Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
19.06.97
Eletti, miei amati, viene il tempo della letizia,
viene a passi veloci. Dopo la croce, c’è la gioia: sopportate con pazienza la
croce e godrete, a pieno, la gioia.
Sposa
cara, impari il mondo a contare, a contare i giorni, messi a disposizione di
ciascuno per giungere alla meta. Vedi, sposa amata, come gli uomini usano con
destrezza il computer, curano attentamente i propri interessi, mai tralasciano
una virgola di ciò che ritengono vantaggioso per sé. Studiano e ristudiano come
migliorare le condizioni della propria vita, come renderla più agiata, più
lunga, più ricca di piaceri: in questo senso, camminano, sognando risultati
tali da stupire, da sbalordire gli altri. Potrebbero, invece di affannarsi
tanto per cose inutili, contare quanti possano essere, ancora, i giorni della
loro vita, potrebbero cominciare a preoccuparsi di quale sarà la sua
conclusione nella situazione nella quale si trovano. Mia diletta, gli uomini
d’oggi si preoccupano di troppe cose; una sola sarebbe necessaria: volgere
tutta l’attenzione a salvare la propria anima.
Piccola
cara, a che serve all’uomo il possesso delle più grandi ricchezze della terra,
quando ha perso la sua anima? Perché gli stolti continuano nella loro
stoltezza, gli empi nella loro empietà, i maligni nella loro malizia?
Sposa
cara, il mondo cerca la sua rovina. Desidero, ardentemente, salvare ogni uomo –
lo sai quanto sia caro al mio Cuore – parlo, continuamente, attraverso i miei
strumenti antichi e nuovi; ma non vengo ascoltato. Ho preparato un Universo di
gioia, ho preparato meraviglie, mai viste e mai godute nel mio regno in terra e
sto chiamando tutti i, miei, figli per farne parte, nessuno escluso; temo però
che esso resterà quasi disabitato, perché il mio invito non viene accettato. I
miei servi fedeli sono in tutte le parti del mondo, parlano del regno vicino,
parlano del rinnovamento di tutte le cose, esortano ad una rapida preparazione,
ma tutto resta tale e quale, nulla muta.
Oggi ti
conduco ancora con me, mia sposa, in giro per la terra dei viventi. Ecco: siamo
nel cuore di una zona ancora non raggiunta dalla civiltà. Vedi questo popolo,
così semplice, così arretrato: pare impossibile che nell’era della tecnologia
più avanzata possano esserci uomini in tali condizioni di vita. Costoro mai
hanno sentito parlare di me; ti dico, però, che rispettano le mie Leggi assai
più di altri che vivono nel mondo più evoluto. Quando tornerò, anche per questi
ci sarà una lieta sorpresa: mi vedranno, gioiranno, cambierò la loro sorte ed
essi precederanno di molto quelli che li hanno preceduti. Il mio Cuore vuole
accogliere ogni uomo; ma occorre il suo anelito, il suo desiderio di
appartenermi.
Vedi:
questi semplici adorano un Dio che non conoscono; ora lo fanno come impulso
dell’anima semplice che anela al Divino, domani lo faranno, avendo conosciuto
ogni cosa. Mi rivelerò a tutti – lo sai perché l’ho ripetuto più volte – ma per
primo mi vedrà l’umile, il semplice, colui che ha mantenuto il cuore di un
bimbo. Tardivamente, mi manifesterò a tutti: sarà allora troppo tardi per recuperare
il tempo, sprecato in vanità.
Ti
mostro una danza di questi popoli: essa è una preghiera che scaturisce dal
profondo del loro essere. Essi in tal modo m’implorano, mi ringraziano, mi
lodano, mi adorano. Questi primitivi hanno il cuore pieno d’amore. Vieni ora in
una grande metropoli, dove milioni e milioni di esseri umani si accingono ad
iniziare una nuova giornata di lavoro. Fa’ il confronto, mia amata: hai
osservato la differenza tra gli uni e gli altri?
