Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
13.07.97
Eletti, amici fedeli, non tremate: la notte sta per
dissolversi con le sue tenebre, che vi fanno tanta paura, e già in molti cuori
sono sorte le prime luci della grande alba, senza tramonto.
Sposa
cara, vedo nel tuo cuore un grande desiderio di giungere alla nuova era, era di
pace universale, di gioia, di fuoco d’Amore Divino che incendierà,
improvvisamente, tutto il pianeta grigio-azzurro. Certo, amata, così sarà, come
ho promesso, sarà; attendi di giorno in giorno la
piena realizzazione delle mie promesse.
Gli
uomini la pace non la sanno donare; Io la porterò. Gli
uomini la gioia non la sanno porgere; Io la darò. Gli
uomini il grande amore non lo sanno offrire; Io lo
posseggo e lo darò.
Piccola
mia, il tuo
desiderio non è vano, non è un sogno, non è sorto a caso nel tuo essere; tutto
proviene da me ed Io agisco, potentemente, nelle creature che mi appartengono:
le plasmo e le trasformo secondo il mio volere, perché sono docili ed
obbedienti, sono la gioia del mio Cuore.
Sposa
amata, ti ho sentito parlare dell’obbedienza in questi giorni. La tua
espressione era assai triste, al pensiero che c’è così
poca obbedienza nel mondo in un tempo che è tanto grandioso, da esigere,
invece, proprio la più grande obbedienza a me, Dio, che sto per giudicare il
mondo in un modo assai differente dai precedenti. Perché, sposa cara, c’è tanto
dolore sulla terra? Perché tormento ed angoscia
rattristano le giornate delle mie creature? Perché tutto ciò, se non a causa
della continua disobbedienza a me, alle mie Leggi?
Se
chiamo, nessuno risponde, se parlo, nessuno mi ascolta, se tuono gli uomini si turano le orecchie per non udire e chiudono gli
occhi per non vedere. Le mie grazie piovono dal Cielo come neve fitta, fitta; le dono con grande larghezza ora, più di prima,
perché, tra breve, esse cesseranno, e sarà troppo tardi per coloro che non ne
hanno saputo fare tesoro.
Sono Dio
Amore, misericordia, bontà, tardo all’ira e grande nell’Amore. Voglio ancora
usare misericordia verso i figli, tanto amati. Voglio che conoscano la mia,
infinita, bontà; ma nessuno dimentichi che in me c’è giustizia, perfetta giustizia: nessuno può deviare liberamente, senza, poi,
pagare il debito contratto. Sono Dio, non uomo: gli uomini
si possono ingannare, si può usare con essi la faccia dell’ipocrisia,
nascondere e nascondersi; davanti al mio sguardo chi può sfuggire, chi può
dire: “Dio non vede, non sente, non bada a me?” Solo lo stolto più stolto può
dire simile cosa. Ogni uomo, davanti ai miei occhi è come uno specchio, nel
quale tutto traspare. Non vi è nulla di nascosto che per me non sia palese:
conosco ogni cosa di ciascun uomo della terra. Quanti
pensano: “Ora faccio questo, faccio quest’altro. Opero a mio piacimento.
Chi può scoprire i miei piani? Chi può vedere il mio operato?
Chi può leggere nella mia mente? Sono tanto astuto, da celare così bene ogni
cosa e nessuno mai si accorgerà di nulla.” Mentre
parla questo insipiente, Io, Io, Dio, sono al suo fianco; i suoi occhi non mi
vedono, ma sono presente e scruto nel profondo del suo essere. Tutto ciò che
fate nel nascondimento verrà alla luce: non solo è
conosciuto da me, Dio, ma sarà conosciuto proprio da coloro che mai vorreste
che lo conoscessero.
Come i
pescatori calano nel mare le reti fitte e nuove, dove non c’è alcun fallo, ma risultano perfette in ogni loro parte, le lasciano per un
bel po’ di tempo, poi, le tirano a galla allorché si sono riempite di pesci
grandi e piccoli e non ne sfugge proprio nessuno di alcun genere, così sto
facendo Io, Io, Dio. Sto tirando le reti delle azioni umane, quelle dei grandi,
prima, quelle dei medi, dopo, quelle dei piccoli, infine, e vedo e faccio vedere, conosco e faccio conoscere.
