Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
31.05.97
Eletti, amici fedeli, benedico il giorno che sorge:
vi porti la gioia del cuore e possiate sentire in voi tutta la mia tenerezza.
Volgete a me ogni vostro anelito e non abbiate paura, perché con voi mi
comporto come padre amoroso. Siate, sempre, figli obbedienti.
Amata sposa,
ecco un altro giorno che sorge nella tua vita ed in quella degli uomini della
terra. Vivete bene questo, grande, dono, che vi faccio, ed apprezzatene tutto
il valore.
Piccola
mia, alcuni credono di essere utili e preziosi, solo perché sono molto attivi
nell’operare, possono fare numerose azioni nella giornata a servizio della
società; ma Io, Io, Gesù, ti dico che anche quelli che stanno immobili in un
letto di dolore e solitudine sono altrettanto preziosi ai miei occhi e anche
più grandi di coloro che non si fermano un attimo. Io permetto che mi si serva
in vari modi: chi con l’attività indefessa; chi con la preghiera, ininterrotta;
chi con la sopportazione di una pena profonda; chi con la pazienza, continua,
nell’affrontare il vivere quotidiano. Ognuno, mia diletta sposa, deve
santificarsi nel posto nel quale si trova. Chi si trova in un convento non
invidi colui che è fuori; chi opera nella società non pensi di essere meno
meritevole di colui che vive in clausura.
Amata,
desidero che i miei, fedeli, amici non si creino problemi inutili e neppure
vivano in stato di continua agitazione, pensando di fare sempre troppo poco e
che Io, Io, Dio, non sia soddisfatto di loro. Certo, Io scruto il cuore, vedo
ogni pensiero che si affaccia alla mente; non importa la quantità di azioni
compiute, ma conta la qualità di esse, non serve avere la mente oberata da
mille pensieri, basta che quelli che ci sono siano sempre conformi alla mia
volontà. Insomma, miei diletti, vivete nella pace e nella massima serenità,
servendomi con gioia, senza tristezze inutili e preoccupazioni non necessarie.
Questo è
il tempo di preparazione ad una grande svolta della storia, operata da me con
il contributo dei miei più fedeli. Non è opera di uomo; quindi, è inutile che
gli uomini per capire ciò che deve succedere vadano scrutando tutte le profezie
e preparino, a mente loro, un piano di azione, che Io devo seguire. Con i miei
più cari sto parlando, confidenzialmente: desidero che facciano esattamente
quello che Io Dio dico di volta in volta. Ho rinnovato spesso le mie promesse
perché ognuno sia lieto nel cammino verso il grande traguardo; ma a nessuno ho
rivelato, esattamente, quello che ho in mente di fare, né ai collaboratori di
prima né a quelli che ho adesso: ognuno deve abbandonarsi, fidente e sereno,
tra le mie braccia e lasciarsi condurre ovunque Io voglia, senza chiedere,
continuamente, spiegazioni.
Il mio
piano si sta dispiegando, è in pieno svolgimento; voi siete le pedine che
muovo, a mio piacimento, perché siete docili ed obbedienti al mio comando. Così
desidero che continuiate ad essere. Le meraviglie che compio sotto i vostri
occhi e quelle che compirò vi stupiranno e renderanno felici. Vi dico di non
fare, quindi, alcun piano mentale circa la mia azione futura nel mondo. Lo sai,
sposa diletta, che mi piace fare le sorprese; tu stessa ne hai avute molte e di
maggiori ancora ne avrai, perché chi è in me e si è offerto totalmente al suo
Signore gusterà in eterno le delizie del suo Amore. Ho detto a te e lo ripeto,
continuamente, che il mio ritorno sulla terra in modo visibile è prossimo; ma
non ti ho rivelato il giorno né l’ora, esattamente, perché desidero trovare la
mia piccola sposa sempre pronta, anelante a me. Così desidero che sia anche per
coloro che tu conduci per mano, ai quali porgi le mie lettere amorose. Non
ascoltate le voci che vengono da ogni parte e dicono cose contraddittorie,
quelle che vi vogliono riempire di paura e di angoscia. Certo che vengo! Lo
ripeto ogni volta: vengo presto, assai presto; sono sulla soglia ed osservo
tutto quello che stanno facendo i miei servi. Visiterò la mia casa in lungo ed
in largo per vedere la loro opera e lodare i laboriosi, frustare i pigri e
cacciare gli inetti. Ognuno esamini esattamente se stesso: è un servo attivo,
pronto, sempre sveglio che agisce come se il padrone fosse sempre davanti a
lui? In questo caso non solo nulla ha da temere, ma tutto ciò che vi è di più
bello da aspettarsi; esulti in cuor suo, per la gioia, prenda vigore, nuovo, da
questo pensiero e continui, senza mai stancarsi, la sua opera. Se poi,
esaminando se stesso, qualcuno capisce di essere un pochino pigro, poco attivo,
troppo distolto dal compiere il suo dovere, ebbene, si desti e si metta
all’opera, recuperi il tempo passato, non perda un attimo: Io sarò benevolo nei
suoi riguardi e, per i meriti acquistati in ultimo, perdonerò i demeriti
precedenti e se la caverà con una pena sopportabile. Ti dico, Io, Io, Gesù, ti
dico, sposa amata, che se troverò, al mio ritorno, un servo completamente
inetto, che non si è curato dei miei avvertimenti, non ha prestato alcuna
attenzione alle mie parole, non ha provveduto minimamente a prepararsi ma si è
preso gioco dei servi attivi, li ha derisi, li ha umiliati ed insultati nel
desiderio di dissuaderli, dal loro zelo, vi dico, amici, se troverò uno in tali
condizioni, lo caccerò via dalla mia presenza e non godrà, ma triste, assai
triste sarà la sua condizione.
