Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

18.07.97

 

 

Eletti, amici fedeli, pensate con gioia al mio ritorno glorioso e operate secondo il mio volere: vedrete il vostro orizzonte sgombrarsi dalle nubi e divenire sereno, sempre di più. Vi ho messo tanta pace nel cuore; vivete in essa. Ciò che Dio dona nessun uomo può togliere.

 

 

Sposa mia, vivi nella pace e nella letizia. Ogni giorno ricevi e dona pace e gioia. Da me otterrai torrenti di gioia; lascia che il mondo ne goda. Chiunque ha il dono di vivere accanto a te potrà accedere a questa ricchezza, che Io elargisco a chi voglio. Piccola mia, sei il mio, fedele, strumento, attraverso il quale voglio elargire, fino all’ultimo, enormi doni a chi è degno di riceverli. Mio canale è lo strumento, che scelgo: attraverso di lui passa linfa vitale, canale mai ostruito, perché a me unito strettamente. Chi ti accoglie sarà da me accolto, gusterà le mie delizie e mangerà alla mia mensa, dove i cibi sono succulenti ed i vini squisiti. Chi ti respinge o con parole o con fatti verrà allontanato, non sarà a me gradito.

Vedi, piccola mia: in tempo di tanta tribolazione, Io, Io, Gesù, non cesso di offrire grandi consolazioni. Non sono un Dio lontano che lascia i figli nel dolore e non si cura di essi: come Padre, curo i miei piccoli, come Padre, mi occupo di ciascuno. L’uomo dimentica Dio! L’uomo, fatto di terra, ha l’ardire di dimenticare il proprio Creatore che l’ha plasmato, il Salvatore che l’ha redento, lo Spirito d’Amore che vuole abbracciarlo! Quale madre, che ha un piccolo in culla, si scorda di lui? Quale madre lo lascia piangere, senza correre subito a consolarlo, prendendolo, subito, tra le sue braccia amorose?

Guardate a me, uomini, guardate a me, come ci si volge verso una madre che vi ha dato la vita. Fidatevi di me, come da pargoli vi siete fidati della creatura benedetta, che vi è stata messa accanto, e lasciatevi abbracciare, come allora vi lasciavate stringere dalle braccia desiderate.

Non abbiate paura di me, per quello che deve accadere. Attendete il mio ritorno, come bimbo che ha in testa mille progetti: sa che la madre sta per mostrare il suo volto, dopo un lungo viaggio; da lei si aspetta ogni dolcezza, da lei si aspetta i doni più belli, da lei aspetta la realizzazione delle promesse, fatte prima di partire, allorché, presolo sulle ginocchia, gli disse: “Mio piccolo, angelo mio, la mamma deve andarsene per un po’ di tempo, ma tu non devi essere triste; ti va a preparare un posto meraviglioso in un giardino che mai sfiorisce, dove gli alberi dànno frutti ad ogni stagione, dove il Cielo è sempre azzurro e le nubi minacciose non ci sono né i lampi ed i tuoni che tanto ti fanno paura. Lì i giochi sono numerosi e splendidi, sempre nuovi e sempre più interessanti. Tutto avrai, al mio ritorno. Piccolo mio, sii buono nel frattempo e pensami ogni momento. Più mi penserai e prima tornerò.” Queste le parole della madre al bimbo, queste le parole, che Io ho rivolto ai miei fedeli che mi hanno visto ascendere al Cielo. Tornerò, dissi loro, tornerò allo stesso modo, come me ne sono andato. Allora il vostro cuore non conoscerà più nemmeno un’ombra di tristezza; ma l’esultanza sarà un fiume in piena che invade ogni angolo del vostro essere. Queste le mie promesse, sposa cara, le promesse, che Io rinnovo a voi ogni giorno. Le sentite dalla mia, viva, voce; nessuno, quindi, deve avere paura, per quello che sta per accadere. Il tormento presente è causato all’uomo dalla sua continua disobbedienza; senza di essa, la terra stillerebbe in ogni angolo rugiada Divina. Io, Io, Gesù, sto facendo scendere, in grande quantità, le mie grazie e ognuno ne può cogliere, facilmente: può purificarsi dai suoi peccati e liberarsi dalla veste, infangata, che lo avvolge; può, se vuole. Sposa cara, non voglio condannare il mondo; voglio salvarlo, voglio che ogni uomo giunga alla meta, vittoriosamente. Sono il Salvatore che è sceso un giorno sulla terra per prepararla a vivere i grandi eventi che cominciano ad avverarsi in questa fine di millennio. Questo è il grande anno che costituisce la prima fase; ne seguiranno altre due: assai gioiose per chi cerca il mio volto e non distoglie mai lo sguardo da esso; assai dolorose per chi devia e non fa alcuno sforzo per mutare vita.