Benedetto
colui che nella sua rete ha solo cose belle da
mostrare, perché prima si è lasciato plasmare dalla mia mano che ha tolto, in
tempo, ciò che poteva costituire danno e vergogna.
Guai
agli ipocriti, dalla facciata ben adorna, che nascondono dietro lerciume e degradazione,
guai ai sepolcri imbiancati: cadranno le pareti e apparirà davanti agli occhi
di tutti il contenuto, repellente!
Attendi con vivo desiderio la nuova era,
l’era di Paradiso, promessa dal tuo Signore. Gioisci, al solo pensiero, ma esamina te stessa, sposa mia, contempla il sole
che, splendido, illumina già il tuo cuore. Questo è il sole che, tra breve,
illuminerà il mondo di luce nuova: ogni angolo della terra sarà luminoso e
l’oscurità non scenderà più con le sue ombre.
L’era
nuova si è sviluppata attraverso varie fasi: le prime sono in atto; le seconde
seguono con lentezza; le ultime saranno rapidissime. Chi però non è entrato già
nella prima fase non può passare alla seconda e chi non è nella seconda non può vedere la terza che si verificherà così
fulmineamente da lasciare stupiti anche i più preparati.
Sposa
amata, la tristezza non abbia mai posto nel tuo cuore: è festa in esso, è
grande festa, perché Io, Io, Gesù, ho instaurato in
esso il mio regno d’Amore ed elargisco ogni giorno i doni più sublimi. Ecco realizzato in te il mio, sommo desiderio: regnare in ogni
creatura prediletta, regnare sulla sua mente, dominare ogni pensiero, penetrare
in ogni fibra del suo essere, fare di una creatura terrena un capolavoro nelle
mie mani.
Non si
può, piccola mia, venire a me e fare parte del mio
Essere infinito, se prima non si muore a se stessi. Occorre entrare con
coraggio nel grande oceano del mio amore; occorre immergersi, senza alcuna
paura, confidare in me, abbandonarsi a me. Solo quando vedo tale fiducia opero, potentemente, e la creatura di terra diviene
creatura di Cielo.
Amata,
chi ha ali può volare in alto e raggiungere le massime vette; gli altri le
possono solo vedere da lontano, ma non le raggiungeranno mai.
Nel mio
regno ci sono tanti posti, uno per ogni uomo della terra; ma per giungere ad occuparlo occorrono ali, potenti, che solo Io, Io, Dio,
posso dare. Volgetevi a me con fiducia, uomini della terra. C’è un sublime
progetto per ciascuno di voi; ma dovete permettermi di realizzarlo, pienamente,
con l’abbandono totale. Chi fa resistenza si preclude la gioia, che ho
preparato.
Diletta
mia, l’ho
detto e lo ripeto: nessuno, che sia attaccato ai beni della terra, può accedere
a quelli che ho preparato. Chi striscia, per scelta, non può accedere alle più
grandi ricchezze che sono poste in alto, molto in alto,
dove si giunge solo con volo d’aquila.
Oggi è
il giorno dedicato a me; è il mio giorno. Sposa cara, dammi gioia e vivi in me;
anche in questa giornata, santa, sarò dimenticato dalla gran parte degli
uomini, che pur costituiscono il mio popolo scelto (cristiani). Essi avranno tempo per andare in montagna, al mare, in
collina; ma per me non ci sarà neppure un fuggitivo pensiero!
Consola, sposa mia, questo Cuore
addolorato. Vivi con me, strettamente unita a me, ogni istante di vita.
Ti
amo. Vi amo.
Gesù
Opera
scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi
13.07.97
La Mamma parla agli eletti
Piccoli
miei, siate
perseveranti nel bene e supererete, facilmente, ogni momento di stanchezza. Non
fatevi un cruccio se talora vi sentite smarriti e tristi; offrite a Gesù ogni
vostra debolezza. Egli sa che siete così, conosce a fondo ciò che avviene in
voi e vi comprende, vi aiuta, vi dà sollievo. La stanchezza è propria di ogni
natura umana; occorre vincerla con la preghiera e con la volontà.