I primi
mi lodano, mi adorano, m’invocano. Io, Io, Gesù, li ho benedetti ed ho
rinnovato nel loro cuore le grandi promesse di un regno felice anche per loro;
sono lieti del pochissimo che possiedono e cantano, mentre lavorano: sono come
bimbi, gioiosi, che attendono che la mamma porti loro un dono. I secondi,
quelli della sconfinata metropoli, non elevano a me neppure un pensiero. Come
vedi escono in fretta dalle loro case e in fretta, raggiungono il posto di
lavoro: non ho alcun posto nella loro mente. Eppure, come vedi, sono presenti
molte chiese nelle loro città, molti luoghi di culto, dove potrebbero venire,
per un attimo, a ringraziarmi e prendere la mia benedizione. Come vedi, sposa,
hanno molto coloro che hanno poco, hanno assai poco coloro che hanno di più.
Sarò
molto benevolo con chi mi ha offerto tutto il suo nulla, ma assai severo con
chi mi ha negato anche la minima stilla d’amore. Io, Io, Gesù, ho dato me
stesso per ogni uomo: su quella Croce ho consumato il più grande sacrificio
d’Amore. Amate la Croce, uomini della terra, adorate la Croce e nel vostro
cuore innalzatela: è la Croce che salva! Come hai visto, i piccoli più piccoli
mi adorano, senza neppure conoscermi; i ricchi più ricchi m’ignorano, pur
avendomi ben conosciuto, mi respingono e mai hanno una briciola di tempo per
me. Curano i propri interessi da mattina a sera, cercano il piacere nel resto
nel tempo, vezzeggiando e curando un corpo che non ci sarebbe, se Io non
l’avessi creato e non si sosterrebbe neppure per un attimo, se Io non lo
concedessi. Se proseguono così, gli uomini non avranno bene, sposa amata:
soffriranno molto. La grande metropoli scomparirà e di essa si perderà anche il
ricordo; il misero villaggio vivrà, godrà, vedrà il mio volto amoroso.
Ripetilo
pure, continuamente, questo ai miei figli. Guai, guai, tre volte guai a chi mi
ha dimenticato e guai a chi ha cercato di togliermi dalla sua vita, mentre Io
volevo esserne il centro, il fulcro! Questo tempo di attesa non deve essere
vanificato. Io, Io, Dio, non parlo invano e quello che prometto, opero: sarà
questione di giorni, di mesi, forse anche di anni; ma sempre, puntualmente,
tutto giunge a conclusione!
Sposa,
anche in questo, nuovo, giorno, sorto per te, chiedo totale dedizione ed amore.
Non statemi lontano, amici, che mi amate; non lesinatemi il vostro tempo. Ogni
tempo sia il mio tempo! Ogni pensiero sia volto a me e ogni palpito sia d’amore
per me. Chiedo troppo, mia diletta, a coloro ai quali tutto ho offerto, il mio
tutto, Divino?
Siate
miei, amici; non mi tradite, non m’ingannate, non mi abbandonate anche voi,
come molti che già si stanno dimenticando di essere stati da me creati, da me
redenti, da me invitati alla santificazione!
Sposa
amata, oggi godrai un po’ di sollievo dalle piccole pene, che hai sopportato
con gioia. Grazie, diletta, per lo zelo che hai e che insegni a coloro che
conduci per mano! Vivi nella gioia questo tempo, grande e benedetto, di attesa.
Cesseranno, presto, le tribolazioni di tutti coloro che hanno confidato in me e
risplenderà la mia luce, senza tramonto.
Ti amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
19.06.97
La Mamma parla agli eletti
Piccoli
miei, abbracciate la vostra croce, accoglietela con gioia: per questa croce,
che portate con pazienza ed amore, sarete salvati. Vedo tanti visi tristi,
tanti volti lacrimosi, sento voci spente, lamentose; ognuno incontra l’altro e
si sfoga con dolore, elenca le sue croci, versa lacrime amare e copiose.
