Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

07.07.97

 

 

Eletti, fedeli amici, che confidate in me, non invano avete deposto in me ogni vostra speranza. Mi guardate con amore e sognate già il giorno del mio ritorno fra voi. Non sarà lunga, ancora, l’attesa: tutto è pronto, ormai. Si preparino gli uomini ad una, splendida, sorpresa.

 

 

Sposa amata, hai intrapreso una via di grande luce e su di essa conduci i piccoli, che ti ho affidati. Prosegui, senza fermarti: il tempo attuale non ammette soste e molti sono i peccatori, ribelli, sempre ribelli, superbi, sempre superbi. Vorrei che ogni uomo, smarrito, ritornasse subito in sé e prendesse la via del ritorno a casa. Ho bisogno di molti sacrifici, di molta penitenza da parte delle anime belle per salvare quelle che vivono male la loro vita terrena e rischiano di essere divorate dalle tenebre eterne.

La Mamma del Cielo vi ha detto: “Fate penitenza e sacrificatevi. Offrite a Dio tutti voi stessi, perché, così facendo, divenite strumenti docili nelle mani del vostro Signore. Prendete alla lettera queste parole, piccoli miei: con i vostri, piccoli, sacrifici, con le vostre, minuscole, offerte salverò il mondo che sta deviando per sentieri assai pericolosi.

Mai l’uomo ha toccato limiti di tale arroganza e presunzione, come avviene in questo momento: si cerca, diletta, di sostituirsi a me; si cerca non per ampliare la propria conoscenza, per conoscere le meraviglie del creato, da me fatto. Le grandi ricerche hanno per molte menti uno scopo abominevole: dimostrare al mondo che l’uomo può fare quello che il Creatore ha fatto. Insomma, si vuole dare scacco a me, Dio! Amata sposa, quale dolore per il mio Cuore nel vedere che tanti figli sono giunti a tal punto di arroganza! Avrei potuto fermarli, subito; potrei farlo in ogni momento, ma per loro la condanna sarebbe ancora più severa ed il debito da saldare molto lungo.

Ho lasciato fare, perché da sola la mia, amata, creatura potesse ritornare sui suoi passi e rivedere il suo comportamento nei miei riguardi.

Pensa ad un uomo che opera il male, prosegue e non si ferma: il mio intervento, immediato, è vero che non gli permette di nuocere ancora, ma neppure di pentirsi di ciò che compie. Se la spirale si interrompe col mio intervento, egli non ha nessun merito, ma solo demerito.

Amata sposa, la mia logica è molto differente dalla vostra: sono Dio ed i miei pensieri sono assai differenti dai vostri. Sono l’Amore che vuole salvare ogni uomo; attendo a lungo solo per salvare le anime, in numero maggiore possibile. Ogni uomo, pur caduto in basso, può ritornare, se comincia a riflettere, se ascolta la sua coscienza che è la mia voce.

Un uomo, pentito di quello che ha fatto, che si propone di non ricadere più nello stesso errore, si salva, anche se il peccato è gravissimo; l’uomo, che viene fermato, invece, da una forza superiore, indipendente dalla propria volontà, non ha merito alcuno: deve pagare un conto, salatissimo, in base all’intenzione che aveva di proseguire nel male.

Sposa amata, se gli uomini fossero più umili, se tutti si abbandonassero, fiduciosi, a me, senza pensare e ripensare su cose che non sono ancora accessibili alla loro mente, la vita di ciascuno sarebbe stupenda anche con il travaglio quotidiano, sempre presente, dopo il peccato d’origine.

Vedi, sposa mia, il grande giorno dell’Umanità volge al tramonto e si chiuderà questo giorno, come si chiude, di solito, nella vita dell’uomo. All’alba seguono la luce del giorno, pieno, poi, il crepuscolo, infine, il tramonto e la notte.

Diletta, la notte dell’Umanità è questa, una notte, tenebrosa, con infinite ombre; ma non durerà a lungo: tornerà, diletta, la nuova alba, da me preparata, da me voluta, da tutti i giusti auspicata. Sarà nuova rispetto a quelle precedenti e ad essa seguirà il grande giorno di luce piena; ma il crepuscolo non verrà né le tenebre che fanno paura né le ombre misteriose. Sarà luce, solo luce, sempre luce. Questo sta per succedere, sposa diletta. So che nel tuo cuore stai contando i giorni ed ognuno ti sembra lunghissimo, per il desiderio che ogni cosa si compia, presto. Anche questo anelito è sofferenza, è sacrificio, è tormento, è un’offerta, che accolgo, benevolmente, e volgo in benedizione per l’intero genere umano.

Amata, ti ho detto che l’Universo intero si prepara ad accogliermi. Tutto è pronto per il grande evento e molte creature umane sentono in sé una gioia nuova, un vigore mai avuto, intuiscono la mia presenza e già ne provano la dolcezza. Sono le anime più pure che pregustano le gioie future. Anche il Cielo, mia diletta, è in festa: i preparativi sono grandiosi. Cielo e terra si congiungeranno in modo noto a me solo. Sia le anime belle della terra sia quelle del Cielo sentono quello che sta per accadere ed esultano di gioia. Vieni, vieni con me: ti mostro quello che accade in un angolo, felicissimo, del Paradiso che si congiungerà con quello della terra, da me preparato.

