Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

03.07.97

 

 

Eletti, giorni grandi stanno trascorrendo, giorni preziosi di attesa e preparazione. Opero, potentemente, perché ogni uomo comprenda il valore di questo momento, unico ed irripetibile.

 

 

Sposa amata, sale a me dal mondo un grido di dolore; le mie orecchie sentono lamentazioni e sospiri che provengono da ogni dove: scompaiono la giustizia ed il diritto; prevalgono l’arroganza e la superbia.

Prima di salire al Cielo, ho lasciato un messaggio: amatevi, come Io vi ho amato, sostenetevi a vicenda; chi ha porga a chi non ha, chi possiede a colui che è privo di beni. Abbiate misericordia, ho detto, troverete misericordia; date con larghezza e con altrettanta larghezza vi sarà dato. Ho ripetuto infinite volte queste parole; ma quanti ne hanno fatto, veramente, tesoro?

Quanto mi fa soffrire questa disobbedienza, questa ribellione dei figli, tanto beneficati!

Ecco: lì, dove avrebbe dovuto esserci pace, c’è guerra; lì, dove avrebbe dovuto esserci gioia, c’è dolore; lì, dove doveva regnare l’amore, ci sono l’odio e la guerra. Geme il mio popolo eletto nell’angoscia della solitudine, che ha cercato, che ha voluto, che ha chiesto! Quanti hanno detto: “Non ti riconosco come Padre. Me ne voglio andare per conto mio e voglio vivere questa esistenza secondo un mio criterio, non secondo il tuo. Prendo i miei talenti e li utilizzo secondo il gradimento del mio cuore. Ho visto, così, allontanarsi tante, amate, creature, allontanarsi da me, senza neppure più voltarsi indietro per guardare il mio volto. Queste proseguono, piene di presunzione, proseguono, piene di prosopopea: è grande la superbia che hanno e la testardaggine che dimostrano! Li lascio fare, sposa mia, perché sono liberi, li lascio fare, come desiderano; ma vedi i risultati del loro agire? Vedi, diletta, i frutti della loro ribellione?

Pena e tormento, angoscia e disperazione, sospiri, sempre più profondi, che manifestano un dolore grande! Mia, piccola, amata, è questa la scelta del mondo: ha quello che cerca e avrà quello che ha cercato.

Il seminatore, che sparge la sua semente, poi raccoglie quello che ha desiderato ottenere in quel momento. Se è stato saggio, ha prodotto del buon grano che sfamerà lui e la sua famiglia; se è stato stolto, dovrà molto soffrire, assieme alla sua famiglia, perché il suo granaio resterà vuoto.

Sposa mia, come fare capire al mondo che questo è tempo di gioia ed esultanza? Come fare capire che dipende da ciascuno ottenere e godere oppure perdere e penare molto?

C’è chi ha la pace nel cuore, c’è chi ha la gioia Divina in esso, c’è chi ha la speranza, viva, in un futuro splendido, c’è chi sente in sé che è nata una nuova primavera, stagione, splendida, di fiori mai visti, di delizie mai godute che andranno aumentando sempre più. Ecco la differenza tra gli uomini saggi di fine secolo e quelli stolti dello stesso periodo: gli uni godono e godranno; gli altri gemono e gemeranno ancora di più, allorché tutto si compirà ed il giudizio verrà dato.

Sposa amata, vorrei che il mondo riflettesse e si emendasse, vorrei che ogni uomo considerasse con cura il suo comportamento, vorrei che lo considerasse, guardando le mie Leggi: il giudizio, infatti, si baserà sulla osservanza di esse.

Prima che Io giunga, come giudice perfetto e rigoroso, ognuno di voi, piccoli miei, esamini se stesso alla mia luce. Come fate nelle vostre case, dove cercate di riparare ed aggiustare ciò che si logora in modo da vivere sempre in un ambiente curato ed efficiente, così dovete fare anche e specialmente della vostra vita. La casa non resisterà a lungo: è destinata a finire; ma la vostra vita resterà per sempre e sarà proprio come l’avete voluta.

Sposa amata, sto ripetendo con frequenza sempre gli stessi concetti. Chiedo conversione e cambiamento di vita; ma non vedo conversione né mutamento di vita: i ribelli proseguono nella ribellione e gli stolti nella loro stoltezza. Ma per quanto? Quanto concederò ancora a costoro? Quanto durerà la mia pazienza?

Vedo il tuo sguardo assai triste: mi hai risposto nel silenzio, perché sai quanto è breve il tempo che resta e quale, grande, sorpresa sto per fare al mondo. Sei triste, sposa mia, perché non vedi nei cuori alcun miglioramento in un momento così decisivo e conclusivo per ogni uomo, non vedi

miglioramenti, ma freddezza, superficialità, insipienza.

Diletta, se il tuo piccolo cuore geme e poco conosce, poco sa, poco vede, immagina il mio che ogni cosa scruta, tutto conosce, vede ciò che accade nell’intero Universo.

Il mio dolore è acutissimo. Sposa amata, tu sei tanto, intimamente, legata a me che ne senti una piccola parte, assai ridotta, per mio volere; diversamente, la vita ti sfuggirebbe.

Non voglio la tua tristezza, non voglio il tuo dolore, oltre il limite di sopportabilità: la tristezza divenga letizia e il dolore si dissolva, perché sto per scendere sulla terra per cambiarne la faccia.

Solo questo pensiero ti sostenga nel cammino: la meta è vicina, visibile, visibile, ad occhio nudo.

