Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

19.08.97

 

Eletti, miei fedeli amici, è giunto il tempo dei tempi. Il mio Vicario in terra vi preannuncerà le cose future. Ascoltatelo: Io, Io, Gesù, parlo al mondo attraverso le sue parole; parlo ai potenti, ai sapienti della terra per far comprendere loro che a nulla servono la loro sapienza, la loro potenza, se esse non provengono dalla mia potenza, dalla mia Sapienza.

 

 

Sposa amata, gli uomini della terra si sono troppo allontanati da me, gli uomini della terra sono montati in grande superbia; non hanno apprezzato i miei grandi doni. Tutto ciò che posseggono è opera mia, ma il nemico li ha indotti in inganno, li ha fatti illudere sempre di più.

I più ricchi sono divenuti i più poveri davanti a me; i più poveri, nella loro umiltà, si sono arricchiti di vera ricchezza. A costoro andrà il possesso della terra rinnovata. La divisione è già quasi ultimata. Piccola mia, in una stessa famiglia uno sarà preso ed uno lasciato; nello stesso ambiente di lavoro, uno sarà preso l’altro lasciato; persone che sempre sono vissute insieme saranno tra poco separate, per mio volere. Solo i cuori uniti mai verranno separati; solo le anime, che si cercano con anelito sincero e profondo, queste mai verranno disgiunte.

Sposa cara, l’amore è eterno, l’amore non si distruggerà mai, l’amore, che l’uomo possiede, deve essere, per chiamarsi tale, una scintilla del mio, infinito, eterno, indistruttibile. Dillo al mondo, mia diletta, ripetilo, senza stancarti: amino gli uomini col mio Amore, si amino gli uomini del mio Amore; attingano alla Sorgente perenne ed Io li attirerò a me e farò di loro un tutt’uno con me. Non perirà, certo, chi ha il cuore pieno di carità: è destinato alle vette più alte chi ama del mio Amore perché, sposa amata, questo è il tempo del grande trionfo del bene sul male.

Guardandoti intorno, puoi capire come la battaglia infuri ovunque; i cuori sono in lotta con se stessi, sono chiamati ad una scelta da una voce che essi ritengono profonda e misteriosa. Chi è ancora lontano da me sente un tormento, un’inquietudine, aspetta la scintilla che faccia esplodere il grande incendio. Sta per scoccare quella scintilla nelle anime pronte, sta scoccando: ancora in questo anno Io opererò, potentemente, come mai in passato.

Sposa mia, molti lontani verranno a volo, nella casa paterna, molti gelidi si riscalderanno al mio fuoco, molti deboli riprenderanno energia; ma i tiepidi resteranno, in gran parte, tali e quali ed Io, Io, Gesù, li rigetterò da me, perché la tiepidezza mi disgusta. Non i lontani, non i gelidi corrono il massimo pericolo, ma proprio i tiepidi che si sentono al sicuro e credono di non avere più bisogno di niente. I tiepidi sono dei presuntuosi che, pur nulla facendo, s’illudono di dare abbastanza, non si dànno, perciò, preoccupazione di migliorare né di procedere: sono nella convinzione di essere già arrivati.

Sposa mia, come deludono il mio Cuore amorosissimo i tiepidi! La loro tiepidezza mi colpisce, profondamente: essi non costruiscono nulla e non aiutano se stessi né gli altri.

Sposa cara, contro la tiepidezza poco si può ottenere. Nella mia Chiesa ce ne sono di tiepidi, nel tempo presente, in grande quantità. Essi non procedono nel cammino spirituale, non fanno un solo passo avanti e non permettono neppure agli altri di farne.

Sposa, non s’illuda nessuno: nel mio regno non c’è posto per coloro che non sono né freddi né caldi. Nessuno di questi entrerà. Davanti agli uomini essi si sentono al sicuro; davanti a me corrono il più grande pericolo.

Ti ho spesso parlato dell’umiltà: chi è umile riconosce la propria pochezza e cerca me con ardore, come il bimbo, rendendosi conto di essere piccolo e fragile, cerca il padre e corre, felice, tra le sue braccia forti. L’umile è come questo bimbetto che cerca sicurezza, perché in sé non ne ha.