Vedi qui che splendore ovunque: canti e letizia nei volti, nei cuori, negli sguardi. L’ambiente è splendido e tutte le anime ti accolgono con grande entusiasmo: ora sei uno di loro e vogliono darti felicità, anticipando quella che possiederai allorché tutto sarà compiuto.

Vedi, amata, quante bellezze sono in questo luogo? Godile e conservane il ricordo nella mente e nel cuore. Questo è il regalo che farò a coloro che mi hanno servito, fedelmente, fino alla fine.

Vale la pena di fare piccoli sacrifici per ottenere sì, grande, premio?

Amata, chiedo assai poco, in confronto di ciò che dono ed anche quel poco mi viene, spesso, negato! Consola il mio Cuore, diletta, che tanto ama, ma non è ricambiato, riceve solo offese ed ingratitudine.

Resta in me, sposa mia: le delizie del mio amore ti consoleranno dei piccoli sacrifici, che devi fare per me. Dopo questa breve notte, ci sarà l’alba, della quale ti ho parlato.

Attendila con gioia.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

                                                                                             

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

07.07.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Miei, cari, figli, lodate e benedite ogni giorno Gesù. Sempre sulla vostra bocca sia la sua lode: ricambiate, come potete, l’immenso amore che ha per voi. Pensate agli infiniti doni che vi vengono elargiti e non siate mai ingrati verso colui che tutto se stesso ha dato per voi. Quello che possedete gli appartiene; la casa, dove abitate, l’ha messa Dio a vostra disposizione. Vorrei che i miei, amati, figli riflettessero a lungo su questo ed imparassero a ringraziare il loro Signore, per ogni cosa.

Gesù sta per donarvi altre meraviglie, che mai uomo sulla terra ha sperimentato; voi vi state preparando a riceverle, perché avete ascoltato la sua parola e l’avete trasformata in vita vissuta.

Tutto è pronto anche per gli altri figli: ogni uomo entra nel progetto, sublime, del Creatore; ma occorre un’adeguata preparazione che proprio in questo tempo deve svolgersi.

Vedi, piccola mia: ognuno ha un suo compito, ben definito. Chi l’ha accettato lo sta svolgendo con diligenza; chi, invece, l’ha rifiutato continua a rifiutarlo, perché troppo oneroso.

Pensate che il trattamento di Gesù verso gli uni e gli altri possa essere identico? Ci saranno grandi differenze al momento delle elargizioni: chi avrà moltissimo, chi meno, chi nulla. Corrisponde questo criterio all’operosità del singolo.

È decisamente sbagliata la frase, che molti sono soliti pronunciare: “Faccio ciò che mi piace fare”; deve essere sostituita con l’altra: “Faccio quello che devo fare, anche se talora è grande il sacrificio ed il mio essere vorrebbe evitarlo”.

Chi opera con diligenza ora godrà e si riposerà dopo, quando l’intervento Divino farà cessare ogni attività terrena e nulla si potrà aggiungere e nulla togliere.

Piccoli cari, fino a quel momento dovete soffrire il freddo ed il caldo, il momento doloroso e quello faticoso, volgere tutto il travaglio della vita al servizio di Dio.

Sapete quanti meriti potete acquisire anche con le minime azioni, se offrite ogni cosa con amore a colui che tutto merita: anche l’azione più insignificante diviene meritevole, anche una lacrima non cadrà invano né un sospiro sarà inutile. Fate della vostra vita un dono e siate grandi nell’amore, grandi nell’offrire a Dio, sempre volti a fare ciò che gli è gradito.

In questo, grave, momento storico, così decisivo per la vita di tutti, sono in numero esiguo coloro che agiscono, come ho consigliato di fare. La grande fatica del travaglio quotidiano viene così spesa, inutilmente: dopo tanto sudore, si vedranno nelle mani solo un pugno di polvere.

Diranno, allora: “Ho faticato assai. Ho sudato, senza prendere riposo, non mi sono concesso soste; vedo che davanti a me non è restato nulla, nulla da raccogliere. Vedo tanti fratelli, che hanno lavorato assai meno di me, si sono concessi ampi spazi di riposo per lodare e pregare Dio, alcuni addirittura si sono volti a lui, senza tregua, lavorando molto meno per fare questo servizio. Ora vedo costoro pieni di gioia ed esultanza. Sono stati porti loro tanti doni, da fare rimanere stupiti, sono ricchi della più grande ricchezza e noi poveri della più grande povertà!

Questo diranno, piccoli miei, tutti coloro che non hanno fatto tesoro delle mie parole ed hanno lasciato trascorrere, invano, il tempo nell’ozio e nell’inconcludenza.

Oggi v’invito ad offrire ogni istante di vita a Dio. Qualunque cosa facciate, fatela per lui. Sopportate i pesi per lui, la fatica per lui, il caldo per lui, le offese dei fratelli per lui, ogni ingiustizia per lui.

Alla fine della giornata avrete messo davanti a Gesù un gran fascio di fiori di ogni colore ed egli, guardandoli, se ne sentirà consolato.

Figli, vi amo e sono accanto a voi. Ti amo, piccola.                                                            

 

                                                                                              Maria Santissima