Figli
cari, Io vi dico: benedite le croci, che portate e, se si fanno più pesanti, gioite,
perché la fine è vicina; se vi fanno gemere, sopportate e benedite Dio
Altissimo che vi permette di volare verso di lui. Quando siete sulla croce,
pensate che condividete le pene di Gesù, siete accanto a lui e potete
contemplare il suo volto, sfigurato per le percosse, per gli sputi, per la
tumefazione.
Ecco,
ecco – dite a voi stessi – la vittima innocente, che si è lasciata tormentare
in simile modo, per mio Amore! Ecco il mio Salvatore Santissimo! Unite le
vostre pene alle sue, mettete il vostro cuore nel suo: nel dolore egli vi farà
sentire tutta la tenerezza del Padre buono e vedrete il suo sguardo,
dolcissimo, posarsi su di voi ed abbracciarvi. Figli, se anche la croce è
pesantissima, se anche vi provoca tormento, grave, ci sono sempre dei momenti
di sollievo, di letizia, di gioia.
Non
siete provati oltre le vostre forze; quando ne aveste l’impressione, significa
che non siete abbastanza pazienti, abbastanza fiduciosi, abbastanza innamorati
di Gesù. Ecco, stanno per giungere per tutti e per ciascuno prove più pesanti;
tenetevi pronti e stringete la mia mano. Non tremate, non temete, non
disperate: queste prove sono necessarie ed assai diversificate, secondo le
necessità di ciascuno.
State
arrivando al grande momento, conclusivo: l’ultima fase deve essere un pochino
più drastica per tutti. Non pensate, ora, con terrore a cose spaventose: basta
il tormento quotidiano che sarà tanto maggiore quanto minori sono la fede e
l’anelito a Dio. Vedo alcuni di voi tirare un gran respiro di sollievo. Dite
nel vostro cuore: “Sono tutto del mio Signore. A lui ho offerto la mia vita e
tutto me stesso”. Certo, colui che appartiene a Gesù nella mente e nel cuore,
che anela a lui con tutta l’anima verrà trattato, come si fa con un figlio,
amatissimo, docile ed obbediente, umile e mansueto. Si può essere severi con un
tale figlio? Quanto Amore avrete, figli miei, quanta gioia anche nella
tristezza del quotidiano, se appartenete, profondamente, con tutto il vostro
essere a Dio!
Che
Padre stupendo e generoso avrete davanti, che Signore splendido e generoso!
Da tempo
sto ripetendo al mondo lo stesso messaggio: lasciate le attrattive vane, non
cercate ricchezze e tesori, destinati a scomparire in un attimo; cercate Dio, il
suo Amore, il suo volto e fate quello che egli vi dice. Resistete al male;
vincetelo, debellatelo, sconfiggetelo!
Non si
può vivere nel peccato e dire di cercare Dio: dove c’è il male non si trova
Dio. Ogni uomo ha davanti a sé una scelta: o Dio oppure il suo nemico. Non ci
sono vie di mezzo.
Qualcuno
mi dice: “Ci sono l’indifferenza, la superficialità, il disinteresse”. Colui
che è indifferente e vive come se Dio non fosse è gravemente colpevole: l’ha
rifiutato. Colui che vive nella superficialità, senza pensare a ciò che fa, si
comporta come un essere senza intelletto, pur avendolo, è, ugualmente,
gravemente colpevole: anche costui rifiuta Dio. Chi si disinteressa, vive
chiuso nel suo grande egoismo e non dà quanto gli è chiesto di dare, è un
albero che non porta frutti: serve solo ad essere tagliato e bruciato! Ogni
uomo viva da uomo, operi come si richiede ad un uomo e usi tutti i suoi
talenti, perché di tutti gli si chiederà conto. Dio è un Signore splendido e
generoso, ma anche un Padrone esigente che vuole riscuotere il capitale con
l’interesse.
Figli,
siate lieti, siate gioiosi, mentre completate il cammino di santità.
Vi amo. Ti amo, figlia. Ti benedico in modo
speciale.
Maria
Santissima