi amo.
Ti
amo, figlia cara.
Maria
Santissima