Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
25.06.97
Eletti, sacrificatevi per coloro
che non conoscono la legge del sacrificio, donate per chi nulla vuole offrire,
porgete con generosità per coloro che non vogliono dare nulla. Chi dona
riceverà una misura abbondante: ne avrà per sé e per coloro che gli sono tanto
cari. Chi prega, intensamente, e mi dona il cuore salva se stesso e la sua
famiglia. Per uno che si sacrifica con amore, salvo molti che languono
nell’indigenza spirituale.
Sposa
amata, mi hai offerto un’altra notte di preghiera: il cuore è unito a me giorno
e notte, mi loda, mi adora, senza interruzione. Non temere, diletta, per lo
svolgimento delle tue mansioni, molteplici: Io, Io, Gesù, ti sostengo; mi offri
la tua piccola parte ed Io aggiungo ciò che manca.
Come con
te, così con gli altri che vorranno tenersi sempre uniti a me: chi molto mi
offre molto di più riceverà. Sto chiedendo assai a chi assai può dare. Chi si
sacrifica per me non sentirà stanchezza né debolezza particolare, avrà, invece,
la mia benedizione e con essa la forza di proseguire fino alla conclusione.
Sposa
cara, grande profitto ottiene l’anima che non si cura tanto delle
cose temporali quanto di quelle eterne e sacrifica le une per le altre;
poco profitto ottiene l’uomo che bada troppo ai beni caduchi e trascura quelli
eterni. Sposa cara, molti sono coloro che in questo, grande, tempo si comportano come bimbi spensierati che vogliono fare solo ciò
che piace e trascurare quello che è sgradito. Il piccolo viene
giustificato, per la sua giovane età, per l’incapacità di usare, adeguatamente,
l’intelletto e la volontà, ma non altrettanto accade per l’adulto capace
d’intendere e volere che si comporta come un bimbo. Sappia l’Umanità che è alla
vigilia di un grande giudizio che coinvolgerà ogni uomo. Ho dato dei talenti a
ciascuno in numero diverso e di valore differente; esigo che questi siano,
adeguatamente, utilizzati. Li ho contati ad uno ad
uno; vengo per prendere il capitale più l’interesse, che questo ha fruttato.
Chi è in debito dovrà saldare; fino all’ultimo spicciolo dovrà dare, perché
sono un Padrone esigente ed esigo fino all’ultimo spicciolo ciò che mi spetta.
Quanti
sono coloro che giocano la partita, barando perché
vedono in me solo misericordia e dimenticano che sono un giudice perfetto, nel
quale assieme a grande misericordia c’è grande giustizia! Quanti sono, diletta mia, i maliziosi che prendono ciò che a loro non
spetta e profanano ciò che è santo e deve santificare! Costoro seguono le orme
del loro maestro di menzogna che da sempre ha barato, è stato falso ed ingannatore e dovrà stare per sempre nell’abisso di
disperazione. So, mia amata, che il tuo cuore è profondamente addolorato, per
le molte profanazioni, che vedi fare sotto i tuoi occhi, senza avere nessuna
possibilità di mutare gli eventi. Anche questo dolore che trafigge il tuo cuore
mi serve: è un tormento che intercederà per molte anime che cercano luce, ma vivono
ancora nel buio. Guai, guai, tre volte guai a coloro che con superficialità e
senza preparazione alcuna si accostano ai Sacramenti!
Guai a chi non ne vuole intendere il grande valore, ma si avvicina con
indegnità! Chi si vuole riconciliare con me, senza pentimento, senza
contrizione, ma per gioco, con l’inganno, pieno di tradimento, costui è
mentitore, nemico e come tale verrà trattato; se, poi,
osa prendere in un corpo indegno il mio, purissimo e tre volte Santo, allora,
mangia la sua condanna che non tarderà a venire e sarà tremenda! Si compiono
ogni giorno innumerevoli profanazioni; ma questo, orribile, gioco non lo
permetterò più a lungo: tutti costoro spariranno dalla faccia della terra e
godranno l’amarissimo frutto della loro malizia. Sappia dare il giusto valore l’uomo alle cose sacre, come lo sa dare a quelle
profane! Vedi, mia diletta, come ognuno è assai abile nel curare i suoi
interessi? Anche i più ignoranti, in questa
operazione, sono precisi ed attenti; comincia, invece, la negligenza, allorquando
gli interessi sono di carattere spirituale e coinvolgono l’anima, invece del
corpo.