Il tiepido è nel profondo un grande superbo che ritiene giusto e sufficiente il niente che mi offre; non si pone problemi, non cerca di migliorarsi, perché crede di non aver bisogno di farlo. Guai ai tiepidi di questo tempo! Guai a coloro che non sono né freddi né caldi, che passano il loro tempo a leggere preghiere che non sgorgano dal cuore, ma sono esercizio, vano, delle labbra! Guai ai tiepidi che tacciono sempre, quando devono difendere la verità e parlano troppo, quando non vogliono smentire la menzogna. Costoro pregano, ma le parole sono vuote di contenuto, si accostano anche, talora, ai Sacramenti, ma senza amore, senza slancio, spesso senza neppure capire quello che stanno facendo. Per essi la colpa non è colpa, il peccato non è peccato: non riflettono abbastanza. Non amano e non capiscono colui che è pieno di fervore e di zelo, lo ritengono un esaltato perché, diletta, chi non ama del mio Amore non può mai comprendere chi ama del mio Amore.

Lungi da voi, amici cari, ogni tiepidezza, parlate con me, come si parla con un amico caro; ditemi quello che avete nel cuore, apritevi a me, confidatevi con me! Qualcuno ora pensa: “A che serve dire a Gesù quello che già sa? A che serve fargli conoscere ciò che già conosce?”

Certo, prima che voi apriate bocca, già conosco quello che mi volete dire; ma lo voglio sentire da voi. Palesatemi il vostro amore con parole semplici e sincere. Siate anche in queste confidenze come piccoli bimbi che non parlano col padre attraverso formule complicate o con linguaggio difficile, ma in termini semplici, con paroline, coniate solo per lui.

Quando passavo per le vie della Palestina, le gioie più belle me le davano proprio i piccoli bimbi. Essi volevano venirmi in braccio e con le tenere manine mi accarezzavano il viso, stampandovi sopra tanti baci; poi, tutti pieni di felicità, mi mostravano i loro tesori più preziosi: chi un piccolo agnelletto che belava; chi un dolcetto, che aveva ricevuto dalla mamma; chi un giocattolino donato dal papà. Il primo voleva che Io accarezzassi la piccola bestiola assieme a lui, il secondo che assaggiassi il dolce per farlo contento, il terzo che giocassi con lui col nuovo giocattolo. Quanta gioia mi hanno dato i bimbi con i loro slanci sinceri ed il sorriso felice!

Desidero che la terra nuova sia piena di bimbi. Essi devono ripopolare le lande deserte, devono fare incantare il Cielo con la loro grazia. I bimbi mi hanno dato il loro amore sincero. I bimbi mi hanno amato, come desideravo essere amato; ebbene, i bimbi avranno da me i massimi doni. Per loro ci sarà una vita serena ed i loro occhi, limpidi e trasparenti come l’acqua di sorgente, non dovranno più vedere orrori, quegli orrori che ora vedono ovunque.

Sposa, rallegrati e fa’ rallegrare; i degni figli avranno il premio più grande, doni, che mai in precedenza ho concesso. Ne elargisco in grande quantità ai cuori puri: chi è come un bimbo sincero entrerà nel mio regno di pace e felicità. Ognuno operi su se stesso in modo da divenire come Io, Io, Gesù, desidero che sia. Ho parlato con molta chiarezza: ognuno capisca e si prepari.

Sposa amata, ecco il nuovo giorno, alto nel Cielo: ti parla della mia fedeltà, del mio Amore immenso. Donami ogni istante di vita. Ti offro i miei, splendidi, doni. Porgili a chi li desidera, ma negali a chi li ha sempre respinti.

                                                                                  Ti amo. Vi amo.

 

                                                                                              Gesù

 

 

Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

 

19.08.97

 

 

La Mamma parla agli eletti

 

 

Figli cari, siate sapienti della Sapienza Divina, siate potenti della potenza, che solo Dio possiede. Siate docili ed obbedienti e avrete i doni più splendidi: non chi dice tante parole, non chi parla di Dio possiede la sapienza, ma chi fa anzitutto la sua volontà. Amati, non è poi cosa difficile leggere libri e recitare preghiere, neppure recarsi in Chiesa e fare bei canti o sentire parole splendide; ma è assai difficile applicare alla propria vita quelle parole, sentite pronunciare dal santo ministro di Dio.