In questi giorni la mia piccola ha preso una decisione, a me molto gradita. Attuala pure, amata, e offri gioia al mio Cuore che soffre una grande passione, per il tradimento dei figli, tanto cari, che hanno lasciato la casa paterna e, mentre le grandi porte cigolano nel chiudersi, non si sono ancora decisi a tornare, ma vagano, vagano, come insensati, nella selva piena di animali ferocissimi che stanno dietro gli alberi, ben celati, a scrutare la preda da divorare.

Aiutami, sposa. Aiutami con l’adorazione continua, a salvare le anime. Siano incessanti le preghiere che sgorgano dai cuori puri: per esse, concederò luce alle anime, all’ultimo momento!

Dio, Io, Dio, non ho bisogno dell’uomo, ma desidero sempre la sua collaborazione. Voglio le mie creature predilette accanto a me, le voglio fare partecipi del mio, sublime, progetto. Siano ogni giorno il mio giorno ed ogni istante della vostra vita volto a fare la mia volontà.

Ti amo, sposa cara. Ti amo, infinitamente. Amo ogni uomo della terra e lo voglio salvare!

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

03.07.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Figli, amati figli, ecco un altro giorno, grandioso, da offrire a Gesù. Sono accanto a ciascuno di voi e vi indico la strada da percorrere.

Guardo il mio Gesù, tanto sofferente. Vedo le sue ferite, profonde, dovute alle offese del mondo. Parlo ai miei figli per svegliarli dal loro torpore, per scuoterli dalla loro debolezza, mortale.

Quanti si sono lasciati prendere dal nemico e neppure si dibattono tra le sue spire, ma stanno in attesa di essere trascinati con lui nell’abisso! Li guardo con immensa pena, penso al grande, all’immenso sacrificio di mio Figlio, penso al suo dolore, sconfinato, per redimere ogni uomo: a che è servito tale martirio per questi stolti? Vivono, come se non avessero l’anima, vivono senza vivere, mentre Io li vedo languire ogni giorno di più! Se li chiamo, non mi rispondono, se li supplico, non mi ascoltano. Mi rivolgo a ciascuno di essi come Madre, accorata, che li vuole salvare: figli amati, figli, tanto cari al mio Cuore, non lasciatevi trascinare dall’antico nemico; non siete persi, finché avete la facoltà dell’intelletto e della volontà, non siete persi, ancora! Vedete, guardatemi e non disperate: sono accanto a voi; se mi chiamate, sono pronta ad aiutarvi! Gesù lo vuole. Non dite: “Ho tanto peccato; ormai, non avrò mai più perdono.” Questo ve lo suggerisce il tremendo dragone. Non è così. Ascoltatemi, figli, ascoltatemi come Madre della misericordia: voglio portarvi la luce di Gesù, voglio che vi dissetiate alla sua fonte! Nulla è perduto, se voi vi rivolgete a me con fiducia. Mio Figlio non mi dice mai di no. Io lo pregherò, lo supplicherò per voi ed egli mi ascolterà, sempre mi ascolta e non mi nega nulla.

Figli, amati figli, che siete al vostro ultimo atto, non continuate a vivere nel torpore; esso significa morte: non morte corporale solo, ma la seconda morte, che è quella vera! Reagite, amati! Reagite con tutte le vostre forze: dite no al peccato, non dopo, non domani, ma subito, subito, oggi, immediatamente! Se tagliate quel nodo che vi stringe, voi sarete liberi.

Non ripetete: “È impossibile”. Non dite: “Non ce la faccio”. Gesù vi guarda con misericordia: anche voi siete stati riscattati dal suo sangue, preziosissimo. Tutto l’ha sparso perché poteste, un giorno, vivere nel suo regno di felicità.

Pentitevi, figli, amati figli che siete avvinti dal male, pentitevi: le cose della terra durano un solo attimo; quelle del Cielo sono eterne! Ogni gioia, vera, viene solo da Dio; cercate Dio, guardate a lui! Io vi conduco. Ecco: prendo la vostra mano e vi rialzo, vi ridò energia, vi accarezzo, curo le vostre ferite. Gesù mi ha mandata; chiedo di fare il massimo sforzo della mente e del cuore e vi libererò, certo. Abbiate fiducia in me.

Piccola figlia cara, prega che queste mie parole giungano al cuore dei bisognosi: voglio vedere, presto, tutti i miei figli gioiosi, non alcuni nella più grande esultanza ed altri nella più grande disperazione. Ora posso fare per loro, ora posso molto, perché Gesù me lo concede; tra poco nulla più potrò, nulla più vorrò, perché la mia volontà è perfettamente conforme a quella del Figlio.

Piccoli cari, quando prendete nel cuore il Santissimo corpo di Gesù, vivo e vero, nell’intimità più profonda, parlategli, offritegli i più grandi peccatori: si lascino toccare il cuore da chi li può salvare. Il tempo, conclusivo, non permette dilazioni! Poi, ci sarà il buio per quelli che il buio hanno scelto durante la loro vita. Poi, ci sarà la disperazione per chi non ha voluto capire l’importanza del momento. Guardate cosa accade intorno a voi: pare che gli uomini si siano dimenticati della loro, altissima, dignità. Voglio risvegliarli! Voglio salvarli! Pregate perché il mio progetto giunga a conclusione entro breve tempo.

Figli, vi amo. Collaborate con me; cooperate con me!

                                                                                  Ti benedico, figlia cara, assieme agli altri.

 

                                                                                              Maria Santissima