Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
12.07.97
Eletti, miei cari e fedeli amici, restate in me; Io resto in voi. Gioite in me; Io gioisco
per voi. Servitemi con fedeltà: il tempo si è fatto breve e tutto deve concludersi in poco. Siate miei ed
avrete gioia ora e, poi, per sempre.
Sposa
amata, i tuoi occhi si sono aperti al nuovo giorno: esulta, mia diletta, per il
grande dono, che ti porgo. Un giorno è fatto di tanti momenti, da utilizzare,
da tesaurizzare per sé e per gli altri. Fate come il buon economo che tiene
conto di tutto, non si lascia sfuggire alcunché, è
accorto e prudente ed i suoi conti tornano sempre.
Piccola,
mia, sposa, restano giorni assai limitati. Chi ha ben compreso le mie parole
non si lascia sfuggire l’importanza di quello che
dico, studia le sue azioni e non compie nulla, senza riflettere bene su ciò che
fa. Quanti, mentre tu, docile e serena, riposi sul mio Cuore, mi offendono;
senza pensare neppure a ciò che fanno, si propongono di compiere ciò che è male
ai miei occhi ed anche oggi lo compiono, indisturbati.
Il tempo, che concedo per fare il bene, viene
impiegato per il male e la mia clemenza, la mia pazienza vengono scambiate per
debolezza. Quanti non hanno capito e continuano a non capire!
Quanti procedono con testardaggine e proseguono in simile modo, mentre il tempo
sfugge loro di mano e non lo ritroveranno mai più.
Sposa
mia, sono venuto sulla terra un giorno non per
giudicare il mondo, ma perché esso avesse salvezza, per opera mia. Quanti secoli
sono trascorsi! Ho predicato l’amore tra i fratelli, l’amore tra i popoli,
l’amore tra le nazioni, l’amore per il mondo intero; ora torno per verificare
ciò che hanno compreso le mie creature predilette, vengo a chiedere a ciascuno conto delle sue azioni, a raccogliere, poi, gli
eletti, i pochi che mi sono restati fedeli. La mia, prima, venuta non è come la
seconda: prima ho insegnato, ho preparato, ho indicato la strada; dopo vengo a
chiedere conto, rigoroso, di ciò che è stato fatto del mio insegnamento.
Vieni,
sposa amata, vieni con me, le mie braccia ti tengono,
saldamente: giriamo il mondo e facciamo, insieme, una rapida verifica Stato per
Stato. Vedi: i popoli si sono organizzati ad hanno dei
capi che li governano. Vediamo quali sono i disegni politici di costoro,
vediamo se c’è qualcuno che cerca la giustizia, che studia di dare leggi,
giuste, che sollevino i più deboli ed indeboliscano i
più forti. Passiamo a vedere le più grandi città del mondo: vedi uomini vivere
in ambienti assai confortevoli che conducono una vita agiata e dispendiosa, si
concedono lussi e svaghi di ogni genere; non risparmiano, ma sperperano le
risorse che a tutti dovrebbero appartenere. Chi permette a costoro tutto ciò,
sposa amata?
Sono in
molti quelli che hanno ricchezza in esubero. Andiamo a vedere ora la vita della
popolazione; certo, se uno spreca e sperpera ci sarà chi langue e pena per
trovare anche solo il necessario per vivere. Guarda, mia piccola, guarda queste baracche: qui la gente vive come animali; la
degradazione e l’ignoranza non hanno limiti. Costoro non sono uomini? Non hanno
la grande dignità di ogni creatura umana, che Io ho creato perché salisse sulle
vette più alte, fino a giungere a condurre una vita con me?