Voi vi chiedete perché ritorni spesso su questo discorso, perché insista, continuamente; il perché ve l’ho spiegato più volte, ma continuo a ripeterlo: desidero che i miei figli camminino verso la santità, volino verso la santità; ma questo non può succedere, senza il sacrificio della vita vissuta secondo il volere Divino. Molti sono i figli che si accostano alla S. Mensa ogni giorno, ma per abitudine, senza neppure comprendere quello che fanno. Molti sono i figli, specialmente le figlie che si recano in Chiesa, assiduamente, ma non escono migliorate: ripetono sempre gli stessi errori, fanno sempre gli stessi peccati, si macchiano delle medesime colpe. Eppure, non alzano mai la testa dal libro di preghiere per tutto il tempo in cui stanno in Chiesa; sembrano assorte nella più profonda contemplazione, invece il cuore resta come un terreno arido e secco: può un seme germogliare in un terreno di tale specie? I semi caduti muoiono subito e nulla producono!

Figli, miei, amati, se la vite è ben coltivata, ben curata, dà buoni frutti e da essa si ricava un ottimo vino; ma, se al tempo della vendemmia su di essa non si trova neppure un grappolo, significa che la cura è stata scarsa e quella poca a nulla è servita. Se quando uscite dalla Chiesa vi ritrovate tali e quali a prima ossia deboli, incapaci, pronti a farvi tentare dall’astuto avversario allora, figli, tutte le vostre preghiere a ben poco sono servite. Ognuno esamini attentamente se stesso, ognuno sia molto attento in questo esame e scrupoloso. Se siete veramente di Gesù e Gesù è entrato nel vostro essere e lo domina, se ha preso in mano la vostra vita, che totalmente gli avete donato, allora, tutto in voi deve cambiare: dove passa il magnifico Re non resta più il deserto, ma ogni deserto si tramuta in giardino irriguo. La vostra vita con Dio deve essere poesia, idillio, felicità anche nella prova; se così non è dovete, operare su voi stessi, impegnarvi di più, pregare meglio.

Figli cari, la preghiera più efficace è quella del cuore, non quella detta meccanicamente, senza magari neppure capire quello che si dice. Non sono le molte preghiere, pronunciate con le labbra, che dimostrano il grande amore per Dio, ma è quella splendida unione con lui che parte dal cuore, invade la mente e passa, poi, a tutte le cellule dell’essere. Chi ama, profondamente, non prova questo sentimento verso la persona amata solo in un determinato momento della giornata: sente in sé questo fuoco sempre: al mattino, quando si sveglia, alla sera, quando si corica. Figli, v’invito a chiedere a Dio soprattutto questa grazia, meravigliosa: amarlo sempre più, amarlo con tutta l’anima, amarlo tanto tanto, per poi servirlo sempre meglio e riuscire, così, ad amare i fratelli, a servire i fratelli. Non altro serve, miei piccoli.

Pregate, intensamente, perché siate esauditi, pregate, continuamente, perché possiate avere questo dono, grandioso. Non chiedete per voi, sempre per voi o per i vostri cari; pregate secondo le nostre intenzioni: Gesù sa quello che vi serve, Gesù conosce i vostri bisogni, i vostri problemi. Ha un piano ben definito per voi, un piano, sublime, per ciascuno di voi. Il suo Cuore, amorosissimo, l’ha preparato; si sta già attuando e giungerà a termine, se voi sarete perseveranti.

Figli miei, badate al tempo, badate ad utilizzare bene l’oggi, l’attimo presente e non rimandate a domani ciò che potete fare per Gesù oggi. Domani cambierà ogni cosa, non nel tempo, ma improvvisamente. Tutto avverrà con rapidità, con estrema rapidità.

Figli, amati figli, fate bene ogni cosa e sarete tanto e poi tanto felici.

                                                                                  Vi amo. Ti amo, figlia.

 

                                                                                              Maria Santissima