Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
03.06.97
Eletti, amici cari, vengo come Dio Amore; vengo per
condurvi verso la gioia senza fine. Chi ha fede in me non si perderà: lo
conduco per mano, come padre amoroso.
Sposa cara,
vengo a voi ogni giorno, per manifestarvi la mia presenza viva. Un velo assai
spesso non permette all’uomo di carne di vedere, ma Io rendo sempre più sottile
questa barriera per chi mi accoglie, anche se ancora non può percepire coi
sensi esterni il mio essere.
Piccola
mia, ciò che dissi a Tommaso lo ripeto: beato chi crede, senza vedere. Beato
chi cammina sulla mia strada, in base alla fede che ha in me. Sono molti che
hanno bisogno di prove, di manifestazioni, di segni per credere; Io, Io, Dio,
porgo anche questi doni, ma essi sono così chiusi alla comprensione e restano
nel buio, pur essendoci intorno luce piena.
In
questo, grandioso, momento storico quelli che si sono fatti come bambini
possono capire il mio piano che si dispiega giorno dopo giorno, godono nel
vedere le mie meraviglie ed attendono in letizia il mio ritorno, glorioso.
Sposa
amata, in questo tempo i più umili di cuore sono particolarmente felici: Io,
Io, Dio, rallegro la loro attesa, risolvendo i problemi, alleviando le pene,
parlando, dolcemente, al loro cuore. Gli umili mi seguono, credono alle mie
parole, le mettono in pratica e attendono, come bimbi esultanti, la grande
festa, che ho promesso loro.
Vieni
con me, sposa cara: ti mostro quanto è viva la gioia di alcuni di questi. In quest’ora
della notte essi sono svegli, non perché non riescono a prendere sonno, a causa
dell’angoscia, dell’inquietudine, ma perché nel silenzio e nella pace trovano
sublime gettarsi nel grande oceano del mio Amore. Vedi come pregano: tra le
mani hanno la corona santa e sul viso un soave sorriso; i grani scorrono tra le
loro mani e la gioia aumenta nel cuore sempre più. Le coperte non sono per loro
pesanti, pesanti, ma quasi una lieve nuvola che li avvolge, soavemente. Essi
sulla terra contemplano già il Paradiso e si preparano ad entrarci attraverso
un cammino di letizia. Ebbene, ti rendo visibile ciò che è invisibile. Vedi
accanto a loro questa figura bianca: la Madre Santa si è unita alla loro
preghiera, accarezza spesso il loro viso che s’illumina di gioia e di dolcezza.
Sposa
amata, com’è bella la vita di chi ha riposto la sua fiducia in me, com’è lieto
colui che si è abbandonato, interamente, al mio Amore e si attende da me ogni
cosa! Ti dico che la sua speranza non è vana; ti dico che avrà molto di più di
ciò che spera di avere: i miei doni superano sempre di molto le aspettative. Io
mai deludo; Io, Io, Dio, elevo fino al Cielo chi spera in me e le mie delizie
non hanno mai fine.
Ora,
sposa amata, ti mostro un’altra scena, assai differente dalla precedente. Vedi
una figura, tormentata, che si aggira per la sua stanza; prende carte, legge,
le guarda, le ripone, le riprende. Si avvicina, poi, ad un forziere: lo apre,
conta e riconta le banconote, in esso contenute. È inquieto: richiude, riapre,
richiude; non si dà pace e il suo viso è paonazzo, irritato. Evidentemente, i
conti non gli tornano. Sveglia i suoi, li offende, alza la voce: tutta la casa
è in subbuglio e fra alterchi ed offese cominciano la giornata. Sposa mia, per
costoro le cose non cambieranno: ieri era così, oggi è così, domani sarà
altrettanto. Questo è il terribile tormento dell’avaro che non ha mai pace, non
si dà mai riposo: pensa durante il giorno come aumentare i suoi beni; veglia
durante la notte per contare ciò che ha accumulato. Quanta pena, quanto
tormento, diletta mia! Tutto per niente! Di quel gran mucchio di ricchezze il
meschino non si godrà proprio niente: oggi lo chiamo a me, oggi nel primo
pomeriggio si presenterà al mio tribunale! Quali saranno le sue condizioni? A
che gli è servita tanta ricchezza? Tornerà senza nulla tra le mani, perché ogni
cosa dovrà lasciare! Meglio sarebbe stato avere forzieri vuoti e le mani piene
di doni offerti a me – quelli eterni – che gli avrebbero dato la salvezza.