Il
nemico, assai feroce, tenterà di provarvi in diversi modi; vincete la
tentazione con la preghiera, la preghiera costante, intensa ed
ininterrotta. Se non possedete ancora questo, sublime, dono, chiedetelo,
supplicate Gesù che ve lo offra. Con la preghiera supererete ogni ostacolo e
creerete una grande barriera davanti al nemico che cercherà di tentarvi per un
poco; poi, visto che non ottiene soddisfazione, lascerà la presa e la grande
gioia tornerà nel cuore.
Piccoli
miei, vi
chiedete: “Perché il mio Signore permette le tentazioni? Perché lascia che il
nemico agisca sui suoi piccoli che tanto lo amano?”
Piccoli,
Gesù permette anche le tentazioni, perché proprio attraverso le prove superate
si diviene forti e saldi nella fede. La fede, se non è ben provata al fuoco,
non può rafforzarsi, non produce coraggio ed eroismo, talora, per affrontare le
difficoltà del vivere quotidiano.
Chi non
è provato non si fortifica, ma cede al primo ostacolo. Vedi, piccola
mia, come la vita scorra serena a volte per anni ed anni e sembra che
nulla debba mai mutare. Passano i giorni, uno uguale all’altro, finché ne viene
uno, improvvisamente, tutto diverso: da quel momento cambia il corso della vita
e l’uomo si trova ad affrontare un percorso nuovo, che mai immaginava di
attraversare.
Figli
miei diletti, così è avvenuto, così avverrà, ma in
modo ancora più grandioso. Ciò che è stato si ripeterà, ma non come nel
passato: vedrete il Cielo mutare e le stelle essere assai diverse da prima, la
terra cambierà d’abito e stenterete a riconoscerla. Chi compie il male, come
potete constatare, persevera e di nulla pare
preoccuparsi. Molti, anzi, si scagliano contro coloro
che li ammoniscono, tacciandoli di impiccioni: pretendono di fare il loro
comodo, senza sentire rimbrotti di alcun genere. Spesso, tra questi ci sono
figli che non hanno alcun rispetto dei genitori, sposi che dimenticano il
dovere reciproco e le promesse fatte nel momento del matrimonio. Gesù vede tutto,
esamina ogni cosa; è in un cantuccio e guarda, osserva. Amata, nulla gli
sfugge: tutto esamina, attentamente. Tace il grande
Signore, tace e lascia fare, tace e pazienta; gli è troppo cara un’anima per
lasciare che si rovini: le dà tempo, le sta accanto, l’ammonisce,
la chiama, la richiama, la prende per mano. Solo se la reazione è sempre quella
della ribellione, allora, la lascia. Se il rifiuto è continuo, egli non forza,
non agisce con violenza, ma desidera la libera scelta. Colui
che compie il male prosegue, non capisce, pensa di poter continuare,
all’infinito; fa i suoi progetti, cura i propri interessi, a scapito degli
altri. Il fatto di essere uscito impunito una o più
volte lo fa illudere che così sarà sempre; guarda il debole e misero, che geme,
lo compiange in cuor suo, per la dabbenaggine che dimostra, agendo con
precisione ed onestà. Viene, però, il giorno, viene il
giorno del cambiamento, rapido, inaspettato, fulmineo: il suo piano crolla e
deve rendersi conto d’aver sbagliato tutto.
Piccoli
miei, a
nessuno di voi accada questo; tagliate ogni legame col male, a costo di
qualunque sacrificio! Se il vostro benessere si basa su opere di male,
scegliete la miseria: ciò che a Dio non è gradito non si faccia!
Figliolini,
siate accorti e riflessivi! Dal sereno, in un attimo, si può passare al
temporale; non avverrà per tutta l’Umanità, contemporaneamente, ma a ciascuno
in un momento differente. Siate pronti e saldi: pronti
al servizio di Dio e saldi nella fede; la prova sarà superata con facilità e,
poi, verrà la grande ricompensa.
Vi
amo. Ti amo, figlia.
Maria
Santissima