Gli uomini iniqui fanno ogni sforzo per cacciarmi dal loro cuore, fanno ogni sforzo per cacciarmi dal cuore dei simili, faticano assai; ma nessuno riuscirà a farlo: Io, Io, Dio, brucio nel cuore di ogni uomo e sia che mi ami sia che mi respinga, Io non posso essere dimenticato.

C’è chi si proclama ateo, chi agnostico, chi non credente, chi irride la religione; c’è chi la combatte, c’è chi vuole convincere della mia inesistenza. Sposa mia, è una battaglia persa: chi mi combatte è colui che più soffre; è lacerato, straziato nel profondo e non trova pace, perché solo Io sono la pace, non trova gioia, perché Io, Io solo sono la gioia, non riceve amore che possa soddisfare il suo essere, perché solo Io lo posseggo. Ecco il quadro del più grande infelice che viene assalito da paura, incontrollabile: la disperazione lo coglie, mentre la superbia lo tiranneggia.

Sposa amata, parlavo della grande felicità dell’uomo che si è lasciato andare all’onda, soave, del mio amore. Chi non vuole me è come colui che si trova in una minuscola imbarcazione tra i flutti che la vogliono sommergere: vede intorno, tra le acque, ombre nere, pronte ad avventarsi contro, tribola il povero, tribola e la paura lo divora. Questa è la difficile condizione di chi procede senza di me, di chi mi ha rifiutato nel suo cuore.

Amata sposa, l’immensa dolcezza, che offro a te, la voglio dare ad ogni creatura prediletta che cerchi il mio lido. Questo è il tempo della grande gioia, non della tribolazione; ma ognuno sta scegliendo ed ha ciò che desidera avere: c’è chi ha scelto la grande sofferenza e quella ha; chi la grande esultanza ed in essa vive; c’è chi è ancora indeciso ed anche per costui la vita è dolore ed inquietudine.

Prendi, strettamente, per mano le anime docili ed umili. Conducile con te e non lasciarne andare nessuna: Io conduco te; tu porta gli altri. La meta è assai vicina; anche la grande onda, minacciosa, s’infrangerà e non nuocerà ai miei, fedeli, amici.

Sposa cara, guida i fratelli sulla strada luminosa; si rifugino tutti, subito, nel mio Cuore: è la Casa, nella quale vivranno per sempre. Ho preparato le più sublimi delizie. La scelta deve essere fatta ora; tra un po’ sarà tardi.

Ecco un nuovo dono per la mia, diletta, sposa: un giorno luminoso si è aperto davanti ai tuoi occhi. Vivi con me ogni istante, che ti dono. Vivilo, stretta al mio Cuore. Attingine, a piacere, le immense ricchezze e porgile con larghezza a chi le desideri. Offri, a piene mani, i miei doni. Scompaia dai cuori ogni malinconia e vivano, sempre più profonde, la gioia e la pace.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

18.07.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Piccoli cari, vivete nella pace, che Gesù vi ha donato: essa è profonda e duratura. Vivete in pace, figli, in un mondo senza pace, vivete nella letizia in un mondo senza letizia. I doni Divini sono duraturi. Non temete, figli, non temete di essere privati di ciò che ora possedete: Dio è fedele, Dio vi ama, immensamente, e si prende cura di ciascuno di voi. Date la vostra pace a quelli che vi stanno intorno, e siate pazienti nel sopportare le persone moleste; se tanto vi infastidiscono, pensate che grande è il merito, nel sopportarle.