Quest’anima, che stanotte langue in pene tremende e tormenta i familiari, avrà
una sofferenza infinitamente maggiore, se in poche ore, quelle che le restano,
non chiede umilmente perdono della sua insipienza e volge a me il suo cuore,
compunto.
Piccola
mia, non accumulate tesori vani; tenete solo l’indispensabile per la vostra
famiglia e per voi. Non chiudete la mano a chi vi chiede; offrite con larghezza
a chi langue e non può comprarsi il cibo. Questa è l’unica ricchezza che ogni
uomo porta con sé e non può andare perduta!
Ora ti
mostro altre scene, significative, che tu riporti al mondo perché esso capisca
e si converta ed Io possa usare la mia misericordia e non il grande rigore.
In una
stanza nuziale vedi due sposi vicini; tutto sembra sereno intorno, ma a
distanza c’è chi soffre, chi pena, chi piange, chi si dispera: quell’uomo, così
sicuro di se stesso, non è lo sposo della donna. Egli ha lasciato la sua
legittima sposa, benedetta da me in un giorno, lontano, e con lei i figli,
ancora piccoli, che ora vivono la tristezza profonda dell’abbandono. Sì, amata:
costoro, che vedi insieme, sono concubini, adulteri, che hanno lasciato alle
spalle la loro famiglia per seguire il loro egoismo.
Che
accadrà, mia diletta, a costoro oggi? Anch’essi lasceranno la terra, per mia
volontà; insieme, dovranno presentarsi oggi, proprio oggi, quando neppure
lontanamente se l’aspettano! In quali, miserevoli, condizioni si trovano! Essi
dovranno rendere conto del grande dolore che hanno procurato: Io, Io, Dio, sono
il giudice e per questi, che non hanno avuto misericordia, non ci sarà
misericordia! Chi non ha dato non s’illuda: non riceverà! Solo un profondo
pentimento con proposta sincera e profonda di mutare vita potrebbe dare loro la
salvezza. Come vedi, costoro non s’aspettano ciò che, invece, accadrà.
Mia
diletta, ti ripeto spesso che ogni giorno è dono, prezioso, da tenere in grande
conto: ciò che porgo oggi posso non porgerlo domani. Come ti ho, chiaramente,
mostrato, per questi, che vivono una vita di grande disordine, non ci sarà più
un domani. Siate pronti, piccoli miei, siate sempre pronti, con la cintura ai
fianchi e la lucerna accesa, perché non sapete quando Io verrò.
Quanta
stoltezza vedo oggi nel mondo, quanta superficialità! Vedi quest’uomo, che ora
ti mostro: costui da anni ed anni non si accosta ai S. Sacramenti; vive
stoltamente e spreca il tempo, prezioso, che gli è concesso. Guarda al futuro
con vana illusione: si prepara anch’egli al grande passo, al quale neppure per
un attimo ha mai voluto pensare. Oggi gli farò incontrare un mio angelo che gli
dirà le parole da me suggerite: lo ascolterà? Dipende da lui farlo. Io gli
porgo ancora questa possibilità: se saprà coglierla, vivrà e non morrà (si salverà).
Piccola,
anche per oggi ho in serbo per te gioie e pene, esultanza e sacrificio. Offri
per chi non mi volge mai il pensiero, offri per chi sta annegando nel male e
non vuole essere salvato. Supplica perché faccia ricorso alla mia misericordia,
prima di incorrere nelle reti, sottilissime, della giustizia.
Sposa
amata, resta nel mio Cuore e consolami, per il gran numero di tradimenti.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
03.06.97
La Mamma parla agli eletti
Figli,
tanto amati, scegliete Dio Amore. Vedete come egli vi offre la sua
misericordia, il dolcissimo, suo, Cuore: vuole vedervi felici accanto a lui. Vi
offre giorni e giorni di vita; utilizzateli come il dono più prezioso. Piccoli
cari, v’invito tutti a riflettere sulla vostra posizione davanti a Dio. Nessuno
viva nella superficialità; siate figli riflessivi ed attenti, discepoli zelanti
che conoscono bene quale sia il proprio dovere.