Nessuno
deve temere il mio ritorno, imminente, nessuno che mi ami con cuore sincero,
che mi offra ogni attimo della sua vita, che mi dedichi ogni pensiero, che
prepari tanti fiori per ornare la via, dove passerò, dove suppone che Io debba
passare.
I miei,
fedeli, amici vivano in letizia questa, dolce, attesa: nessuno, ti dico,
nessuno di loro sarà deluso. Deve temere solo colui che mi combatte come
nemico: dei miei nemici nessuno resterà; neppure uno resterà in piedi! Se fino
a questo momento ho concesso del tempo per riflettere e cambiare, non lo
concederò più, allorché verrò come giudice, giusto, a chiedere conto ad ogni
uomo delle sue azioni.
Esulta,
piccola mia, perché l’attesa del grande giorno si fa sempre più breve e la tua
felicità è destinata a crescere.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
31.05.97
La Mamma parla agli eletti
Amati
figli, Dio viene a voi come padre amoroso che parla, confidenzialmente, con chi
lo ama ed aspetta le sue parole per procedere nel cammino. Con dolore devo dire
che molti percorrono vie tenebrose e non vogliono tornare indietro. Io chiamo i
figli dispersi di tutto il mondo: sono preoccupata, perché le insidie crescono
ed il male non recede.
Guai
all’uomo che non ascolta più la voce amorosa che lo guida alla salvezza! Guai
all’uomo che vive nel torpore, mentre il più grande pericolo incombe! Guai al
figlio, disobbediente, che si rifiuta di prestare orecchio agli ordini del
padre, al quale deve sottomissione!
Piccoli
cari, in questo tempo vi ho parlato sempre di gioia, di pace, di delizie, che
Gesù vuole dare a chi cammina dietro di lui; occorre, però, che vi ricordi
anche quanto sarà triste la vita di quelli che non vogliono sentire ragione,
che aggiungono peccato a peccato, insipienza ad insipienza.
Amati
figli, le colpe vanno espiate; nessuno pensi di entrare nella gioia eterna,
continuando a ribellarsi ai precetti Divini. Dio è un Padre amorosissimo; come
più volte vi ho ripetuto, desidera solo fare gioire i suoi figli, dopo tanta
fatica compiuta, ma non può dare alcun premio a chi nulla ha fatto per
meritarselo.
Si
avvicina il momento degli esami per gli studenti: essi stanno vivendo la
vigilia di un grande, importante, momento della loro vita. Essi, ben consci
della prova da sostenere, si preparano accuratamente, aggiungono alla cultura
precedente continui elementi che possano rendere più brillante la loro
esposizione. I più responsabili non perdono tempo in passatempi, inutili;
dicono: “Quando avrò superato questa prova, allora mi svagherò, mi divertirò,
godrò la soddisfazione di aver superato un ciclo di studi.”
Nel
frattempo, s’impegnano giorno dopo giorno. Verrà il giorno temuto e coloro che
si sono ben preparati non avranno brutte sorprese, ma diranno, a prova
ultimata: “Tutto era assai più semplice del previsto. Mi sono tanto
preoccupato; ma gli esaminatori si sono dimostrati comprensivi e generosi.”
Figli,
miei, cari, vi ho parlato di questo, perché desidero che capiate che per
ciascuno di voi la situazione è simile: si avvicinano i grandi esami e occorre
non lasciare scorrere neppure un istante oziosamente: serve un’accurata ed
attenta preparazione. Tra i miei figli vi sono alcuni che operano
diligentemente e non perdono tempo, altri, invece, che si sono lasciati
cogliere proprio in questo momento dalla fiacca e procedono a rilento con
risultati assai modesti. Altri, poi, non vogliono neppure saperne di esami da
affrontare, non si dànno pensiero di nulla, oziano e si divertono, come se
nulla fosse, come se nulla dovesse accadere.
Figli
cari, riflettete bene e ditemi: quali di costoro, che vi ho menzionato, potranno
godersi, felici, il premio conquistato? Coloro che accuratamente si sono
preparati oppure quelli che sono vissuti nell’ozio e nell’insipienza? La
risposta è ovvia, le previsioni assai facili da fare. Ciascuno di voi tragga
dal mio discorso, da solo, le conclusioni. Vedete come ciascuno si prepari da
sé il destino che avrà: quello che sceglie avrà; quello che ha voluto
possiederà. Siete tutti in cammino. Alcuni ne sono consci, altri cercano di
sviare il pensiero; ma è stoltezza, grave, non pensare, quando invece il tempo
richiede che si pensi solo al decisivo esame, da affrontare, che cambierà,
completamente, il corso della vita.
V’invito
a riflettere, amatissimi. V’invito a far riflettere anche tutti i fratelli che ascoltano
la vostra parola. Siate missionari, indefessi: non permettete che le anime si
perdano, se qualcosa potete fare per loro. Vi amo, figli. Vi amo tutti,
immensamente.
Ti
benedico, piccola mia.
Maria Santissima