Oggi ho visto il mio Gesù assai triste: guardava con pena la scena del mondo, vedeva l’affanno degli uomini, nel procurarsi i beni della terra; tutti in guerra fra loro per un pugno di polvere, che tra breve il vento dissolverà e di essa neppure il ricordo resterà più. È amareggiato Gesù Santissimo, è amareggiato, nel vedere tanto odio, tante guerre, asti e dissidi in ogni angolo della terra, maggiori proprio lì, dove la vita umana è più comoda ed agiata e potrebbe scorrere nella gioia. È amareggiato assai il mio, adorato, Figlio, nel vedere tanta iniquità nel suo popolo eletto. Le insidie del suo nemico non sono state vane: sono molti coloro che gli hanno teso la mano, ingannati dalle sue, false, promesse. Essi ora sono divenuti suoi schiavi, schiavi di un tiranno, senza pietà, che esige sempre di più, senza porgere che assai poco.

Gesù ha parlato, segretamente, al cuore di costoro; ma esso si è chiuso alla sua voce e la mente vive nella notte del dubbio e dell’ignoranza. Guarda, il Figlio prediletto, i suoi consacrati: su di essi ha volto lo sguardo per consolarsi dei tradimenti degli altri. Anche qui ha notato superficialità e superbia, tiepidezza e distacco. Ho visto i suoi occhi riempirsi ancora di lacrime; se cadono anche queste colonne della Chiesa, chi ci resterà ad attenderlo? Chi l’accoglierà al suo, prossimo, ritorno?

Ha girato, infine, il suo sguardo su di voi, piccoli miei, e vi ha guardato, a lungo, ad uno ad uno: il sorriso è ricomparso sul suo viso, di nuovo, una grande tenerezza in esso. Mi ha guardato, senza proferire parola; ho capito, nel silenzio, il pensiero.

Ognuno di voi era intento a fare qualcosa: chi operava in un luogo, chi in un altro, chi in famiglia, chi nel luogo di lavoro; chi si trovava in quello di preghiera, chi per strada, chi altrove. Ha scrutato i piccoli cuori, tutti ardenti d’amore per lui, ha sentito le vostre conversazioni, volte ad esaltare il suo nome, a perorare la sua causa, a progettare il modo migliore per stare, proficuamente, al suo servizio.

Vi ha visto attivi il mio Gesù, vi ha sentito suoi: ha gioito, si è consolato delle infinite amarezze che riceve dai peccatori che sono divenuti sempre più numerosi. Vedete, figli cari: Gesù è tanto offeso in ogni momento della giornata. C’è chi l’offende col peccato grave, chi con l’indifferenza, chi preparando progetti contro il suo volere: è un oceano di peccato quello che lambisce ogni angolo della terra. Chi può opporsi più ad esso? Chi può porre rimedio a tale disastro?

Piccoli cari, a voi chiedo di fare la parte che vi viene richiesta, quella che vi compete. Sia attiva la vostra preghiera in ogni momento del giorno: trasformate il vostro lavoro in preghiera, il vostro svago in preghiera. Sia lode la vostra giornata; sia adorazione che non cessa.

Tenete il vostro cuore in quello Divino; tenetelo sempre nel suo, meraviglioso ed accogliente. Sarà breve il vostro martirio; non temete: i giorni scorrono veloci e la terra sarà strappata dal potere del terribile nemico. Un altro potere s’instaurerà in essa: sarà di Gesù. Egli regnerà, incontrastato, e le pene, i dolori, le tribolazioni non si ricorderanno più!

Perseverate. Sono con voi. Non vi lascio mai soli.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia.

 

                                                                                              Maria Santissima