Ebbene,
nel giudizio, che è imminente, di tutto mi si risponderà. Ho preparato già il
conto per tutti e per ciascuno; esigo pagamento immediato, senza dilazioni. Non
attendo, perché ho fin troppo atteso; non paziento,
perché ho fin troppo pazientato! Il male si compie, continuamente, in ogni
parte della terra ed è sempre più grave: ogni principio morale viene dimenticato, ogni regola cancellata, le mie Leggi
dimenticate o, vergognosamente, manipolate anche da coloro che dovrebbero
rispettarle e farle rispettare. Io taccio. Io, Gesù, guardo e taccio, non
intervengo, tempestivamente. Per Amore, agisco così, perché, se dovessi punire
immediatamente tutti i trasgressori, sarebbero ben pochi i salvi ed in numero illimitato i condannati, senza appello. Sono
Dio della salvezza e non voglio la morte dei peccatori, ma la loro vita.
Attendo, quindi, e non sono compreso. Attendo per salvare, ma l’uomo non
capisce e scambia per noncuranza o, peggio, per debolezza, ciò che è solo
misericordia ed Amore infinito.
Dono la
mia misericordia a chi la chiede con cuore sincero. Ho perdonato il ladrone che
mi stava davanti e l’ho condotto con me in Paradiso; ma quelli erano un tempo
speciale ed un momento specialissimo. Egli, peraltro,
ha pagato il suo debito a caro prezzo con un tormento massimo, che ha
sopportato attimo dopo attimo con grande pazienza ed
amore. Si prepari il mondo, si prepari, in tempo, a
saldare il debito. Occorre avere, subito, il necessario, occorre provvedere,
finché è possibile farlo: vengo, come folgore nella notte, quando nessuno se l’aspetta e tutti dormono e non pensano.
Sposa
amata, parlo attraverso di te. Ascoltino e si preoccupino i molti sordi, i
molti pigri, i molti increduli: ciò che si aspettano per domani verrà oggi e
ciò che si aspettano per posdomani sarà già domani. Cambieranno le cose,
improvvisamente, come il Cielo che da nuvoloso, che è, diviene,
improvvisamente, cupo e burrascoso, tanto, da non dare il tempo di trovarsi un
riparo dalla grandine che scende, copiosa, e distrugge ovunque cada e
l’agricoltore, che non ha provveduto in tempo non
raccoglierà nulla e vedrà sprecata tutta la sua fatica.
Piccola
mia, anche
nel tuo, splendido, paese ci sarà burrasca; ma risparmierò il peggio, per il
tuo amore, per il grande amore, che porti ad ogni cosa che è in esso. Io, Io,
Gesù, lo risparmierò, in parte, ed il tuo cuore non
gemerà per il dolore. Amo, sposa mia, ciò che ami e
voglio usarti tenerezza di sposo che non vuole addolorare in niente la sua
diletta. Pensa pure alle bellezze che ti fanno gioire il cuore, accarezza i
ricordi di un passato che è sempre presente in te, in esilio volontario. Mi hai
offerto anche questo sacrificio e per questo, tuo, dono Io, Io lascerò intatto
quello che così vorresti trovare.
Neppure
una foglia sarà scomposta dal grande uragano, che si prepara, neppure un solo
albero sarà divelto: i fiori continueranno a sbocciare ed
i prati a riempirsi di margherite. Vedrai le meraviglie del mio Amore e godrai,
come mai hai goduto; riavrai i beni, ai quali per me
hai rinunciato, liberamente, per un lungo e faticoso servizio. Ciò che offrite
a me, amici fedeli, non è mai perduto; ma tutto verrà, generosamente,
restituito.
Gioisci
in me, piccola mia. Perditi nell’immenso oceano del
mio Amore: qui c’è sempre bonaccia ed il cuore non
deve tremare. Attendi nella gioia.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
25.06.97
La Mamma parla agli eletti
Miei
piccoli, amati, figli, gioite, perché Gesù vi vuole gioiosi, non vuole lacrime sul vostro viso. Egli sta per tornare e le
sofferenze del presente saranno passate per sempre e più ritorneranno.