Ascoltatemi,
amati: non lasciate che trascorra questo grande momento di grazia, senza coglierne
l’essenza! Guardo con pena il mondo, così lontano da Dio: vedo passare
occasioni; vedo figli vivere nel peccato gravissimo e sorridere, senza darsene
preoccupazione; vedo altri commettere il male, senza neppure più provarne
rimorso!
Guai,
amati figli, guai, quando l’uomo si è abituato a vivere nella colpa e non sente
più nemmeno la coscienza che gli rimorde! Dio vuole perdonare, è venuto sulla
terra proprio per portare il suo perdono agli uomini che lo cercano; egli non è
venuto per giudicare il mondo, ma perché esso si salvi, per opera sua. Ogni
uomo della terra si volga a lui con umiltà, non attenda il suo ritorno per
cambiare; vi dico che se ora è agevole – bastano coraggio e buona volontà –
allora, quando il travaglio sarà massimo, riusciranno a resistere solo quelli
già aperti alla luce Divina, ma chi ha lasciato il cuore nelle tenebre, per la
grande superbia, costui avrà tanto da soffrire. Siate figli della gioia. Oggi
il mio Gesù vi porge la sua mano per aiutarvi; ma voi dovete rivolgervi a lui
con fiducia. Non siate indifferenti, non vivete questi tempi, senza
preoccuparvi di nulla; pensate sempre all’agricoltore che al tempo della semina
non deve restare in ozio; se lascia passare nell’inerzia i giorni, essi
trascorreranno, veloci, poi, sarà tardi per ripensarci, perché giungerà anche,
rapido, il tempo della mietitura. Guai a colui che non ha preparato bene il suo
campo: non raccoglierà nulla, nemmeno una povera spiga. Potrà piangere,
disperarsi, ma tutto sarà inutile: dovrà guardare gli altri, felici,
raccogliere il buon grano, riempire il proprio granaio, aver assicurato il
futuro per sé e per la propria famiglia. Il disgraziato, che prima scherzava,
vedendo faticare i compagni, ora è preso d’angoscia, perché per lui non ci sarà
speranza, non futuro, nessun rimedio.
Piccoli,
vi ripeto, continuamente, queste cose, perché sono molti coloro che non fanno
ciò che Io dico; mi dicono: “Sì, Mamma, voglio essere un figlio obbediente”;
fanno mille promesse e ogni giorno le ripetono, ma ricadono sempre nei medesimi
errori, senza fare un solo passo avanti.
Vedo il
grande momento tanto vicino e vedo ancora i miei piccoli tanto lontani da Dio,
impreparati! Oggi il mio Gesù ha mostrato alla mia diletta figlia alcune scene
significative. Cercate di comprenderne, bene, il significato: Gesù può venire
di giorno, di notte, all’improvviso, quando non è atteso, e ognuno verrà colto
nel suo comportamento abituale, ognuno si troverà a fare ciò che è solito fare.
V’invito alla più fervida preghiera per coloro che si accostano ai SS.Sacramenti con freddezza, con indegnità. V’invito alla
preghiera più intensa per coloro che cercano il piacere del mondo e non pensano
che di ogni loro azione dovranno rendere conto a Dio, presto, molto prima di
quanto s’immaginino.
Pregate,
figli cari, per gli stolti di tutta la terra che fanno il male e non ci
pensano, che si sprofondano nel peccato e non riflettono a quello che fanno,
perché il nemico ha offuscato la mente e raggelato il cuore. Gesù vuole usare
la sua infinita misericordia; ma occorre chiederla, desiderarla, implorarla!
Chiedete pietà per il mondo, spensierato, che pensa che il domani sia come
l’oggi e che il tempo propizio duri sempre, indugia e non si dà pensiero di
nulla. Tutto muterà all’improvviso. L’ho detto e lo ripeto. Badate di stare
all’erta.
Vi
amo. Ti amo, figlia.
Maria
Santissima