Guarda
che accade in una di queste baracche: si sentono persone gridare. La loro
miseria li ha esasperati. Essi vivono di quello che i ricchi rifiutano. Nessuno
si cura di loro: sono abbandonati e trascurati dalla società dei ricchi che li
disprezzano. Chi ha permesso tutto ciò? Ogni uomo deve poter vivere,
dignitosamente; deve regnare l’amore tra i popoli, non
il più grande egoismo che conduce a tali, enormi, disuguaglianze. Perché questi
che conducono la politica continuano a dimenticarsi di costoro che non riescono
a mutare vita? Si succedono i grandi al potere e non cambia nulla per questi
miseri!
Sposa
mia, questo spettacolo, così vergognoso, che è davanti ai tuoi occhi, dura da
sempre. Com’è stato messo in pratica il mio messaggio? Dov’è l’amore,
scambievole? Dov’è la giustizia nell’amministrazione dei beni comuni? Non si
pratica giustizia: alle soglie del terzo millennio, come puoi constatare, il mondo è pieno di miserie. Ho dato una Legge
che doveva essere rispettata: “Amatevi, come Io, Io,
Gesù, vi ho amato”! Ora scendo sulla terra per mutare ogni cosa, per portare
quella giustizia, che gli egoismi e la superbia umana non hanno fatto
trionfare. Porterò quell’equilibrio che gli uomini non hanno saputo dare alla
vita, porterò la pace, tanto desiderata da tutti,
tanto invocata da ognuno, ma mai raggiunta. Non c’è pace nel mio popolo, non
c’è pace tra i popoli, non c’è pace nel mondo! Gli uomini, che ho messo a capo
di altri uomini per guidarli, come padri amorosi e saggi, non hanno fatto ciò
che dovevano fare. Tutti hanno deviato: hanno agito
come se mai giudice dovesse giudicarli, hanno agito come se fossero liberi di
operare, secondo il loro capriccio, non quello che è giusto ai miei occhi, ma
quello che è stato opportuno ai loro interessi.
Sposa,
amata sposa, tremino costoro: chiederò loro conto di ogni
azione commessa; li condurrò davanti a quelle baracche, indegne di un uomo, ed
esigerò spiegazione e rendiconto! Chi più ha comandato e più responsabilità ha
avuto più dovrà rispondere del danno arrecato. Vengo,
diletta, fedele amica, per la felicità di molti che si sono impegnati al mio
servizio, che hanno consolato il mio Cuore, che hanno
percorso la mia strada luminosa.
Vengo,
però, anche per coloro che, minimamente, hanno cooperato con me, che, anzi, mi
hanno ostacolato. Vengo anche per coloro che hanno
straziato il mio Cuore con il continuo tradimento, con gli abomini compiuti,
con la ribellione, impenitente. Vengo per coloro che si sono sempre rifiutati
di seguire la mia via di luce ed hanno operato nelle tenebre, perché le loro
azioni erano contro di me.
Mia
amata, hai ben capito il senso nascosto delle mie parole. Dal tuo petto esce un
profondo sospiro e già le lacrime si affacciano ai tuoi occhi. Tu sai ciò che
accadrà: alla mia diletta ho rivelato tanti segreti. Consolati, piccola mia. Consolati, al pensiero che ho
concesso a tutti la possibilità di giungere a salvezza.
Con
larghezza ho donato il mio cibo perché ognuno potesse nutrirsene e stare bene
in salute. Vedi, amata: la mia tavola è ben imbandita e le vivande sono
abbondanti; ognuno può servirsene e godere. Chi muore di fame, davanti a tanta
abbondanza, fa una scelta di grande stoltezza.
Amata,
asciuga le tue lacrime e non essere triste: chiunque voglia salvarsi ha tutte
le possibilità per farlo. Non gemere, mia colomba.
Resta qui a godere le sublimi delizie del mio Cuore. Adora, adora
questo Cuore, così colpito dalla malizia degli uomini!
Consolami
almeno tu! Dammi gioia, diletta.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
12.07.97
La Mamma parla agli eletti
Piccoli
cari, siate nella pace, siate nella gioia: Gesù vi ama, vi ama;
vuole che siate nella letizia, desidera liberarvi dalla tristezza. Camminate
secondo la sua Legge, piccoli miei; siate saggi nella
vita, non fate nulla che a Gesù dispiaccia. Ecco il segreto per la felicità.