Portate
con pazienza la croce che ad alcuni pare divenuta più pesante, ma è segno,
evidente, che la fine del processo è ormai prossima.
Pensate
sempre al mio Gesù: negli ultimi momenti le sofferenze aumentarono, a
dismisura; si avvicinava il momento della gloria e gli spasimi si facevano
sempre più acuti, fino a scomparire, completamente. Anche voi non gemete, se il
dolore si fa più forte: significa che la gloria è vicina.
Sperate
e non temete, sperate e non perdetevi d’animo, sperate, perché colui che vi ha promesso manterrà ciò che ha detto. Sperate
e gioite durante il cammino verso la luce, senza tramonto.
Vengo a
consolare gli afflitti, a sollevare quelli che sono caduti, ma hanno tanta
buona volontà. Sono venuta col sorriso per chi vede intorno a sé solo visi cupi
e sguardi astiosi. Sono venuta per chi soffre in un letto di dolore. Ecco: la
mia mano si posa sulla sua fronte. Il dolore scomparirà, figli. Vengo ogni
giorno per darvi questo, splendido, annuncio. Siate nella gioia, siate pronti a
spiccare il grande volo verso le vette più sublimi, lì, dove Gesù vi ha
preparato un regno di immensa felicità. Vengo a
consolare i cuori affranti. Vengo a portare il mio immenso Amore a chi non è
amato da nessuno; prendo tra le mie braccia i piccoli, che nessuno vuole, li
cullo, li accarezzo, li rassicuro con parole dolci e consolanti. Vengo per chi
è nella gioia per confermarlo in essa. Vengo per chi è nel dolore, per
promettergli un grande cambiamento. Vengo anche per i
superbi, i superficiali, gli empi, gli arroganti. Vengo per gli insipienti che
bruciano questi giorni, così decisivi, in vanità ed
inezie e non sanno che, dopo questi, altri non ce ne saranno di simili. Vengo
per loro per sollecitarli al cambiamento, per ammonirli, a chiedere, ancora, un
ravvedimento. Amo, teneramente, tutti i miei figli e vorrei che nessuno si
perdesse.
Dico a
costoro: provate a chiudere gli occhi in modo che non filtri la luce e restate
più a lungo che potete in tale posizione. Già dopo pochi istanti provate un
grande disagio, quasi uno smarrimento; non riuscite a resistere a lungo, una
misteriosa paura vi coglie che diviene angoscia.
Ora
riflettete, cari figli: se questo che già per un breve tempo vi fa smarrire
dovesse durare a lungo, senza poter più vedere la luce, quanto sarebbe triste;
se poi dovesse durare per sempre, provate ad
immaginare che disperazione sarebbe.
Figli,
amati figli, che ancora non vi siete mossi, dopo tante,
mie, parole, non lasciatevi sfuggire anche questo pugno di giorni: Gesù
perdona, perdona, se vede sincera contrizione! Tornate a lui e troverete la
pace e la gioia. Egli viene a portare la pace, ma a coloro che si adoperano per
essa. Egli viene a portare la gioia, ma per coloro che se la meritano, facendo
opere buone. Vuole usare la sua, infinita, misericordia; ma occorre implorarla.
Chi non cerca Dio ora che si fa trovare un domani
potrebbe bussare invano, implorare invano, chiamare inutilmente.
Piccoli
cari, operate con zelo, uniti, in questi giorni, grandiosi ed
ultimi, di un’era che sta ormai tramontando, definitivamente: salvate le anime
con la preghiera, con la supplica, col sacrificio. Io intercedo per il mondo
intero: voi statemi vicini e datemi più che potete; mi servono anche le piccole
rinunce. Voglio porgere ogni cosa al mio Gesù perché abbia misericordia di
questa generazione, così debole, così fragile, così sviata, così cieca e sorda
ai miei richiami.
Vi amo.
Vi amo, figli cari. Operate con me.
Ti
amo, figlia cara.
Maria
Santissima