Figli
cari, se qualcosa vi costa grande sacrificio, ma sapete che esso può offrire
gioia a Dio, che vi vede docili ed obbedienti ai suoi
comandi, non indugiate ad affrontare qualunque difficoltà. Dopo il primo
sforzo, quello iniziale per compiere la volontà Divina, gli altri passi saranno
agevoli. Gesù premia coloro che hanno buona volontà,
va loro incontro, come Padre amoroso, e la prima, immediata, ricompensa, che
ricevono, è la gioia, la sublime gioia del cuore.
Chi
serve Dio è gioioso, coraggioso, ardito e non teme nulla. Neppure la morte deve
temere il credente; essa è certa per tutti, figli cari, ma nel momento del
grande passo egli, Gesù, è vicino all’anima che l’ha sempre invocato ed Io sono
sempre con lui. Accompagniamo noi la creatura sull’ultima spiaggia terrena e l’accogliamo nella nuova dimora di luce, sfolgorante.
Piccoli,
oggi vi ripeto: non abbiate paura del grande passo; preparatevi, però, nel
vostro cuore non per provare tristezza, non per entrare nella mestizia, ma per
essere sempre pronti a qualunque ora.
Se il
padrone sapesse quando viene il ladro, certo, non si lascerebbe svaligiare la
casa; perché non gli accada questa sventura occorre che sia sempre pronto,
all’erta, ben sveglio di giorno e di notte.
Siate,
figli, come delle diligenti sentinelle che scrutano l’orizzonte e non
permettono che il nemico si avvicini, senza essere ben pronti a respingerlo. Piccoli miei, sapete qual è il nemico: è il peccato. Fuggite
ogni occasione di peccato, anche minima. Fate questa meditazione: vedete Gesù
con gli occhi del cuore; lo vedete, mentre sale sul Calvario e porta la sua,
pesantissima, Croce. Per Amore, la porta, per vostro Amore. Il suo viso è
irriconoscibile: sfigurato, rigato di sangue, di sudore, contratto dal grande
dolore.
Abbiate
davanti agli occhi questa scena: colui che fa la sua
volontà è come la Veronica che gli terge il viso con un lino bianchissimo e gli
dà un attimo di sollievo; chi, invece, pecca aggiunge dolore a dolore, come se
colpisse quel volto, già tanto addolorato, con uno schiaffo violento, se il
peccato è grave, più lieve, se è meno grave, ma sempre uno schiaffo!
Quando
seguite la via Crucis, vi vedo versare tante lacrime: quando pensate a Gesù,
così ridotto, provate nel profondo una pena immensa. Vorreste tutti
abbracciarlo, baciarlo, prendere la sua Croce per dargli sollievo. Ebbene,
fatelo questo e fatelo tutti i giorni, perché Gesù
quella via la percorre per voi, è offeso e colpito da ogni parte. Occorre che
ci sia chi gli asciughi il volto, chi lo abbracci, chi lo baci, teneramente,
chi lo aiuti a portare la croce dell’Umanità peccatrice, croce che è immensa in questo, terribile, periodo storico.
Sollevate
Gesù dalle sue, grandi, pene, questo sia il vostro più grande desiderio.
Fatelo! Fatelo, astenendovi dal peccato, facendo
qualunque sacrificio per non offenderlo. Fatelo, testimoniando coraggiosamente
la vostra fede con la vita. Fatelo, difendendo apertamente le sue Leggi e
chiamando il male col suo nome ed il bene come tale.
Figli,
siate grandi nell’amore. Ricambiate, come meglio potete, l’immenso dono, che
Dio vi porge. Siate figli, riconoscenti e pieni di gratitudine.
Vi
amo. Ti amo, figlia.
Maria
Santissima